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Autore: Cain_Nightyard    10/02/2013    2 recensioni
Guardando il film ho trovato questa coppia la più bella fra tutte le possibili combinazioni, trovando in giro fanart con Jamie cresciuto ho avuto la conferma di non essere l'unico pazzo ed ho trovato l'idea per la fic :3
Sono passati diversi anni dagli avvenimenti del film e Jamie, ormai cresciuto, non ha dimenticato e aspetta di poter rivedere Jack non capendo il perchè della sua scomparsa...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jack Frost, Jamie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quanti anni erano passati?
Era quasi Natale, le famiglie si riunivano dentro le case addobbate e vestite di luminarie; un ragazzo invece continuava a passare le sue giornate da solo, fermo a fissare l'esterno con il naso poggiato contro il vetro della finestra della sua stanza.
Erano anni che si comportava così dagli inizi dell'inverno, soprattuto sotto Natale, quando in città iniziava a soffiare un vento gelido ed il suolo si tingeva di bianco.
Era un giorno come un altro, sua madre e suo padre si preoccupavano della spesa per la cena di Natale e sua sorella pensava a chi dei suoi conoscenti dovesse fare un regalo; Jamie invece era lì, la punta del naso fredda per il contatto con il vetro gelido che si opacizzava ad un ritmo regolare in sincronia col suo respiro.
Sarebbe stata quella la volta buona? Il giorno giusto?
Ogni anno, ogni giorno si faceva quelle speranzose domande, nonostante gli anni fossero passati e lui fosse giunto alla maggiore età non aveva mai smesso di credere, e di sperare, il pensiero di essere lui ad essere stato dimenticato non lo aveva mai sfiorato. 
Continuava a riempire la mente con dei pensieri non proprio adatti alla sua età, ma ormai era abituato ai commenti delle altre persone, fin da piccolo era sempre stato quello con la testa più fra le nuvole, una volta era addirittura rimasto l'unico bambino a credere... Per lui quell'importante ricordo era tutto, restava aggrappato a quella sola speranza con l'augurio che si avverasse prima possibile.
Un rumore lo fece voltare per la prima volta dopo ore, si alzò per avvicinarsi alla porta della stanza, ad un tratto una lieve brezza gelata gli accarezzò i capelli, un brivido gli attraversò la schiena, si girò lentamente mentre il battito del suo cuore aumentava e, con un sussulto osservò una scena che gli fece perdere il fiato per qualche secondo: la finestra si era socchiusa e, nonostante la temperatura non fosse eccessivamente bassa, i vetri si erano ghiacciati formando delle figure a forma di coniglio.
Si avvicinò mentre uno scintillio di felicità gli illuminava lo sguardo ed una palla di neve proveniente dal cortile colpì la finestra all'altezza del suo volto, guardò in basso...
Si stava letteralmente precipitando dalle scale, inciampò nel tappeto evitando di poco una brutta caduta e si fiondò ad aprire la porta d'ingresso ed uscirne seguito dai rimproveri della madre per non essersi messo il cappotto senza curarsene minimamente.
I suoi piedi affondavano nella neve soffice che aveva ricoperto il giardino, si guardò attorno spaesato per un attimo e, appena fermato lo sguardo in un punto preciso, vi si diresse.
Solo, seduto sul cancello grondante di stalattiti di ghiaccio che delimitava la proprietà dei Bennett c'era un ragazzo. Sembrava avere la stessa età di Jamie ed il suo aspetto era leggermente inusuale: teneva in mano un bastone dalla forma particolare, i suoi capelli erano candidi come la neve che lo circondava ed i suoi piedi erano scalzi, ma lui non sembrava curarsene molto, apparentemente non soffriva il freddo...
Aveva voltato lo sguardo verso Jamie subito dopo aver sentito il fracasso causato dalla precipitosa uscita di quest'ultimo, gli occhi color ghiaccio lo fissavano con un'espressione dolce, accompagnata da un sorriso che si andava distendendo. Scese dal cancello e, dopo pochi istanti di esitazione, avendo scorto la medesima felicità che stava provando sul volto dell'altro, abbandonò con noncuranza il bastone e corse verso di lui.
Jamie sgranò gli occhi a contatto con quel corpo tanto freddo attaccato al suo, ma subito lo strinse rispondendo all'abbraccio mentre il cuore batteva all'impazzata e la sua mente veniva invasa da molteplici espressioni di gioia che avrebbe voluto urlare per esprimere tutto quello che stava provando.
Si scambiarono qualche frase di circostanza mentre l'emozione rendeva irregolare il tono delle voci, sciolsero l'abbraccio e rimasero a fissarsi, l'uno di fronte all'altro. Jamie posò la mano sulla spalla del ragazzo "Mi sei mancato Jack.", un velo di tristezza lo attraversò al ricordo della solitudine provata ma svanì quasi all'istante, scese lungo il braccio prendendo con delicatezza la mano e lo guidò fin dentro la sua camera. 
Si fissavano, seduti l’uno di fronte all’altro, studiavano ogni minimo particolare, seguivano ogni singolo lineamento. Esitante, Jamie tirò un lungo sospiro ed iniziò a parlare, era felicissimo per quello che stava accadendo, felice oltre ogni immaginazione, ma voleva sapere. Probabilmente non era il miglior modo per rompere il silenzio che li avvolgeva ma non poteva fare a meno di chiedere.
“Perché per tutto questo tempo non sei mai venuto?”
Sperava in un buon motivo, sperava che non avesse nulla a che fare con lui, sperava di non essere disprezzato.
Jack studiò il suo volto per un attimo, voleva capire cosa pensasse mentre cercava un buon modo per esprimersi; incrociò le mani e tenne lo sguardo fisso su Jamie penetrandolo con occhi inespressivi, poi iniziò il suo racconto esordendo con uno sgradevole “Pitch era tornato.”. Jamie ascoltava parola per parola osservando come ipnotizzato il movimento delle labbra di Jack che si schiudevano e talvolta venivano morse a causa di un amaro ricordo; poco tempo dopo il loro incontro, quando l’inverno era ormai passato, Jack aveva avuto l’imprudente idea di andare a controllare il luogo in cui si nascondeva Pitch. Avendo finalmente deciso di diventare un Guardiano, cercava di rendersi utile adempiendo ai suoi doveri: doveva eliminare le tracce di oscurità che ancora si annidavano laggiù impregnando l’atmosfera per evitare che si spargesse nuovamente. La sua attività doveva aver smosso qualcosa e Pitch si era risvegliato, riuscendosi a liberare dalla prigionia; prima che lo spirito potesse rendersi conto dell’accaduto, Pitch lo aveva catturato, era debole e Jack gli serviva: poter tornare forte come una volta non era difficile, bastava invadere con i suoi incubi l’unica persona che non era riuscito a toccare prima.
Sapeva quanto quel bambino significasse per il Guardiano e quanto lui significasse per il bambino, con una sola mossa li avrebbe distrutti entrambi eliminando le potenziali probabilità di una nuova sconfitta; Jack era stato imprigionato a lungo, si rifiutava di rivelare qualsiasi cosa potesse portare l’Uomo Nero a Jamie e si impegnava con tutto sé stesso per liberarsi, Pitch colpiva le sue piccole vittime allargando sempre più il “territorio di caccia” ed acquisendo abbastanza potere da tenere bloccato Jack. 
Tanto tempo era passato, i Guardiani non erano abbastanza forti da contrastare Pitch senza l’aiuto di Jack ed avevano dovuto lavorare molto duramente per trovare una soluzione, durante un’assenza particolarmente lunga del suo carceriere, Jack era riuscito a prendere contatti con i suoi compagni e, dopo ripetuti sforzi, era stato liberato; nonostante avessero teso una trappola cogliendo di sorpresa un Pitch non proprio all’apice dei suoi poteri, la battaglia era stata lunga e dura per entrambe le parti, fortunatamente l’essere oscuro era stato finalmente messo a tacere per sempre, ma le ferite causate dal combattimento avevano richiesto dei mesi per guarire. Jack era ogni giorno sempre più impaziente, il suo corpo era coperto di tagli e graffi e sentiva dolore, ma quello che lo rendeva irrequieto era il tempo, prima che tutta quella dannata situazione finisse quanti anni erano passati? 
Il giorno stesso in cui anche l’ultimo graffio non era che un segno che non gli provocava ormai più dolore non volle sentire una parola sul “riposare” o “riprendersi completamente”, liberatosi dalle braccia che lo cercavano di trattenere, volò di corsa da lui, la persona a cui aveva pensato per tutto quel tempo, il ricordo che gli aveva impedito di arrendersi e permesso di impegnarsi durante la prigionia, finalmente lo avrebbe rivisto, doveva fare presto.

Per proteggere lui. Jack aveva sofferto tutto quel tempo per proteggere lui.
Jamie non sapeva cosa dire, si avvicinò all’altro e lo strinse nell’abbraccio più caldo che avesse mai donato a qualcuno, Jack affondò il viso nel suo petto mentre si aggrappava disperatamente alla sua schiena e sentiva il mormorio di un “Grazie” che gli accarezzava l’orecchio.
Ora che tutto era stato detto e non c’era più alcun dubbio l’atmosfera si era fatta più leggera, parlarono tranquillamente mentre Jamie lasciava sprofondare il delicato corpo freddo fra le sue braccia accarezzando i capelli candidi; il giorno era giunto al suo termine e la luna osservava le persone introducendosi con la sua flebile luce nelle finestre.
Erano tornati nel punto del giardino in cui si erano ritrovati solo qualche ora prima, Jamie sentiva cosa stava per accadere e dagli angoli dei suoi occhi iniziò a scorrere qualche silenziosa lacrima; Jack posò le mani sulle sue guance con l'unico risultato di ghiacciare il percorso fatto dalle lacrime, perchè doveva essere così?! Abbandonò il viso di Jamie per nascondere le mani nella tasca della felpa mentre posava lo sguardo sul terreno e le guance venivano pervase da un lieve rossore. All'altro non importava, fece scorrere le dita sulla scia ghiacciata ed un sorriso amaro comparve sul suo volto, era il momento di salutarsi di nuovo, l'aveva atteso così tanto ed ora doveva dirgli nuovamente addio. Un silenzio imbarazzante li circondava, Jack si grattò nervosamente la nuca e fece per voltarsi ed andare quando si fermò, abbassò lentamente il braccio avvolgendoci poi le spalle di Jamie, era qualche centimetro più basso di lui, quindi spostò il peso sulle punte dei piedi portandosi in avanti e sfiorò delicatamente le labbra del ragazzo con le sue. Mentre si separavano lentamente Jack sussurrò "Tornerò, prima di quanto immagini." ed iniziò a sollevarsi portato dal vento, su entrambi era comparso un lieve sorriso a quella promessa.
Poco prima di allontanarsi verso il cielo scuro della sera lo spirito dell'inverno prese fra le dita la punta del naso del ragazzo e la strinse, ridendo al suo verso infastidito, poi volò via sostenuto dal vento gelido di dicembre.
Jamie rincasò lentamente sfiorandosi le labbra, poi guardando in direzione di sua madre sorridendo disse fra sé "Attenzione o Jack Frost ti pizzicherà il naso huh?"

  
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