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Autore: Irishgirl    07/02/2013    4 recensioni
Si avvicina a me cauto, spostandosi sul letto, non mi scompongo rimango li dove sono. Mi sposta una ciocca di capelli dal viso. e sorride, disegna i miei lineamenti.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I miei "ti amo" nei suoi confronti erano sempre stati diversi.
I miei erano i "ti amo" delle lettere scritte e conservate in un cassetto, al nascosto, delle fermate opposte dell'autobus, delle giornate di pioggia a leggere libri nei quali i protagonisti fanno l'amore.
I miei erano "ti amo" lontani, tenuti dentro come segreti e sogni che fanno la muffa, mai detti, ma scoperti da nessuno, non come quelli dei soliti innamorati che se li urlano contro a squarciagola.
I miei erano silenziosi; da leggere negli occhi, nel cuore


 

"Agatha, tocca a te.." Una voce mi sveglia dai miei pensieri, mi alzo dalla sedia fredda della sala d'aspetto.
Niente amore, niente colore, solo freddo grigio e sangue secco. Entro nel piccolo studio.
"Buongiorno signorina Stendford" cantilena il medico. Il mio medico curante. Sono in questa prigione da 1 anno, 4 mesi e 15 giorni. Mesi e giorni lunghissimi, in cui mi sento sola, abbandonata. Non rispondo, mi limito ad annuire piano impercettibilmente, le mie mano sulle mie gambe. i miei occhi spenti.
"Devo pesarti.."
Pesarti, odio quella parola, la ripeto come un mantra.
Svogliata salgo sulla pesa, la lancetta oscilla pericolosamente.
"Molto bene Agatha, siamo aumentate, allora stai ascoltando i miei consigli.." sorrido fintamente.
Consigli.
"Posso andare a casa..?" mormoro. E' impegnato a scrivere sulla mia cartelletta.
"Non ancora" risponde fermo, ma nella sua voce giuro di aver sentito un tono di dispiacere.
"Abbiamo finito..?"
"Si..puoi andare.."
mi alzo piano.
"Agatha.." mi richiama.
"Se non molli, potrai andare a casa molto presto."
Annuisco ed esco dalla stanza.
Non voglio più stare qui, è come una galera per la mente. Vado nella saletta comune, John è appoggiato al muro, fuma la sua sigaretta mi fa un cenno, lo saluto alzando la mano.
"Hai sentito, oggi ne arriva uno nuovo..un depresso, penso o bipolare qualcosa del genere.." Piomba da dietro il divano sul quale mi sono seduta. Andrea è la mia unica amica, quasi ex-anoressica come me, si siede e si accende una sigaretta le tremano le mani è sempre così nervosa.
"Speriamo sia carino.."
"Andrea, siamo qui dentro e tu speri solo che il prossimo che arrivi sia carino, io spero solo di andarmene da qui.."

"Fra un pò te ne andrai, ti sta già crescendo il culo.." ride.
Sorrido anche io. E' la verità sto ingrassando di nuovo, fra un pò me ne andrò, per Andrea ci vorrà un pò di più.
"Ehi, eccolo deve essere lui.." mormora eccitata, indica con la testa.
La saletta è circondata da vetrate, si vede fuori e da fuori si vede dentro.
Lo guardo un ragazzo dai capelli arancio cammina piano, sembra spaesato, mi guarda, manteniamo lo sguardo.
"Non sembra male.." sento Andrea in sottofondo. Ci guardiamo ancora, camicia a quadri. Fardello nel cuore. Ci trafiggiamo con gli occhi, uno sguardo sincero, benevolo, ipnotico. Il mio cuore sembra impazzito. Non correva così da tanto.
"Agatha.." Andrea mi guarda sconcertata.
"Oh mio dio.." sussurro a bassissima voce.
"Stai bene..?"
Mi alzo, piano dal divano. Cammino come se fossi sui carboni ardenti. Cosa mi succede..? Per la prima volta dopo 1 anno, 4 mesi e 15 giorni, il mio sangue circola. Mi dirigo verso il corridoio, vedo l'infermiera che gli indica la mia stanza. Cammino, vicino al muro.
"Oh, Agatha eccoti qui, c'è qualcuno per te oggi." non aspettavo nessuno oggi, i miei vengono domani, non aspettavo nessuno, non aspettavo lui.
Annuisco.
Mi guardo intorno, vado verso di lui e mi sento sporca, ma perché..? non sto facendo niente di male.
"Ciao.." bisbiglio.
"Ciao.." risponde secco.
Ci guardiamo negli occhi, è tornato. L'unica persona che abbia mai amato veramente.
"Come stai..?" sussurra. Sto respirando, non lo facevo da un pò.
Lo prendo per un lembo della camicia a quadri che indossa e lo dirigo verso la mia stanza. Andrea ci stava già spiando dal fondo del corridoio. E' molto curiosa.
Entriamo.
"Come mai sei venuto qui..?" mormoro e mi trema la voce.
"Per vedere te.." si avvicina piano. E io faccio un passo indietro.
"Ok..sto qui.." si siede sul letto e io lo guardo come se fosse un'estraneo, non me l'aspettavo, sono impaurita, mi sta vedendo debole, fragile e io non voglio che mi veda così.
"L'hai arredata tu la stanza..?" chiede curioso.
"Si.." mormoro ancora appoggiata alla finestra.
"Ti sono sempre piaciuto loro.." indica un poster degli Snow Patrol. Annuisco con un mezzo sorriso. Si guarda intorno.
"Come stai..?" ripete la domanda che mi ha fatto poco prima.
"Meglio dai..con un pò di pazienza uscirò di qui.." Sorride. Il sole, eccolo, mi manca, non ho mai smesso di amarlo.
"Tu come stai..?" chiedo
"Bene..ho appena concluso un tour.."
"Sono felice per te.." sono sincera.
I suoi sogni, quante volte me li ha raccontati. Lo vedo solo sul letto e l'istinto mi spinge ad avvicinarmi, mi siedo mantenendo le distanze.
"Chi ti ha detto che ero qui..?"
"Tua sorella.."
"Perché sei venuto qui..?"
chiedo di nuovo. Sta zitto per qualche secondo, poi si volta verso di me.
"Perché..mi manchi.." Io, mancare a lui, non è possibile. Lui manca a me, da morire.
Si avvicina a me cauto, spostandosi sul letto, non mi scompongo rimango li dove sono. Mi sposta una ciocca di capelli dal viso. e sorride, disegna i miei lineamenti.
"Sei bellissima.." mormora.
"Non è vero.." i miei occhi si riempiono di lacrime bollenti.
"Si Agatha.." mi sfiora le guance con le nocche della mano. guardo le sue labbra e ho fame, voglio baciarlo, mi è mancato. Le fisso come se potessi chiamarle con gli occhi. Fa scorrere un mano fra i miei capelli mi bacia. Sono calde e sono come me le ricordavo. Chiudo gli occhi e insipido aria dal naso. Incrocio le dita sulla sua nuca e mi faccio sconvolgere da quel bacio. Tutto sembra annullarsi questo anno in questo posto infernale le pareti sembrano abbattersi da sole, il calore si impossessa del mio corpo era da tanto che non mi sentivo così. Sembrava un rinascere dalle ceneri. lo tiro verso di me e mi sdraio sul letto. Lui si accosta su di me senza pesarmi addosso. Ci stacchiamo dal bacio.
"Mi sei mancato.." soffio sulle sue labbra.
"Voglio fare l'amore con te." detto da lui sembra una delle canzoni più belle. Gli accarezzo il viso e non parlo. Mi bacia di nuovo con una nuova energia. E magicamente le sue mani fanno sciogliere i miei vestiti, il mio corpo sbagliato è sotto le sue mani, accarezza la mia pancia e le ossa del bacino fanno cambiare il corso delle sue dita.
"Scusa.." bisbiglio sulle sue spalle.
"Per cosa..?" mormora con fiato corto sulle mie scapole evidenti.
"Per le mie ossa.." dico tremante.
Mi guarda negli occhi, mi mordo le labbra nervosa. Si abbassa e posa due baci delicati sulle ossa del bacino.
"Sei bellissima.." mormora sulla mia pancia risale su baciandomi lo sterno e le scapole fino ad arrivare alle mie labbra.
"Ti amo Agatha non ho fatto altro che pensarti..scusa se ho aspettato così tanto.."
"L'importante che ora sei qui.." una lacrima scende rapida sulla mia guancia, la raccoglie con il pollice.
"C'è ancora il mare dentro ai tuoi occhi.." dice sorridendo.
"C'è ancora il sole nei tuoi.." bisbiglio.
Facciamo l'amore, piano senza fretta, senza misura di tempo, senza paura, sfiora ogni mia parte del corpo e il mio essere più nascosto si sente un pò più giusto, un pò meno fuori luogo. Lo stringo forte e mi sento una fenice, che rinasce dalle proprio ceneri. Mi sento al sicuro quando sono con lui, la mia voce ritorna ogni fibra del mio corpo riprende a funzionare. Dove sei stato per tutto questo tempo, ti ho amato per mille anni senza nemmeno saperlo e ti amerò per mille altri ancora.


Questa OS, è un pò diversa dalle solite che scrivo. E' un pò triste, ho voluto trattare di un tema abbastanza comune al giorno d'oggi purtroppo spero vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie..<3


 

  
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