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Autore: fab four are back    10/02/2013    0 recensioni
"Fissai quei ragazzi, che dai loro discorsi di dovevano chiamare Paul e John, fissai quegli sguardi carichi di odio, iniziai a correre verso casa con la vista appannata dalle lacrime, che uscivano incontrollate"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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“SVEGLIATI MARTHA” sentii urlare dal corridoio,come se mia nonna non capisse che a svegliarmi bastava il suono metallico della sveglia. Aspettai cinque minuti, come solito, fissando la carta da parati a motivi floreali, che mi rilassava, ma mi caricava anche d’angoscia allo stesso tempo, come se contenesse tutto il mio passato, intrappolato in un pezzo di carta ingiallita, l’unico oggetto della casa di Londra che ho il coraggio di conservare. Da quando ci eravamo trasferiti qui a Liverpool, dopo la morte di mia madre, tutto era cambiato, dalla ragazza circondata da amici diventai l’ “a-sociale”. “ALZATI SE NON VUOI FARE TARDI A SCUOLA”, la voce acuta mi distolse dai miei pensieri e mi alzai, indossai una gonna nera a pois bianchi e un cardigan, presi un croissant e uscii, immergendomi nella grigia, insensata, solitaria Liverpool, chiedendomi come ogni mattina “perchè sono qui?”. Iniziai a camminare a passo svelto, cercando di ignorare due ragazzi sbronzi che camminavano dall’altro lato del marciapiede, quando vivevo a Londra ne vedevo ogni giorno e non mi stupivo più, come all’inizio, al pensiero che si possa essere ubriachi fradici alle 7 del mattino. Continuai per la mia strada, non prestandogli attenzione, concentrandomi sui miei pensieri, fino a quando si avvicinarono, facendo battutine. Andavano “tutto bene”, fino a quando iniziarono a strattonarmi, continuando a fare commenti che non si dovrebbero fare ad una donna, riuscivo a sopportare tutto, ma quando i due ragazzi iniziarono a sparlare della mia famiglia, mi crollò il mondo addosso. Erano sempre più vicini a me e sentivo i loro discorsi, su mio padre, si mio padre, l’ex sindaco di Londra scappato con l’amante lasciando lavoro e famiglia, la voce era girata per tutta l’ Inghilterra, e anche questi ragazzi che a fatica si reggono in piedi, me lo rinfacciano, ancora una volta. Non riuscivo a sopportare altro, quando mi diedero una strattonata che mi fece cadere a terra. Fissai quei ragazzi, che dai loro discorsi di dovevano chiamare Paul e John, fissai quegli sguardi carichi di odio, iniziai a correre verso casa con la vista appannata dalle lacrime, che uscivano incontrollate. Mi rinchiusi in casa, cercando di fuggire dai miei pensieri, dal giorno in cui mio padre uscii di casa dicendo “Esco a comprare le sigarette”, per non tornare mai più. Cercavo con tutte le mie forze di non pensarci, ma dal passato è difficile scappare.
  
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