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Autore: nihil no kami    10/02/2013    1 recensioni
La creazione del Pokéworld nel mio AU dove il mondo dei mostriciattoli tascabili viene elaborato come se fosse uno dei piani di Magic:the Gathering.
Per i profani, non vi preoccupate, le citazioni sono solo marginali e servono a dare un atmosfera più fantasy al franchise.
La storia inizia con la nascita di Arceus e termina con la comparsa dell'umanità sulla superficie del pianeta.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Aldilà dei confini dell'universo si estende un mare di energia infinito, la Cieca Eternità, i cui flutti sono in grado di creare e distruggere universi interi.
Dai turbini di energia magica che lo compongono sono emersi come bolle tutti i piani di esistenza. Ogni istante, da qualche parte, un universo si dissolve nel nulla e altri cento vengono alla luce.
Gli abitanti di queste realtà sospese nel vuoto trascorrono le loro vite ignari che oltre questo mare invisibile esistano altri mondi, abitati da creature aliene e dai poteri straordinari.

Solo a pochi eletti viene fatto il dono della scintilla, un collegamento diretto tra l'anima del suo proprietario e la Cieca Eternità che permette loro di attraversare indenni le sue tempeste di mana e giungere sani e salvi su lidi stranieri di altri mondi.
Alcuni usano questa capacità per sondare l'ignoto di altre realtà, altri si dedicano ad accumulare potere per elevarsi al livello di divinità e altri ancora sopravvivono commerciando in oggetti e conoscenze provenienti da mondi alieni.
Tra questi viaggiatori si narra di esseri nati direttamente dal grembo dell'Eternità, abominazioni dal potere così immenso che il loro solo desiderio può creare universi interi e la loro fame può consumarli.
Una di queste creature è l'artefice della nostra storia e il suo nome, dimenticato da molti viene pronunciato con riverenza da chi ancora ne ha memoria:

Arceus il Primevo.

Prima che il Pokéworld venisse lambito dalle onde della Cieca Eternità vi era un uovo.
Nessuno sa che forma avesse o come si fosse formato, ma si crede che quello che sarebbe dovuto diventare un piccolo mondo per un atto del caso prese vita ed ottenne un'anima.
Quando l'uovo si schiuse una creatura dalla forma aliena ne fuoriuscì. Nessuna parola mortale avrebbe potuto descrivere il suo aspetto , perché nessun mortale avrebbe mai potuto comprendere la vera natura di quell'essere.
Il neonato Arceus, nato nel posto più ostile dell'esistenza, si trovò fin da subito a dover combattere contro le correnti dell'Eternità che cercavano di ingoiarlo, di affogarlo, di ucciderlo e di riappropriarsi così del loro potere.
La volontà di vivere di Arceus però era forte e nella sua mente si andò a formare il pensiero di un luogo sicuro dove potersi nascondere, un posto dove avrebbe potuto esistere in tranquillità.

Il Primevo non aveva consapevolezza di cosa fosse un piano di esistenza, avendo conosciuto solo l'oscurità della Cieca Eternità, ma quando aprì i suoi occhi divini si trovò immerso in una bolla di calma, al riparo da quelle forze distruttive che avevano cercato di consumarlo.
In quella bolla però Arceus avvertiva la mancanza di qualcosa: la realtà era instabile e seppur al riparo dalla tempesta era comunque immerso nelle acque dell'Eternità.
Era come trovarsi nella baia di un porto mentre l'oceano era in burrasca.
Il creatore dopo solo pochi attimi dalla sua nascita aveva inconsciamente dato origine a quella che sarebbe diventata la struttura alla base del Pokéworld.
L'interno della bolla era comunque una replica cheta dei vortici di mana che sferzavano all'esterno, l'esperienza più traumatica nella mente della creatura divina.
Il solo pensare a quello che gli era successo, il terrore che aveva provato nel sentire il suo corpo fatto a pezzi da quei turbini di energia caotica lo disturbava profondamente e da quella sensazione di disagio un pensiero iniziò a prendere forma nella sua mente.
I vortici all'interno della bolla diventavano sempre più quieti, mentre le turbolenze si concentravano in un unico punto fino a concentrarsi in una sfera dalla superficie irregolare, un uovo dal guscio ribollente, nero come la pece.
Nel suo inconscio Arceus aveva dato forma all'incarnazione del chaos presente nella Cieca Eternità, aveva dato vita ad un essere che aveva assorbito il potere presente all'interno della bolla, stabilizzandola, ma assimilando dentro di sé la sua natura creatrice e distruttiva.
L'uovo si schiuse e da esso nacque il figlio primogenito di Arceus, Giratina.

Il neonato Giratina non assomigliava per niente a quello che i pochi abitanti del Pokéworld che hanno avuto la sfortuna di incontrarlo conoscono, ma era simile nella forma al suo progenitore, indescrivibile.
Il Primevo, alla vista di quell'abominazione non riuscì a trattenere il suo disgusto: quell'essere incarnava tutto ciò che il creatore temeva e detestava. Con un movimento netto le pareti della bolla si ripiegarono verso l'interno fino a congiungersi, formando una barriera che avrebbe tenuto separati per sempre Arceus e suo figlio.
Il movimento della bolla fu infinito ed istantaneo: in un luogo senza spazio e senza tempo non c'era modo di stabilire quanto fosse stato veloce o quale fosse la distanza che aveva percorso prima che le urla strazianti di Giratina non raggiungessero più il suo creatore.
Arceus non poteva più vederlo, ma sapeva che suo figlio lo stava guardando dall'altra parte di quel velo e riusciva a sentire il suo odio e la sua rabbia per quello che aveva fatto.

Il Primevo pensò di nuovo, stavolta a come avrebbe potuto organizzare quel chaos che lo circondava: pensava che avrebbe dovuto esistere un ordine in cui l'energia avrebbe dovuto organizzarsi e che regolasse come essa avrebbe dovuto muoversi. Così il tempo e lo spazio iniziarono a fluire all'interno della bolla, non appena le loro incarnazioni, Dialga e Palkia, ebbero preso vita dall'immaginazione di Arceus.
Nonostante i poteri delle due creature fossero complementari nell'opera della creazione i due secondogeniti di Arceus non riuscivano a sopportare la presenza l'uno dell'altro e iniziarono a combattersi davanti al loro progenitore, devastando il tessuto stesso della realtà che delicatamente stava prendendo forma attorno a loro.
Arceus, non potendo tollerare che il conflitto tra i suoi figli distruggesse l'opera del suo creato, ripiegò ancora una volta le pareti della bolla per dare origine a due dimensioni separate, una per Palkia e una per Dialga, dove i due avrebbero potuto esistere senza mai incontrarsi e dalle quali i loro poteri avrebbero continuato a fluire ininterrottamente nella dimensione che conteneva l'universo del Pokéworld.

Al ritmo tenuto dal cuore possente di Dialga e seguendo il respiro di Palkia il tessuto spazio-temporale iniziò a cristallizzare il mana, dando origine a costrutti ordinati, quali atomi, molecole, poi nebulose, stelle e infine pianeti.
Mentre questo processo era in atto Arceus poteva osservare come la sua creazione rifrangesse il mana nei suoi cinque colori, fino ad allora ignoti al creatore.
Nella Cieca Eternità il mana è caotico e privo di forma, ma all'interno dei piani di esistenza esso si suddivide in cinque qualità che vanno ad impregnare la terra e le forme di vita e di magia che da essa nascono: Il mana bianco alla base dell'ordine; il mana blu fautore del progresso; il mana nero all'origine dell'egoismo e della sete potere; il mana rosso che brucia di passione e desiderio di libertà e il mana verde che supporta il ciclo naturale e la forza vitale.
Arceus era disturbato dalle vibrazioni provenienti dal mana nero che inconsciamente riconosceva all'origine delle disgrazie di quei mondi che non aveva mai conosciuto.
Decise così di separarlo dagli altri quattro. Il Primevo percepiva che non avrebbe potuto semplicemente rigettarlo fuori: il mana che stava riempiendo la sua creazione era quello che filtrava attraverso le pareti della bolla, attirato dal tessuto stesso della realtà che conteneva. Sarebbe stato riassorbito quasi subito e inoltre un mondo senza un flusso di mana stabile avrebbe corso il rischio di destabilizzarsi e collassare su sé stesso.
Quello che doveva fare Arceus era trovare un posto all'interno della bolla dove conservare tutto il mana nero senza che esso potesse contaminare il resto della sua creazione.

Un suono orribile riecheggiò nella sua mente, un vagito carico d'odio portò con sé la soluzione del suo problema, ma con esso venne anche la consapevolezza che ciò che il Primevo avrebbe dovuto fare per mantenere la stabilità del suo creato avrebbe avuto un grande prezzo:
Arceus avrebbe accumulato il mana nero nella dimensione in cui aveva esiliato il suo figlio primogenito, anche se fare ciò significava accettare il rischio che Giratina potesse fuggire e tornare nella dimensione principale.
Come un abile architetto il Primevo aprì dei fori attraverso la parete invisibile che separava le due dimensioni, sistemandoli in modo tale che fossero abbastanza vicini gli uni agli altri da poter drenare efficientemente il mana, ma troppo piccoli perché il demone che stava dall'altra parte potesse usarli per fuoriuscire.
Essi si collocavano nei luoghi dove il mana nero tendeva a confluire naturalmente: dalle piccole grotte presenti sui pianeti rocciosi alle superfici opache dei buchi neri.
Il creatore riusciva a sentire le grida disperate di Giratina mentre il mana nero allagava la sua dimensione, ma Arceus era consapevole che d'ora in avanti la prigione di suo figlio avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel mantenere l'equilibrio che garantiva la stabilità della sua creazione.

Il Primevo sentiva che i suoi poteri lo stavano abbandonando: la creazione della bolla, dei suoi tre figli e delle loro dimensioni avevano consumato buona parte dell'energia che aveva in corpo.
Ormai stanco Arceus si fermò ad ammirare l'opera del suo creato: le stelle che si accendevano squarciando l'oscurità, le spirali luminose delle galassie ed i primi pianeti che si erano formati dalle nubi di polvere e detriti.
Ad attirare la sua attenzione fu in particolare un piccolo sassolino che ruotava attorno ad una stella per nulla speciale.
In ogni piano di esistenza esiste un pianeta che funge da fulcro, dove i viaggiatori provenienti da altri mondi si radunano istintivamente ed Arceus aveva inconsciamente scelto quello del suo lavoro.

Per sigillare la stabilità della sua creazione, come ultimo atto della sua volontà il Primevo generò tre gemme, una per ognuno dei suoi figli, che avrebbero impedito loro di distruggere la sua opera nel caso fossero fuoriusciti dalle dimensioni che lui aveva stabilito per loro.
Il potere delle gemme obbligava le tre divinità ad assumere una forma fisica fino a quando si fossero trovate all'interno dell'universo del Pokéworld e fino a quando essi non fossero entrati in possesso dei tre artefatti i loro poteri sarebbero stati ridotti drasticamente per prevenire il collasso della realtà.
Ripiegando lo spazio-tempo come se fosse una coperta il Primevo creò una bolla all'interno della quale avrebbe potuto riposare e continuare a sognare senza disturbare la natura della sua creazione, sognare della comparsa della vita e di creature dai poteri straordinari che avrebbero abitato quel piccolo ed insignificante sassolino.

Arceus si assopì e la creazione dell'universo fu completata.

L'universo del Pokéworld era ormai completo, ma il mondo che il Primevo aveva posto al centro delle sue attenzioni non aveva ancora raggiunto la sua forma definitiva.
Sulla superficie di una sfera di magma incandescente fiumi di lava scorrevano impetuosi andando a scontrarsi con i primi oceani formati dalle piogge torrenziali che imperversavano sul pianeta.
Due creature si ersero da questo inferno, ognuna l'incarnazione di una parte in questo conflitto tra la terra e il mare:
Groudon, signore dei continenti, usava il suo potere per generare una siccità in grado di squarciare le nubi e riversare nei mari fiumi di magma che solidificandosi davano vita a nuove terre emerse;
Kyogre, incarnazione degli oceani scatenava le tempeste che scatenavano i loro fulmini sulle onde gigantesche che si abbattevano ovunque si trovasse.
Ognuno dei due rivali cercava di prevalere sull'altro, creando la terra e ricoprendo con l'acqua in un combattimento che imperversò per secoli.
Nonostante entrambi fossero nati dalle forze di mana che scaturivano da quel pianeta neonato lentamente, ma inesorabilmente, Kyogre, traendo forza dalla maggiore intensità del mana blu riuscì a mettersi in una posizione di forza nei confronti del rivale, ricoprendo l'intero pianeta con una tempesta eterna.
Groudon, il cui flusso di mana rosso non era altrettanto abbondante sembrava vicino alla sua fine, ma proprio mentre lo spirito degli oceani stava per concludere l'ultimo dei loro combattimenti le nubi sopra di loro si squarciarono ed un terzo titano si unì alla battaglia.

Rayquaza, signore dei cieli, aveva sentito il dovere di intervenire per porre fine a quel combattimento prima che fosse troppo tardi: se Groudon avesse avuto la peggio il mondo non avrebbe più visto le distese di terra fertile che il protettore dei continenti aveva difeso fino allo stremo delle sue forze e perfino le cime più alte delle montagne sarebbero state ricoperte dalle acque dell'oceano.
Con un ruggito poderoso il drago disperse le nubi che sovrastavano la terra e obbligò entrambi i titani a interrompere il loro scontro per rintanarsi nelle profondità della terra e del mare.
Il trionfo di Kyogre non era stato totale, ma negli eoni a venire le terre emerse del Pokéworld sarebbero state lambite da un oceano che non sembrava avere fine, mentre Rayquaza, originato dal mana bianco presente nell'atmosfera, avrebbe continuato a sorvolare il pianeta nell'eventualità che le due creature potessero risvegliarsi per poter riportare l'ordine.

Dalle acque primordiali di questo mondo ancora vuoto emerse la creatura che avrebbe dato origine a tutte le forme di vita, Mew.
Mew era l'incarnazione del concetto stesso di pokémon, un elementale in grado di incanalare il mana all'interno del proprio corpo per cambiare forma ed incrementare il proprio potere.
Lentamente sulla terra, nell'acqua e nel cielo iniziarono a comparire forme di vita dai poteri straordinari, assieme ad esseri più mondani e agli uomini, che fin dall'alba dei tempi legarono la loro esistenza a quella di queste fantastiche creature.

La mente sognante di Arceus però non aveva smesso di influire sulla realtà dalla quale si era esiliata:
Non appena la volontà di vivere pervase i primi tra pokémon e uomini Azelf prese forma e iniziò a vagare per il mondo.
Quando pokémon e umani provarono per la prima volta delle mozioni nacque Mesprit, che avrebbe contribuito a diffondere queste nuove sensazioni attraverso i viventi.
E nel momento in cui le creature iniziarono a ricercare la conoscenza Uxie si librò in aria per donare a chi fosse stato degno una frazione della conoscenza divina di cui era infuso.

Nel corso dei secoli molte specie di pokémon vennero originate dalle varie combinazioni di mana che apparivano sul pianeta, anche se per via del gesto di Arceus trovare elementali che facessero uso del mana nero era un'impresa ardua.
Essi vivevano come reietti, cercando di sopravvivere vicino agli abissi che incanalavano il mana nero per poterne raccogliere una parte prima che esso venisse sigillato nel Mondo Distorto, la dimensione di Giratina.
I pokémon di tipo spettro erano gli unici ad avere una vaga idea di cosa si celasse oltre la loro dimensione, ma non avevano né le conoscenze né il potere necessari a verificare la sensazione viscerale che ci fosse qualcosa di vivo che li richiamava oltre quel sottile velo che separava i due mondi.

I pokémon che vennero generati direttamente dai flussi di mana del mondo, senza avere la loro forma mediata da Mew, godevano di abilità che li avrebbero resi noti tra gli uomini e gli altri pokémon come creature leggendarie.
Questi esseri erano l'incarnazione di aspetti della natura o dello spirito che acquisivano un forma fisica e una vita propria, come il moto delle correnti che aveva dato origine a Lugia o il sentimento della gratitudine che si manifestava nella forma di Shaymin.
I pokémon definiti leggendari non invecchiavano né morivano, ma potevano comunque essere uccisi nel caso fossero stati affrontati da rivali dotati delle abilità necessarie a combatterli.
Di ogni pokémon leggendario può esistere un solo esemplare alla volta. Se per disgrazia un individuo dovesse perdere la vita avrebbe subito inizio un processo che porterebbe alla nascita di un suo successore, necessario a colmare il vuoto che la creatura lascerebbe dietro di sé.

La civiltà degli uomini crebbe prosperosa con l'aiuto dei pokémon e sotto la supervisione delle creature leggendarie, sempre pronte a intervenire per mantenere l'ordine del mondo.
La grande quantità di mana blu che era stata incanalata nel piano dopo la vittoria di Kyogre aveva permesso agli umani di sviluppare una tecnologia avanzatissima nell'arco di pochi secoli, mettendoli nella posizione di equipararsi agli elementali che abitavano il pianeta e spesso permettendo loro di attuare una convivenza pacifica con questi esseri.
La civiltà umana fin dai suoi albori era stata strettamente legata ai pokémon, che erano diventati una parte integrante e necessaria della loro cultura.
La figura dell'allenatore di pokémon, l'umano che decideva di unire le forze con un gruppo di elementali per iniziare un viaggio di crescita sia fisica che psicologica assieme a loro venne riconosciuta come stile di vita fondamentale nella società e molti ragazzini erano invitati a passare la propria giovinezza vagando per il mondo in compagnia dei pokémon, prima di dedicarsi ad un lavoro utile per la società.

La creazione del mondo Pokéworld però potrà dirsi conclusa solo dopo una serie di eventi che avranno origine dalla curiosità di un gatto e che culmineranno con le eroiche gesta di un gruppo di umani e pokémon pronti a sacrificare le loro vite per salvare il mondo dall'ira di un dio vendicativo, portando il creato verso un nuovo equilibrio.

  
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