"« Ehi. » la mia voce esce flebile, incrinata, quasi impercettibile. Cominciamo male.
Tu ti giri e mi guardi con i tuoi grandi occhi castani, non sembri sorpreso di vedermi.
« Cosa? » mi domanda la tua voce gentile, e io avvampo.
« S-senti …se non hai da fare …potresti accompagnarmi in centro, domani? » mormoro appena senza sapere dove ho trovato il coraggio di dire una cosa del genere, facendo vagare il mio sguardo violaceo in un’altra direzione.
E il tuo incerto e stupito « Va bene. » mi fa sentire male e bene allo stesso tempo. "