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Autore: Jo_The Ripper    08/02/2013    6 recensioni
“Dimmelo!”
“Dirti cosa? È troppo tardi ormai, loro arriveranno e tu non potrai fare niente”
Fu un attimo.
Thor aumentò la pressione sul braccio di Loki.
Sentì le ossa spezzarsi come rami secchi sotto le sue dita.
Il dio dell’inganno urlò.

Un ritorno in patria.
Un confronto tra due fratelli destinati a prendere strade diverse.
Un re ed un mancato re.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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COMFORTABLY NUMB

Hello?
Is there anybody in there?
Just nod if you can hear me
Is there anyone at home?

[Pronto?/C’è qualcuno qui dentro?/ Fammi un cenno se mi senti/ C’è qualcuno in casa?]

Il viaggio di ritorno su Asgard durò la velocità di un battito di ciglia. Dopo essersi rimaterializzati sul Bifröst, il comitato di benvenuto era esattamente ciò che Loki si aspettava: un drappello di guardie armate dalle espressioni truci e dalle armature talmente lucide che il dio poteva utilizzarle come specchio.  Quello che vide non gli piacque. Aveva avuto un aspetto migliore di quello che il metallo lustrato gli rimandava. Riflesso di fronte a lui c’era solo un uomo legato, imbavagliato e strattonato come un animale.
E per completare l’idilliaco quadretto, ecco gli amici fidati di Thor al gran completo. Oh, se avesse potuto liberarsi in quel preciso istante, avrebbe cancellato quei ghigni soddisfatti dai loro visi con una delle sue potenti magie. Ma non poteva, quindi perché darsi tanta pena? Avrebbe lasciato che credessero di condurre il gioco; si sarebbe divertito ancora di più una volta libero.

La cella era uno spazio angusto, stretto ed umido. Dopo averlo liberato dalle manette e da quel bavaglio soffocante, le guardie lo gettarono dentro con poca grazia. Il suo primo incontro con la nuova dimora fu con il pavimento di pietra, freddo e duro come il suo cuore di gigante di ghiaccio. Si  risollevò, tamponandosi le labbra con una manica sdrucita del suo abito, e andò a sdraiarsi su quelle ruvide assi di legno che dovevano fungergli da giaciglio.
Si era quasi assopito quando sentì un movimento esterno, e la chiave venire inserita nella serratura della pesante porta.  Questa si spalancò, scricchiolando sonoramente sui cardini. Qualcuno era entrato.
Annoiato, si voltò dall’altro lato, mandando un chiaro messaggio all’invasore: “Non ho voglia di vederti, né di ascoltare ciò che hai da dire”.
“Loki.”
Thor. Prevedibile.
“Loki alzati immediatamente.” Eccolo che usava quel tono da padrone del mondo che non ammetteva contraddizioni. “Non sei nella posizione di ignorare i miei ordini. Lo so che mi senti.” Continuò l’altro.
Loki ridacchiò sommessamente ruotando il capo verso di lui con un sorrisetto beffardo.
“Fratello, che visita inaspettata”.
“Alzati.” Disse perentorio.
“No, sono comodamente sdraiato qui, in questo spazio che voi mi avete generosamente offerto. Dì a Odino che gliene sono immensamente grato.” Le sue parole grondavano veleno.
“Ci hai proprio preso gusto a contestare ogni cosa che ti dico?”
Loki scrollò le spalle “Sì, è quello che mi riesce meglio. In fin dei conti qui il cattivo sono io. E nessun cattivo che si rispetti cederebbe così di buon grado alle richieste del buono.”
I muscoli del viso del dio del tuono si contrassero in una smorfia di sdegno. Con un’ampia falcata lo raggiunse, afferrandogli la veste e sollevandolo per poi spingerlo violentemente contro il muro.
Prevedibile.
Loki rise, fomentando l’ira di suo fratello.
“Non so cosa ci trovi di così divertente in questa storia.” Affermò a denti stretti.
“Tutto! Tutto! Te, me, questa situazione…è proprio ciò che mi aspettavo che facessi!” le sue spalle continuavano a sollevarsi scosse da una risata, Thor poteva sentire le vibrazioni provenienti dal petto di suo fratello.
“Smettila.” Ringhiò rafforzando la presa su di lui.
Questo faceva male.

I hear you're feeling down
Well I can ease your pain
Get you on your feet again
Relax

[Coraggio, dai, ti sento un po’ giù/ Dai che posso alleviarti il dolore/ E rimetterti in piedi/ Tranquillo]

“Fratello, sento che sei addolorato e frustrato per questa situazione. Vuoi che allevii la tua pena?”
“Come pretendi di alleviare qualcosa che tu hai causato? Sei davvero così cieco? Hai visto per colpa tua cosa è accaduto sulla Terra? Hai portato panico, distruzione…” Thor fece una pausa. “…morte”.
Loki scosse la testa quel tanto che poteva, perché suo fratello continuava a tenerlo inchiodato al muro.
“Purtroppo non c’è bisogno che ti spieghi io che in tutti i mondi gli esseri viventi prima o poi muoiono. Considera quello che ho fatto per i terrestri da un’altra prospettiva: il più forte sconfigge il più debole, lo asservisce, lo incatena a sé. E chi non ce la fa a resistere, muore. È la selezione naturale, la legge della sopravvivenza.” Rispose semplicemente.
“Sei solo un folle, ed io che pensavo di poterti redimere, di poterti mostrare quanto eri in errore…” mormorò sconsolato allentando la presa. I piedi di Loki toccarono di nuovo il pavimento.
“Smettila con questi sogni utopistici, Thor. Io e te non troveremo più un punto di incontro. Il nostro passato, quello che eravamo, è stato tutto cancellato in un attimo grazie alle vostre bugie. Grazie a quello che voi, avete fatto a me.” Precisò fissandolo con astio.
Vendetta. Rancore. Rabbia.
Il dio del tuono emise un flebile sospiro.
“Quindi io e te non siamo più fratelli?”
Loki a quella domanda sbuffò. Come poteva quell’asgardiano essere così ottuso?
“No, non lo siamo mai stati.”
Sollievo. Liberazione. Tranquillità.
Lui ci aveva provato, aveva cercato di riportare suo fratello sulla retta via, lo voleva davvero. Ma adesso era stanco, stanco di scontrarsi contro un muro di ostinazione e caparbietà. Voleva essere il cattivo? Allora lui sarebbe stato il buono. Voleva un nemico? Lui avrebbe accettato quel ruolo, specie dopo ciò che era accaduto su Midgard. Non poteva e non doveva continuare a giustificare le follie di suo fratello. Era tempo che cominciasse a comportarsi da re. Afferrò di nuovo Loki e con un movimento deciso lo sbatté di nuovo contro il muro.

I'll need some information first
Just the basic facts
Can you show me where it hurts?

[Anzitutto ho bisogno di informazioni/ Solo le cose principali/ Puoi dirmi dove ti fa male?]

Dolore.
L’impatto contro la superficie grezza fu talmente violento che si sentì una crepa aprirsi. Il viso del dio dell’inganno era premuto con violenza contro la pietra, sentiva in bocca il sapore metallico del sangue.
“È questo quello che volevi no? Allora smettiamo di fingere. Dimmi, chi ti ha mostrato il potere del Tesseract?” gridò.
“Sì, questa è una bella sensazione, vero?” farfugliò.
“Chi controllava il mancato re?”
“Così mi piaci, arrabbiato, infuriato! Fai emergere il tuo lato oscuro, quello che hai soffocato per così tanto tempo!” rise di nuovo, adirando il dio del tuono.
Thor gli afferrò un braccio torcendoglielo con forza.
“Dimmelo!”
“Dirti cosa? È troppo tardi ormai, loro arriveranno, e tu non potrai fare niente!” dichiarò Loki in tono di sfida, facendosi gioco di lui.
Fu un attimo.
Thor aumentò la pressione sul braccio di Loki.
Sentì le ossa spezzarsi come rami secchi sotto le sue dita.
Il dio dell’inganno urlò.

Your lips move but I can't hear
what you're saying
When I was a child I had a fever
My hands felt just like two balloons
Now I've got that feeling once again
I can't explain you would not understand

[Le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire/cosa stai dicendo/ Quando ero piccolo ho avuto la febbre/ E sentivo le mie mani gonfie come due palloni/Ora provo ancora quella sensazione/Non riesco a spiegartelo, non capiresti]

Non aveva mai sentito così tanto dolore. Thor doveva essere davvero arrabbiato, e lui non aveva certo fatto il suo gioco provocandolo a quel modo. Sentiva la punta dell’osso fratturato premergli sotto la candida pelle, come volesse bucarla per poter uscire. Quel patimento non era paragonabile a nient’altro che avesse sperimentato precedentemente, o forse solo un’altra volta: quando si era lasciato cadere dal Bifröst, quando era stato risucchiato. Era stato un susseguirsi di tormenti. Il suo corpo era come trafitto da mille spilli, smembrato e poi ricompattato. Non era qualcosa che poteva essere spiegato con semplici parole.
 E adesso quella stessa pena era tornata, prepotente e superba, inflittagli dal suo stesso fratello.
La cosa peggiore era che, con un braccio rotto, non avrebbe potuto effettuare incantesimi.
Thor gli stava mormorando qualcosa che però lui non recepiva, ancora troppo scosso per poter mettere a fuoco.
“Ti ho detto di rispondermi, bastardo!”
Il dio del tuono gli aveva sollevato il viso per poterlo guardare negli occhi, ma Loki teneva lo sguardo basso, osservando il sangue che, colandogli dal labbro inferiore, si infrangeva in piccole gocce sul pavimento. Non gli rispose, si rilassò contro il muro, con le sole mani di suo fratello a sorreggerlo.
Il suo unico pensiero, per fuggire il dolore, era che la vendetta avrebbe avuto un sapore così dolce quando avrebbero scoperto il suo piano.

O.K.
Just a little pinprick
There'll be no more aaaaaaaaah!
But you may feel a little sick
Can you stand up?
I do believe it's woring, good
That'll keep you going through the show
Come on it's time to go

[O.K./ Solo una piccola puntura/ Non ci saranno più.. aaaaaaaaah!/ Potresti sentire un po' di nausea/ Puoi alzarti?/ Bene, penso proprio che funzioni/ Questo ti terrà su per tutto lo show/ Avanti, su, è ora di andare]

Il petto di Thor si abbassava e si alzava, ansimava scosso dalla collera. Stringeva il poderoso pugno fino a far sbiancare le nocche, conficcando le unghie all’interno del palmo della mano. Fremeva. Era da tempo che non sfogava la sua rabbia a quel modo.
Quella situazione riportò a galla il suo passato, quando non era altro che un uomo rissoso, attaccabrighe e combattivo. Il contrario del suo posato ed assennato fratello.
L’intelligente Loki.
Lo stupido Thor.
Quel pensiero lo isitgò ancora più contro suo fratello.
“Allora, adesso ti si è sciolta la lingua?” lo pungolò.
“Non sento già più nulla.” Biascicò Loki sardonico.
“Forse ti ci vuole una dose supplementare per rinfrescarti la memoria.”
Il dio dell’inganno non ebbe il tempo di prepararsi.
Il colpo arrivò dritto e preciso allo zigomo sinistro.
Cadde a terra.
Sentiva il sangue martellargli in testa, la guancia pulsare.
Dovette sollevarsi con cautela a causa della nausea dovuta al capogiro per il colpo violento che gli aveva scombussolato i centri dell’equilibrio.
Thor lo fissava ancora con gli occhi azzurri che minacciavano di folgorarlo.
“Possiamo continuare questo giochetto, sai.” Lo avvertì.
Loki tossì, riversando al suolo un grumo consistente di saliva e sangue.
“Tu puoi continuare a non rispondermi, ed io posso tranquillamente continuare a spezzarti le ossa e colpirti finché non sarai un burattino inerme.”
Posando una mano sul ginocchio, il dio dell’inganno fece leva per potersi alzare. Si rimise in piedi, barcollante.
“Te l’ho già detto. Ormai è tardi.”
Thor scosse il capo.
“Tornerò più tardi a farti visita, magari il dolore che provi adesso ti farà cambiare idea in merito.”
Gli voltò le spalle andando via.
Loki si avviò malfermo verso il suo giaciglio.
Si sedette e trasse un profondo respiro: doveva riposizionarsi le ossa.
Con la fronte imperlata di sudore strinse forte i denti.
Prese il braccio e lo riportò nella sua naturale posizione.
Il dolore per poco non lo fece svenire.
Stracciò un lembo della sua veste arrangiando una fasciatura con la quale tenne fermo l’arto, facendosela poi passare attorno al collo. Si sdraiò chiudendo gli occhi, invocando un sonno ristoratore.

There is no pain you are receding
A distant ship smoke on the horizon
You are only coming through in waves
Your lips move but I can't hear
what you're saying
When I was a child
I caught a fleeting glimpse
Out of the corner of my eye
I turned to look but it was gone
I cannot put my finger on it now
The child is grown,
The dream is gone
I have become comfortably numb.

[Non c’è dolore, ma ti stai allontanando/Come una nave distante che fuma oltre l’orizzonte/ Arrivi solo ad ondate/Le tue labbra si muovono ma non riesco a sentire/ cosa stai dicendo/ Da piccolo colsi di sfuggita un bagliore/ con la coda dell’occhio /Mi girai subito per guardare ma era sparito/ non riesco ad afferrarlo/ Il bambino è cresciuto/ Il sogno è sparito/ Sono diventato piacevolmente insensibile.]

Era in quel mondo dove tutte le afflizioni scompaiono.
Un sogno vivido e meraviglioso.
Poteva sentire la brezza fresca solleticargli il viso e scompigliargli i capelli. In cielo di Asgard era terso e trapunto di stelle e lui era seduto sull’iridescente ponte dell’arcobaleno, a contemplarne la bellezza. La luna splendeva nel cielo con il suo magnifico cerchio d’argento. Era tutto così calmo e tranquillo…un luogo così lontano dalle sue paure, da ciò che si aspettavano da lui, dalla sua corsa per inseguire Thor, dal suo tentativo di guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione di tutti.
Una nuvola trasportata dal vento copriva la luna, viaggiando come una nave fatta di fumo. Il rumore placido delle onde che andavano a infrangersi sulla riva ghiaiosa ammaliava i suoi sensi; solo i rapaci notturni rompevano quella quiete irreale con i loro versi.
Loki sollevò di nuovo gli occhi verso il cielo, cogliendo un bagliore veloce attraversarlo.
Una stella cadente.
Chiuse gli occhi, ed espresse quel desiderio con tutte le sue forze, stringendo le gambe al petto, cercando in se stesso la forza necessaria.
“Voglio essere re, ti prego” sussurrò piano.
Mandò la sua preghiera ad una stella.

Quando rinvenne era ancora sdraiato su quelle assi tarlate, il braccio gli doleva, aveva una tumefazione sotto l’occhio, i nervi logorati.
Ma dentro cosa sentiva?
Il suo sogno era sparito, era stato infranto.
Il bambino era cresciuto.
Era diventato insensibile alle suppliche, ai sentimenti di pietà, perdono e compassione; aveva cercato conforto nell’odio verso la sua famiglia. Thor era uno sciocco, lui lo sapeva.
Si illudevano che bastasse una cella di pietra ad imprigionarlo, ed un braccio rotto per bloccargli i poteri.
Lui non aveva vinto la battaglia, ma chi assicurava loro che non si fosse lasciato catturare per portare a termine un piano più grande? Non l’avrebbero mai scoperto; lui era già un passo avanti a loro.
Lo sarebbe stato sempre.
Perché  chi in cento battaglie riporta cento vittorie, non è il più abile in assoluto; al contrario, chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell'avversario, è il più abile in assoluto.

Note
(*) La canzone ispiratrice è Comfortably numb dei Pink Floyd, dall'album The Wall.
(**) La citazione finale è di Sūnzǐ.

***
Avevo detto che non avrei più scritto in questo fandom.
Beh, mentivo. Sorpresa!!!
Spero che questa one shot sia di vostro gradimento, e spero di aver reso al meglio i personaggi, anche se non ho dipinto Thor come un bravo ragazzo :P
Ma nei fumetti non è così dolcino come sembra u_u
Bene, allora aspetto i vostri commenti e ci si vede in giro!
Bye!

  
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