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Autore: Mai Valentine    10/02/2013    1 recensioni
Luna, io ti prego di guidare la mia lama
d'assassino...
Proteggi la mia vendetta,
proteggi il mio cuore
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Salve a tutti sono Mai Valentine, questa è la mia seconda storia che scrivo nella sezione originali. Spero che questa storia vi piaccia e se vi va mi afarebbe piacere ricevere una recensione =). Alla prossima Mai Valentine           





                                                                    La mia preghiera
 
 
Era una notte di luna. Nella terra di Nimai le notti di luna erano considerate magiche; le preghiere venivano esaudite. Una fata, una splendida fata dormiva in un letto di uomo... solo per quello poteva essere condannata alla più dura delle punizioni. La fata dai lunghi capelli neri, mossi, dagli occhi scuri come la notte accarezzava il volto della figura che le dormiva accanto. I lineamenti del cavaliere, si perché l'amante della fata era un cavaliere, erano morbidi, rilassati persi nel più magnifico dei sogni. La fata appoggiò le sue labbra a quelle del cavaliere, smuovendo un sussulto ma lei non si svegliò. Il cavaliere oltre ad appartenere alla razza umana era anche una donna: una delle poche donne alle quali era permesso di divenire cavaliere della guardia imperiale. Alister, era  il nome del cavaliere, apparteneva da generazioni alla guardia imperiale, il suo era una posizione di discendenza. Il padre di Alister  aveva combattuto nella guerra del Sainai, un regno del Sud protetto dalle fate. Il nonno ancora prima aveva ridotto in schiavitù gli Elfi del Nord, ed il padre di suo nonno aveva raso al suolo Shamara, la capitale delle creature magiche, oggi parte del regno del Nimai. La razza umana e le creature del bosco non potevano andare d'accordo, la loro relazione era vietata. I cavalieri avrebbero deriso e degradato Alister dal suo grado mentre per lei, per Menf la pena sarebbe stata dolorosa: lo strappo delle ali. Le fate della notte conosciute per le loro magnifiche ali, colorate dalle tinte  del buio ma incastonati in quelle di gemme preziose... A Menf non  importava delle sue bellissime ali, del suo grado: figlia della regina delle fate, no per lei queste erano solo stupide onorificenze e gradi... Chi era importante per Menf era solo Alister, la quale dormiva beatamente al suo fianco. La fata prese il pugnale del cavaliere, accarezzò la lama ricurva, con le dita fece suoi i diamanti incastonati sul manico e sentì forse, per l'ultima volta sulle sue dita il nome completo del cavaliere inciso nella lama: Alister Amot Tempest XVII. Menf si girò di scatto quando vide le lenzuola muoversi, nascose il pugnale sotto il vestito e si diresse verso Alister. Erano ancora nude, si trovavano nella grande villa del padre di Alister ormai sua di diritto, nel bosco di Nimai. Il camino scoppiettava bruciando la legna, così come il cuore delle due donne, Menf tirò il pugnale e con quello accarezzò il volto della donna addormentata. Mentre la lama seguiva il profilo del collo Alister si svegliò. Negli occhi del cavaliere vi si poteva leggere paura, terrore, rabbia. Con un salto fu giù dal letto e in un disperato tentativo strappò dalle mani di Menf il pugnale; sentì il sangue della sua amata fata tra le dita. Si inginocchiarono per terra Alister abbracciò Menf e solo allora decise di voler comprendere il gesto folle della bellissima fata.
 
« Menf...perché?  » la voce di Alister agitata e veloce non riusciva a formulare altre parole.
« Non possiamo amarci in questo mondo... Io Menf Alaja Shami non posso condividere la mia vita con te: Alister Amot Tempest XVII »
« Menf non dovevi ucciderti! Allora io mi maledico ora e per sempre per non averti saputo proteggere e a causa mia hai dovuto incontrare la morte » Le lacrime dagli occhi di Alister scendevano copiose
« Non maledire il nostro incontro... Sei stata la mia luce-le accarezzò il volto- scusami per essere stata così codarda » sorrise debolmente Menf
Alister prese il pugnale caduto poco lontano, sentì il sangue della sua donna scivolarle ancora tra le dita e lo puntò alla gola.
« Ti seguo, nella vita o nella morte io voglio un posto dove amarti »
« Mi dispiace Alister... Ho impresso su di te una protezione: la lama di qualsiasi spada, pugnale o arma da taglio non ti avrebbe mai levato il soffio vitale permettendoti di terminare la tua vita come degna Tempest. Perdonami per questo mio codardo... Ti amo Al »
Menf esalò il suo ultimo respiro tra le braccia di Alister, il cavaliere vide sparire la donna che aveva amato per lunghi cinque anni... Un attimo e il suo corpo si dissolse in scintille di luce, lasciandola lì in quella fredda casa da sola.
Alister si asciugò gli occhi, le lacrime non avrebbero portato in vita Menf, la sua bellissima fata... Neanche un corpo da poter seppellire o una tomba dove far ritorno; ad Alister era vietato accedere al bosco delle fate dove lì riposavano quelle splendide creature. Prese il pugnale con il quale si era tolta la vita la sua amata, si vestì in fretta con stracci, indossando il cappuccio della fata. Strappò dalla parete il simbolo del Grifone rompendolo, un rumore sordo si sarebbe potuto ascoltare se solo qualcuno avesse fatto attenzione. Bruciò i suoi abiti di cavaliere, causa e rovina della morte della sua Menf, infine lasciò quella casa...
Una volta fuori sentì l'aria notturna estiva che le accarezzava la pelle, guardò verso la luna, sorrise.
 
Luna ascolta la mia preghiera,
ascolta la mia richiesta.
Sono qui e ti prego...
di guidare lo spirito della fata
attraverso gli oscuri sentieri.
Luna, io ti prego di guidare la mia lama
d'assassino...
Proteggi la mia vendetta,
proteggi il mio cuore
Oh Luna io ti prego...
 
Alister con un sacco sulle spalle, il pugnale nella cintura e il cappuccio nero di Menf che le coprivano il volto si mise in viaggio verso la capitale... Quelle stupide leggi dovevano cambiare: da quel momento in poi lei non sarebbe stata più Alister Amot Tempest XVII ma Al Shimai. I suoi passi risuonavano nella notte di luna sicura che la sua preghiera fosse stata ascoltata. Con il cuore più leggero era determinata a cambiare il mondo...

   
 
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