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Autore: __EleKtra__    10/02/2013    3 recensioni
Per sentirsi una principessa si farebbe di tutto, anche tradire se stessi.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“sembri una vera principessa”

Queste le parole che cascavano come stelle luccicanti intorno a lei mentre una coroncina di cartone si posava sui suoi lunghi capelli biondi che ricadevano come fili dorati sulle piccole spalle di bambina. Non diceva nulla, non poteva: le sue labbra erano impegnate a creare un sorriso più abbagliante del sole.

Le piaceva frugare nei cassetti della mamma in cerca di tesori sconosciuti e quando trovava i gioielli e i trucchi si sentiva ricca di un tesoro immenso. Spargeva prodotti su tutto il viso, cercando di rendersi bella come le principesse delle fiabe, o di più ancora: come sua mamma. Era certa che in quel modo sarebbe stata abbastanza bella per fare innamorare il suo principe azzurro, il quale, passando sul suo cavallo bianco davanti al giardino di casa, l’avrebbe portata con sé verso il suo castello fatato e si sarebbero sposati.

Ogni volta si studiava allo specchio, cercando di avere una percezione di sé, cercando di capire se veramente era “carina” come le sue amichette dicevano e come tutti i vecchi amici di papà sostenevano.

Ma non riusciva. Non poteva avere una percezione oggettiva di sé.

Speranzosa, quando aveva finito la sua opera, Faceva vedere il viso truccato a sua mamma, ma, ogni volta, non aveva di rimando nulla se non un ferreo: “fila a lavarti la faccia!”.

Era un pasticcio il suo viso, impiastricciato di una crema marroncina e un rossetto rosso come quello che indossavano le ragazze nei cartoni animati. Sconsolata, si scrutava in quel muro che magicamente aveva il potere di riflettere ciò che aveva davanti:

“Da grande potrò truccarmi e allora sarò bellissima” questo si ripeteva sfregandosi il viso con veemenza lasciando una scia bianca di schiuma e la pelle arrossata.

Lentamente gli anni passavano e quel viso riflesso cresceva insieme a lei. Finalmente aveva il diritto di truccarsi come la mamma, finalmente era grande.

Eppure, non era mai abbastanza.

Il trucco non riusciva mai a coprire quello che era un naso troppo a patata un giorno, quelli che erano zigomi troppo pronunciati un altro, quello che era un seno invisibile rispetto all’idea di perfezione che aveva. No, non era mai abbastanza bella.

Si sentiva così diversa, inadeguata rispetto a tutte le ragazze che vedeva: sembravano TUTTE più magre, più belle, meglio truccate e meglio vestite di lei.

Ormai la vita non era la classica “lotta alla sopravvivenza”, ma era diventata una battaglia quotidiana contro le tentazioni del cibo.

Era un fisico perfetto quello che voleva, un viso impeccabile.

Quando cominciò a lavorare e a guadagnare, scoprì che la magia esisteva davvero! incontrò quello che era un mago moderno: lo chiamavano Chirurgo.

Lui, pero, invece della bacchetta utilizzava strani strumenti metallici che riuscivano a trasformare insulse fini labbra in carnose e rosee attrazioni, sapeva eliminare residui molli dalle cosce, così come poteva regalare un seno prosperoso in poche ore.

Ogni intervento comportava un po’ di dolore, cicatrici e tanti soldi.

Ma per quella sensazione di perfezione ne valeva la pena.

Tuttavia c’era sempre qualcosa che non andava in lei, qualcosa che poteva cambiare.

 

 

Fissava la luce della lampada sopra di sé, mentre aspirava quel gas che sapeva l’avrebbe addormentata.

Sì, avrebbe dormito come la bella addormentata o come Biancaneve, mentre il mago lavorava al suo corpo rendendola sempre più bella. Mentre compiva la magia, lei giaceva su di un lettino d’ospedale, attendendo l’ennesima ferita inferta al suo corpo, attendendo il momento magico che avrebbe cancellato ogni ruga che l’avvicinava sempre più alla vecchiaia e quindi, alla bruttezza, attendendo l’ennesimo tocco che l’avrebbe avvicinata alla perfezione. Quando si sarebbe svegliata sarebbe stata finalmente una principessa, sarebbe stata bellissima.

Quando tutto finiva e poteva sciogliere le bende, si osservava nel grande specchio, attendendo che le rivelasse la sua eterna bellezza e, con un sorriso tirato, ormai reso innaturale dai muscoli tesi chirurgicamente intorno alle sue labbra gonfiate, mostrava i denti sbiancati alla donna che aveva di fronte innaturalmente turgida, innaturalmente liscia e rigida: una donna che i suoi occhi non riconoscevano più.

  
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