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Autore: Rilletta_    09/02/2013    2 recensioni
"Have you ever felt this way?"
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Glitter in the air

Have you ever fed a lover with just your hands?

Closed your eyes and trusted, just trusted?

Have you ever thrown a fist full of glitter in the air?

Have you ever looked fear in the face and said “I just don’t care?”

 

It’s only half past the point of no return

The tip of the iceberg

The sun before the burn

The thunder before the lightning

The breath before the phrase

Have you ever felt this way?

 

Louis se lo ricorda ancora quel momento, nella cucina del residence, ai tempi di X-Factor. Tutti stavano in camera, a riposare. Ma la stanza, che di solito gli sembrava stupenda, completa del macello di cinque ragazzini, quella sera non andava proprio bene. I suoi pensieri ci stavano troppo stretti.

E così era sceso di sotto, per riflettere un pochino, con la scusa che aveva fame.

Fu solo una questione di attimi, e sentì i passi di qualcuno avvicinarsi. Quello che lo lasciò più sconvolto, fino a quel momento, è che si rese conto di saper riconoscere anche il rumore della camminata del riccio.

Lo vide entrare e mettersi seduto vicino a lui, così, senza dire una parola.

Aveva capito che non voleva mangiare, e così l’aveva seguito. Ed ora era lì, che lo guardava.

“Posso assaggiare, Lou?”, gli chiese, poggiando lo sguardo sul biscotto che stava tenendo, e lui aveva semplicemente annuito, porgendoglielo.

Quel ragazzino del Cheshire lo stupì quando prese la sua mano e se la portò alla bocca, chiudendo gli occhi e facendosi imboccare. E in tutto ciò, Louis era rimasto lì, a guardarlo masticare, con l’arto ancora a mezz’aria. E si era spaventato, eccome se si era spaventato! Era terrorizzato da quei due occhi verdi come i prati Irlandesi di cui Niall parlava sempre e da quelle labbra belle, rosse e piene che ogni volta lo incantavano.

Quando Harry riaprì gli occhi, sorridendogli gentilmente, sentì i suoi polmoni bruciare per la mancanza d’aria, rendendosi conto, solo in quel momento, di non aver respirato per un bel pò. Prese di nuovo fiato, per provare a parlare, ma il sedicenne si era già alzato e, con tutta la tranquillità del mondo, gli aveva detto: “Ci sono dentro, tanto quanto te. Ma sei quì, sei reale, e non vedo nient’altro che te da quando ci siamo incontrati quel giorno, in bagno. Andrà tutto bene, Boo.”. E così com’era arrivato, se n’era andato, capendo tutto quello che gli frullava in testa, senza che lui avesse proferito parola.

E fu allora che si convinse del fatto che Harry era effettivamente la persona che l’avrebbe fatto andare avanti, fregandosene di tutte le paure.   

 

 

 

 

Have you ever hated yourself for staring at the phone?

Your whole life waiting on the ring to prove you’re not alone

Have you ever been touched so gently you had to cry?

Have you ever invited a stranger to come inside

 

It’s only half past the point of oblivion

The hourglass on the table

The walk before the run

The breath before the kiss

And the fear before the flames

Have you ever felt this way?

 

Si odiava con tutto sè stesso.

Era il 24 Dicembre, il suo compleanno, la Vigilia di Natale. E lui aveva passato tutto il giorno a fissare il telefono, sperando di ricevere una chiamata, o un messaggio. Ma alle 18.30 ancora non era arrivato niente, e non si era neanche reso conto di aver iniziato a piangere, quando, per l’ennesima volta, sua madre gli aveva chiesto di aiutarla a preparare le ultime cose. E Louis avrebbe fatto di tutto pur di non dover passare quella serata con i suoi parenti! Jay gli aveva spiegato che aveva invitato degli zii che lui non aveva mai visto, e che era per quel motivo che aveva apparecchiato per tre persone in più, ma a lui non importava più di tanto. Harry non gli aveva fatto gli auguri, non era con lui e gli mancava da matti. E ciò che gli dava più fastidio, era il fatto che avesse passato una giornata intera a guardare quell’apparecchio, senza ottenere nulla. E la sua casa era già piena, e di auguri e regali ne aveva ricevuti tanti, ma si sentiva comunque solo.

Quando suonarono al campanello, neanche si voltò per controllare chi fosse. Quel profumo familiare però, gli arrivò alle narici prima ancora della sua voce, e allora si alzò di scatto, dimenticando le sue sorelle e sua madre e Gemma ed Anne, lanciandosi direttamente tra le braccia del suo piccolino, che lo abbracciò così delicatamente che gli venne ancora di più da piangere!

Quando si staccarono, si asciugò le lacrime con la manica troppo lunga del maglione che indossava. Era decisamente grande per lui, ma era di Harry, che tanto piccolo più non era, visto che lo aveva superato in altezza. Lo guardò negli occhi, sorridendogli appena, per poi abbracciarlo di nuovo.

“Grazie, love. Grazie di essere qui, grazie della sorpresa, grazie di tutto.”

“Non ti avrei mai lasciato passare il compleanno da solo senza di me! Auguri, Boo!”, gli disse in un orecchio, continuando a stringerlo e a cullarlo.

 

 

 

 

There you are, sitting in the garden

Clutching my coffee,

Calling me Sugar

You called me Sugar

 

Have you ever wished for an endless night?

Lassoed the moon and the stars and pulled that rope tight?

Have you ever held your breath and asked yourself “Will it ever get better than tonight?”

 

Affacciandosi alla finestra, lo vide seduto in giardino, tutto serio, con il suo caffè in mano, tutto intento a guardare verso l’alto.

In quegli anni ne avevano passate tante, avevano fatto di tutto e sempre insieme, avevano superato parecchi ostacoli, eppure Louis ancora non riusciva a credere di essere riuscito a farsi amare da una persona bella come Harry. E sì, i suoi ricci erano stupendi, così come la sua bocca, e le sue mani grandi e gentili, e tutto il suo fisico, modellato da ore ed ore d’amore. Ciò che lo rendeva ancora più bello ai suoi occhi, però, era il modo in cui gli sorrideva dolcemente quando, per esempio, doveva aiutarlo a prendere una tazza che era troppo in alto, a cui lui non arrivava. O quando, sdraiati sul letto, lo guardava come se fosse la cosa più bella sulla Terra. O quando, dal nulla, e senza un motivo ben preciso, gli diceva di amarlo.

Louis si riteneva fortunato. Estremamente fortunato.

E quando “Sugar!”, si sentì chiamare, sobbalzò un attimo, scosso improvvisamente dalla contemplazione dell’essere perfetto del suo uomo.

Si affacciò sul giardino, ammirando l’ennesimo sorriso tutto fossette che lo invitò a raggiungerlo. Gli si avvicinò, sedendoglisi accanto e poggiando la testa sul suo petto, ascoltando il suo battito calmo e regolare.

Restò in silenzio, prestando attenzione ai suoi racconti su quanto gli fosse piaciuto, ai tempi della scuola, studiare la Luna e le stelle, di come le avrebbe prese tutte e gliele avrebbe regalate, se solo avesse avuto una corda abbastanza resistente da tenerle insieme. Quando non ricevette risposta, si allontanò di poco per riuscire a guardarlo in viso. Visti gli occhi lucidi, gli chiese se andasse tutto bene.

E l’unica risposta che ricevette fu un bacio a fior di labbra e: “Potrà mai andare meglio di questa sera?”, rendendosi conto subito dopo che con Harry ogni giorno sarebbe stato sempre più bello del precedente.

 

 

 

 

 

 

 

Mmmh, ok! Credo di essere arrivata alla frutta, dato che ascolto canzoni e penso ai Larry!

Madre mia!

Anyway, il testo è “GLITTER IN THE AIR”, di P!nk (ah, l’amore per quella donna!) e il resto è…boh! Non lo so neanche io cosa possa essere!

 

Un bacino alla mia Cuppycake/Harreh e alla mia piccolina per gli scleri che sopportano ogni giorno: vi adoro *-*

Alla prossima (: xx

Rilletta_

  
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