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Autore: Loki    28/08/2007    5 recensioni
Questa fanfiction ripercorre i momenti di assassinio compiuti da Light/Kira tramite il Death Note; e' una fanfiction di genere introspettivo in cui si analizzano le emozioni di Kira, inframmezzate da visioni oniriche e deliranti, mentre utilizza il suo potere.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Danza in Nero Danza in Nero

L'odore del sangue gli raschiava l’anima; gli corrodeva i sensi, confondendo i suoi pensieri. Credeva di sorridere, ma in realta' i muscoli del suo viso non si contraevano affatto.
Alzando la penna al cielo, gli sembro' di osservare la luce che si proiettava sul suo volto; in verita' respirava immerso nel buio della notte senza stelle.
"Purificare..." sussurro'.
Scrisse un nome. Fu istintivamente preso dal desiderio d’incurvare le labbra, ma il suo viso rimase imperturbabile.
Il suo cuore batteva forte. Per un momento gli parve quasi che si fosse fermato, per poi riprendere il suo solito ritmo. Sempre piu' forte, piu' rapido; sempre piu' spedito, sempre piu’ intenso.
"Mondo..." un rapido colpo di penna sulla pagina del quaderno; iscrisse con veemenza l’inchiostro nero sulla carta virginea.
“Il mondo!”
I suoi occhi erano persi in visioni lontane, dimensioni eteree nelle quali camminava sui cadaveri. Si stagliava solitario sul buio fondale della notte grondante odor di sangue e di giustizia divina.
Sollevo' la mano e incise le linee; compose un altro nome.
Le ossa scricchiolavano al suo passaggio. Gli dei della morte lo osservavano.
Non si sentiva stanco. Prosegui'. I suoi occhi vuoti continuavano a vagare al di fuori del suo corpo, verso oscuri campi bagnati di sangue. Scrisse un altro nome.
Il suo cuore si fermo' nuovamente. Come se nulla fosse, riprese a respirare.
I suoi capelli bruni respiravano al ritmo della morte. Egli danzava con lei, non ne era mai stanco. Respirava in sintonia con la morte stessa. Ogni volta che incideva sul suo libro un nome, la sensazione di morire s'impossessava di lui, rapiva la sua mente; s'inebriava dell’odore della morte, non riusciva piů a privarsene.
Provava le stesse sensazioni di coloro che condannava. Prima che i loro pensieri sostassero nel limbo, tra la vita e la morte, essi fluivano in lui, divenendo parte del suo sangue.
Gli occhi di coloro che furono giudicati incrociarono i suoi. Con aria di sufficienza egli li fissň a sua volta. “Volete che vi giudichi di nuovo?” urlo'.
“Omicidio...” sussurro'. Appoggio' violentemente la penna sul foglio; scrisse ancora, e ancora.
“Io sono Dio, lo sapete” sussurro'. Intorno a lui, solo distese di cadaveri.
Solo strade di giustizia divina e fiochi barlumi di speranza nella morte.
Il ragazzo alzo' la testa. Rivolse i suoi occhi vitrei verso la finestra.
“Sei solo un assassino” disse una voce. “Non sei nient'altro che un omicida di massa.
Uno schiavo d’un potere che non ti appartiene.”
Inarco' le sopracciglia. I suoi occhi stavano vagando ancora per altri mondi intessuti di morte divina.
“Chi osa giudicare Dio? Sto creando un Mondo per tutti. Un mondo perfetto. L'Utopia!”
Digrigno' i denti.
"Che razza di scusa."
Silenzio. I suoi occhi rossi trasparivano un'ira celeste.
"Io sono il Mondo. Il Mondo ha bisogno di me!"
Silenzio. Poi, delle parole nell’oscurita’.
"Non vuoi forse che il Mondo sia tuo?" - chiese la voce silenziosa.
Sali' su un enorme teschio.
"Desidero che il mondo appartenga alla Giustizia Divina. Creero' l'Utopia!".
"Che razza di scusa."
La sua espressione torno' seria e imperturbabile.
"Non mi servi" sussurro'.
Light alzo' la mano.
Pose la penna sul Death Note. I suoi occhi erano oramai rossi e profondi; il suo respiro, regolare com’era sempre stato. Nulla turbava i suoi lineamenti.
Inizio' a scrivere. Inchiostro nero .
"Non mi servono questi sentimenti. Non mi serve la mia coscienza, per la creazione della mia Utopia piu' grande."
Il cuore dei suoi pensieri e dei suoi ideali batteva nel limbo tra la vita e la morte.
Si rese conto di non aver mai provato incertezze o dubbi, sin dall'inizio.

"Yagami Light"

gli sembro' di scrivere.

A differenza delle altre volte non assaporo' il gelido tocco mortale. Rimanevano solo i battiti del suo cuore a testimoniargli che era ancora in vita.
Guardo' il soffitto, dopodiche' levo' nuovamente la penna al cielo, simile ad una spada.
Ricomincio' a scrivere, continuando a danzare faccia a faccia con la morte. E l'alba si faceva sempre piu' lontana.
  
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