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Autore: BlueCheese    10/02/2013    2 recensioni
Finalmente ho raggiunto i miei diciotto anni, è il momento di dimenticare il passato e il male che mi ha fatto provare. Voglio un nuovo passato, nuovi ricordi, voglio ricominciare da capo in ogni modo possibile...
Ma è impossibile dimenticarti Justin, sei stato e sei importante per me.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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One Shot/Ferite ancora aperte.
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Finalmente ho raggiunto i miei diciotto anni, è il momento di dimenticare il passato e il male che quelle persone mi hanno fatto provare.
Il regalo dei miei genitori è il migliore, mi hanno regalato due settimane per l’estate in un bellissimo hotel a quattro stelle,  credo si chiami Crystal Palace, si trova in America.
Sto giusto preparando le mie valigie, domani partirò e per due settimane spero di poterlo dimenticare, non sopporterei l’idea di rincontrarlo, è stato la ragione del mio sorriso per tutta la mia adolescenza, ora però è andato via e sono stanca di inseguirlo, ovunque si trovi adesso.
Aveva promesso che non mi avrebbe mai più lasciata e invece ora sono qui sola cercando di dimenticarlo, è un chiodo fisso nella mia mente è qualcosa che non se ne va, è stato importante, per quanto infantile possa sembrare questa cosa è ancora importante per me.
Cosa darei per sentirmi tra le sue braccia. Cosa darei per stare con lui anche un secondo.
Ma ora basta, metto in valigia i miei 16 anni e me ne vado per un po’, so che non dovrei scappare, ma non sto scappando, cerco solo di lottare, sento di perdere quindi devo allontanarmi da quei posti dove con lui ho passato i momenti più felici della mia vita, dove mi ha baciato per la prima volta sotto il mio balcone quando mi è venuto a prendere per scappare, sembravamo così felici. Voglio un nuovo passato, nuovi ricordi, voglio ricominciare da capo in ogni modo possibile...
Il mio flusso di pensieri s’interruppe.
-Hai finito tesoro? E’ tardi, domani arriverà il taxi molto presto altrimenti perderai l’aereo.-
-Certo mamma.. le ultime cose-  sforzo un sorriso.
Quando uscì dalla camera mi sedetti sulla valigia cercando di chiuderla. Ci riesco e mi raggomitolo sotto le coperte del mio letto cercando di prendere sonno. Non riesco mai ad addormentarmi, i pensieri mi martellano le tempie senza mai andare a riposare, a volte mi verrebbe da sbattere la testa contro il muro per riuscire a scacciare tutti quei pensieri, ma non funziona mai, fino a quando mi addormento senza che me ne accorga.


Quando mi svegliai la stanza era ancora nella penombra, mi alzo e mi strofino le mani contro gli occhi, strisciando le mie enormi pantofole per terra arrivo alla finestra che spalanco, come tutte le altre mattine mi sarei aspettata la luce accecante del sole di mezzogiorno che mi distrugge la retina, mentre ora il sole era giusto dietro le montagne.
Raccolgo dalla sedia i vestiti preparati per partire e mi infilo nel mio bagno sotto una cascata di acqua calda.
Finisco in fretta la doccia e una volta asciutta mi vesto velocemente notando di aver fatto leggermente tardi anche se il sole non c’era ancora, non potrei mai essere un gallo!
Presi tutti i documenti dalla scrivania, il mio libro, il mio ipod e il mio diario, nonostante di diciotto anni sono ancora una bambina che scrive sul suo diario segreto.
Metto queste restanti cose nella borsa più i soldi, agguanto il manico della valigia con il palmo sudato e scendo giù, dove mio padre è già pronto ad accompagnarmi e mia mamma è in lacrime, come se stessi andando a morire!
Dopo silenziosi abbracci e saluti il tassista prese le mie valigie e dopo averle messe nel bagagliaio entro assieme a mio padre nell’auto diretti all’aereoporto.
Arrivammo in poco tempo, mio padre prende la valigia e assieme ci dirigiamo verso il gate, mi saluta con un forte abbraccio per poi lasciarmi lì, all’inizio delle scale dell’aereo.
Salgo quelle scale, poso la valigia sopra il mio sediolino e mi accomodo.
Annunciano che stiamo per partire, così mi allaccio la cintura di sicurezza, era la prima volta che volavo da sola, diciamo la prima volta e basta.
Il mio stomaco si abbassa e si alza a ritmo con l’aereo fino a quando si stabilisce e siamo nel cielo. Mi infilo le cuffiette del mio ipod e con la musica che mi inonda la mente non permettendo posto ai pensieri mi addormento.
 
Non so precisamente quante ore passarono, quando mi sono svegliata c’era la hostess che mi diceva che stavamo atterrando. Preparo tutto e attendo l’atterraggio che avviene nel giro di dieci minuti.
Raccolgo la mia valigia chiamo un taxi e mi faccio portare in albergo.
Quando entro in quell’albergo capisco perché “Crystal Palace” e quattro stelle.
Era un albergo davvero lussuoso, gigantesco a luci gialle in lampadari di cristallo, tappeti rossi su un parquet marrone che si trovano sotto i tavolini tra divani bianchi, in fondo all’albergo verso destra si trova il bar, mentre dalla prospettiva dell’ingresso tavolini con vasi di cristallo e varie conchiglie di tutte le dimensioni. C’è una musica in sottofondo, credo sia la sinfonia numero 11 di Mozart. Pareti bianche con margherite gialle disegnate a pennellate veloci in alcuni punti, aderiscono su di esse anche vasi a metà con tre rose rosse ciascun vaso, il profumo che emanano è bellissimo, quei fiori sono perfetti e con i petali aperti e delicati, credo che a minimo tocco si possano spezzare.
Mi avvicino alla reception dove dietro il bancone c’è una signorina da gambe molto alte in tacchi neri, ha un vestito molto professionale, con gonna blu stretta sopra le ginocchia, una camicia bianca e una giacca blu. Ha un viso molto grazioso, occhi azzurri contornati da un leggero tratto di matita seguito dal mascara, mentre i suoi capelli erano raccolti in un tuppo.
Appena finii la “scannerizzazione” la signorina mi riportò alla realtà, si chiama Angela, prendo la mia carta che aprirà la porta della mia stanza e un facchino prende le mie valigie portandole sopra, lo lascio andare avanti mentre io salgo incantata quella scala a chiocciola, i gradini erano molto larghi potevano entrarci anche otto persone, le ringhiere erano d’oro e i manici marroni, quando raggiungo il mio piano scruto tutte le porte, erano di un legno perfetto a differenza di quelle di casa mia vissute da tre fratelli maschi e da due femmine. All’improvviso mi sento il fuso orario addosso, lì è sera tra poco era notte, mentre camminavo per quell’immenso corridoio una porta in particolare attira la mia attenzione, forse perché è socchiusa. Senza che nessuno mi veda cerco di sbirciare, ma la porta si apre e ciò che vedo mi apre tutte le ferite che con gli anni avevo medicato.
-Cosa ci fai qui?-la voce mi esce quasi come in un sussurro.
-Ellie..-mostra il suo grande sorriso, si avvicina ma quando sta per toccarmi mi allontano.
-Non toccarmi Justin..-sussurro.
-Cosa ti ho fatto?- mi fissa intensamente con quei suoi occhi color caramello e porta una mano alla mia guancia, rimango rigida e mi lascio accarezzare.
-Mi hai lasciato sola senza una parola, un messaggio, niente! Ecco cosa hai fatto!- sbottai. Mi fa entrare e chiude la porta per poi sbattermi al muro e intrappolarmi in un bacio senza fine.
-Non farmi più del male.. per favore.. lasciami andare- sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra.
-Io ti amo Ellie, non posso lasciarti andare-
-Ma lo hai fatto- una lacrima scende lungo la mia guancia, ma lui prontamente l’asciuga.
-Dimentica.. ora voglio regalarti una notte magica- mi intrappolò in un altro dei suoi morbidi e passionali baci. Ho diciotto anni secondo madre natura, ma la testa di una ragazzina che cede ad un bacio, ma non posso resistergli, senza di lui sono il nulla.
Intrappola il mio corpo al suo e insinua la sua lingua nella mia bocca dove inizia una lotta del dominio.
Avvolgo le mie gambe attorno alla sua vita e lui mi porta sul letto, lui sopra e io sotto, si leva velocemente la maglia e fa lo stesso con me e dopo inizia a baciarmi tutto il mio petto esposto lasciando vari succhiotti sul collo. Incominciai a gemere, fino a quando pensai a che brutta fine avesse fatto il facchino che aspettava me con la carta per aprire la porta.
Ma questo pensiero svanisce quando Justin inizia a sbottonarmi i bottoni del jeans, sfila anche le mutande, leva le scarpe e si spoglia anche lui, ora è completamente nudo. Inizia a baciarmi sotto l’ombelico scendendo sempre di più. Cominciavo a gemere sempre più forte, ma per non svegliare nessuno mi morsi il labbro molte volte, quando se ne accorse, sale all’altezza del mio viso e mi lascia altri baci e prende a morsi il mio labbro inferiore, in quel momento sento un formicolio nel basso ventre.
Si posiziona sopra di me e dopo avermi divaricato le gambe entra in me con una dolcezza tale che mi sembra di essere già arrivata all’orgasmo, ansimo sempre di più, lasciando qualche grugnito in fondo alla mia gola.
Spinge sempre di più mentre prende nella sua bocca tutte le mie grida attraverso i baci.
Veniamo per due volte e si accascia stanco e sudato sul mio petto, sembrava un bambino.
Gli accarezzo i capelli mentre i nostri petti si alzano velocemente cercando di regolarizzare i respiri.
-Ti amo Ellie-  disse e mi lasciò un lungo bacio.
-Ti amo anchio Justin,  non lasciarmi mai più-
-Mai più- ansima e mi lascia un lungo e delicato bacio.

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La mia seconda One Shot eccola qui. Spero possa piacervi. :3 Continuerò a scrivere nuove One Shot se vi fa piacere, lasciate una recensione.
passate anche qui e lasciate una recensione perfavore! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1374561&i=1
   
 
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