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Autore: Debbie_93    08/02/2013    1 recensioni
Sinceramente non volevo nemmeno postarla questa fic, dato trattata di una cosa che probabilmente tutti ci avrebbero pensato...
La posto in questo fandom perché penso che sia giusto così.
Buona lettura!
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Ruby, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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~ Blind Faith ~

 

 
 
Una settimana di pausa da quella cittadina sempre piovosa e umida. Certo, non avrebbe mai lasciato Charlie da solo con quella cerchia di vampiri. Non era in pericolo, ma non si fidava. Suo padre era sempre stato diffidente nei loro confronti, con tutto il rispetto per Carlisle ovviamente.
Negli ultimi tempi circolavano strane voci di un probabile esercito di neonati nei pressi di Seattle e i Cullen dovevano fare il possibile per fermare la minaccia oppure i Volturi sarebbero intervenuti e avrebbero scoperto che Bella era ancora umana e questo ad Aro non avrebbe fatto piacere. La cautela era la priorità, Edward sapeva che dovevano intervenire o l’esercito poteva crescere a ogni ora che passava.
Reneé aveva insistito per avere Bella fra le sue braccia e almeno per una piccola settimana, sosteneva che doveva prendere un po’ di sole dell’Arizona. Così Bella accettò e disse a Edward di non preoccuparsi, poteva stare da sola con sua madre tranquillamente. Ultimamente il vampiro degli occhi dorati era diventato molto protettivo nei suoi confronti, ma si fidava di lei anche se cecamente. Al massimo avrebbe conversato con Charlie Swan, doveva ancora guadagnare la sua fiducia e sapeva benissimo che era un tipo diffidente. Oltre a leggere nel suo pensiero, fiutava una lieve vena d’irritazione. Era molto strano, ma ci avrebbe di sicuro fatto l’abitudine.
I rapporti che avevano i Cullen con gli umani erano abbastanza buoni e spezzare questo legame sarebbe significato andare incontro a morte certa.
Il giorno della partenza della ragazza dagli occhi color cioccolato, il vampiro le aveva personalmente preparato le valige la sera prima e aveva passato del tempo assieme a lei, fra le sue braccia. Sembrava che non se ne volesse separare, era troppo attaccato a lei, ma di sicuro non poteva metterle le manette ai polsi.
«Andrà tutto bene, poi fidarti» gli disse con un sorriso, aprendo lo sportello del passeggero, mentre il posto di guida era occupato dal padre.
«D’accordo Bella, ma se succede qualcosa chiamami» anche se Alice l’avrebbe previsto prima.
Il ragazzo seguì con lo sguardo la macchina di servizio della polizia che mano a mano si stava allontanando e poi sparendo all’orizzonte.
Sospirò e sparì anche lui.
 
 
Tra le strade dell’America e le grandi distese di asfalto nero e infinito, un rombo inconfondibile e la macchina che fra tutte avrebbe spiccato come l’eccezione di tutte le autovetture. Varcava senza timore e ripensamento i confini di ogni stato e città, fedele al suo proprietario che non avrebbe mai tradito.
Al volante il ragazzo autore d’imprese che nessun uomo avrebbe compiuto nella storia, teneva il pedale sull’acceleratore viaggiando a velocità moderata. Al suo fianco il ragazzo che era stato destinato a un grande progetto, completato solo per metà. Continuava a fissare la cartina geografica, mentre il ritornello della canzone tanto amata dal fratello maggiore risuonava nell’abitacolo dell’auto.
«Potresti abbassare?» chiese, irritato. Non sopportava che suo fratello si mettesse a cantare a squarciagola nel bel mezzo di una strada praticamente deserta e coperta da un lieve strato di nebbia.
«Mi dovrò pur rilassare, dopo quattro di guida…» gli rivolse un’occhiata con un sorrisetto bastardo sulle labbra.
«A che punto sei con le ricerche?» chiese, tornando con lo sguardo sulla strada impugnando saldamente il volante e canticchiando fra sé e sé. Intonando infine il suono della Gibson.
«Direi che l’unica cosa che sappiamo in questo momento è di un branco di neonati, che vogliono far fuori tutti» disse con un’aria quasi scontata, alzando lievemente le spalle richiudendo la cartina.
«Pensi ci sia uno di quei vampiri che spacciano il loro sangue?» domandò, ricordando l’episodio di Red Lodge. Quella faccenda non era stata del tutto positiva per il cacciatore, specialmente di come era stato manipolato. In ogni caso era andata a finire bene e Sam non se l’era presa più di tanto. Dopo la morte di John, Dean si era chiuso più del solito e l’unico pensiero che lo tormentava era trovare e uccidere il “demone”. L’occasione l’aveva avuta e non l’aveva sprecata.
«Potrebbe essere» Sam fissò per vari istanti il fratello, sapeva che stava nascondendo qualcosa. Qualcosa che non avrebbe mai confessato a nessuno oltre al fatto di aver scambiato la propria anima per la sua vita e per questo lo ammirava. Si era ripromesso di trovare una soluzione per recedere il contratto anche se si trattava di andare al posto suo. La “Colt” era l’unica arma in grado di fare qualche cosa per loro e uccidere continuamente demoni per trovare quello che era in possesso del contratto.
Dean annuì e poco dopo qualche chilometro arrivarono a Seattle, mentre il sole oscurato dalla nebbia rendeva ancora tutto più grigio come mai lo era stato prima.
La canzone finì e la macchina fu parcheggiata di fronte al primo motel che incrociarono e presero una camera.
La proprietaria li guardò e come se sospettasse qualcosa dei due, li fece avere la camera. Puntò i suoi occhi al ragazzo più carino. Accettò senza dire nulla la carta di credito del Sig. Johnson, porgendogli le chiavi e in più il suo numero di telefono. Dean sorrise alla ragazza dai capelli biondi e le labbra carnose, accettò volentieri la proposta. Sam gli lanciò una breve occhiata dirigendosi verso la camera.
«Dean stiamo lavorando e non credo che sia il momento di approfittarne» disse sbuffando e sistemando le sue cose sulla sedia, poi sedendosi con il portatile in mano.
Il fratello maggiore lo guardò sorridendo e poi ridacchiando dell’irritazione di Sam.
«Se tutte mi cascano ai piedi, perché non sfruttare l’occasione?» guardò il bigliettino e mise tutto nel portafoglio.
Sam scosse il capo, alle volte non lo capiva proprio. Pensò che dovesse lasciargli le ultime occasioni prima di finire dritto all’Inferno e al pensiero rabbrividì.
«Bé cos’è quella faccia?» richiamò la sua attenzione e lo guardò per un breve istante, aspettando una risposta.
Sam non si era accorto di avere il portatile acceso su i vari articoli del loro caso.
«Ho scoperto che tutte le vittime frequentavano il Black Ice, un locale non molto distante da qui».
«Quindi è lì che possiamo trovare il nostro “spacciatore”?» chiese, prendendo i distintivi dell’FBI.
«Ma non sappiamo che faccia ha!» obiettò il fratello dai capelli lunghi, richiudendo il portatile.
«Per questo farò da esca» Dean sfoderò uno di quei sorrisi, che facevano di grande effetto, quando aveva una buona idea che funzionava.
«E come pensi di riuscirci» lo guardò dall’alto in basso, reputando la proposta un totale fallimento.
«Semplice. Tutti mi vogliono morto, giusto? Offriamoli il pasto su un piatto d’argento».











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Salve a tutti!
Premetto che questa fic è nata da una notte insonne, quindi pensate voi cosa faccio, invece che dormire...
Comunque, il crossover come aveve visto è ambientato nella terza stagione di Supernatural e in Eclipse per la Saga di Twilight. Penso che a tutti sia sfiorata l'idea di un crossover così e io ho voluto mettere nero su carta. 
Ero molto indecisa se postrarlo oppure no, anche perché nel fandom di Twilight susciterei un bel po' di proteste, ma so anche che i fan di Supernatural vorrebbero una sottospecie di favore.
Bene, spero vi sia piaciuto e alla prossima con il secondo capitolo!

Debbie_93
   
 
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