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Autore: xcarrie    09/02/2013    8 recensioni
Ora lei era il mio ossigeno, era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me.

Respirai a fondo e tenni ben saldo il mio microfono, sperando che non cadesse dall'emozione. Ormai mi sentivo perfettamente a mio agio sul palco, sarebbero bastati solo pochi minuti e mi sarei scatenato. Ero sicuro al novantanove virgola nove per cento che stare su un palcoscenico a cantare mi avrebbe fatto sentire più me stesso che starmene seduto senza far niente, oppure facendo altro. Cantare era la cosa che amavo di più al mondo, per questo era anche il mio lavoro. Erano passati ormai mesi da quando uscimmo terzi da x-Factor, da tutte le emozioni che avevo provato in quella casa. Erano passati mesi, da quando avevo visto il mio sogno avverarsi, finalmente. Ricordo ogni singolo particolare, ed ogni volta che mi ritorna in mente, è come se provassi per una seconda volta tutte quelle emozioni indescrivibili. Sorrisi, cercando di calmare così anche i ragazzi, che attendevano come me di poter iniziare il concerto.
Come sempre, dopo qualche minuto l'ansia sparì del tutto. Cantai con tutta la forza che avevo, mettendoci tutta l'anima. Se siamo dove siamo adesso, è solo grazie alle nostre fan. Non smetterò mai di ringraziarle...ci sono stati momenti in cui mi sono perfino commosso. Perciò, se qualcuno dice che siamo cambiati, la relatà è che a cambiare sono stati loro.
Scrutai attentamente ogni ragazza in mezzo alla folla, per quanto mi venisse possibile. Alcune piangevano, altre urlavano. Mi rendeva triste vedere qualcuno piangere per causa nostra, seppur fossero lacrime di gioia. Ma allo stesso tempo quasi mi irritava. Nonostante fossi riconoscente di tutto quello che mi era successo negli ultimi mesi, volevo comunque essere trattato come un ragazzo normale. Almeno, una piccola parte di me ancora lo desiderava.
Prima di iniziare a cantare il mio assolo, tolsi un'auricolare.

 

‘‘If we could only have this life for one more day,
If we could only turn back time, you know i'll be’’

Un emzione improvvisa si fece largo dentro di me. Il cuore prese a palpitare freneticamente, gli occhi divennero lucidi. Era spettacolare sentire il calore della folla, le loro urla non erano poi così male. Le avevo sempre viste in un modo diverso e assordante, ma questa volta...esprimevano tutto l'amore di una fan. Avere un effetto così grande nelle vite delle persone è una cosa così bella.


‘‘Your life, your voice, your reason to be
My love, my heart is breathing for this
Moment, in time I'll find the words to say
Before you leave me today’’


Cercai di non mettermi a piangere proprio in quel momento. Al massimo lo avrei fatto dietro le quinte. Tornai ad osservare le Directioners, era una cosa che facevo sempre. Ma ogni tanto, non potevo fare a meno di togliere l'auricolare per sentirle.
Il mio sguardo cadde per il più del dovuto su una ragazza tra le prime file. La sua espressione era assorta, triste e spenta. Notai una consueta frustrazione. I suoi occhi guizzarono come un lampo sui miei, facendomi rabbrividire. Anche essi erano un misto di altre mille emozioni orribili. Avrei voluto avvicinarmi e chiederle cosa avesse, ne avevo bisogno.
Per tutto il tempo non smisi di guardarla...

Fu proprio nel backstage che lasciai andare un sospiro di sollievo. Era andato tutto per il verso giusto, come sempre...le mie ansie pre-concerto erano inutili, anche se inevitabili.
Continuavo a fare avanti e indietro dalla noia, aspettando che gli altri finissero di cambiarsi. Dopo saremmo finalmente tornati a casa...qualcosa mi venne distrattamente addosso, interrompendo i miei pensieri.
‘‘Oh, scusami!’’
Mi ritrovai davanti una figura familiare. Era lei!
La ragazza misteriosa in mezzo alla folla, quella che avrei voluto raggiungere io stesso. Certo che il destino a volte è proprio beffardo! Notai dei particolari che non avevo potuto vedere per la scarsa quantità di luce presente durante il concerto. La sua carnagione era pallida, diafana. I capelli ricci, molto ricci, tendenti al castano dorato. Gli occhi invece, erano grigi.
E lei era diversa, questa volta felice.
Scoppiai a ridere.
‘‘Sta tranquilla’’ Abbozzai un sorriso.
‘‘Piacere, sono Harry’’ Aggiunsi.
‘‘Harry Styles dei One Direction’’ La sua bocca si curvò in un tenero sorriso.
‘‘Si, ma sono un ragazzo normale’’
‘‘Lo so’’ Disse, facendo un cenno millimetrico con la testa.
Inarcai un sopracciglio.
‘‘Sei esattamente un ragazzo normale’’
Sorrisi, al suono di quelle parole. Nessuno si era mai comportato così. Era esattamente quello che avrei voluto.
Cosa nascondeva la ragazza misteriosa ed incredibilmente bella?
‘‘Posso sapere il tuo nome?’’
‘‘Carolina’’ Sorrise.
Trovai una certa difficoltà nel pronunciare quel nome così strano.
‘‘Sono nata a Roma, ma da quando sono piccola vivo qui a Londra’’
‘‘Questo spiega il tuo nome così...’’
‘‘Così...?’’
‘‘Difficile da pronunciare’’ Bofonchiai.
‘‘Harry, dobbiamo andare!’’ Louis si avvicinò a noi con aria circospetta.
‘‘Va bene, arrivo subito’’ Dissi rivolgendomi a lui.
‘‘Sbrigati!’’ Mi lanciò un'occhiataccia e girò i tacchi.
‘‘Ci vediamo presto’’ Sorrisi.
Le rivolsi un ultimo sguardo, risi sotto ai baffi vedendo la sua espressione incerta, perplessa.
Senza nemmeno darle il tempo di una risposta, me ne andai.  L'avrei rivista.

Three months later.

‘‘Dovevi concedermi delle risposte, come facciamo ogni settimana’’ I suoi piccoli denti bianchi rendevano il suo sorriso ancora più tenero.
‘‘Ancora?’’
‘‘Ci sono tante domande che ancora vorrei farti, se posso’’
‘‘Spara’’
‘‘Come mai hai voluto colorare la tua stella tutta di nero?’’
‘‘Sei assurda, Carolina’’ Dissi avvicinandomi per scompigliarle i ricci.
Fece una smorfia. ‘‘Rispondi’’
‘‘Avevo voglia di cambiare’’
‘‘A me piaceva così...’’
‘‘Mh’’ Attesi per qualche istante. ‘‘Mi concedi un ballo?’’
Inarcò un sopracciglio. ‘‘Cosa c'entra?’’
‘‘Dai, fammi felice’’ L'afferai per un polso.
‘‘Tu sei tutto matto’’ Scoppiò a ridere.
Portai una mano sulla sua schiena e la strinsi a me. Dopo qualche istante, finalmente cominciammo a muoverci.
‘‘Non sapevo intendessi ballare un lento’’ Disse rigida.
Fissai attentamente i suoi grandi occhi grigi, avrei potuto rimanere così per ore. Mi avvicinai sempre di più, spaventato da ciò che stavo per fare. Sfiorai le sue labbra con cautela, per poi soffermarmi ai lati, lasciando dei piccoli baci umidi. Tornai sulla sua bocca, sollevato dal fatto che non si fosse opposta, baciandola lentamente. Intanto una mano accarezzava la sua guancia pallida.
Sorrise, uno dei sorrisi più belli e sinceri che le avevo mai visto.
Ben presto finimmo tra le lenzuola fredde del letto, a contatto con la pelle nuda, in un silenzio tanto intimo, che veniva spezzato talvolta dai nostri respiri. Ora lei era il mio ossigeno, era tutto ciò di cui avevo bisogno.


 

  
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