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Autore: clarissaj    08/02/2013    2 recensioni
" Papà che cosa è questo posto? " gli domandò il piccolo biondino.
Jace alzò lo sguardo e vide un insegna al neon con la scritta Pandemonium,appena la vide fece una piccola risata poi si voltò verso suo figlio " Questo è un piccolo locale dove la notte mondani, nascosti, cacciatori e demoni vengono per divertirsi e ballare, devi sapere che anch'io venivo spesso qui quando ero un ragazzo per uccidere qualche demone birichino ".
" Wow " esclamò Stephen " Allora anch'io quando sarò grande verrò qui a cacciare via tutti i demoni cattivi "
Jace non pote trattenere le risate " Certo e sono certo che gli darai parecchio filo da torcere " gli disse sorridendo, fece una piccola pausa e il suo sguardo cambiò come se stesse ricordando qualcosa, come se un ricordo stava riaffiorando nella sua mente poi riprese a parlare " Sai ... è qui che ... è qui che io ho incontrato tua madre ".
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York è sempre New York pensò Jace tra se e se mentre camminava lungo il marciapiede, ed era vero in quei dieci anni da quando lui e Clary avevano sconfitto Jonathan durante la terribile battaglia che ci fu ad Alicante, la città non era  cambiata di una virgola.
I grattacieli davano sempre la sensazione di potere arrivare al cielo per quanto fossero alti, le strade erano sempre trafficate e i marciapiedi erano pieni di persone che camminavano o correvano verso chissà quale meta.
<< A cosa stai pensando papà? >> chiese il piccolo Stephen mentre camminava accanto a suo padre strigendogli forte la mano.
<< A niente piccoletto >> gli rispose Jace facendogli un sorriso.
 Stephen era il primo figlio di Jace e Clary, aveva  nove anni, i capelli biondi e gli occhi verdi, era un bambino molto sveglio ma anche testardo e determinato qualità che aveva ripreso da entrambi i suoi genitori, ma era anche molto agile e veloce nei movimenti proprio come Jace, la voglia a forma di stella degli Herondale ce l aveva proprio in mezzo al petto.
Lui e Jace erano appena stati all istituo per fare un saluto ai nonni e ora si stavano inccamminando verso casa, dove ad aspettarli c erano Clary e Celine la secondogenita dei due giovani , la piccola aveva due anni in meno rispetto a Stephen, i suoi capelli erano rossi proprio come quelli di Clary mentre gli occhi erano dorati, di carattere era molto tranquilla ma spesso sapeva essere anche piùttosto vivace, solare e dolce, la sua voglia a forma di stella si trovava  sulla guancia destra, da sua madre aveva ripreso anche la passione per il disegno e l abilità nel creare rune, dopotutto erano nati da due cacciatori che avevano più sangue d angelo rispetto ai normali Nephilim.
Mentre stavano camminando mano nella mano,Stephen si fermò di colpo , Jace si voltò di colpo preoccuppato << Che cosa c' è? >> gli chiese.
<< Papà che cosa è questo posto? >> gli domandò il piccolo biondino.
Jace alzò lo sguardo e vide un insegna al neon con la scritta Pandemonium,appena la vide fece una piccola risata poi si voltò verso suo figlio << Questo è un piccolo locale dove la notte mondani, nascosti, cacciatori e demoni vengono per divertirsi e ballare, devi sapere che anch io venivo spesso qui quando ero un ragazzo per uccidere qualche demone birichino >>.
<< Wow >> esclamò Stephen << Allora anch io quando sarò grande verrò qui a cacciare via tutti i demoni cattivi >>
Jace non potè trattenere le risate << Certo e sono certo che gli darai parecchio filo da torcere >> gli disse sorridendo, fece una piccola pausa e il suo sguardo cambiò come se stesse ricordando qualcosa, come se un ricordo stava riaffiorando nella sua mente poi riprese a parlare << Sai ... è qui che ... è qui che io ho incontrato tua madre >>.
L espressione del piccolo Stephen mutò come se fosse rimasto colpito da quelle parole nei suoi occhi c era sorpresa << Davvero? >> domandò voltandosi verso suo padre.
<< Si >> rispose jace con un piccolo sorriso << è successo dieci anni fa, quella sera io ero venuto qui a caccia con zio Alec e zia Izzy aveva fatto entrare il nostro bersaglio dentro allo sgabuzzino cosi che nessuno poteva disturbarci anche se in realtà nessuno poteva vederci, io naturalmente  stavo per dargli il colpo di grazia quando all improvviso sentì dietro di me qualcuno che mi urlava di fermarmi, mi voltai e davanti a me apparve una piccola ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi : tua madre >>.
Il piccolo ascoltò incantato la storia come se fosse rapito da ogni singola parola che suo padre gli diceva,  << E come era la mamma? >> chiese con uno dei suoi sorisetti dolci e innocenti da bambino.
<< Lei? era la più bella ragazza che io avessi mai visto in vita mia, non so come ma dal primo istante che l ho vista mi sono innamorato di lei, sentivo di appartenere solo e solamente a lei, tutti i miei pensieri erano concentrati su quella ragazza dai capeeli rossi come il fuoco e gli occhi verdi come lo Smeraldo e da quella sera in poi la mia vita cambiò per sempre >>.
<< E tu invece com eri papà ? >> gli chiese il figlio
<< Io? bè ovviamente ero il ragazzo più bello che si potesse mai desiderare >> rispose ridendo, non c era niente da fare in tutti quei anni  l arroganza di Jace non era mai cambiata neanche un pò << Ma devi sapere    
che non ho mai amato nessun altra come amo tua madre, lei mi ha cambiato, ha tirato fuori il lato migliore di me, lei  per me è sempre stata unica, speciale la cosa più bella che mi poteva capitare insieme a te e a tua sorella >>.
Stephen si avvicino a suo padre  mettendogli le braccia intorno ai fianchi strigendolo forte << Io e Celine siamo davvero fortunati ad avere due genitori come voi >> gli disse strigendolo ancora più forte.
Jace volse il suo sguardo versol figlio e sorridendogli dolcemente gli disse << No figliolo, siamo noi ad essere fortunati ad avere te e Celine come figli >> dopo avere detto questo, Jace prese in braccio su figlio e lo mise sopra le spalle, il bambino fece un piccolo urlo di felicità e si mise a ridere senza sosta e con lui anche Jace, i due nel frattempo avevano ripreso il cammino dirigendosi sempre più verso la loro meta, verso casa.
   
 
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