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Autore: DarkButterfly    30/08/2007    4 recensioni
Edward ha deciso di trasformase Bella. Ma quale sarà l'epilogo di questa scelta?
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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<< Sei sicuro di volerlo fare, Edward? >> Domandò Bella osservandomi di sottecchi.

<< Non è ciò che hai sempre desiderato? >> Replicai, volgendo lo sguardo alla finestra.

<< Cosa ti ha fatto cambiare idea? >> Non desisteva dal suo intento, era decisa a scoprire il motivo di questa mia scelta.

<< Il tempo passa, Bella. Passa anche per noi vampiri, solo che per la mia razza il suo scorrere e molto più lento. Ci ho pensato a lungo, e mi sono chiesto se fosse davvero volere del fato, farmi accedere al Paradiso, riempiendo ogni mio senso con le sue meraviglie, per poi farmi miseramente precipitare all’Inferno, ancora una volta. >> Quelle parole, che fuoriuscivano dalle mie labbra, erano le uniche, e più sincere, che mi erano venute in mente.

<< Io per te sarei il Paradiso? >> La sua voce suonava dubbiosa.

<< Sei molto di più… >> Mormorai con voce suadente, accarezzandole una guancia.

Immediatamente il calore le raggiunse il viso, e il battito del suo cuore accelerò repentinamente.

Ritrassi la mano, e dalla mia gola proruppe, involontariamente, una risata cristallina.

Osservai il suo imbarazzo scemare, lasciando al suo posto un sorriso soddisfatto, le piaceva vedermi allegro.

***

I sensi di Alice Cullen erano concentrati sul puma maschio che, ignaro del pericolo, si accingeva ad immergere il muso in un limpido specchio d’acqua.

Aveva l’irrefrenabile istinto di nutrirsi, l’odore dolciastro del sangue animale aveva risvegliato una fame assopita da giorni.

Sentiva il sapore del veleno, inondarle la bocca.

I suoi occhi, di puro onice, scrutavano l’animale, che continuava imperterrito a dissetarsi.

La vampira contrasse i muscoli, e si apprestò a spiccare un balzo sulla preda, pregustando il momento in cui i suoi denti, affilati come rasoi, avrebbero inciso la carne.

Sfortunatamente, in quel momento, un dolore alla testa distolse la sua attenzione dal puma.

Cadde a terra, provocando un rumore sordo, mettendo così, in guardia l’animale, che fuggì repentinamente. Alice non si accorse nemmeno che la sua preda era scappata, la visione era la cosa più importante.

Un vampiro dai capelli ramati afferrò la mano di un essere umano, seduto su un divano di pelle nera.

L’umano, una ragazza di 18 anni, con capelli e occhi castani, osservava il vampiro con timore e, allo stesso tempo, gratitudine.

<< Grazie… >> Sussurrò silenziosamente la ragazza, mentre il vampiro la obbligava a distendersi sul divano.

I movimenti della creatura soprannaturale erano divenuti più cauti. Le labbra seriche lambivano il collo teso della ragazza, la cui fronte era imperlata di sudore.

Il vampiro chiuse gli occhi, e affondò i denti nella tenera carne della ragazza, iniettandole così, il letale veleno.

<< Alice! >> La vampira sentì la fioca voce del suo compagno giungerle alle orecchie.

<< Jasper… >> Sussurrò, mentre, pressoché priva di forze, tentava di rimettersi in piedi, aiutata dall’altro vampiro.

<< Ti senti bene? >> Le domandò lui, apprensivo.

La vampira annuì, e dopo una breve pausa gli rivelò il contenuto della visione.

<< Quindi Edward ha deciso di trasformare Bella. >> Affermò Jasper.

<< Alla fine, sapevamo che sarebbe successo. >> Replicò la vampira dai capelli neri, mentre seguiva la scia di una nuova preda.

***

Con delicatezza obbligai Bella a coricarsi sul divano in pelle nera.

Nel frattempo mi allontanai per chiudere la a chiave la porta della stanza, fui così rapido che lei non ebbe il tempo di accorgersi che mi ero mosso, aveva soltanto sentito il rumore del chiavistello.

La luce del tramonto filtrava attraverso i vetri di una finestra priva di macchie, in lontananza potevo vedere la foresta ai piedi del monte Olimpia e le anse del fiume Sol Duc, ma l’unica cosa su cui ero concentrato era il battito accelerato e irregolare del suo cuore.

Con la mia gelida mano sfiorai delicatamente la sua guancia bollente e paonazza.

<< Sei sicura di non volerci pensare ancora? >> Domandai con un tono preoccupato e apprensivo.

Scosse la testa, sapevo che se avesse riflettuto ancora, avrebbe finito col perdere tutto il coraggio, e non sarebbe più riuscita ad accettare quel gesto.

<< Prometti… >> Sussurrò, aveva la gola riarsa. << …Che non mi lascerai sola… >> Terminò la frase richiamando a raccolta tutte le sue forze.

<< Promesso, Bella. Ora chiudi gli occhi. >> La mia voce giungeva sino a lei da molto lontano.

Obbedì e chiuse gli occhi all’istante.

Mi sdraiai accanto a lei, e le cinsi la vita con le braccia, lei intrecciò le dita tra i miei capelli ramati, respirando affannosamente. Le mie labbra accarezzarono dolcemente il suo collo, lentamente mi fermai, indugiai un attimo, in cui lei rimase col fiato mozzo.

Aprii la bocca, e le sussurrai parole dolci all’orecchio, poi, quando lei sembro abbastanza rilassata, i miei denti acuminati penetrarono la morbida pelle del suo collo.

Nonostante avessi gia bevuto il suo sangue in precedenza, ero terrorizzato dalla possibilità, quanto mai concreta, di non riuscire a fermarmi, privando Bella di tutto il suo essere.

L’idea di non vederla più arrossire, o di non sentire più quella soave morbidezza accarezzandole il viso, era, almeno sopportabile, grazie alla consapevolezza che saremmo potuti rimanere assieme per sempre, ma l’idea che lei morisse, in quel momento, per mano mia, mi sconcertava.

Un fiotto di sangue mi inondò la bocca.

Sentii il suo delizioso sapore inondarmi la cavità orale.

Sentii il tepore di quel liquido scarlatto, che mi scendeva attraverso la gola.

Mi passai lentamente la lingua sulle labbra, prima di avventarmi sul collo della mia fidanzata.

Volevo resistere, e tentavo di mantenere il mio autocontrollo.

Non dovevo ferire Bella, non dovevo ucciderla.

Sapevo che il veleno era entrato in circolo, sapevo che se mi fossi fermato lei sarebbe divenuta un’immortale. Lo sapevo, ma non riuscivo a fermarmi.

Succhiai avidamente il sangue che sgorgava generoso dal suo collo.

Sentivo il suo corpo dimenarsi sotto di me, sempre più debole. Alle mie orecchie giungeva il flebile suono dei suoi gemiti e dei suoi spasmi di dolore, soffocati dal mio peso.

Pregavo che qualcuno entrasse nella mia stanza, e che ponesse fine a quello scempio.

Desideravo la salvezza di Isabella con tutto il cuore, con tutta la mia dannata anima. Ma il sapore del suo sangue, era la tentazione più subdola che il mondo potesse offrirmi.

Sapevo che l’avrei uccisa, ma non potevo più fermarmi. Il suo sangue mi aveva stregato.

In quel momento capii cosa intendeva Aro, quando disse che sprecavo il dono che la mia “Cantante” poteva offrirmi.

Ormai ogni pensiero razionale era stato abbattuto, restavamo soltanto io e il suo sangue.

Lo sentivo scorrere, potente e delizioso nelle mie vene.

Mi sentivo sereno, non avevo ancora realizzato le conseguenze di questa scelleratezza. Soltanto quando vidi sotto di me l’esangue figura di Bella, fredda ed immobile, capii ciò che avevo fatto. Lei era morta. Non per mano di Victoria o dei Volturi, ma per mano mia.

Volevo renderla immortale, e invece l’avevo trascinata nei profondi abissi della morte. Abissi più profondi di quelli in cui vagavo io stesso, senza meta alcuna.

Il suo cuore non sarebbe mai più impazzito, sentendomi vicino.

I suoi occhi non avrebbero più iniziato a brillare d’ira, quando si accorgeva che la prendevo in giro.

Il rossore non avrebbe più assalito violentemente le sue guance, quando le dichiaravo il mio amore, eterno ed assoluto.

“Ti amo”: 5 stupide lettere, 2 stupide parole. Io le avevo bruciato nel vento, poiché ormai lei non avrebbe più potuto udirle.

Sapevo che, se questo compito fosse stato svolto da Carlisle, ora Bella sarebbe distesa su questo stesso divano, contorcendosi tra urla di dolore e vaneggianti implorazioni di morte.

Ma così non è stato, e ora ciò che rimaneva di Bella, era un corpo scempiato, malamente gettato sopra un divano in pelle nera.

Osservai quella macabra composizione, che io, come un folle artista avevo creato.

Il divano nero era zuppo di sangue, e così era anche l’abito da sposa bianco che Bella indossava.

Aveva insistito per indossarlo in quell’occasione, sostenendo che, quello era il nostro vero matrimonio immortale.

Uniti per sempre, nella carne e nello spirito.

Nero, bianco e scarlatto. In quel momento quei tre colori mi parevano un’armoniosa composizione.

Ed in fondo, cos’erano in realtà, se non l’armoniosa composizione della Morte?

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Se avete avuto il coraggio di arrivare fino a questo punto vi prego di non linciarmi... So che non è così che deve andare a finire (nemmeno a me piacerebbe vedere Bella, morire per mano di Edward), ma mi sono chiesta: " Cosa succederebbe se Edward durante la trasformazione di Bella non riuscisse a controllarsi?", e così è nata questa mia pazzia.

Ora la smetto di scrivere stupidaggini (ed era ora! XD), e ringrazio tutte le persone che recensiranno, e anche quelle che si limiteranno a leggere. Ciao!

  
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