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Autore: Fiamma Erin Gaunt    10/02/2013    5 recensioni
La storia partecipa al contest: A Black's life di missmalfoy97
L'ultimo incontro tra Regulus e Sirius.
Pacchetto: Crucio
Prompt: Sofferenza
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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NdA: L'OS è ambientata durante l' ultimo giorno del sesto anno di Regulus (quindi il settimo anno di Sirius), ho immaginato che Regulus fosse stato Marchiato da poco e che la notizia fosse trapelata da qualche Serpeverde. Sirius, istintivo per natura, non può desistere dall'andare a chiederlo direttamente a suo fratello. Sà già che è vero, ma ne vuole una conferma. C'è un' OC: Charis Selwyn, che è la co protagonista della mia long "Twin stars", ma in questa OS non è determinante quindi non l'ho segnalata tra gli altri personaggi. Il prompt doveva essere la sofferenza, che ho inteso non dal punto di vista fisico, ma da quello sentimentale; ho cercato di mettere in luce come, secondo me, è stato il loro ultimo incontro, spero di esserci riuscita.






 







Grey eyes












Era l'ultimo giorno di scuola, la maggior parte degli studenti era in preda all'euforia, gli esami erano finiti ed erano liberi di godersi le vacanze estive.
Tuttavia, due giovani, un Serpeverde e un Grifondoro, sembravano avere ben altro per la testa; lo si capiva dai loro sguardi spenti, come persi in riflessioni misteriose e inconfessabili.
- Stai bene? - interloquì Charis, posando un braccio su quello del ragazzo accanto a lei.
- Certo - replicò seccamente Regulus, ma il suo tono non la convinse. Aveva imparato a conoscerlo bene, in quei mesi che avevano passato insieme, ed era sicura che ci fosse qualcosa che lo faceva soffrire; era convinta di sapere con esattezza di cosa si trattasse, o meglio di chi, e quel qualcuno stava proprio venendo verso di loro.
- Dimmi che non è vero, non puoi essere stupido fino a questo punto - esordì Sirius, diretto e senza mezzi termini, come era solito fare.
- Vi lascio soli, ci vediamo più tardi - intervenne Charis, accarezzando leggermente la guancia del ragazzo e allontanandosi.
Regulus lo guardò, i capelli neri e gli occhi grigi come i suoi, in cui leggeva solo sconcerto e incredulità.
- Non so di cosa tu stia parlando - replicò, utilizzando il migliore dei suoi toni gelidi.
- Non fare il finto tonto con me, sai benissimo a cosa mi riferisco - insistè Sirius, mentre lo sguardo cadeva sull'avambraccio sinistro, nascosto dalla manica della divisa.
- A questo? -
Scoprì l'avambraccio, mettendo in evidenza il Marchio nero, che risaltava cupamente sulla pelle alabastrina. Scoppiò a ridere, una risata secca e priva di gioia. Rideva per non piangere, per mascherare la fitta di dolore che aveva provato cogliendo un lampo di disgusto in quegli occhi grigi, così simili ai suoi.
- Finirai per farti ammazzare, lo sai, vero? - profetizzò il maggiore dei Black.
Regulus gli rivolse un sorriso sprezzante - È troppo tardi per giocare a fare il bravo fratello maggiore, mi hai ignorato per anni, continua a farlo -
Sirius corrugò la fronte, sorpreso dall'astio nella sua voce. Aveva ragione, per anni lo aveva ignorato, facendo finta che non esistesse, rimpiazzando il suo ruolo di fratello con un altro. Era stato rinnegato, abbandonato da chi lo aveva messo al mondo e poi si era comportato allo stesso modo con Regulus. Poteva capire la sua sofferenza, perchè era stata la stessa che aveva provato lui, con cui ancora oggi conviveva.
- Non deve andare per forza così - sussurrò.
Qualcosa cambiò nell'atteggiamento di Regulus, la maschera di fredda impenetrabilità che lo avvolgeva cadde e lasciò il posto alla sua vera identità. C'era sofferenza in quegli occhi grigi, più di quanta fosse possibile esprimerne a parole, ma anche la consapevolezza che ormai era troppo tardi.
- Sì, è così che deve andare, hai fatto la tua scelta ed io la mia. Addio, fratello - replicò, voltandogli le spalle e allontanandosi a passi svelti. Continuò a camminare, sforzandosi di ignorare la voce di Sirius che lo richiamava, e, solo quando fu ormai lontano e solo, concesse alle lacrime di sgorgare copiose.
Faceva male dirgli addio per l'ultima volta, sapendo che era ormai quella definitiva, ma ormai era abituato al dolore.
La sofferenza era parte di lui, lo sapeva bene, ma ciò che ignorava era che avrebbe caratterizzato tutta la sua vita.
 
 
 
 
 









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