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Autore: avslimoncellow    07/02/2013    3 recensioni
Penny è una normalissima quattordicenne, che, trasfetitasi a Napanee, Canada, frequenta la Napanee School. Un giorno, nei corridoi, riesce a sventare un atto di bullismo nei confronti di una compagna. Successivamente si rende conto che quella ragazza aveva un dono, era diversa rispetto alle altre. E, questo incontro, la segna per sempre, perche la piccola biondina diventerà la sua migliore amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘you make me feel like i’m locked out of heaven for too long’

 
mezz’ora dopo Penny era nel panico più totale.
 
 
La sua camera da letto sembrava più una trincea di guerra che altro. Nel giro di mezz’ora aveva cominciato ad affastellare vestiti uno sull’altro sulla sedia della sua scrivania –il mio secondo armadio- diceva lei spesso. Sarebbe uscita con Evan, del quale non sapeva praticamente niente, e l’idea la terrorizzava.

Sentiva come un blocco all’altezza della cassa toracica, e sentiva il suo battito cardiaco martellare al suo interno. Pensava che quelle che stava sentendo nello stomaco, più che farfalle erano rapaci giganti. La voce di Hayley, quello che si erano dette, le sentiva come voci confuse nella sua testa, che echeggiavano e la confondevano
Aveva un’ora per prepararsi, e , cosa più importante, per mettere ordine nella sua mente, che ora come ora sembrava più un groviglio di nodi che un cervello. ‘qualcosa di carino, ma senza troppe pretese’ si ripeteva. ‘che mi metto?’ pensò per cinque minuti, poi le venne finalmente un’idea. Aprì l’ultimo cassetto del suo armadio e prese la sua amata magiletta nera con le borchie sulle spalle, che sbucavano dai capelli rossi che le ricadevano sulle spalle, dei pantaloni strappati sempre neri, e un paio di converse rosse che aveva da un paio di anni, ma che lei adorava ancora.
Decise che era meglio farsi una doccia prima di uscire, e magari approfittarne per lavarsi i capelli.
Sotto la doccia il tempo sembrò rallentare, tendersi come un elastico per poi ritornare senza forma, perso, come un morbido otto coricato. Sotto la doccia, si sentiva finalmente rilassata, sentiva che i nervi le si stavano sbrogliando piano, a uno ad uno.
 
 Lavatasi i capelli, uscì dalla doccia e controllò l’orario. Erano le.. cinque meno venti. ‘LE CINQUE MENO VENTI???? MA.. TRA VENTI MINUTI ARRIVANO HAYLEY AVRIL E.. EVAN..E IO ANCORA NON SONO PRONTA. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH’ panico, panico di nuovo.
Prese il primo asciugamano che le capitò accanto e lo avvolse attorno ai suoi capelli ancora fradici, dopodiché si mise a camminare velocemente verso la sua camera, per prendere i vestiti. La fretta fu tale, che inciampò con il tappeto di camera sua e, senza accorgersene, si ritrovò –fortunatamente- a volare sul suo letto morbido.
 
‘Penny che succede?’ chiese sua madre, vedendola correre ad una velocità che credeva impossibile per la stanza. ‘niente mamma’ disse lei di rimando, e, istintivamente, iniziò a ridere nervosamente, si sentiva così felice\confusa\incasinata\stupida . Dopo essersi infilata i vestiti, e dopo aver affrontato una lotta all’ultimo sangue per mettersi le Converse, corse verso il bagno, di nuovo. Si tolse l’asciugamano che aveva in testa, prese il pettine e cominciò a pettinarsi i capelli con tale velocità che rischiò di strapparli. Ma non le interessava, era esagitata, terribilmente felice e ansiosa, si sentiva una schizzofrenica in preda ad un attacco di panico, e in tutto ciò si ritrovò a sorridere come un’ebete. Dopo essersi pettinata i capelli e ‘’asciugati’’ alla buona si guardò allo specchio. ‘Mmh. Presentabile’ pensò. Poi andò in camera sua e mise all’interno di un suo zainetto nero il cellulare, l’ipod, il portafogli e la macchina fotografica. Finalmente aveva finito. Che ore erano? Controllò il suo orologio, erano le cinque in punto. ‘RECORD, me lo ricorderò’ disse sorridendo.
 
Dopo andò in salone, ad aspettare l’arrivo dei suoi amici. Nel mentre, si mise a leggere uno dei suoi amati libri. Era un libro sulla psicoanalisi, che parlava di un ragazzo che viveva un rapporto difficile con il padre, che lo riteneva un inetto, e che scriveva di getto tutto ciò che provava. Penny si sentiva attratta da quel libro. Era come se quel ragazzo scrivesse tutto ciò che lei pensava, era anche molto ironico e la interessava particolarmente. Gli era stato consigliato dalla sua vecchia prof, e, immediatamente, i suoi vecchi compagni le avevano cominciato a fare le solite domande. ‘che palla mortale, come fai a leggerlo?’ ‘non hai davvero niente di meglio da fare oltre che leggere quello stupidissimo libro?’ ‘sei così sfigata che leggi tutti i libri che ci dice la prof, haha’. S            i sentiva lacerata, e mentre leggeva le pagine del libro, sentiva come se quelle voci le risonassero nella mente. Dopo un po’ smise, non riusciva a sopportarle.
 
 
Che ore erano? Hayley, che fine aveva fatto? Erano le cinque e mezza ormai. ‘puntuale, alle cinque busserò alla tua porta’ Lezione numero uno su Hayley Williams: essere in orario non era il suo forte, e lo dedusse facilmente.
‘okay, la chiamo’ pensò mentre prendeva in mano il cellulare.
 
 
‘Hayley?’
‘ehin Penn’
‘che fine hai fatto? Mi hai lasciato qui?’
‘MA SEI PAZZA? Ovvio che no, solo ho perso il primo autobus così stiamo venendo a piedi. Tra circa due minuti siamo lì, puoi aspettarci anche fuori dal portone’
‘okay ma.. chi siamo’
‘eheheh lo sapeeeevo che mel’avresti chiesto’
‘..allora?’
‘aspetta un attimo’ disse hayley, e Penny la sentì mentre diceva che doveva dirle una cosa importante e che quindi andava un po’ avanti.
‘indovina?’
‘sputa il rospo Hayl, mi fai stare in ansia così!’
le sembrava ancora impossibile come fosse riuscita ad acquistare una tale confidenza nei confronti di una ragazza conosciuta da così poco tempo.
-è hayl, è speciale- pensava.
‘allora.. tieniti forte, evan è con noi, ha accettato sinceramente felice di uscire con noi e.. appena ho detto Penn, ho visto qualcosa nei suoi occhi.. sembrava brillassero’
……………………….
‘………………………’
‘scherzi…………vero?’
‘no sono seria penn.’
‘okay okay okay okay okay okay okay okay okay okay aiuto’
stava per sentirsi male.
‘Penn, respira okay? Va tutto bene, ci sono qui io per te, tranquilla’
‘okay.. sono preoccupata’
‘tranquilla. Ah, vedo il portone di casa tua. Esci ‘
‘va bene allora a tra pochisssimo’
‘a tra poco.’
Stava per sentirsi male, le girava tutto attorno, si sentiva terrorizzata. Ma doveva uscire.
‘MAMMAAAA STO USCENDO OKAY? HAYLEY E AVRIL SONO FUORI DAL PORTONE’ urlò a sua madre che le rispose ‘OKAY NON FARE TARDI A DOPO’.
Prese il suo zainetto ed uscì dal potico.
 
 Davanti a casa sua vide tre persone: la solita ragazza dai capelli rossi, che sembrava sua sorella, la sua compagna di banco e..e.. lui. Lui che in un secondo, riusciva a farle mancare il terreno sotto i piedi.
 
Prese un respiro, e gli andò incontro. Sentiva che stava per collassare. ‘ciao Hayley, ciao Avril’ disse alle sue amiche, mentre le baciava sulle guance. Poi guardò il ragazzo negli occhi per un secondo, che sembrò perdersi nel nulla.
 
Si sentiva persa, in quel mare verde dei suoi occhi. ‘ehm.. ciao’ gli disse timidamente, sorridendo mentre percepiva la sua pelle bruciare.
‘ciao’ le disse lui  sorridendo di rimando,con una voce calma, ma che le riecheggiò nella mente per una manciata di secondi.
 
In quel momento, arrivò Av a spezzare l’imbarazzo, e a spezzare quel silenzio creatosi. ‘Penny lui è Evan, Evan lei è Penny’ disse con voce entusiasta.
Penny sorrise ancora, mentre le guance le andavano a fuoco.
, e lui le sorrise ancora, mentre la guardava con quei suoi occhi verdi. In quel momento, non riusciva a sentire più alcun rumore. Tutto sembrava statico, e perfetto. Penny si sentiva così.. non lo sapeva, non aveva mai provato niente del genere. Doveva riuscire a farsi un idea almeno parziale di come si sentiva in quel momento.
 
 
Lei si sentiva.. quando Evan la guardava, si sentiva come se fosse rimasta bloccata fuori dal paradiso per troppo tempo, e in quell’istante le porte si fossero.


-spazio dell'autore:

Ciao a tutte, scusatemi se fino ad ora non ho pubblicato i capitoli con la stessa frequenza di prima ma sono tartassata perennemente da prof che vogliono che io studi per gli esami, e casini vari. Comunque (so che non vi interessa, ma fa lo stesso u.u) Io mi chiamo Luna, ho tredici anni e ho preso ispirazione per la mia ff principalmente da mie esperienze-emozioni, che faccio vivere a Penn in prima persona. Spero vi piaccia,




-Luna 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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