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Autore: Fiamma Erin Gaunt    09/02/2013    1 recensioni
Terza classificata al contest: Il linguaggio segreto delle Piume di Zucchero di HybrisHir
Prompt/gusto: Vaniglia
Sensazione: ambivalenza
Evan e Dorcas si sono detestati fin dal primo giorno di scuola, ma la festa di San Valentino e una Piuma di zucchero cambieranno le cose.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Hate that I love you












14 febbraio 1975
 
 
 
 
 
 
 




Evan stava seduto al tavolo di Serpeverde, gli occhi blu che scrutavano con aria di pacato interesse una ragazza al tavolo dei Grifondoro. Era il giorno di San Valentino e di lì a qualche minuto avrebbero fatto il loro ingresso i gufi con la posta; ecco, era proprio quello che l’erede dei Rosier attendeva. O meglio, attendeva di assistere alla reazione che avrebbe avuto la Meadowes quando si fosse vista recapitare un pacchetto da parte sua.
La osservò mentre chiacchierava con Prewett 1, come lo chiamava lui, e scoppiava a ridere buttando la testa all’indietro; i capelli le ricaddero sulla schiena creando l’effetto di una cascata di onde bionde. Doveva ammettere che era bella, ma aveva un carattere troppo irruento e polemico per risultare amabile. Sembrava inoltre non perdere occasione per scontrarsi con lui, non riuscivano proprio ad andare d’accordo, e non era ancora riuscito a capire se la cosa lo divertisse o lo infastidisse.
- Ti sei incantato? – domandò Rabastan, seguendo lo sguardo dell’amico e sorridendo divertito.
- È un bel bocconcino, non trovi? –
Evan lo guardò, impassibile, e replicò – È passabile, ma non così bella da sedurmi –
Rabastan scrollò le spalle; era sempre così con lui, non si sbilanciava mai.   
Un rumore di ali annunciò l’arrivo della posta.
Una decina di gufi planarono verso di lui, ognuno con un pacchettino o una lettera. Evan storse il naso, esaminando la pila con aria disgustata.
Non aveva mai amato quella stupida festa, fatta di sdolcinate dichiarazioni d’amore e quantità industriali di cioccolato, e non riusciva a capire perché tutte quelle ragazze si ostinassero a dargli il tormento con i loro smielati doni. Prese la bacchetta e, con un lieve movimento del polso, fece evanescere la pila davanti a sé.
Un paio di Serpeverde, evidentemente facenti parte dei mittenti, sospirarono sconsolate. Ogni anno era la stessa storia.
- Sei senza cuore – lo rimproverò ironicamente Rabastan, facendo ridacchiare Regulus e Mulciber, che sedevano di fronte a loro.
- Non è colpa mia se sono così stupide da non capire che non hanno alcuna speranza con me – replicò, scrollando le spalle con studiata eleganza.
Evan non era interessato minimamente alle sue ammiratrici, non erano altro che delle stupide ragazzine pronte anche a farsi calpestare pur di soddisfare le sue voglie. Quelle sciocche potevano andare bene per una notte, o al massimo due, ma lui voleva al suo fianco una donna forte, sicura di sé, che non si svendesse per due moine e un sorriso sornione.
Tornò a rivolgere la sua attenzione al tavolo rosso oro, proprio mentre il suo barbagianni atterrava di fronte alla Meadowes e le porgeva la zampa con aria altezzosa.
La vide inarcare un sopracciglio, curiosa, e accingersi ad aprire la scatolina.





 
*******
 






Dorcas stava mettendo da parte la cioccolata che aveva ricevuto, riproponendosi di lasciarla a Fabian, quando l’ennesimo gufo atterrò di fronte a lei.
Inarcò un sopracciglio, non ricordava di aver mai visto quell’ animale dall’aria così maestosa, e sciolse la cordicella che legava la scatoletta alla zampa.
Era un pacchetto sobrio, di un bel colore verde che riprendeva quello dei suoi occhi, e al suo interno, adagiata su un foglietto di pergamena, stava una Piuma di zucchero.
Sorpresa, non credeva che qualcuno oltre Gideon e Fabian fosse a conoscenza della sua allergia al cioccolato e della sua passione per le Piume, la portò alla bocca, gustandola lentamente.
Non poteva crederci, era alla vaniglia!
Ancora più incuriosita, terminò il dolce e prese il biglietto.
Doveva trattarsi di qualcuno che la conosceva davvero bene, non c’era altra spiegazione.
Scritte con una calligrafia elegante, in inchiostro verde, spiccavano due iniziali: “E.R.” , nient’ altro.
Non era granchè come indizio, ma il colore della scatola le fece venire un lampo di genio. Forse il mittente non l’aveva scelta perché si intonava ai suoi occhi, magari era un indizio sulla sua appartenenza alla casa di Serpeverde.
Lasciò vagare lo sguardo lungo il tavolo verde argento, finendo con l’incrociare gli occhi blu di Rosier.
Non c’erano dubbi, doveva essere opera sua; lo si capiva dal modo in cui la guardava, come se ne stesse studiando la reazione.
Già, ma perché fare una cosa del genere?
Lo sapevano tutti che Evan Rosier non era il tipo di ragazzo che si lasciava andare a moine e sdolcinatezze, perché allora si era premurato di inviarle un regalo, a San Valentino per giunta?
- Ehi, Dorrie, che succede? – le chiese Fabian, togliendole delicatamente il foglietto dalle mani. Lesse le iniziali e aggrottò la fronte, lanciando un’occhiataccia a Rosier, che per tutta risposta gli rivolse un sorrisetto sfrontato.
- C’è qualcosa che dovrei sapere? – interloquì perplesso.
Dorcas lo guardò come se avesse appena detto un’assurdità mostruosa, - No, Fab, come ti viene in mente? Noi due ci odiamo –
Il ragazzo le lanciò un’occhiata penetrante, come a voler sincerarsi della veridicità delle sue parole.
- Se vi odiate, perché ti manda un regalo a San Valentino? –
- Non ne ho idea, ma ti assicuro che lo scoprirò – replicò decisa.
Questo era poco ma sicuro, voleva scoprire a che gioco stava giocando Rosier.
 
 




*****
 






- Era il tuo barbagianni quello che ha consegnato il pacchetto alla Meadowes? – domandò perplesso Rabastan.
- Perché fai domande di cui conosci già la risposta? – replicò Evan, mentre osservava Prewett 1 lanciargli un’occhiata assassina e lo ricambiava con un sorrisetto.
A quanto sembrava ci aveva visto giusto, quello stupido bamboccio di Prewett aveva una cotta per la Meadowes. Bene, questo rendeva la cosa di gran lunga più interessante.
Rabastan continuò a fissarlo incredulo, certe volte non riusciva proprio a capire cosa passasse per la testa del suo migliore amico.
- Credo che andrò a fare un volo – annunciò Evan, non appena ebbe finito il suo caffè, alzandosi in piedi e rivolgendo un cenno di saluto ai tre amici.
San Valentino era il giorno migliore per allenarsi a Quidditch, tutti gli altri erano impegnati a fare le coppiette felici e il campo era deserto.
Era arrivato a metà strada quando un rumore di passi lo spinse a voltarsi, non gli piaceva essere seguito.
- Meadowes, cosa posso fare per te? – chiese, trovandosi davanti la figura snella della bionda Grifondoro.
- Magari spiegarmi cosa diavolo ti passa per la testa, Rosier – replicò secca, mostrandogli la scatoletta verde.
Evan notò che la Piuma di zucchero non c’era più, doveva aver deciso di finirla anche se era stato lui a mandargliela.
- Temo di non capire –
- Non fare finta di niente, perché mi hai mandato quella Piuma? – insistè.
- Perché so che sei allergica al cioccolato – replicò, deciso a divertirsi un po’.
Sapeva che la ragazza detestava quelle risposte ambigue e campate per aria.
Un lampo di stupore passò per un attimo negli occhi smeraldini di lei, ma si riprese in fretta.
- D’accordo, ma perché l’hai fatto? –
Evan ghignò divertito, era tipico di lei insistere fino ad ottenere una risposta che la soddisfacesse.
- Perché non mi sei antipatica –
 
 




*****
 
 




Dorcas alzò gli occhi al cielo, incredula, ma che accidenti di risposta era?
Una risposta alla Rosier, ovviamente, commentò rispondendosi da sola.
- Che razza di risposta è? – sbottò, poi aggiunse, indicando una ragazza seduta sotto al patio, - Lì c’è la Zabini, ti è antipatica? –
Evan aggrottò la fronte, in quella che, si rese conto, doveva essere la sua espressione perplessa. Dorcas realizzò solo in quel momento che non lo aveva mai visto così umano, di solito la sua era una maschera di gelida imperturbabilità.
- No, direi di no – replicò lentamente, evidentemente stava cercando di capire dove volesse andare a parare.
- Allora perché non l’hai regalata a lei, oppure a … -
Non riuscì a finire la frase perché un paio di labbra, fredde e morbide, coprirono le sue. Fu un bacio profondo, intenso, che sapeva di vaniglia e che le fece sentire le farfalle nello stomaco.
Rosier si allontanò delicatamente, con un ghigno divertito sul volto dai tratti perfetti.
- Parli troppo, Meadowes, te l’hanno mai detto? –
Detto ciò le fece un occhiolino e se ne andò, lasciandola da sola a riflettere.
Dorcas si sfiorò leggermente le labbra, arrossate per l’intensità del bacio appena ricevuto, e scosse la testa, cercando di tornare lucida. Non aveva mai provato una cosa del genere con nessun altro, possibile che Rosier le piacesse?
No, lei odiava i tipi come lui, freddi e altezzosi Purosangue convinti che essere tali li rendesse praticamente di stirpe reale, ma allora perché anche ora che ripensava a quel bacio le veniva il batticuore?
 
 
 
 
 
 




[1.411 parole]










NdA:Allora, partiamo dicendo che le date di nascita di Evan e Dorcas non ci sono note, ho immaginato che avessero due anni più dei Malandrini (sono nati quindi nel 1958). L’ OS è ambientata il 14 febbraio del 1975, durante il loro settimo anno. All’ apparenza San Valentino e lo zucchero non sembrano legarsi, visto che è la festa dei cioccolatini per antonomasia, ma il motivo verrà presto spiegato. Per quanto riguarda la caratterizzazione, visto che praticamente è come scrivere un OC (date le poche cose che sappiamo sul loro conto), ho immaginato una Dorcas piuttosto combattiva, una tipa tosta insomma, e un Evan che è un po’ l’incarnazione delle caratteristiche Serpeverde. Visto che la mia Dorcas è una Grifondoro battagliera è evidente che quei due non possono andare d’accordo, anche per il comportamento da Purosangue intoccabile che spesso assume Evan, quindi ho immaginato che battibeccassero spesso. Infine, il titolo è tratto da una canzone di Rihanna feat Ne-Yo e mi sembrava adatto vista la sensazione che ho scelto.















  
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