Rosso.
Da dove arriva?
Un taglio sulla pelle.
Allora c’è,
sono ancora qui.
Lo guardi fluire,
immobile.
La mente bianca,
il rosso negli occhi,
non pensi.
Dunque non si è seccato,
non è finito,
continua a scorrere
dentro di me,
su di me.
Da gocciolina
a rivolo,
continua a scorrere
sulla pelle liscia.
Ti muovi,
cambia direzione.
Il flusso inizia a rallentare,
allora ne produci un altro,
e continui a osservarlo.
Non fa male,
non senti niente.
La testa,
lo stomaco,
sono vuoti.
Ma gli occhi
affogano in quel bordeaux.
Il cuore batte,
calmo,
normale.
Mmm, strano modo per rilassarsi,
però funziona.
Inizia a seccarsi,
aspetti.
Con l’unghia scalfisci
quella patina,
minuscole crosticine si diffondono sulla pelle,
sul dito,
sotto l’unghia.
Resta solo il contorno attaccato,
incredibile quant’è difficile mandarlo via.
Sollevi una crosticina,
una timida gocciolina rossa si affaccia,
fai lo stesso con l’altra.
Stavolta il bordeaux ti macchia l’unghia,
il dito,
ma non riprende il flusso,
si ferma quasi subito,
si accumula tutto in quel punto.
Lo lasci stare,
aspetti che si secchi nuovamente,
immobile.
Fissi i contorni di quelle scie ancora un poco,
togli un altro po’ di quella patina.
Osservi i frammenti attaccati al polpastrello,
strofini due dita tra loro,
osservi come si trasferiscono.
Decidi di sciacquarti,
indossare il tuo sorriso
e uscire.
Nessuno noterà i tagli,
finché sorriderai.