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Autore: chocolat_16    10/02/2013    2 recensioni
"ho sempre sperato in qualcosa che mi cambiasse la vita, che mi faccia pensare che vale la pena di viverla. Quel qualcosa, sei tu Ocean. Sei la mia felicità, la mia ancora di salvezza, la luce che è riuscita a penetrare nel buio più totale riportandomi alla realtà, sei il mio sogno, il mio futuro e se per restare al tuo fianco dovrò tirare fuori i denti, diventare forte e lottare, allora lotterò. Per cambiare il nostro destino, per il nostro amore, io lotterò!".
Questa storia parla del destino avverso di due ragazzi: Ocean e Acqua.
Lei perde i suoi ricordi, riguardanti i momenti passati con lui e la grande e imminente guerra che aveva cominciato a combattere.
Così con l'aiuto di Ocean, Acqua comincia a riottenere i suoi ricordi, riscoprendo un mondo che aveva dimenticato e preparandosi per la battaglia finale.
il crudele destino ha scelto per loro un amore senza lieto fine, riusciranno ad essere così forti da cambiarlo e superare tutti gli ostacoli? ..
ps: forse non è una trama avvincente ma non sapevo cosa scrivere !!! xd per favore recensite e ditemi cosa ne pensate, grazie a tutti, bye bye :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Acqua è una ragazza molto speciale, magra, non molto alta, capelli mossi sul castano caramellato e occhi azzurri cristallini, pelle candida, labbra carnose, irresistibili  e  guance rosee. 

Proviene da un paesino chiamato Country Flame, lei ha un desiderio, desidera una vita diversa e questo sogno questa speranza sta per realizzarsi, ma sarà tutto come lei l’ha sempre sognato o la sua vita peggiorerà drasticamente ?.

<< Finalmente, un’altra giornata di scuola è finita, poi oggi è sabato quindi ho il pomeriggio libero >> Acqua è una ragazza molto altruista e per lei riposarsi voleva dire andare da katy, una vecchia signora che fin da piccola si era presa cura di lei.

Katy era molto paffuta, aveva gli occhi verdi e piccoli, una pelle morbida e aveva un profumo sempre così dolce, nonostante la sua età aveva ancora molto spirito di vita e amava Acqua come fosse sua figlia.
Il loro incontro fu casuale, quando Acqua era una bambina stava sempre in un parco abbandonato a giocare tutta sola, un giorno però arrivò Katy che con un sorriso molto dolce, le chiese se si era persa, Acqua rispose di no e le chiese se poteva rimanere con lei; da quel giorno si incontravano sempre in quel parco, poi quando Acqua divenne grande e Katy troppo anziana e malata per uscire, lei cominciò ad andare a trovarla a casa sua, raccontandole tutte le sue tristezze e gioie.

Katy l’aveva cresciuta raccontandole la sua storia, che era così particolare, piena di dettagli, di imprevisti, di emozioni, di sentimenti e di scelte, quelle scelte che ti fanno crescere e che ti fanno diventare ciò che vorresti o che non vorresti essere.

Acqua nonostante l’avesse sentita un’infinità di volte non si stancava mai; la sorpresa, la paura, la tristezza, la gioia queste emozioni la invadevano sempre come se l’ascoltasse per la prima volta.

<< Katy, posso salire? >> Katy rispose solo dopo qualche minuto, ormai era vecchia e faceva fatica a camminare, anche se non lo dava mai a vedere, faceva di tutto pur di non far preoccupare Acqua.

<< Si, tesoro sali pure>> la sua voce indipendentemente dalla situazione quando si rivolgeva a lei, era sempre calma e dolce come se usando un tono diverso o troppo forte potesse spezzarle il cuore. 
<< Katy, oggi come stai? stai meglio? >> le loro conversazioni cominciavano a farsi sempre piu corte. Katy la maggior parte del tempo lo passava a letto a riposare e Acqua non se ne andava, restava in quella vecchia stanza, seduta su una poltrona, a far finta di sorridere e a preoccuparsi di nascosto per Katy. La osservava sempre senza distogliere mai lo sguardo ma la cosa piu triste di cui non poteva fare a meno era lo sguardo che rivolgeva al petto di Katy controllando che respirasse ancora.  In quel momento era sveglia appoggiata allo schienale del letto. 
<< Oh, si cara>> Acqua sapeva che era una menzogna, però restava comunque al gioco.
<< E tu come stai ? tua mamma ti tratta ancora in quel modo ? >> era bello sapere che esisteva ancora qualcuno che si preoccupava per lei.
<< Io sto bene, non ti devi preoccupare,mia mamma non mi tratta meglio, purtroppo, però io ho te quindi va tutto bene, finchè resterai con me >> sapeva che non sarebbe rimasta in eterno con lei, però in fondo ci sperava, perchè la speranza e i sogni erano le uniche cose che le permettevano ancora di sorridere.
<< Oh che ragazza cara e dolce che sei, sei veramente una ragazza d’oro, però io comincio ad essere vecchia,non dovresti più venire da me.. >> le parole di Katy erano pungenti, ma il tono era sempre lo stesso, non voleva che lei continuasse a stare chiusa in quella casa ad invecchiare con lei, doveva uscire, scoprire il mondo, fare nuove amicizie e cercare di vivere come una ragazza normale, senza tutta quella solitudine.
<< No! Non dire così.. ti prego…>> era difficile sentirsi dire quelle parole, lei con le sue storie l’aveva cresciuta ed era come una madre per lei. 
<< Acqua abbiamo passato tanto tempo insieme, però adesso vedi i dottori mi hanno detto che mi resta poco.. purtroppo ho un tumore e con l’età che ho non posso essere curata, quindi vorrei tornare nel mio paese, dai miei familiari, e mettere a posto alcune cose. Sai non voglio avere rimorsi fino alla fine >> ed ecco ciò che la spaventava di più, Katy aveva una famiglia oltre a lei, mentre Acqua non aveva nessun’altro, voleva essere lei a passare insieme a Katy il poco tempo che le restava, ma non bisognerebbe mai lasciare questioni in sospeso, questo è ciò che entrambe avevano imparato dalla storia della vita di Katy.
 << No!! non è vero non ti resta poco, e non hai un tumore, e poi i tuoi familiari ti hanno lasciata qui da sola .. io sono la tua famiglia !! >> Acqua si sentiva distrutta non voleva allontanarsi dall’unica persona che le aveva dato affetto e che l’aveva trattata come parte della famiglia, anche se sapeva che era giusto lasciarla andare.

<< Ti prego Acqua tu sei una ragazza intelligente e io sono molto orgogliosa di te però adesso vai ti prego, vai per la tua strada smetti di occuparti e preoccuparti per me. Sono sicura che tua mamma ti voglia davvero bene e poi sono sicura che troverai tante persone che ti vorranno bene per come sei, cioè la dolce, dolcissima Acqua che conosco io >> con le lacrime agli occhi e con un senso di rassegnazione le diede un bacio in guancia, ormai non poteva piu fare niente, stare li avrebbe complicato tutto.

<< Ok, Katy va bene, hai ragione scusa tu hai la tua famiglia è giusto che torni da loro, addio, Katy >>.

Il loro ultimo incontro fu questo e durò poco, perché sapevano che le parole non servivano più e che insistere avrebbe solo fatto del male a entrambe. Nessuna delle due dopo essersi guardate per l’ultima volta disse niente, faceva male, il petto di entrambe bruciava, era un addio così doloroso, non l’avrebbero mai dimenticato, ma purtroppo non potevano fare altrimenti. Il dolore avrebbe fatto crescere ancora una volta Acqua e Katy prima o poi avrebbe comunque dovuto lasciarla andare, come fanno dei veri genitori con i loro figli.

Mentre stava tornando a casa, sentì il bisogno di scappare così si recò al vecchio parco, era un posto così tranquillo, l’ideale per schiarirsi le idee e per ricordare tutti i momenti passati con Katy. Però non era sola, c’era anche un gattino veramente bello, bianco con delle sfumature grigiastre e dei misteriosi occhi celesti, era come guardare una miriade di stelle in un cielo celeste. Acqua lo prese senza indulgiare, si sdraiò su una panchina e vide la luna e il cielo stellato, la luna era così bella e non sapeva bene il motivo ma aveva sempre avuto uno strano desiderio verso di lei. Le ricordava qualcosa di familiare anche se non sapeva cosa, le dava la forza di andare avanti, la speranza come se quella luna così luminosa la chiamasse, come se quella fosse sempre stata casa sua; un sogno lontano forse, oppure un passato che aveva vissuto. C'era qualcosa che sentiva di sapere, qualcosa che nessun’altro sapeva, poteva restare a fissarla per ore ma quella sensazione non svaniva, anzi si intensificava. 

Era davvero bella, la luna di quella sera era piena di un bianco abbagliante con delle macchie grigie e aveva una luce blù che la circondava, ogni volta che Acqua la guardava riprendeva tutte le energie che aveva perso.
Il paesaggio così naturale e rilassante, il vento che le sfiorava la pelle e che passava attraverso ogni singolo albero facendo impazzire le foglie. Era tutto così bello che per un momento pensò che avrebbe anche potuto rimanere a vivere in quel parco e lentamente si addormentò.

Quella notte fece uno strano sogno. Sognò che il gatto del parco si avvicinava a lei con passo leggere ed elegante, infine si oscurò e al suo posto apparve una sagoma nera, di un ragazzo e per un momento le sembrò di vedere degli occhi dolci scrutarla come se la stessero assaporando, come se la stessero cercando da tanto, troppo tempo. 

La sagoma tornò ad essere l’elegante gatto che avvicinandosi continuava a ripeterle << ricordati, ricordati di me, ricordati da dove provieni, Acqua tu non sei sola, hai me, ho bisogno di te, mi manchi, mi manca il tuo sguardo, il tuo sorriso, mi manca poterti asciugare le lacrime, mi mancano le tue labbra, i tuo baci che tolgono il respiro, mi manca passeggiare tenendoti per mano... quindi ti prego, ricorda tutto >>. 

Acqua non capiva, come poteva un gatto parlare ? e poi il posto era un luogo che aveva già visto. La luna sembrava così vicina, come se allungando la mano la potesse toccare e anche le stelle, poi c’era quel bellissimo lago che rifletteva il cielo notturno. 

Acqua indietreggiava, quelle parole la toccavano profondamente, si conoscevano? perchè non riusciva a vedere chiaramente il suo volto? perchè desiderava ardentemente che gli andasse incontro baciandola? lo voleva, sentiva che era una cosa che aveva perso e che doveva riprendersi. 

 << Ma tu chi sei ? e cosa sei? >> il gatto si avvicinava sempre di più, stava per rivelarsi << io sono ..>> ma non fece in tempo. Acqua si svegliò. 

Quel bellissimo sogno era finito, ma le aveva lasciato una sensazione di malinconia e un gran mal di testa e il cuore, il suo cuore batteva all’impazzata. 

Si sentiva intontita, con gli occhi gonfi che la facevano sembrare una rana. Acqua era solita non ricordarsi mai i sogni, ma quello non sapeva il motivo se lo ricordava come se fosse successo realmente.

 Quando capì che si era addormentata e che era già tardi, corse verso casa più veloce che poteva e quando arrivò si sentì in pericolo, come se stesse per succedere qualcosa che le potesse cambiare la vita; sentì delle urla provenire dalla cucina. 

Come al solito l’uomo nero sta imponendo le sue stupide regole a mia madre.. non posso mettermi più in mezzo, non avrebbe alcun senso, peggiorerei solo le cose.

Prese il telefono e chiamò Clara, la sua migliore amica, << ciao Clara >> la sua voce era spezzata << Acqua cosa succede ?? è la prima volta che ti sento così giù, è successo qualcosa?? >> acqua non aveva mai raccontato la sua situazione familiare a nessuno, oltre Katy, ma questa volta c’era qualcosa che la spaventava, che la spingeva a confidarsi.

<< No tranquilla, solo che .. beh ecco .. ho un po’ di paura >> le parole uscivano con ironia perché lei non riusciva a credere che dopo tutti quegli anni, che aveva sopportato da sola confidandosi solo qualche volta con Katy, adesso aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di parole confortevoli, aveva bisogno di raccontare la sua triste vita e di essere coccolata.

<< Acqua, ormai ti conosco da anni, dimmi tutto. >>

<< Beh, Cla possiamo vederci così ti spiego tutto?>>

<< Certo, non c’è problema ci vediamo sotto casa tua tra 15 minuti>>

<< Ok, grazie >>

<< Non devi ringraziarmi>>.

Stava per uscire ansiosa ma felice, perchè stava per condividere con Clara quel pesante fardello, quando la madre la fermò.

<< Dove stai andando? >> disse con voce stanca ma ferma.

<< Perché ? adesso ti interessa??, sto andando da Clara, una mia amica >> rispose Acqua con tono freddo.
La mamma non rispose, dopotutto non poteva dire niente, non si era mai comportata da madre, farlo adesso che Acqua era cresciuta era inutile, ormai era abituata a cavarsela da sola, così senza guardarsi indietro chiuse la porta e se ne andò senza aggiungere altro.

Mentre stava scendendo le scale Acqua si sentì bruciare le mani, era un bruciore forte ma durò pochi secondi. Si guardò le mani e vide un segno: era un cerchio, il contorno di questo cerchio aveva un colore azzurro cristallino quasi lo stesso colore che illumina la luna circondandola. Acqua era terrorizzata, qualcosa in lei stava cambiando, anche se, non aveva la più pallida idea di cosa e non sapeva neanche che effetti potessero avere questi cambiamenti sulla sua vita. Con tutto quello che le stava succedendo non riusciva a pensare, il dolore non le sembrava così forte come lo era in realtà, così decise di non pensarci e corse verso Clara che era già arrivata.

<< Tesoro, che è successo?? >> Acqua scoppiò a piangere tra le sue braccia, Clara stava sorridendo e le accarezzava la testa, quell’abbraccio, quelle attenzioni, quell’affetto scaldavano Acqua e la calmavano. Era quello che aveva sempre desiderato, avere qualcuno con cui confidarsi, che si prendesse cura di lei, qualcuno della sua età, un’amica, quella era la sua occasione per realizzare il desiderio.

<< Vedi, in casa mia c’è un uomo.. che io chiamo l’uomo nero >> Clara alzò un sopracciglio e la fermò subito << aspetta, ma tu non vivevi solo con tua madre ? e poi perché uomo nero, è una cosa strana >> Clara era calma e parlava come se stesse scherzando, ovviamente questo comportamento lo teneva solo per non rendere ancora più drastiche le cose.

<< Lo so, lui è il fidanzato di mia mamma abita con noi da quando avevo 12 anni, è da lì che lo chiamo uomo nero, non ho ricordi della mia vita prima dei dodici anni, non ho ricordi del mio vero padre >>. Mentre Acqua pronunciava queste parole, le lacrime lentamente cominciavano a scenderle dagli occhi << capisco, deve essere difficile >> Clara le prese la mano e la accarezzò cercando di dargli tutto il conforto di cui lei aveva bisogno << si però questo non è tutto, vedi io non ho mai avuto un vero rapporto con mia mamma. Sono sempre stata sola, mia mamma mi disprezza, non le interessa niente di me e come se non bastasse l’uomo nero detta regole a suo piacimento senza darci la possibilità di ribattere, in più ho appena perso Katy...>> Acqua si asciugò le lacrime voleva smettere di piangere, odiava essere debole. Per lei essere forte era tutto ciò che le permetteva di continuare ad andare avanti, di continuare a sperare in un cambiamento e sapeva che se voleva che questo cambiamento avvenisse doveva prima di tutto cercare di essere forte per poter andare avanti così che, una volta diventata abbastanza forte avrebbe avuto il coraggio di scappare da quella casa e di realizzare il suo desiderio iniziando una vita tutta nuova per conto suo.

Ma pensava anche che, se per una volta si fosse lasciata andare poi sarebbe stato tutto più facile, così continuò ad ascoltare Clara e ogni tanto dal suo viso scendevano quelle lacrime che per tutto quel tempo aveva tenuto dentro se. << Capisco, Acqua comunque sono sicura che tua madre ti voglia un gran bene, facciamo così ti va di venire a dormire da me questa notte?? così ti rilassi e non ci pensi più, almeno per un pò potrai stare tranquilla >>. Acqua si lasciò completamente andare così su buttò tra le braccia di Clara e un pianto ininterrotto e soffocante cominciò a uscire dal suo cuore e tra tanti singhiozzi rispose alla proposta di Clara << si, voglio venire da te, io dovrei essere più... più forte di così... per poter cambiare la mia vita devo essere più ... più forte >> Clara non riuscì a trattenersi vedere Acqua in quel modo era troppo strano per lei, in tutti quegli anni non si era mai accorta della sua situazione e un pò si sentiva in colpa, perchè pensava che se, se ne fosse accorta prima forse avrebbe potuto essere al suo fianco per aiutarla e per non farla sentire piu sola di quanto già non si fosse sentita, ma pensare al passato in quel momento non aveva senso, l’importante era che adesso ci sarebbe stata, adesso sapeva cosa provava e poteva starle vicino.

<< Lo sei gia Acqua, tu sei gia forte. Il fatto che sei riuscita ad arrivare dove sei adesso, in un  modo o nell’altro dimostra quanto tu sia stata coraggiosa e forte, ma adesso basta, non devi più sopportare tutto questo da sola, adesso ci sono io. Ti aiuterò e starò sempre con te così che tu non possa più sentirti sola, su adesso andiamo a casa >>.

Clara la prese per mano sorridendo e la condusse verso casa sua, come se fosse una bambina impaurita e sperduta. 

Acqua voleva dirle di tante altre cose tra cui il segno, ma aveva paura che Clara non fosse in grado di aiutarla e non voleva metterla del tutto in mezzo, in questa sua vita incasinata. Per la prima volta Acqua non si sentiva più sola, andò a dormire dall’amica senza dire niente alla sua “famiglia”.

La famiglia di Clara era serena e emanava un calore affettivo che Acqua sognava da sempre.

Durante la cena la madre di Clara si avvicinò a Acqua e disse << noto della tristezza in te e questo mi dispiace perché dai tuoi occhi si vede che sei una persona gentile che ne ha passate tante >> Acqua la guardò con sorpresa ma anche con desiderio, il desiderio che quella madre, quella dolcezza, quell’affetto fossero suoi. La cena continuò con tante dolci e premurose risate.

Finita la cena le due ragazze andarono nella stanza di Clara era molto grande e sul muro dipinto di celeste c’erano delle foto di amici e parenti.

Clara era una ragazza molto popolare, capelli color nocciola occhi ambrati e un fisico da modella, snello e slanciato, era una ragazza ben apprezzata da tutti, nella scuola e anche all’esterno era difficile trovare una persona che non provasse simpatia verso di lei, ma nonostante questo il suo carattere era sempre stato buono e amichevole, non come certe ragazze a cui basta avere tanti amici per montarsi la testa.

Acqua quella sera parlò così tanto e così allegramente che tutto le parve un sogno e le ragazze rimasero sveglie tutta la notte a raccontarsi la loro vita, i loro hobbies e tutto ciò che le rendeva felici, per una volta la tristezza scomparve e Acqua si sentiva così se stessa che pregò che quel giorno, quella notte, non finissero mai . 

Il giorno seguente tornata a casa aprì la porta, c’era la madre sdraiata per terra aveva la bocca piena di sangue e un occhio nero. Acqua si sentì mancare. Si, non era la prima volta che vedeva la madre con dei lividi, ma non l’aveva mai vista ridotta in quello stato.

Si avvicinò per aiutarla ma la madre la fermò e le disse << non mi toccare, tutto questo è colpa tua ! >> cosa?? Colpa mia?? ; stava stringendo i denti e senza piangere rispose << colpa mia ? cosa c’entro !! è?! Dimmelo! , la colpa non è mia ma tua che hai portato a casa quel mostro!!>> la risposta della madre fu più dolorosa di quanto lei potesse pensare.

<< Ragazzina egoista e viziata, non ti meriti di stare in questa casa, sei solo un peso e se vuoi saperlo il mostro sei tu! Non avrei mai dovuto metterti alla luce >>.

<< io viziata?! Se c’è una persona che non è mai stata viziata quella sono io ! non mi avete mai ascoltata, sono sempre stata invisibile in questa casa e questa comunque non è una casa ! questo è un inferno sia per me che per te. Non sono un mostro, sono tua figlia!  Il peso sei tu, che mi hai distrutto la vita insieme a quell’essere >>.

 La madre cominciò a piangere abbassò lo sguardo e vide la mano di Acqua, fissò il segno per un po’ poi la guardò negli occhi con uno sguardo sbalordito e estremamente serio e le disse << Acqua ascoltami, adesso hai il segno, non puoi più stare qui, ti devi nascondere è per la tua sicurezza non devi andare da nessuno, tu hai un grande potere..>> acqua non capiva, per la prima volta la madre le stava parlando da mamma a figlia. Erano delle parole dette con dolcezza e preoccupazione, il cambiamento della madre era improvviso, sembrava un’altra persona e solo per quel segno, le parole che le aveva appena detto che senso avevano ? le aveva dato del mostro, aveva detto che era un peso, ma allora perché? Perché adesso sembrava interessarsi a lei e volerle bene ?. 

<< ma cosa stai dicendo?? >> Acqua in testa aveva una confusione che non le permetteva di capire ciò che stava accadendo << Acqua ormai hai 17 anni e hai anche il segno devi sapere la verità, quindi non interrompermi, prima che quell’uomo torni ti devo spiegare un po’ di cose. Io ho sempre fatto finta di essere la prescelta, ma sei tu Quella che ha il potere e quell’uomo lo vuole, il dono che hai tu. Per questo te ne devi andare, finche crede che io ho il potere, andrà tutto bene, le cose che ho detto mi dispiace davvero, ma lui controlla tutto e se mi vedeva trattarti come una figlia, se gli mostravo di volerti bene, ti avrebbe uccisa per farmi soffrire, mi dispiace, io ti voglio bene, non penso quelle cose, tu sei la mia bambina e mi dispiace, mi dispiace davvero tanto ero controllata. Non è una persona normale.. lui può vedere tutto.. non potevo trattarti bene, scusami, è stato difficile anche per me >>.

 potere? Continua a nominare questo potere.. e poi prescelta?? Ma per cosa ? non ci sto capendo niente!!.. l’unica cosa che ho capito è che me ne devo andare per il bene di tutti e questo non ha senso.. lui la controllava ? e come ? adesso non c’è.. poteva non dirle quelle cose, non ci capisco niente, allora mi vuole bene ? non sono mai stata odiata… mi sembra di stare in un film dell’orrore, vorrei più risposte..

<< Acqua adesso vai, lui ha sentito tutto, la casa è sorvegliata e sta per arrivare, un’ultima cosa, tuo padre era un uomo fantastico, ti voleva bene.>> << Non so cosa stai dicendo però mi voglio fidare… anche se mi sembra tutto ridicolo …  non te lo meriteresti ma questa è una buona occasione di dare una svolta alla mia vita, però, non ho un posto dove andare...>> Acqua voleva fidarsi, voleva credere in quello sguardo che non aveva mai visto, ma che aveva sempre desiderato, qualcosa di strano come il segno, stava per accadere e lei lo sapeva. Ormai non aveva più certezze, non sapeva cosa era reale e cosa non lo era poteva solo fidarsi del suo istinto.

<< Acqua non ti lascerò per strada prendi questa foto e queste chiavi adesso vai .. cerca questa casa e troverai tutte le risposte alle tue domande, Buona fortuna tesoro >>. La porta si aprì era l’uomo nero, era tornato, guardò la valigia << che cosa state facendo?? Volete scappare eh ?!! >> l’uomo nero aveva uno sguardo indiavolato, sbattè la porta e fece un solo ma decisivo e forte passo dentro casa. La madre si alzò e guardò l’uomo con uno mezzo sorrisetto mentre Acqua impietrita dallo sguardo di lui era impallidita. << Che hai da ridere donna ?! >> disse l’uomo con fermezza avvicinandosi sempre più ad Acqua che intanto era come paralizzata, incapace di difendersi, come quando era una bambina << mi chiedi che ho da ridere ? beh, caro non sono più costretta a subire in silenzio. Ti ho preso in giro tutti questi anni e tu che avevi quello che cercavi sotto il naso non te ne sei mai accorto,quindi il mio piano ha funzionato. Rido perchè finalmente sono libera, siamo libere ! lei ha il segno noi abbiamo vinto ! >> l’uomo nero si allontanò dalla ragazza avvicinandosi verso la madre e ridendo con gusto disse << credi davvero di essere libera ? oh, no ! ti sbagli so che quella sciagurata ha il segno ho sentito la vostra conversazione ma questo non vi salverà, adesso tu non mi servi piu ! >> l’uomo nero girò la faccia verso Acqua con desiderio << tu, donna non mi servi più ! ora io... voglio lei ! >> la madre strinse i denti << non l’avrai! >> disse correndo verso l’uomo e con tutta la forza che aveva in corpo tentò di sferrargli un pugno nello stomaco << acqua vattene veloce >> l’uomo nero afferrò il pugno e stringendo forte il polso lo piegò verso il bagno mettendola alle strette, Acqua non riusciva a muoversi vedeva quella scena e non sapeva cosa fare. Il panico aveva preso il sopravvento. Ad un certo punto il segno si accese, il bruciore aumentava, e una forza mentale le permise di tornare in se. Corse verso la porta per scappare << mamma.. ci vediamo presto ti prometto che tornerò a prenderti >> ma non fece in tempo ad uscire dalla casa, l’uomo nero si avvicinò ad Acqua lasciando il polso della madre << ho sentito tutto! Tu sei quella che mi serve, dammelo dammi il potere ! non andrai da nessuna parte!  >> Acqua era terrorizzata aveva una forza grazie a quel segno ma  non aveva idea di come usarla << non ho nessun potere, lasciami andare >> l’uomo nero la prese per il braccio, la mamma di Acqua gridò << no ! lasciala ! >> Acqua strillava, era l’unica cosa che la sua mente le permetteva di fare in quel momento. Poi però sentì la presa allentarsi, la madre aveva preso un vaso di ceramica e l’aveva lanciato con forza in testa all’uomo nero, che cadde a terra intontito << forza tesoro, è la tua occasione scappa, io starò bene, scusa di tutto ti meriti una vita migliore >> Acqua cominciò a piangere e scappò, il più lontano possibile, senza voltarsi indietro. Non riusciva a perdonare ancora sua mamma perché non riusciva a capire le motivazioni e la realtà dei fatti, però le era grata per il sacrificio e sapeva che comunque quello che aveva fatto, anche se sbagliato e doloroso, l'aveva fatto per lei, per la sua incolumità e questo era un gesto che comunque dimostrava il suo amore. Quell'amore che Acqua pensava fosse inesistente e che adesso era riuscita a trovare. Non era più triste come prima, perché non era più sola aveva Clara, katy e sua mamma, anche se non potevano stare più insieme.

  
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