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Autore: Julian Kendrick    08/02/2013    1 recensioni
Un demone dai mille aspetti, aspetta solo di divorare gli artefici di un omicidio.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Nato nel 1500 Julian era una persona normale, come tutte le altre, amava divertirsi con gli amici del piccolo quartiere della città di Roma in cui abitava e adorava stare con la sua famiglia. Suo padre, un falegname, di basso rango delle volte se lo portava a lavoro con se, gli insegnava il mestiere. Sua madre invece, era una ottima cuoca: quando sia lui che il padre tornavano a casa trovavano sempre la tavola imbandita dalle sue specialità.Era felice, era sempre stato felice; i suoi genitori non gli facevano mancare nulla, anche se, non avevano il lusso dei ricchi, ma poco importava, alla fine i soldi non facevano la felicità e loro ne avevano in abbondanza. Tutta quella bontà non durò a lungo purtroppo. Julian stava crescendo, voleva fare qualcosa di particolare della sua vita, ma purtroppo il denaro in casa non bastava e quindi in qualche modo, aveva dovuto rinunciare ai suoi desideri.Con il passare degli anni, aveva anche scoperto di essere stato adottato; la notizia non lo fece rimanere male, anzi, diciamo che la curiosità lo aveva portato a fare ricerche, ma soprattutto a riempire di domande i suoi genitori adottivi.Aveva scoperto di far parte di una famiglia ricca, ma che per, diciamo, incongruenze con la loro vita da ricchi, un bambino era di intoppo.Per fortuna Julian non aveva un cattivo carattere, era dolce, simpatico ed altruista e quindi, dopo che la gente del quartiere gli aveva rivelato quelle notizie sul suo conto, se le fece scivolare molto velocemente senza dargli troppa importanza, non aveva senso prendersela con persone che nemmeno conosceva ed era grato di essersi ritrovato in una famiglia come quella che aveva ora.


Il tempo passava, le cose sembravano non cambiare, ma la vita familiare era sempre allegra e nessuno faceva mancare niente a nessuno. Era sempre bello vivere tutti insieme. Ma per Julian era ormai l'ora di decidere del suo futuro.Era ormai il 1530, aveva da poco compiuto 30anni e doveva capire quello che avrebbe potuto fare da "Grande", avrebbe voluto aiutare anche i suoi genitori se fosse riuscito a trovare una mansione adeguata.Ma un bel giorno.....


Si trovava sulla strada per andare a trovare il padre, voleva fargli una sorpresa per la pausa pranzo portandogli le solite prelibatezze della madre, ma qualcosa lo aveva attirato nel bosco, sembrava che qualcuno controllasse la sua mente.Si ritrovò in mezzo ad una fitta boscaglia, nemmeno i raggi del sole riuscivano a penetrarla. Dovette strabuzzare gli occhi per cercare di mettere a fuoco quello che gli stava attorno, ma vide qualcuno, una sagoma smorzata, era troppo lontana per capire cos'era.Si mise a chiamare, a chiedere se ci fosse qualcuno. Nessuna risposta, solo silenzio e lo sfrusciare delle foglie.Voleva provare a tornare indientro, anche se non sapeva nemmeno come caspita era riuscito ad inoltrarsi così a fondo nella radura. Era davvero strano che non riuscisse a rammentare niente, praticamente niente.Senza rendersene conto, qualcosa sembrò toccarlo, passargli accanto con una velocità, che non poteva esistere in alcun modo. Si disse che era solamente una folata di vento, ma anche lui mentre pensava ciò sapeva che era alquanto strano. Innaturale.Infatti, dopo nemmeno un secondo, ed ancora una volta senza che se ne accorgesse, si ritrovò disteso al suolo della strada su cui stava camminando poco prima, si disse che era impossibile, che non poteva essere. Non ci stava capendo più nulla, credeva di essere diventato pazzo. Cercò di alzarsi, si toccò la nuca per capire se era stato ferito, malmenato, o se era stato un semplice incidente. Niente di tutto ciò, niente sangue, niente graffi, niente lividi, nulla di nulla. Si sentiva solo un po' strano ed agitato.Si alzò scuotendo la testa, cercando di pensare ad altro e decise che forse era meglio tornare a casa, ma che quello che aveva appena vissuto doveva rimanere un segreto, almeno per la sua incolumità mentale.


Passarono mesi da quello strano attacco nel bosco, sempre se era vero o semplicemente frutto della sua immaginazione; ma Julian non era pazzo su questo ci si poteva scommettere.Le cose in famiglia sembrava stessero cambiando, i suoi genitori erano sempre più nervosi, lui non rispettava più nessuna regola e faceva sempre quello che voleva senza dare retta a nessuno.Non era mai stato così: era diventato egocentrico, maleducato, ma soprattutto rispondeva male a qualsiasi persona gli rivolgeva la parola.Non era affatto da lui, ma questo un giorno lo portò a pensare a quel pomeriggio in mezzo alla boscaglia.


Era disteso in camera sua, da tempo aveva deciso che lui non doveva fare niente per il suo futuro; stava semplicemente stravaccato sul letto quando chiuse gli occhi e lentamente immagini ben delineate gli apparvero nella mente.Si era forse addormentato e stava sognando?No, affatto! Stava rivivendo quel dannato pomeriggio, ma questa volta le cose sembrava andassero a rallentatore. Quell'ombra che aveva visto in lontananza era uno strano essere, per niente umano: era bitorzoluto enorme con un potere che non poteva esistere ma che invece....Quando questo si avvicinò a lui e nel momento stesso in cui lui si era ritrovato, come se nulla fosse accaduto, a terra sulla strada, era capitato qualcosa, si! Quell'individuo aveva detto, con strane parole, o addirittura in una strana lingua che era un demone. Nel sogno, o meglio, in quella visione era tutto dettagliato, dal primo all'ultimo brandello di avvenimento.Aveva scatenato qualche sortilegio su Julian, toccandolo, aveva fatto in modo che qualcosa lo cambiasse e lo facesse diventare una persona diversa.Quando riaprì gli occhi aveva finalmente capito, il suo cambio d'umore improvviso, il suo modo di comportarsi, la fame e la forza che erano cambiate come dal nulla.Si sentiva diverso, si sentiva un'altra persona....


Sapeva ciò che era diventato e ben presto la trasformazione sarebbe stata completata: aveva sempre letto libri che parlavano di mostri o personaggi inventati, ma non credeva fosse possibile una cosa simile. Era diventato un DEMONE.Doveva inventarsi qualcosa, il cambiamento non era ancora alla fine e quindi aveva ancora qualche giorno di libertà, doveva scappare, nascondersi e rifugiarsi in un posto dove nessuno poteva riconoscerlo.Sapeva che non sarebbe invecchiato, sapeva che qualcosa in lui stava scaturendo la sua fame omicida e non poteva rimanere più a casa con i suoi genitori.


Fece passare ancora qualche settimana, diceva che ce l'avrebbe fatta: si preparò l'indispensabile e la sera prima che partisse, scrisse una piccola lettera a sua madre e sua padre dove diceva che sarebbe andato via, ma che non dovevano assolutamente cercarlo, ma che soprattutto voleva bene ad entrambi.


Era rimasto a Roma, per tener d'occhio con i suoi sensi, ora molto più sviluppati, la sua famiglia, non poteva fare altro che stargli accanto in quel modo.Non avrebbero mai accettato ciò che era diventato, non ci avrebbero mai creduto veramente.Si era stabilito in una vecchia villa diroccata nella periferia della città, quel quartiere dopo la guerra era stato abbandonato, e per quel periodo era sicura.Nel frattempo, aveva scoperto di possedere un udito eccellente, una forza sovra - umana, ma soprattutto il potere medianico di leggere e parlare con la mente e, addirittura, il potere di controllarla a suo piacere.Era diventato... un ASSASSINO, per vivere doveva bere sangue, ma la cosa che lo faceva davvero, rinvigorire, erano i cuori umani, ne mangiava a bizzeffe i primi periodi di transizione, non riusciva più a controllare le sue emozioni umane, erano del tutto scomparse; riusciva solo a rammentarle, leggermente, quando pensava ai suoi genitori.


Cercò di non far sapere a nessuno della sua esistenza e di quello che era diventato; passò anni e anni in quella villa, che pian piano, con i suoi poteri e le sue conoscenze aveva ristrutturato al meglio per poterci vivere.Dopo alcuni mesi, che non aveva più notizie dei suoi genitori, scoprì sentendo voci varie, che erano morti per mano di un assassino. Non poteva credere a quello che diceva la gente, ma quando andò direttamente nella sua vecchia dimora scoprì i loro corpi prosciugati e divorati da qualcosa di innaturale.Per la rabbia aveva distrutto tutto quello che lo circondava in quel momento e si era ripromesso che avrebbe cercato chi aveva compiuto quell'atto osceno.Qualcuno che lo conosceva, qualcuno a cui stava antipatico?Non lo sapeva con certezza, non era mai stato amico di nessuno, molto a lungo per potersi definire amicizia.


Ormai si trovava nel 1800, quando le cose a Roma stavano cambiando, con il passare dei secoli. La sua forza e tutti i suoi poteri erano diventati sempre maggiori, e ogni volta che si nutriva scopriva qualche potere in più.Infatti, ebbe la certezza di poter fare qualcosa che solo pochi potevano mettere in atto, trasformarsi in ciò che più voleva: come cambiare corpo, trasformarsi in qualsiasi cosa lui potesse anche solo desiderare. Ma più di ogni altra cosa, amava prendere il corpo delle persone che uccideva.Aveva conosciuto diversi esemplari della sua specie, non proprio come lui, ma di: vampiri, streghe e demoni, ce n'erano un infinità, dopo che la guerra aveva rovinato ogni cosa che li circondava.Si nascondevano in mezzo alla gente come se nulla fosse; era un po' più difficile per i vampiri, potendo uscire solo alla luce della notte, ma la gente normale nemmeno ci faceva caso, e chi a volte pensava di aver scoperto qualcosa veniva ucciso.


Si era ossessionato sulla conoscenza dei razza vampira, è vero ce n'erano parecchi nella zona in cui viveva, ma non aveva mai colto l'occasione di istaurare un rapporto, ne di amicizia ne di fare una semplice chiacchierata con uno di loro.Voleva sapere ogni minima cosa, come nascevano, come potevano riprodursi nel caso fosse possibile, e che cosa erano arrivati in città a fare: qual'era il loro scopo insomma!!A volte ripensava alla morte dei suoi genitori e credeva potessero essere stati loro a fare quell'assassinio, però di certo, non poteva dare la colpa a tutti.Le sue ricerche continuavano senza sosta, ma un bel giorno si disse che continuare così non lo avrebbe portato a nulla quindi, diciamo, che si prese una pausa tenendo comunque i poteri all'erta nel caso di nuove notizie.....


2012

Le cose dovevano cambiare, o meglio, le cose erano già cambiate, si era visto passare davanti tutte le epoche migliori fino ad arrivare a quell'anno. Era davvero assurdo crederci, ma era proprio così. Julian aveva oramai 511 anni e le cose per lui erano migliorate di bene in meglio, era riuscito a controllare sempre meglio i suoi poteri, ma cosa molto importante non si era ancora fatto scoprire da nessun essere umano. La cosa giovava molto a suo favore.Era stronzo quando bastava e spavaldo alla stessa maniera, amava mettersi in gioco ma più di tutto amava vincere a ogni sfida che gli veniva presentata.Era l'opposto del ragazzino di brava famiglia che era un tempo.


Tutti gli esseri soprannaturali che vivevano nella sua città, erano tutti scomparsi, come se l'Italia per loro non poteva essere più utilizzata come Habitat, forse erano stati scoperti ed erano stati meno furbi di lui, o forse, semplicemente, volevano cambiare atmosfera e città.In effetti Roma era diventata una metropoli di grande livello, ed era un caos mondiale vivere lì. Fortuna che lui possedeva quella villa in periferia che tutt'ora non aveva scoperto nessuno. Con il passare dei giorni immerso nei suoi pensieri ed ancora ricordando la morte truce dei suoi genitori, decise che anche lui doveva cambiare città, trasferirsi magari in america e cercare lì, informazioni sui vampiri e suoi presunti assassini che avevano fatto fuori la sua famiglia.Aveva sentito parlare ai notiziari, cosa alquanto strana, ma di molta importanza: della piccola cittadina di Mystic Falls. Ne parlavano più di ogni altra cosa, come politica o affari di borsa o semplicemente dello smog sulla città; tutto perchè era sorta una notizia bomba ignara a tutti gli esseri umani esistenti sul pianeta terra. Mystic Falls sembrava fosse il ritrovo per i vampiri, molti avevano fatto la loro comparsa e molti avano seminato morte ovunque.La cosa per lui era davvero emozionante, quale città migliore per conoscere al meglio la sua ossessione? In fretta e furia aveva fatto i bagagli e grazie ad un amico, si era fatto fare dei documenti falsi, con nome Julian Kendrick, e con una data di nascita che non oltrepassava i 30 anni di vita; per lui era perfetto ed era in debito con il demone che lo aveva aiutato in un tutti quegli anni.Si diresse all'aeroporto di Fiumicino e prese il primo volo, in prima classe per questa cittadina a lui molto "simpatica": avrebbe scoperto molte cose e avrebbe messo in atto i suoi assi nella manica..................Aveva in serbo molte cose per i vampiri della città...........
  
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