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Autore: Misaki99    09/02/2013    12 recensioni
Salve gente,ieri sera mi è venuta in mente questa One-Shot non n'è ho mai scritta una prima,quindi abbiate pietà per questa asinella.Comunque la storia parla:
Di Edward un vampiro che si arruola nell'esercito ,per sentirsi meno in colpa ,per la sua natura ma un mese prima di partire incontra Bella una bambina di sei a cui diventa molto amico.Da lì nascerà un sentimento molto bello da parte del nostro bel vampiro chissà come si concluderà?
Per saperlo basta leggere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Charlie/Renèe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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                                                                                      Ti aspetterò, mio principe

 

Forks

L'intreccio di un animo solitario ed una bellissima bambina dagli occhi cioccolatosi o semplicemente l'inizio di un amore nato nell'estate del 1996.
Bella era una bambina di sei anni, dolce e piena di vita con tanti sogni per il futuro. Viveva insieme a sua madre, Renè, e suo padre, Charlie. Tra di loro le cose non andavo più bene da tempo, ma per il bene della loro bambina fingevano che tutto andasse bene. Un giorno come tanti Renè decise di fare una torta e mentre preparava l'impasto non si accorse della scomparsa di Isabella.
La piccolina fin da sempre aveva adorato la natura, le piaceva sentire l'odore della rugiada o semplicemente il fruscio del vento che ella definiva "Il mormorio del bosco". Per essere una bambina di appena sei anni era molto matura, e mentre si addentrava sempre più dentro quel fitto bosco si accorse di aver smarrito la via. In quel momento avrebbe voluto tanto essere come Hansel e Gretel, per poter lasciare una scia di molliche per poter far ritorno a casa, ma era sola!
Intorno a se vedeva solo alberi, alberi molto grandi che sembravano volessero calpestarla: voleva il suo papà.
Dai suoi occhi iniziarono a sgorgare lacrime salate, mentre correndo cercava di ritornare indietro, ma più correva più la fine del bosco si allontanava. All'improvviso non sentì più la terra sotto i piedi; era caduta.
Iniziò a singhiozzare sempre più forte, il ginocchio le bruciava immensamente e la ferita non sembrava rimarginarsi. Intorno a sé non sentiva altri rumori oltre i suoi gemiti di dolore. A gran voce chiamava la sua mamma ed il suo papà. Passarono i secondi, i minuti, la piccolina non capiva lo scorrere del tempo. Vide solo il sole sparire ed il cielo oscurarsi, un freddo gelido la fece rabbrividire. Per cercare di riscaldarsi si rannicchiò in posizione fetale, canticchiando una canzoncina che usava la sua mamma per farla dormire:
"Basta in cielo una stella
a far la sera più bella.
Basta un canto da nulla
a dondolare una culla"


Ed immagginando che fosse la sua mamma a donarle calore, Morfeo l'accolse fra le sue braccia.
Intanto in quel bosco vi era un'altro disperso, ma non fisicamente, bensì spiritualmente. Edward era il suo nome, egli era un vampiro, ma non per sua scelta: malato di spagnola si era ritrovato ad un passo dalla morte. Carlisle era il suo salvatore, colui che lo aveva salvato dalla morte, costringendolo all'inferno che era la sua non-vita. Il giovane disprezzava la sua natura, una natura che lo costringeva a scappare ogni qualvolta si trovava a suo agio in qualche luogo. Era per questo che si era arruolato nell'esercito per poter espellere almeno in parte i suoi peccati. Adesso si trovava in quel bosco a cacciare e mentre correva tra gli alberi sentì il respiro di una creatura, ma non animale: una piccola umana giaceva ai piedi di un albero, rannichiata su se stessa.
Che bella! Pensò in quel momento. Quella bambina doveva avere all'incirca cinque-sei anni, ma era comunque l'essere più bello che avesse mai visto: sembrava un angelo.
Il viso a forma di cuore era incorniciato da dei bellissimi boccoli marroni. Il suo colorito era paragonabile a quello della sua specie, i suoi occhi gli erano preclusi dallo stato di incoscienza in cui essa era. Ma Edward era sicuro che i suoi occhi fossero dello stesso colore dei suoi capelli. Era così indifesa. Dei singhiozzi le scuotevano il petto, mentre delle lacrime sboccarono dai suoi occhi. La prese delicatamente fra le braccia e sfrecciando fra gli alberi arrivò fino ad una centrale di polizia. La polizia aiuterà questa piccolina, riflettè mentre varcava la soglia di una piccola stanzetta. Vi era un uomo con le mani fra i capelli. Sembrava disperato. Aveva all'incirca 35 anni e appena vide il fagottino tra le braccia di Edward i suoi occhi si velarono di gioia e le sue labbra si incurvarono in un sorriso.
«Sia ringraziato il Signore! Isabella, piccola mia» esordì l'uomo ringranziando Dio e prendendo la piccolina dalle braccia dello sconosciuto, la quale sentendo il calore di una persona a lei conosciuta aprì lentamente gli occhi.
«Papà! Papà, ho avuto tanta paura» singhiozzò Isabella.
«Piccolina mia! Se non fosse stato per questo ragazzo chissà quando ti avrei rivista. Come ti chiami giovanotto?»
«Edward, Edward Cullen» disse il giovane stringendogli la mano.
Il ragazzo si avvicinò, piegandosi sulle ginocchia fino a raggiungere l'altezza della piccola che intanto era scesa dalle braccia del padre.
«Ciao Isabella, come ti senti?» chiese sorridendole sghembo. Bella sembrò incantarsi alla vista di quel bellissimo ragazzo.
«Bella. Chiamami Bella. Ho fame, papà» disse rivolgendosi al padre.
«Si Bella. Adesso torniamo dalla mamma. Stava per sradicare ogni albero del bosco. Edward, vorresti unirti a cena a casa nostra?» gli chiese l'uomo gentilmente. Gli era seriamente grato per aver salvato la sua Bella.
«Mi dispiace...» cercò di dire, quando sentì la piccola manina di Isabella artigliarsi alla sua felpa in un chiaro invito a rimanere.
La serata passò in allegria, Edward si trovava davvero bene in compagnia di quegli umani, sopratutto della piccola Isabella. Provava uno strano sentimento verso quella creatura così affascinante, ma tutto ciò era sbagliato. Quel sentimento era sbagliato. Ma nonostante tutto non riusciva a lasciarla andare, così passò un mese fra passeggiate nei boschi e giornate in allegria. Mancavano due giorni alla sua partenza per Istanbul. Bella quando aveva saputo dell'imminente partenza di Edward si era subito rattristata, la sua immagginazione gia galoppava al giorno in cui si sarebbero sposati e sarebbero andati a vivere in un castello fatato.
Ma la realtà era ben diversa: lui sarebbe partito e probabilmente non sarebbe mai tornato. Edward cercò di non far pesare la sua partenza alla bambina, facendole passare i due più bei giorni della sua vita.
Si trovavano in aereoporto. Isabella era attaccata stile koala ad Edward e non accennava a volersi staccare. Il giovane avvicinò le sue labbra all'orecchio della bambina per sussurarle parole che le avrebbero cambiato irrimediabilmente la vita.
«Isy io tornerò. Ti prometto che andremo a vivere in un bellissimo castello e ci sposeremo, ma adesso devo andare, ok scheggia?» gli sussurrò dolcemente baciandole teneramente la fronte.
Prima di andarsene si accovacciò sulle ginocchia, allacciando una piccola collanina al sottile collo di quella creatura che gli aveva rubato il cuore. Era un cuore diviso a metà. Sembrerebbe una cosa molto banale, ma Edward in quel momento aveva lasciato lì una parte del suo cuore, quel cuore che gli era stato precluso, ma che quella bambina con la sua innocenza gli aveva donato.

Tredici anni dopo,
Una giovane donna di diciannove anni si trovava a casa dei suoi genitori, era un giorno d'estate ed essa si era recata lì per far visita a sua madre e suo padre.
«Bella io devo uscire, tu che fai vieni con me?» chiese Renè.
«No, mamma vado a fare una passegiata nel bosco.»
«Vedi di non perderti, come quand'eri bambina» gli intimò la madre.
«Mamma non ho più sei anni, non mi perderò»
Disse sfiorandosi accidentalemente quella piccola collanina che l'aveva accompagnata nei momenti belli e brutti della sua vita, quella collana che le aveva regalato l'unica persona che lei era riuscita mai ad amare, quel soldato che non aveva mai dimenticato. Molti uomini avevano cercato di far breccia nel suo cuore, ma il suo cuore era già stato donato molto tempo addietro e nessuno l'aveva più restituito. Adesso si trovava in quel bosco dove era sbocciato il suo amore. Voleva rivedere Edward, ma gli sembra una cosa così impossibile: si sarebbe mai ricordato della promessa fatta tredici anni prima ad una bambina? Sicuramente no.
All'improvviso immersa com'era nei suoi pensieri non si era accorta di essersi spinta troppo lontano e come anni prima si perse in quel bosco. Intorno a sé non sentiva il rumore del vento bensì dei passi che man mano si avvicinavano, e delle gelide braccia stringerla da dietro. Com'era possibile, il suo Edward non era cambiato di una virgola, aveva sempre pensato che fosse un angelo, un essere immortale, ma quelle erano solo fantasie di una bambina.
«Edward sei tu?» chiese con voce incerta.
«Si mia piccola Isy, sono io.» l'aveva aspettata per tanto tempo. La guardava da lontano da ben dieci anni, quante volte avrebbe voluto assaporare quei petali di rose, quante volte avrebbe voluto asciugare le sue lacrime ed intrappolare i suoi sorrisi. Adesso era lì davanti a lui più bella che mai. Era lì solo per lui.
«Ma tu non sei cambiato di una virgola, com'è possibile?»
«Ci sarà tempo per le spiegazioni, adesso voglio solo potermi perdere di nuovo nei tuoi occhi» disse posando dolcemente le sue labbra su quelle della sua amata.
«Alla fine sei tornato, mio bel principe.»
Alla fine aveva mantetunuto la promessa,il suo principe era tornato.

 

*Angolo Autrice*

Che ve ne pare di questa mia piccola idea pazza??

Fatemi sapere,un bacione.

 Misaki99 

   
 
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