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Autore: alicesimone    30/08/2007    6 recensioni
Le giornate di Neville trascorrono sempre nello stesso modo...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note della storia:

Ci sono persone che, con la loro vicinanza, con una loro parola o anche semplicemente con i loro silenzi, ci fanno sentire vivi. E perdite che ci segnano, lasciandoci profonde cicatrici che difficilmente scompaiono, ferite che continuano a sanguinare anche dopo anni…

Ci sono affetti che ci rendono quello che siamo e ci permettono, nonostante il dolore, di alzarci la mattina e andare avanti, con un sorriso sulle labbra che viene dai ricordi e dall’amore che nessuno potrà mai portarci via…

E c’è la speranza, anche in un cuore che sembra aver smesso di battere, che un giorno una persona speciale possa guardarti e farti sentire la cosa più bella esistente sulla terra.

Per Bree, una persona speciale… ti voglio bene piccola ♥

 

Solo il fiume, io e il cielo. Poi, mescolato al rumore del vento e del fiume, sentii un suono familiare e struggente. Un campanello. […] Chiusi gli occhi ed assaporai quel suono nel vento. Poi, quando riaprii gli occhi e guardai dall’altra parte del fiume, pensai di essere diventata pazza, più di quanto non fossi stata in quei due mesi. Riuscii a stento a trattenere un urlo. Hitoshi era lì. Se non era sogno o follia, la persona che stava ferma, dall’altra parte del fiume, e guardava verso di me, era Hitoshi. Solo il fiume ci separava. Fui travolta dalla nostalgia. Tutte le immagini, l’essenza dei ricordi che avevo dentro di me si raccoglievano nella sua figura. Nella foschia azzurrina dell’alba Hitoshi guardava verso di me. Mi guardava preoccupato, come sempre quando facevo qualcosa di irragionevole. […] Ah, se il tempo potesse fermarsi, pensai. Ma con l’apparire delle prime luci dell’alba, tutto cominciò lentamente a sbiadire. Vedevo Hitoshi allontanarsi piano piano. Venni presa dall’ansia. Hitoshi sorrise e mi salutò agitando la mano. […] Cominciava a confondersi sempre di più in quella oscurità azzurra. Anch’io agitai la mano. Il mio Hitoshi… avrei voluto imprimermi negli occhi per sempre le sue spalle, le sue braccia, le forme del suo corpo che amavo. Pregai di ricordare tutto di quel momento, anche il paesaggio sfocato e il calore delle lacrime che mi scorrevano sul viso. […] Attraverso le lacrime lo vidi scomparire.da Kitchen di Banana Yoshimoto.

 

 

 

Mi chiedo se nella mia vita arriverà mai il momento in cui mi sentirò libero, o sarò sempre destinato a vivere gli ospedali come una seconda casa… passano gli anni, la guerra è finita ed abbiamo vinto, eppure io continuo a frequentare il San Mungo come se fosse un bar o un parco oppure il luogo di lavoro.

Infatti eccomi qui, come ogni giorno, nell’ala di psichiatria… la mia condanna e il mio destino. Davanti alla stanza in cui sei “rinchiuso” tu… la persona per me più importante, il ragazzo che mi ha rubato il cuore strappandomelo via.

 

I Medimaghi che ti hanno in cura mi ripetono senza sosta che sei diventato pazzo e non c’è alcuna possibilità di ripresa, che le torture subite dai Mangiamorte ti hanno ridotto ad un guscio vuoto, senz’anima. Ferite che il tuo stesso padre ti ha inflitto, per punirti del tuo tradimento.

Ti guardo al di là di un vetro, con gli occhi spalancati e spenti, che non mettono a fuoco più nulla… e cerco di richiamare alla memoria quegli stessi occhi del blu di un mare in tempesta, pieni di vita e intrisi di emozioni dalle mille sfaccettature, come quando giocavi a Quidditch oppure mentre parlavi con Draco, Theo e gli altri Serpeverde, o ancora nell’istante subito prima di scivolare dentro di me e marchiarmi come tua proprietà, accarezzandomi amorevolmente e sussurrandomi all’orecchio  parole dolci, ma non per questo meno passionali.

 

Tempo passato che non tornerà più… momenti indimenticabili che custodirò gelosamente nel mio cuore come il tesoro più prezioso.

 

Sento la mia anima lacerarsi, ma non c’è magia per curarla e non vorrei comunque, perché mi permette di ricordare costantemente che tu sei vero, sei esistito, hai fatto parte della mia vita e mi hai amato, anche se il destino ci è stato avverso. Non rinuncerei mai a questo dolore immenso se dovesse significare dimenticarti. Anche adesso, sei solo tu la mia forza…

Sono anche conscio che trascorrere tutto il mio tempo così, a guardarti, non può farmi che altro male… mi sento impotente… mi chiedo perché, se l’amore è una forza così forte da aver permesso ad Harry di sconfiggere Voldemort, allora io con questo stesso sentimento non riesco a riportarti da me… forse non ti amo abbastanza o forse sono io a non essere indispensabile per te. In fondo, sono solo un piccolo uomo che nella sua vita non ha mai dimostrato di valere chissà che… eppure per te sarei disposto a fare qualsiasi cosa, affrontare qualunque situazione.

 

Decido finalmente di entrare nella stanza, volgi il viso verso di me e per un attimo il mio cuore batte più forte, pur consapevole che il tuo è solo un riflesso incondizionato, reagisci alla porta che si apre e al rumore, niente di più. Mi accomodo sull’unica sedia vicino al letto su cui siedi, inerte; stringo la tua mano tra le mie e comincio a parlarti… di tutto ciò che mi passa per la mente, ti racconto di me e di come tu hai cambiato radicalmente la mia vita, dei momenti trascorsi insieme e di tutte le piccole cose che abbiamo condiviso. Mi accorgo di stare piangendo solo quando la prima lacrima bagna la mia pelle, le nostre mani intrecciate. Solitamente riesco a trattenermi, eppure questa volta c’è qualcosa di diverso… sarà perché oggi avremmo potuto festeggiare il nostro primo anniversario, ma queste stille salate non vogliono smettere di solcare le mie guance e così mi lascio andare a questo pianto irrefrenabile, singhiozzo e, per un attimo, attraverso questo velo che mi offusca gli occhi, mi sembra quasi di vedere una luce attraversare i tuoi.

 

Inizio allora a darmi mentalmente dell’idiota, non devo illudermi, farmi false speranze… tuttavia è la tua mano quella che, improvvisamente, sento stringere leggermente la mia, e che poi si alza con lentezza fino a raggiungere la mia guancia per asciugare le lacrime… il respiro mi si mozza in gola ed il cuore inizia a battere furiosamente nel petto.

 

Ho così tanta paura di stare sognando, che se così fosse allora vorrei non risvegliarmi mai…

  
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