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Autore: Kapitan Kefiah    11/02/2013    2 recensioni
l' amicizia non è sempre facile, ma è qualcosa per cui vale la pena lottare...tranne quando non lo è, a quel punto puoi decretare che per te non voleva dire niente. hai davvero risolto il problema?
nella ridente cittadina di Humanville una vecchia conoscenza è tornata, e qualcosa l' ha decisamente alterata. forse chi credevi un nemico mortale non è quello che sembra. quella questione lasciata a quel dannato party si risolverà o finirà in un bagno di sangue?
[Pericolo: contiene Gilda e relativo Les Yay. tutti i personaggi sono in versione umana, Rating Giallo per violenza fisica e verbale, scritta per un amico molto tempo fa, non la cancello solo per lui]
EDIT 0732013: fatte alcune correzioni e leggermente ampliato.
Genere: Azione, Introspettivo, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Gilda, Rainbow Dash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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My Tall Human: l’ Inimicizia è Scientifica

(Nota: quanto a Gilda immaginatevela doppiata non da Loredana Foresta ma da Perla Liberatori)


“Non ti serve nient’altro?”
“No Twilight, sto benissimo”
Il suono del bussare risuonò nella casa.
“Resta qui, vado io” Twilight si mosse verso la porta.
 
Gilda squadrò la ragazza che aveva aperto la porta. Era una ragazza nera di altezza media e corporatura modesta, con lunghi capelli lisci blu-viola con una ciocca fucsia, una frangia copriva la sua fronte, la sua faccia era tonda, le sue labbra piene e i suoi occhi grandi e attenti. Indossava un paio di grossi occhiali con montatura viola e cordino nero, una camicia bianca con le maniche arrotolate e un gilet senza abbottonatura viola scuro con motivi argyle rosa, pantaloni di jeans alti in vita coi risvolti sopra le caviglie e scarpe marroni, aveva inoltre una cardigan viola scuro legata in vita. I geroglifici lievemente luminescenti sul dorso delle sue mani e dita la identificavano come una maga, e due tatuaggi raffiguranti draghi viola e verdi le adornavano gli avambracci, in netto contrasto con il vestiario da secchiona. La ragazza la guardava con un misto di stupore e fastidio, Gilda si ricordò di averla incontrata al quella dannata festa, ma un sorriso le sfuggì pensando che la cioccolatina sembrasse uno Steve Urkel al femminile.
 
La ragazza alla porta era alta e muscolosa, con gambe lunghe e braccia dai muscoli guizzanti, addominali a tartaruga, spalle larghe, tette nella media. Tatuaggi tribali neri le adornavano le spalle e metà delle braccia, una grossa cicatrice da taglio partiva dal fianco sinistro e arrivava fino a sopra l’ ombelico, un’ altra cicatrice era sulla guancia sinistra, sull’ avambraccio destro e sul collo massiccio. Di etnia sembrava bianca ma la sua pelle era scura, quasi da mediorientale, i suoi capelli bianchi erano corti e ispidi eccetto alcuni lunghi ciuffi appuntiti con estremità viola che le coprivano in parte la fronte e un lungo codino che terminava in un ciuffo. La sua faccia era lunga e vagamente mascolina, con zigomi prominenti e un mento appuntito, il suo naso era aquilino e adornato da due piercing sul setto, entrambe le sue sopracciglia erano bianche, spesse e con dei piercing tondi, le sue orecchie avevano tre piercing sull’ elice ciascuna e un orecchino con piume bianche, i suoi occhi gialli avevano un taglio affilato e uno sguardo predatorio, ed erano contornati di trucco viola chiaro, la sua bocca era normale e le sue labbra sottili. Indossava un top bianco e una consumata giacca marrone lunga fino a metà coscia, senza maniche, con imbottitura di pelo bianco e un cappuccio, una bandana giallo oro intorno al collo, ginocchiere e gomitiere, guanti senza dita neri con una placca dorata sul dorso, pantaloni da lavoro marrone scuro con molte tasche e diverse ricuciture e anfibi militari rinforzati. La virago la stava squadrando con aria annoiata e stava fumando una sigaretta, poi d’ improvviso ridacchiò a denti stretti. A Twilight non ci volle molto a capire chi aveva di fronte.
 
“…Twilight Sparkle, giusto?” disse Gilda indicandola.
“Si giusto Gilda…cosa ti porta qui?”
“Niente di importante” Gilda sorrise “volevo solo vedere una vecchia conoscenza”
“Fammi indovinare: vuoi fare a botte con Rainbow Dash, giusto?”
Gilda incrociò le braccia, poi tirò dalla sigaretta “forse sì…” soffiò fuori il fumo “…forse no…l’ hai vista? La venditrice mi ha detto che era con te e un’ altra ragazza…”
“Già…ascolta, niente di personale ma è meglio se lasci la città, sono passati mesi ma certa gente cova rancore nei tuoi confronti dopo…L’ incidente”
“Curati di te carina, so badare a me stessa”
“Non mi sono spiegata” continuò Twilight “quella gente cova un GROSSO rancore”
“Non grosso abbastanza per queste piccoline” Gilda spostò la giacca, mostrando fondine di cuoio e due pistole.
“Oh beh” Twilight scosse la testa “questa sarà una giornata molto lunga…”
D’ improvviso una voce ben nota a Gilda giunse dalla cucina “…oh cazzo!”
“Tombola” Gilda scansò Twilight di lato ed entrò “scusa, ho da fare”
Le mani di Twilight crepitarono di energia arcana “non provare a estrarre quelle pistole!”
“Mi prendi per il culo Jaleel?” Gilda la fulminò con un’ occhiata “sarò pazza ma non così pazza!”
“sarà meglio” Twilight si rilassò “e spegni quella sigaretta, stai appestando la casa!”.
Gilda entrò nella cucina, Dash stava seduta scompostamente su una sedia e con un piede appoggiato sul tavolo. Era in forma smagliante come sempre. Anche se non era muscolosa come Gilda, aveva un fisico  scattante da sportiva, senza un filo di grasso, aveva spalle forti, addominali scolpiti e gambe lunghe e poderose. Aveva sempre il suo taglio classico, una coda di cavallo e un mohawk lungo color arcobaleno, che le ricadeva su un lato della testa e sulla fronte in un ciuffo, i l lati della sua testa erano rasati a zero, eccetto per delle ‘A’ di Anarchy in cui i capelli erano corti. La sua pelle era color caffelatte e la sua faccia aveva dei bei lineamenti da mulatta, un po’ squadrata ma con una mandibola graziosa e un mento tondo, la sua bocca era un po’ larga e con labbra piene, il labbro inferiore era decorato da un piercing ad anello al centro e da due a borchia sui lati, i suoi occhi porpora erano grandi e vispi, incorniciati da sopracciglia nere e spesse adornate da due piercing a borchia ognuna, sulle orecchie aveva tre piercing simili sull’ elice insieme a un dilatatore di legno nero in cui passava un orecchino ad anello nel lobo. Tatuaggi rappresentanti fulmini multicolore le adornavano braccia e spalle. Indossava un top bianco e un gilet blu sportivo senza maniche e con cappuccio, sopra portava una giacca di denim da motociclista con spalle borchiate, senza maniche e con la scritta ‘Wonderbolts’ sulla schiena, un collare borchiato di cuoio nero le adornava il collo. i suoi pantaloni erano larghi, coperti di toppe e riparazioni, lunghi fino a sotto il ginocchio e con motivo mimetico Urban Camo, le sue scarpe erano ergonomiche e rinforzate, grigie ma con lacci multicolore; Ginocchiere e gomitiere le proteggevano le articolazioni. La norma.
Vedendola, Gilda sulle prime fu contenta di rivedere la vecchia amica, ma il ricordo di quello che era successo mesi prima le fece risalire la rabbia.
“Puah, ‘non mi aspettavo che i miei vecchi amici trattassero così i miei nuovi amici!’ hai detto?” pensò Gilda “potevi dirmi direttamente ‘non ti piacciono i miei nuovi amici? vai a fare in culo!’, ma ti faccio vedere io!”.
Era livida in volto ma mantenne una faccia calma, non voleva dare a Dash la soddisfazione di sapere di averla ferita, ma probabilmente il solo essere lì già lo provava.
Poi si accorse di ciò che Dash stava facendo, stava premendo una borsa del ghiaccio contro la faccia.
Aveva il labbro inferiore rotto e incrostato di sangue rappreso, il suo occhio destro era coperto da un ematoma, aveva anche un grosso livido nero sul petto, sotto il collo. Gilda si bloccò sul posto, senza parole.
“Ciao Gi, che cosa vuoi?” disse Dash con voce fredda e atona.
“Dash” Gilda si avvicinò a passo spedito, lo spavento evidente nella voce e sulla faccia “che ti è successo?”
“Non sono affari tuoi, che cosa vuoi?”
“Avanti” Gilda avvicinò una mano “fammi vedere”
“Giù le mani!” in un baleno Dash afferrò il polso di Gilda con la mano libera “ho detto che non sono affari tuoi!”
“Piantala di fare la lagna che sembri mia sorella a 5 anni, e fammi vedere questa cazzo di faccia” replicò Gilda in un tono che non ammetteva discussioni.
Dash sospirò rassegnata, poi lasciò andare il polso di Gilda, in quel momento notò i lividi bluastri su di esso. Gilda spostò delicatamente a destra e a sinistra il volto di Dash, esaminando l’ ematoma, poi fece lo stesso con il livido sul petto.
“Hai sempre le tette piccole” Gilda sfoderò da una tasca un tubetto di trauma gel “usa questo, dovrebbe aiutare a riassorbire i lividi”
Lo mise sul tavolo.
Dash guardò il tubetto con fastidio, poi mugugnò un “grazie” e lo prese.



Gilda stava seduta a un lato del tavolo e Dash all’ altro, stava di nuovo tenendo il ghiaccio contro la faccia. Gilda stava ancora fumando.
“Spegni quella cicca” le intimò Dash “Twilight odia che la gente fumi in casa sua”
Gilda diede un’ ultima tirata, poi spense la sigaretta in un piattino.
“…Chi è stato?” chiese Gilda.
“Nessuno” rispose Dash prontamente “stavo facendo parkour e sono caduta…ho preso di faccia un lampione”
“Chi è stato?” ripetè Gilda, facendo passare la sigaretta tra le dita.
“Non mi credi?” Dash incrociò le braccia “liberissima di farlo, non è un mio problema!”
“Ho preso più pugni in faccia di te” replicò Gilda “so riconoscere i lividi da botte quando li vedo …Chi è stato?”
“Scusa, e perché ti dovrebbe importare?” Dash la guardò storto “l’ ultima volta non ero una ‘banderuola svolazzante’ a tuo parere?”
“Esattamente” replicò Gilda “e indovina un po’? Io non sono una banderuola come te!”
Dash la fulminò con un’ occhiata “Questa è buona, dopo quello che hai fatto a me e alle mie amiche!”.
“Forse, Elemento della Lealtà dei miei coglioni” Gilda strinse la mano a pugno, stritolando la sigaretta “adesso che hai dei nuovi amici non hai più bisogno dei vecchi amici…” Gilda continuò, alzando il tono “…Ma tu per me sei stata l’ unica vera amica, e il fatto che sono ancora incazzata con te per avermi gettata via come un mozzicone finito senza pensarci su due volte non lo cambia, per me non cancella che siamo state amiche per anni, anche se forse tu lo hai dimenticato…hai detto che mi importa solo di essere cool? Da che fottuto pulpito miss ‘20% più fico’, ti preoccupi di ‘istruire’ anche le tue nuove amiche su come fare il tifo per te durante le competizioni?”
Dash digrignò per un attimo i denti, Gilda si alzò “e in ogni caso indovina un po’, ti sbagli! Mi importa di te, e mi preoccupo per te, e vedo di averne buoni motivi visto che qualcuno di ha conciato così”
Gilda si sporse, guardando Dash dritto negli occhi e facendole sentire l’ odore di nicotina nel suo alito “ragion per cui Rainbow Dash, risparmiami le stronzate e dimmi chi è quel nato da un cane figlio di troia comunista e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte!”
Nonostante la contrazione delle labbra tradisse la rabbia, Dash ricambiò lo sguardo senza tentennamenti, poi sorrise, poggiò il ghiaccio sul tavolo, si alzò, prese un cartone di latte dal frigo, si risedette e lo tracannò, un paio di gocce scesero da un lato della bocca e le bagnarono la maglietta.
“Parlando di reazioni eccessive” Dash sbatté il cartone sul tavolo “e va bene, te lo dirò, MA” puntò il dito in mezzo agli occhi di Gilda “se davvero quello che c’è stato tra noi ha avuto qualche valore per te, ai tempi in cui non eri la stronza che sei ora, in nome di quello mi devi promettere una cosa”
“…sono tutt’orecchi”
“quando questa conversazione sarà finita  ti avrò detto il nome della persona che mi ha fatto questo, tu NON uscirai di qui per andare a massacrarla di botte come di certo è tua intenzione” Dash guardò Gilda negli occhi “è una persona molto sensibile e con problemi emotivi, per questo ha avuto questo scatto, è già difficile esserle amica e ti ringrazierei se tu non peggiorassi la situazione”
Gilda abbassò lo sguardo e fissò il pavimento, poi lo rialzò “d’ accordo, non la picchierò, te lo prometto”
“…bene” Dash riprese il ghiaccio “si chiama Fluttershy”
Gilda prese il cartone e bevve un sorso “Fluttershy…suona familiare…”
In quel momento Twilight entrò in cucina “chiarimenti in corso ragazze?”
“no”.
 

Mentre camminava per la strada principale di Humanville, le tornarono in mente le parole di Dash.
“ai tempi in cui non eri la stronza che sei ora”
Gilda se li ricordava quei tempi, nonostante gli anni fossero passati, i tempi felici.
In quel campo lontano da casa e in mezzo a sconosciuti, per di più Gilda aveva sempre avuto problemi a socializzare, stabilire un rapporto di amicizia era per lei qualcosa di mostruosamente difficile. Con Dash però fu diverso, il caso le spinse a stare insieme per un lungo periodo. Sulle prime era infastidita come con tutti gli altri, ma quando la sua familiarità con lei crebbe, capì che avevano in comune più di quanto pensassero, che la sua compagna le piaceva sempre di più. Soffrivano entrambe di complesso di inferiorità ma si sostenevano a vicenda, quando erano insieme l’ insicurezza spariva, si sentivano abbastanza forti da fare qualsiasi cosa.
Continuarono con le attività del Campo di Atletica Speedsters, e cominciarono con il parkour in giro per gli edifici della città. Si erano beccate un bel po’ di ferite durante quelle escursioni, ma era divertente. Ricordò che si interessarono anche alle arti marziali. Dash era la più leggera e agile delle due, si era appassionata al Jeet Kune Do, Gilda era meno agile ma più forte e andò su qualcosa di pratico, studiando il Silat per le prese e il Muay Thay per i colpi.
Avevano combattuto un paio di volte, una volta per rabbia e un’ altra per allenarsi, una volta aveva rotto un dente a Dash con una ginocchiata, un’ altra Dash l’ aveva lasciata con un ematoma enorme sulla schiena dopo un calcio acrobatico. Negli ultimi anni al campo, erano tra i migliori nell’ atletica leggera e nelle competizioni di parkour, e fecero persino qualche soldo al club locale di Arti Marziali Miste, negli scontri a coppia. non vincevano sempre ma erano le uniche donne ad affrontare anche avversari uomini. Tra altre cose, Dash usò un po’ di quei soldi per farsi un’ otturazione d’ oro, Gilda si chiese se la aveva ancora.
Crescendo, ebbero qualche relazione occasionale, nonostante il soprannome ‘Lesbow Dash’ la sua amica si dilettava anche con gli uomini, Gilda capì a quei tempi di preferire le donne. anche perché lei, pur non essendo ancora virago come oggi, gli uomini tendeva a spaventarli. in quelle volte che lo fecero tra loro due Gilda si chiedeva se forse la sua amicizia con Dash non si stesse evolvendo in qualcosa di più. A quei tempi sembrava tutto semplice, la vita era così libera dalle preoccupazioni, Gilda si sentiva contenta come non mai.  Ma quei tempi giunsero al termine.
Dash tornò a Cloud City, seguendo il proprio sogno di entrare nella più rinomata squadra sportiva della nazione, i Wonderbolts; Gilda tornò a casa, per scoprire che suo padre era sparito misteriosamente, e qualsiasi progetto potesse avere fu costretta ad abbandonarlo per occuparsi di madre acquisita e sorellastra. Anni duri e grami, Gilda venne spesso pestata e derubata. questo la spinse a riprendere gli allenamenti, con il doppio dell’ intensità, finché non ebbe la forza e l’ abilità per difendersi. Poi, nei periodi di magra, scoprì che non era male ripagare con la stessa moneta, sulle prime non le piaceva la prospettiva di rubare, ma dopo un po’ smise di importarle, non era un suo problema. Imparò a usare le pistole per sicurezza, non si poteva mai essere troppo sicuri. Ebbe occasione di usarle un paio di volte.
Era delusa e arrabbiata, le sue vecchie speranze erano perdute, ma ce ne erano due che rimasero salde in lei: che suo padre sarebbe tornato e sarebbe stato fiero di lei, e che un giorno lei e Dash sarebbero state di nuovo insieme, e ancora una volta nessun muro sarebbe stato troppo da abbattere.
Una si spense lentamente, l’ altra era stata obliterata qualche mese prima.
Gilda sospirò, poi sorrise amaramente. I sogni si infrangono e ti restano in mano a lungo dopo che sono diventati cenere.
 


Raggiunse la fine della città, continuò a camminare in direzione della foresta.
Un centinaio di metri più avanti, vide che a una ventina di metri da lei c’ era un cottage. Dalla porta uscì una ragazza con uno zainetto in spalla.
Era di altezza media, ma non le mancavano le curve, aveva pelle color caramello, un viso tondeggiante, labbra piene e grandi occhi blu, da sotto un hijab  le spuntavano lunghi capelli rosa chiaro, che le coprivano metà della faccia. Indossava una maglietta rosa e una cardigan color crema chiaro decorata da un motivo a farfalle, più dei pantaloni sportivi verde oliva lunghi, in contrasto indossava stivali da lavoro. Stranamente familiare. La ragazza camminò fino all’ altra parte della strada e si inginocchiò davanti a un buco sotto un albero. ne venne fuori una faina, che fissò lo sguardo sulla ragazza, lei aprì lo zaino e tirò fuori un cartone di uova, vezzeggiando l’ animale gliene diede uno, la faina lo prese e iniziò a mangiarlo, mentre la ragazza la accarezzava. Le faine, bestie rabbiose dal carattere di merda, ma quella sembrava così tranquilla e amichevole invece.
Gilda capì perché era familiare. era la lagna delle anatre.
Conosceva il tipo, quegli stronzi passivi-aggressivi che alla minima provocazione frignano per circondarsi di difensori che lottino per loro,  ma vedendola così gentile e passiva Gilda faticava a credere potesse avere un lato violento.
O era più pericolosa di quanto sembrasse, oppure Dash si era lasciata colpire.
Ripensando al volto di Dash ridotto in quello stato e al fatto che aveva incontrato quella lagna lo stesso giorno in cui aveva perso Dash, Gilda digrignò i denti e strinse i pugni fino a farsi venire le nocche bianche, sentiva che avrebbe rotto più che volentieri la promessa e massacrato quella troietta.
“L’ ho chiamata ‘ochetta’ e le ho urlato contro” pensò “si, senza alcun dubbio qualcosa a cui reagire correndo via in lacrime,  piccola mer…”
“…Mi è andata contro per sbaglio, senza alcun dubbio qualcosa a cui reagire insultando e urlando…”
“…Parlando di reazioni eccessive…”
Gilda si bloccò, sentiva che c’ era qualcosa di profondamente sbagliato.
Era stato davvero necessario urlarle contro? Quella ragazza aveva reagito in maniera eccessiva, ma non l’ aveva fatto anche lei? Era necessaria tutta quell’ aggressività?
…Non importava, forse quella volta aveva reagito in maniera eccessiva, ma questa volta quella troietta aveva picchiato qualcuno a cui Gilda teneva, e non la avrebbe passata liscia.
“Ehi Tu!” urlò Gilda, puntando Fluttershy.
La ragazza si girò, la paura si dipinse sul suo volto.
“G-G-Gilda?”
“Dobbiamo parlare, ochetta!” Gilda avanzò verso di lei.
 


D’ improvviso, vide qualcosa balzare fuori da dietro gli alberi, urlando e correndo verso di lei.
Era un uomo vestito di una tunica giallo scuro con una farfalla rosa sul petto insozzata di sangue rappreso, la sua testa era coperta da un cappuccio, la sua faccia contorta in una smorfia furibonda, e impugnava una mazza da baseball.
L’ uomo sventolò la mazza con furia, Gilda balzò di lato, roteò su sé stessa e assestò un pugno in faccia all’ uomo, che barcollò indietro.
Gilda colse l’ attimo, lo afferrò per un braccio, gli piantò una ginocchiata nello stomaco e con una torsione lo mandò a terra, infine gli assestò un pugno in faccia, facendogli perdere conoscenza.
“Ma che ca…” Gilda si alzò e si guardò intorno. Ce ne erano altri venti dei tizi in tunica, molti uomini ma anche alcune donne, sui venti o trenta anni, tutti sembravano molto arrabbiati.
“E che è, una specie di Colt satanico?”
“Tu…” uno dei ‘coltisti’ si avvicinò, un giovane uomo sovrappeso, con una barbetta mal curata e occhiali “tu osi insultare la nostra meravigliosa Waifu?!”
“Levati dalle scatole, masticatore di patatine” replicò Gilda “è una questione tra me e questa lagna”
“Nessuno osa toccare la nostra bellissima Waifu!” urlò il coltista “per avere osato ti spaccheremo le ossa come abbiamo fatto con quel bastardo di Iron Will per aver reso la nostra Waifu malvagia…”
Gilda conosceva quel nome. Era un gigionesco trainer che teneva corsi di assertività. era anche un pistolero e un sensei di Arti Marziali Miste, avevano combattuto in un’ occasione e si era allenata con lui un paio di volte. Nonostante il suo modo di fare sopra le righe era molto più capace di quanto sembrasse, fu lui a ispirarla a usare due pistole.
“Mi stai dicendo che voi avete dato la colpa a quel tipo per qualcosa che ha fatto il vostro…idolo?”
“Aveva reso la nostra Waifu malvagia! Se l’ è meritato!” gridò un altro coltista.
“Grandioso” Gilda si accese un’ altra sigaretta “Dash non mi aveva parlato di questa manica di lagne”
“Dash? Lagne?” uno dei coltisti avanzò verso di lei “tu…tu…tu sei la troia!”
Intorno a lei i coltisti iniziarono a urlare.
“è il mostro che ha fatto piangere la nostra Waifu!” gridò il coltista grasso “uccidiamola!” caricò verso Gilda.
“…cazzo!” Gilda schivò i pugni del coltista, era furibondo ma tirava i suoi colpi a caso. Lui sferrò un pugno in direzione del suo volto, ma lei deviò il colpo e gli sferrò un pugno nello stomaco, il suo pugnò affondò nel ventre grasso quasi interamente, il coltista cadde a terra senza fiato. Gilda si fermò, e le arrivarono in volto delle nocche d’ ottone, il dolore le esplose attraverso la faccia. lei barcollò indietro, il sapore del sangue le invadeva la bocca.
“sei morta maledetta!” sibilò il coltista, poi tirò un altro pugno…Gilda interpose la mano e lo afferrò al volo, poi lo stritolò, facendo urlare il coltista di dolore. Lei lo guardò, un rivolo di sangue le colava da un lato della bocca, poi gli piantò un diretto in faccia, il coltista sputò tre incisivi e due canini.
 Gilda gli torse il braccio, e con una proiezione lo gettò contro un altro coltista, i due caddero a terra l’ uno sull’ altro. Gilda fu su di loro prima che potessero rialzarsi, tramortì il primo con un calcio in faccia e sferrò un pugno nel plesso solare dell’ altro, lasciandolo ad annaspare.
Con la coda dell’ occhio vide un altro coltista armato di un bastone che arrivava in carica, Gilda roteò su sé stessa e gli piantò un calcio in faccia, il coltista andò giù come un albero abbattuto. altri tre la circondarono e si gettarono su di lei, Gilda colpì il più vicino con un uppercut nel mento e poi fece una rotolata indietro, passando in mezzo agli altri due.
Non erano buoni a combattere, ma erano tanti, e Gilda sapeva che se riuscivano a circondarla e bloccarla era la fine.
I due coltisti più vicini le saltarono addosso, uno le sferrò un pugno, Gilda si tirò indietro abbastanza da mettersi fuori portata e gli piantò un pugno nello stomaco, poi gli afferrò il braccio, lo fece cadere con una spazzata, torse il braccio e gli piantò un pugno nello stomaco e nella tempia, tramortendolo.
Mentre era ancora piegata l’ altro coltista la calciò nel fianco sinistro, Gilda riuscì a contrarre i muscoli e a diminuire il danno ma il dolore del colpo la bloccò per un istante, un urlo le scappò . vide che il coltista alzava il piede destro per un pestone. Grosso sbaglio.
Ignorando il dolore al fianco Gilda roteò a terra e gli sferrò un calcio nel ginocchio sinistro, facendolo capitombolare, poi lo lasciò andare e gli sferrò un altro calcio, lo scricchiolio fece capire a Gilda di avergli rotto uno zigomo.
Gilda rotolò indietro e balzò in piedi, un coltista la stava attaccando di lato, lei lo colpì con un diretto nello stomaco, poi lo stese con un uppercut, un altro scricchiolio le fece intuire di avergli incrinato la mandibola. Un altro coltista la caricò e andò giù di pugni, Gilda ne incassò uno nello stomaco, stavolta i suoi addominali contratti assorbirono il colpo, con rapidi colpi di mano Gilda riuscì a deviare gli altri, allora il coltista roteò e provò con un calcio rotante, prima che potesse colpire lei gli afferrò la gamba con entrambe le mani, l’ impatto riverberò attraverso le sue braccia, poi piantò una gomitata nel ginocchio, sotto il colpo l’ articolazione si lussuò. L’ uomo cacciò un urlo, poi Gilda contrasse tutti i muscoli del corpo, digrignando i denti per lo sforzo, e lo fece roteare e lo gettò contro un altro. Il dolore di due pugni le attraversò la schiena, Gilda si voltò sferrando un gancio ma il coltista schivò, provando poi con una testata. Gilda contrattaccò con uppercut, l’ impatto le riverberò dalle nocche attraverso il braccio insieme al dolore, ma il coltista accusò il colpo, sputando sangue e tre denti e andando violentemente a terra.
Gilda vide un altro coltista alla carica da un lato, lei lo intercettò con un gancio sinistro nel plesso solare, quando il coltista si piegò in due lei gli afferrò la testa e gli piantò una ginocchiata in faccia, il coltista barcollò pericolosamente ma non cadde, allora Gilda roteò e lo colpì con un calcio nella tempia. Sentì l’ urlo di un altro che arrivava da dietro, Gilda lo bloccò con una gomitata nel naso, fracassandoglielo.
Un altro balzò su di lei,  Gilda roteò su sé stessa e lo intercettò con un manrovescio, la placca metallica sul guanto spaccò due molari e incrinò la mandibola, sfruttando la rotazione Gilda mandò quello davanti a lei a baciare il terreno con un calcio nel plesso solare, il coltista sputò un arco di sangue e andò giù.
Altri due coltisti si gettarono su di, ma prima che potesse ingaggiarli un terzo la afferrò per un braccio, diventando un peso morto e sbilanciandola.
“Ho bloccato la troia, adesso!” il primo coltista la colpì nella schiena con un tubo di ferro, le costole e la scapola destra di Gilda tremarono e la sua schiena di si incendiò di dolore.
“Per la nostra Waifu!” il secondo, una ragazza, la calciò nello stomaco, Gilda sputò fuori metà dell’ aria nei polmoni, bava arrossata di sangue le schizzò fuori dalla bocca.
Gilda ruggì di dolore, fece scattare il braccio libero e cacciò le dita negli occhi alla coltista, non riuscì a cavarglieli ma la fece indietreggiare mugolando di dolore, poi afferrò l’ inguine del coltista che la teneva bloccata e strizzò con tutte le forze, stritolò con tale forza che le dita le fecero male e sentì che aveva spezzato qualcosa, il coltista sbiancò, emise un mugolio e poi svenne. Gilda si liberò dalla presa e lo sollevò sopra la testa, poi con un urlo lo gettò addosso al primo coltista.
 la seconda provò a prenderla di spalle ma lei si voltò e le rifilò una rapida serie di diretti e ganci in faccia, la coltista sputò sangue e barcollò indietro ma non cadde. cercò di contrattaccare ma Gilda deviò il colpo e, contando sulla punta rinforzata in metallo dei suoi anfibi, le rifilò un calcio nei bassifondi con tale forza che la sollevò da terra di cinque centimetri, l’ impatto le riverberò in tutto il corpo. la coltista cadde in ginocchio con il volto sbiancato e tenendosi le parti basse con entrambe le mani, vomitò, poi Gilda la finì con un calcio rotante in faccia.
Gilda si guardò intorno, della ventina di coltisti solo sei erano ancora in piedi. Il dolore le pulsava in tutto il corpo, il suo respiro era affannato, il cuore le pompava a mille, le nocche le facevano così male che temeva di essersi incrinata qualche falange, e il sudore le colava giù per la faccia e il collo. Non era abbastanza intenso da bloccarla, anzi l’ adrenalina lo rendeva quasi piacevole, era divertente.
“E voi avreste steso Iron Will, lagne?” Gilda  sorrise “doveva essere fumato e avere entrambe le mani legate dietro la schiena!”
I coltisti non parvero impressionati. esitavano, ma Gilda sapeva che non sarebbero fuggiti. Gilda si chiese come mai quella troietta fosse circondata di questi inquietanti adoratori ma non le importava.
“Hai detto che è stata Rainbow Dash a dirti dove la nostra Waifu abita?” esordì uno dei coltisti “quando avremo finito con te, quella lesbica schifosa pagherà!”
Gilda smise di sorridere, e li fulminò con un’ occhiata.
“…Adesso mi incazzo” disse con calma.
Si gettò in avanti, uno dei coltisti la ingaggiò ma lei si mosse di lato e lo colpì nel collo con un braccio, il coltista roteò in aria prima di cadere. Un altro le sferrò un fendente con una spranga ma Gilda schivò e gli piantò tre pugni in faccia in rapida successione, poi roteò e lo mandò a terra con una gomitata al lobo temporale. Altri due la attaccarono dai lati, Gilda balzò indietro, li afferrò per la nuca e sbatté le loro teste l’ una contro l’ altra, poi li finì con una gomitata nella nuca a entrambi, Gilda colpì con tutto il peso del corpo, l’ impatto fu tale che Gilda sentì il dolore nonostante le gomitiere, i due coltisti impattarono il terreno con un tonfo.
Il dolore le esplose di nuovo sulla schiena, il suono di vetro frantumato le fece capire che le avevano spaccato una bottiglia addosso. Gilda gridò mentre si voltava, la coltista cercò di colpirla con la bottiglia rotta, lei schivò di un soffio il vetro affilato, una sottile fitta le attraversò il braccio destro. Gilda afferrò il braccio della coltista e lo torse con una rapida mossa, dislocandolo alla spalla, poi le piantò una ginocchiata nello stomaco, la lasciò andare e la mandò a terra con un pugno seguito da un manrovescio. l’ ultimo coltista si buttò in carica contro di lei, Gilda attese finché questi non allungò il braccio per colpire, poi lo afferrò e, sfruttando il suo stesso slancio, lo sollevò in aria e gli rifilò un backbreaker.
L’ impatto fu tale che per poco non le incrinò la ginocchiera. Buttò a terra il coltista, che si afflosciò a terra rantolando.
Gilda si scosse per togliersi la polvere dai vestiti e si deterse il sudore dalla fronte con un braccio, qualche goccia le era finita negli occhi, la sua biancheria era fradicia e la maglietta le aderiva al corpo. tutti i muscoli del suo corpo gridavano dopo lo sforzo, ma lentamente l’ indolenzimento stava passando. Le mancò il respiro, tossì un paio di volte.
Si diede un’ occhiata dove era stata colpita, le botte stavano già tingendosi di blu-viola e un rivoletto di sangue le usciva da un taglio sul braccio destro, ci sputò sopra e pulì con un fazzoletto. Appena il suo respiro tornò normale si accese una sigaretta. I coltisti erano tutti a terra svenuti o gementi, schizzi di sangue, sputo e denti rotti giacevano in giro. Gilda si guardò attorno, in cerca di Fluttershy, d’ improvviso notò un movimento in una finestra del cottage. Bingo.


Gilda sfondò la porta con un calcio ed entrò. All’ interno il cottage era accogliente, il mobilio semplice ma in ordine. In un angolo, c’ era una cuccetta con una targa: Angel. Dentro ci dormiva un grosso coniglio bianco. L’ animale si svegliò, la guardò, uscì dalla cuccetta e le ringhiò contro.
“Dafuq?” Gilda lo fissò di stucco.
Il coniglio avanzò, ringhiando più forte. In una rapida mossa Gilda lo afferrò per le orecchie e lo sollevò.
“Cosa credi? Di potermi intimidire?” Gilda lo fissò dritto negli occhi “provaci a ringhiarmi contro ancora, e non finirà bene per te!”
Il coniglio la fissò con occhi sbarrati, Gilda sorrise e lo mise delicatamente giù, subito l’ animale si rifugiò nella cuccetta, tremando.
“Bravo piccolino” Gilda si inginocchiò e lo accarezzò.
“Lascialo stare!”
Gilda balzò in piedi e si voltò, Fluttershy era davanti a lei.
“…Finalmente” commentò Gilda.
Avanzò verso di lei.
“N-non ti permetterò di fare del male a Angel!” Flutteshy assunse quella che con molta immaginazione sembrava una posa di combattimento.
“Fargli del male?” replicò Gilda “non gli ho fatto del male, ho solo chiarito che con me è meglio che non faccia il gradasso”.
Si avvicinò di più a Fluttershy “A riguardo, ho giusto incontrato Rainbow Dash oggi, aveva la faccia devastata, e sono venuta a sapere che sei stata tu ad aggredirla, e dubito che Dash ti abbia fatto qualcosa di così tremendo da giustificare una simile reazione. Sai, la volta del nostro ultimo incontro ammetto di avere esagerato, ma questa volta hai veramente pestato una non negoziabile, fottutamente grossa mina antiuomo…”
Fluttershy tremò “b-b-b-beh, quello, è stato un po’ il momento, è un po’ complicato CIUCCIACAZZI FIGLIA DI PUTTANA!”
Gli occhi di Fluttershy si arrossarono come quelli di un toro, la sua faccia si contrasse in una maschera di rabbia, la sua bocca schiumò di bava bianca, e la sua voce divenne innaturalmente cavernosa e demoniaca.
Ruggendo, Fluttershy si gettò su Gilda, sferrando una raffica furiosa e rapidissima di pugni. Gilda balzò indietro, cercando di deviare i suoi attacchi. Tirava I pugni alla cieca, ma li tirava con una forza sorprendente.
“Ma c’è qualcuno qui a humanville che non è completamente pazzo?” si chiese.
Fluttershy si fermò d’ improvviso, la sua voce tornò come prima
“Che stracazzo era quello?” chiese Gilda con occhi sbarrati.
“Ehm, s-s-scusa, non sono il tipo che cova rancore, intendo che STUPRERÒ IL TUO CADAVERE ALL’ INFERNO! ”
Balzò nuovamente contro Gilda come un ghiottone rabbioso, mentre Gilda schivava o bloccava il mobilio intorno a loro veniva sfasciato dalla ragazza impazzita.
Alla fine, Fluttershy assestò un pugno in faccia a Gilda. Gilda era più alta di Fluttershy di tutta la testa e aveva probabilmente il doppio dei suoi muscoli, ma per poco non roteò su sé stessa e riuscì a rimanere in piedi per miracolo.
“CAGHERAI LE TUE STESSE CERVELLA!” Fluttershy tirò un altro pugno…Gilda lo deviò senza neanche guardare.
“…vedi di calmarti, ochetta!” le mollò uno schiaffo.
La ragazza si bloccò sul posto, la sua faccia tornò normale. Tenendo la mano premuta contro la guancia, guardò Gilda con occhi sbarrati, poi i suoi occhi si fecero umidi.
“P-p-p-perché mi hai picchiata?” cominciò a piangere come una fontana.
“…Tu chiami questo ‘picchiare’?” Gilda non poteva credere che quella troietta stesse facendo la vittima dopo quel raptus.
“Tu chiami questo ‘picchiare’?” urlò, spruzzando saliva in faccia a Fluttershy “mi sono presa una spranga di ferro nella schiena, una bottiglia nella spalla e delle nocche d’ ottone in faccia non più di cinque minuti fa, le mie nocche sono doloranti e incrostate di sudore e residui di patatine fossilizzati dopo tutti i pugni che ho dato a quei bastardi là fuori”
Afferrò Fluttershy per la maglietta “hai brutalizzato Rainbow Dash e hai appena cercato di fare la stessa cosa con me, e ora hai le palle di chiamare un buffetto che al massimo ti farà arrossare la guancia ‘picchiare’?”
Con la rabbia dipinta in volto, alzò il pugno pronta a colpire, Fluttershy si riparò con le mani e chiuse gli occhi.
Ma Gilda non colpì. La sigaretta le cadde di bocca, Sospirò, abbassò il pugno e lasciò andare Fluttershy.
“…quindi non mi picchierai?” Fluttershy aveva un’ espressione di stupore misto a sollievo.
“…no” disse Gilda, che stava con la testa abbassata e un’ espressione neutra sul volto “non ti picchierò, otterrei solo di peggiorare le cose…in ogni caso” sollevò Flutteshy e se la caricò in spalla “tu verrai con me!”



Dash stava seduta su una panchina davanti a casa di Twilight, mangiucchiando un toast con salmone e uova. Il trauma gel si era seccato in macchie trasparenti, gli ematomi stavano già rientrando.
“…per me non cancella che siamo state amiche per anni, anche se forse tu lo hai dimenticato…”
“Gilda, fottuta lesbica…” sputò a terra.
Quella stronza non immaginava neanche quanto si sbagliasse, lei si ricordava alla perfezione dei tempi in cui erano insieme, e a differenza di lei ricordava che Gilda era diversa a quei tempi. Ai quei tempi la sua amica era arrogante, chiusa di mente, e insicura, ma non si sarebbe mai comportata come quel giorno. Era protettiva e sempre pronta a lottare per lei, ma non era la stronza rabbiosa e possessiva che aveva visto alla festa.
Gilda era cambiata, ma cosa l’ aveva cambiata? Quella volta mesi prima, quando la aveva rivista dopo anni, la riconobbe a stento. Era sempre stata un po’ mascolina e gli allenamenti al campo le avevano rese entrambe atletiche, ma non era muscolosa come oggi, l’ aveva toccata e pareva fatta di roccia, erano muscoli da lottatrice. Aveva qualche cicatrice ai tempi, ma quando la rivide aveva cicatrici da taglio o da abrasione su tutto il corpo, tra cui quello sfregio sul collo pericolosamente vicino alla carotide e quell’ enorme cicatrice da taglio sul fianco, si ricordò che si era tolta le scarpe, dalle cicatrici che aveva sulle dita del piede sinistro sembrava che gliele avessero riattaccate chirurgicamente dopo una mutilazione, in quante situazioni così letali si era trovata?
Non aveva importanza, tutti soffrono nella vita e la sofferenza personale non era un lasciapassare morale per mancare di rispetto alle persone.
Ma era veramente tutta colpa sua? Gilda era convinta che quella festa fosse una trappola, ma aveva tentato fino all’ ultimo di sopportare per lei.
“…Hai detto che mi importa solo di essere cool? Da che fottuto pulpito miss ‘20% più fico’, ti preoccupi di ‘istruire’ anche le tue nuove amiche su come fare il tifo per te durante le competizioni?”
Quando la accusò di quello, Gilda era devastata. Non ricordava di averla vista piangere più di due o tre volte, ma quando sentì quell’ accusa, prima di inferocirsi e andarsene, Gilda sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Quella mattina quando si incontrarono, Gilda era sul piede di guerra ma nel preciso istante in cui la vide ridotta in quello stato, era subito lì al suo fianco, preoccupata per lei come lo era anni fa, come quella volta in cui si picchiarono per un malinteso, Gilda le piantò una gomitata in bocca e le fece saltare un dente, ma quando vide il sangue uscirle dalla bocca la sua rabbia sparì e le fu subito al fianco, pronta ad aiutarla e chiedendole spaventata se stava bene. Gilda era stata ingiustificatamente aggressiva, ma dirle quelle cose non era troppo? Si sentì male, probabilmente l’ aveva ferita più in profondità di quanto pensasse. Forse Gilda era diventata una stronza, e qualunque fosse la causa non aveva il diritto di comportarsi in quel modo, ma saltarle addosso così era solo servito a nascondere il problema sotto il tappeto, e Dash più di chiunque altro avrebbe dovuto saperlo.
“Ehi Lesbow Dash!”
“Ehm, ciao Dash”
Dash si voltò, era Fluttershy insieme a Gilda. Fluttershy stava a testa bassa con le mani unite dietro la schiena, Gilda stava a braccia incrociate e sorrideva.
Dash si alzò “che diavolo significa tutto questo?” si avvicinò e le puntò il dito contro “avevi promesso!”
“Raffreddati gli ardori Dash” rispose Gilda con calma “significa solo che la tua amica Fluttershy qui presente vuole dirti due paroline”
“Ah si?” Dash guardò Fluttershy “cosa devi dirmi?”
“Beh” lei guardò il terreno “io…mi dispiace di averti picchiata Dash”
“E…” intervenne Gilda.
“…È stato ingiusto da parte mia abusare della tua bontà, tu che sei sempre stata così protettiva nei miei confronti”
“E…”
“…Ti prometto che non succederà più”
“Visto Dash, tutto è bene quel che finisce bene!”
Dash rimase di stucco, Gilda prese un rametto dalla tasca e se lo mise in bocca, Fluttershy salutò e se ne andò via.
Dash guardò Gilda di sottecchi “…Non ti avevo chiesto di non picchiarla?”
“Non l’ ho picchiata” replicò Gilda “l’ ho solo fatta ragionare, al massimo l’ ho strapazzata un po’, sensibile o meno non aveva il diritto di farti questo” masticò il rametto “e in ogni caso picchiarla non avrebbe risolto nulla, e cosa più importante avevo promesso”
Si guardarono in silenzio.
Poi Dash le mollò un pugno. Gilda fece altrettanto.
Dash roteò su sè stessa e le assestò un calcio rotante nel fianco, Gilda urlò e rispose tirandole  un pugno nello stomaco,  poi la afferrò e le mollò una craniata, Dash le tirò una ginocchiata nell’ inguine, con scarsi risultati dato che Gilda indossava una protezione, e un’altra nel plesso solare. Gilda si piegò e Dash la stese con un pugno, poi le saltò addosso continuando a colpirla, Gilda ruggì di rabbia e si sollevò da terra. Dash capitombolò ma riuscì a tornare in piedi, Gilda le sferrò un calcio nell’ inguine, ma Dash indossava a sua volta una protezione, e fece seguire un gancio in faccia. Dash spruzzò saliva e contrattaccò, Gilda le afferrò il braccio e lo torse tentando di farla cadere, Dash reagì con un calcio alla faccia, Gilda la lasciò andare e lei le assestò un pugno nel mento, Gilda schivò e le sferrò un manrovescio, Dash cadde a terra e Gilda le fu subito addosso, continuarono a prendersi a pugni.
Twilight uscì di casa per scoprire la fonte del casino, con lei c’ era il suo assistente.
Era un ragazzo asiatico, intorno ai 14-15 anni, con i capelli verdi corti e a punte, i lineamenti quasi da lucertola e grandi occhi a mandorla verdi e con pupilla verticale, quello e le scaglie verdi sulla fronte e sulla mandibola lo identificavano come un drago. Indossava una maglietta verde e una felpa viola con maniche bianche decorate da strisce verde brillante e l’ immagine di un drago intessuta dietro, pantaloni di jeans larghi e un paio di snickers verdi. Teneva in mano una lattina di soda e guardava stupito la scena.
“Sapevo che sarebbe stata una lunga giornata” mugugnò Twilight “Spike, potresti per favore dire a queste due di smetterla di rendersi ridicole di fronte a tutta la città?”
Spike ruttò fuoco verde “Vedrò che posso fare”
Si avvicinò “Ehm, scusatemi?” Gilda e Dash continuarono a picchiarsi “ragazze? Potreste comportarvi in modo un tantino più civile?” nemmeno lo guardarono “avanti, sapete che non è necessario, potete risolvere molto di più se provate a calmarvi e a par…”
“TAPPATI QUELLA CAZZO DI BOCCA!” gli gridarono all’ unisono.
“…Sì vabbè, vado a farmi un cannone” Spike buttò via la lattina e se ne tornò in casa.
Qualche minuto dopo Gilda e Rainbow Dash erano una davanti all’altra, erano coperte di lividi, sangue gli colava dalla bocca e dal naso, grondavano di sudore, ansimavano e stavano in piedi a fatica.
“Stronza venefica…”
“Cagna traditrice…”
Urlando, si gettarono l’ una contro l’ altra, pronte a sferrare il pugno finale…
…si centrarono in faccia l’ un l’ altra, caddero a terra e persero i sensi.
 


Dash si svegliò dolorante sul divano in casa di Twilight, le pulsava la testa.
Notò che le avevano tolto la giacca e le avevano medicato i lividi, si guardò intorno e vide Gilda che giaceva priva di sensi sull’ altro divano, Twilight le aveva tolto la giacca e le stava mettendo del trauma gel sui lividi.
“Piano con quelle mani Jaleel” Gilda aprì gli occhi e guardò Twilight con sguardo languido “mi scaldi tutta”
“Oh per favore!” Twilight la lasciò lì e guardò entrambe “massacrarvi di botte per strada davanti a tutta la città” disse “molto maturo da parte di entrambe” poi se ne andò.
Dash cercò di alzarsi ma l’ indolenzimento la fece rinunciare, così si limitò ad alzarsi a sedere.
Passò di lì Spike “pesi come un incudine, faccia da uccello”.
“Vieni più vicino così posso castrarti, lucertola rachitica!” replicò Gilda.
Poi le si voltò verso Dash, incontrando il suo sguardo. Gilda si alzò a fatica e si avvicinò al tavolinetto dove la sua giacca e quella di Dash erano riposte, prese da una tasca della propria un altro pezzetto di legno e se lo cacciò in bocca, masticandolo come un sigaro.
“…Che è?”
“Radice di liquirizia, Fluttershy me ne ha dato un pacchetto, sto provando a usarli al posto delle sigarette, sai fumare è cool, il cancro ai polmoni no”
Dash guardò il pavimento “…Mi dispiace Gilda”
Gilda la guardò interdetta “…Cosa?”.
“Ho detto che mi dispiace, non scuso il tuo comportamento ma non è stato giusto accusarti di essere una falsa amica” sospirò “mi sbagliavo, e ti ho ferita ingiustamente”
Gilda non rispose, semplicemente restò lì a guardarla. Poi si sedette sul divano, vicino a Dash “…Sono io che devo scusarmi Dash” la sua voce si fece rotta “in tutti questi anni avrei dovuto combattere l’ amarezza, e invece ho lasciato che mi soverchiasse, e ho continuato a comportarmi come se avessi il diritto di sfogarmi su chiunque…ho sbagliato Dash, non potevo pretendere dopo tutto questo tempo che tra noi due ogni cosa sarebbe stata come ai tempi del Campo di Atletica, avrei dovuto accettare anni fa il semplice fatto che quei tempi sono morti e sepolti” fissò il pavimento “e anche se i tuoi nuovi amici mi facevano schifo avrei dovuto sopportarli, almeno per te… è vero che sono uno schifo come amica”.
“Non è vero” Dash le mise una mano su una spalla “sarai anche diventata una stronza possessiva, ma ora so che ti importa davvero di me, e me lo hai dimostrato oggi come me lo hai dimostrato mesi fa, ma io non sono stata capace di capirlo” si avvicinò e le mise il braccio intorno alle spalle “Gilda, so che dentro questa stronza c’è ancora la ragazza a cui volevo bene, e so che quella ragazza può tornare in superfice…e anche se quei tempi sono finiti, noi siamo ancora qui”
Stettero in silenzio per un po’, poi Gilda abbracciò Dash.
“Ti ho persa una volta” la sua voce tremava ancora più di prima “non ti perderò di nuovo, te lo prometto…”
“Avanti Gi” Dash la abbracciò a sua volta “non c’è bisogno di essere così melodrammatiche…”
Si guardarono negli occhi, Gilda tratteneva a malapena le lacrime, Dash le sorrise, ci fu quasi un contatto tra le loro labbra…
 


D’ improvviso, un’ esplosione disintegrò la porta, Gilda e Dash balzarono in piedi, Twilight le raggiunse. I glifi sulle mani di Twilight, i suoi tatuaggi e i suoi occhi si illuminarono di energia magenta. Spike arrivò in  un balzo e aveva rilasciato parzialmente la propria forma, la sua bocca aperta mostrava denti ricurvi e le sue unghie erano mutate in artigli.
Mentre il fumo si diradava una figura balzò dentro la casa.
Era avvolta in un mantello viola con delle stelle azzurre e grigie, che svolazzava drammaticamente al vento e le copriva parzialmente il volto, portava un cappello da mago dello stesso colore e pattern. La figura lanciò via con fare teatrale il mantello e il cappello. Era una ragazza dalla pelle bianca e i capelli azzurro chiarissimo, circa alta come Twilight ma con i fianchi meno sodi e le tette più grandi. Il suo viso era ovale e suoi lineamenti delicati, i suoi occhi erano grandi e vispi, di un viola scuro e con uno sguardo strafottente, la sua bocca era minuta e contratta in un vago sorriso, entrambi erano valorizzati da ombretto e rossetto azzurro chiaro. Indossava una piccola sciarpa bianca intorno al collo, una camicia elegante bianca aperta davanti per mostrare il decolté, un gilet blu scuro con due code dietro, pantaloni aderenti blu che valorizzavano le sue gambe, e un paio di stivaletti azzurri senza tacco. Aveva sulle dita glifi simili a quelli di Twilight, in più aveva le due costellazioni del Grande Carro e del Piccolo Carro sulle mani e sugli avambracci. I glifi, i tatuaggi e gli occhi della ragazza brillavano di energia purpurea.
Dash ringhiò “no, non quella di nuovo…”
La nuova arrivata indicò drammaticamente Twilight.
“Trema di terrore Twilight Sparkle, perché dopo mesi di intenso allenamento e studio la Grande & Potente Trixie ha finalmente DAVVERO sconfitto la temuta Orsa Minore e…”
Twilight guardò fuori dalla porta, vide che Trixie si era portata dietro il cucciolo di orso stellare, che giaceva steso per strada con un enorme bernoccolo in testa.
“…beh, ammetto che il tuo miglioramento è sorprendente Trixie, ma non potevi semplicemente bussare…”
Trixie la fulminò con un’ occhiata “la Grande & Potente Trixie apprezzerebbe se per favore il suo drammatico discorso non venisse interrotto” disse con tono più basso.
“Come ti pare, continua pure” replicò Twilight.
“Grazie, allora…Ah si: e ORA, dopo tutti questi mesi di vergogna e umiliazione, la Grande & Potente Trixie è tornata per la sua tremenda vendetta su di TE!”
Gilda, Dash e Spike esordirono all’ unisono con tono annoiato “LAME!”
“Oh ma per favore!” Twilight perse le staffe “e va bene, mi dispiace di averti umiliata di fronte a tutti, non era mia intenzione, l’ incidente dell’ Ursa Minor non era colpa tua ma di quei due deficienti di Sips e Snails che comunque sono stati sbranati da un basilisco la settimana scorsa, siamo stati ingiusti nei tuoi confronti e le mie amiche si sono comportate da stronze ipocrite, sei contenta ora?”
“…Ma sei stupida?” Trixie stavolta sembrava davvero arrabbiata “mi hai rovinato la vita e distrutto la carriera, e credi di cavartela così?”
“Sono stata io a fare questo?” chiese Twilight.
“Sì!” Trixie sparò dalla mano destra un raggio di energia contro Twilight.
Twilight creò uno scudo che bloccò il raggio, ma in quel momento Trixie lanciò con la mano sinistra una bomba fumogena, Twilight venne accecata dal fumo e Trixie ne approfittò per balzare in aria, piroettare e sferrarle un calcio volante, Twilight venne sbalzata via ma con un incantesimo di levitazione riuscì a tornare in piedi e a passare al contrattacco, piantando un pugno avvolto di energia mistica nello stomaco a Trixie, che si schiantò contro il muro. Twilight si gettò su di lei ma Trixie rotolò di lato, balzò sul tavolo ed eseguì un salto mortale all’ indietro, schiacciando Twilight sotto di sé in una 6-1-9. Trixie afferrò la gamba di Twilight e la torse, Twilight urlò di dolore e sparì in uno sbuffo di energia, Trixie cadde a terra e vide che Twilight si era teletrasportata sopra di lei, per poi spararle con entrambe le mani un’ esplosione di fuoco viola. il fuoco si dissolse e Twilight atterrò, ma Trixie era sparita. Schivando l’ attacco da dietro Twilight afferrò Trixie per un braccio e la proiettò in avanti, Trixie piroettò in aria e in uno sbuffo di luci colorate si moltiplicò in  quattro. Le quattro attaccarono Twilight, lei sapeva che solo una era quella vera e le altre inoffensive illusioni. Fu sorpresa quando tutte e quattro la colpirono come se fossero vere, Twilight barcollò sotto la gragnuola di calci e pugni, cercò di colpire a sua volta ma le sue mani passavano attraverso le copie.
“una vera moltiplicazione E corporeità eterea? Nemmeno io ci riesco, come diavolo hai fatto a padroneggiare tu una simile combinazione?”
 poi vide delle piccole luci scaturire dal nulla davanti a lei, ad ognuna di esse seguiva un colpo a segno. Twilight Capì che le quattro erano tutte copie, la vera Trixie si era resa invisibile e stava colpendo dalla distanza con scariche concussive in sincronia con i movimenti delle copie, aveva usato le luci colorate per mascherare l’ uso di entrambe le magie. Anche se non era al suo livello Trixie aveva imparato a sfruttare la propria esperienza da illusionista per massimizzare i propri incantesimi, dietro il suo interpretare un personaggio sopra le righe si nascondeva una mente astuta.
“Hai rovinato l’ illusione Trixie!” Twilight ignorò le copie e si gettò in direzione di Trixie, rotolò per schivare  un’ altra scarica, il pugno di Twilight si incendiò di una fiamma purpurea a forma di testa di drago, poi Twilight scatenò la potenza esplosiva di quel colpo in un uppercut così potente che si staccò da terra e roteò a mezzaria in un turbine di energia purpurea, Trixie volò in aria, ma a mezzaria creò delle corde di energia, rimbalzò su di esse e arrivò addosso a Twilight in un drop kick, Twilight parò.
Le due continuarono a combattere, distruggendo il mobilio, Gilda e Dash persero interesse e si risedettero sul divano.
“Ehi Spike sei in cucina?” chiese Dash.
“Sì” fu la risposta.
“Ci porti per favore una birra e una red bull?”
Due lattine vennero lanciate dalla cucina, Dash ne afferrò una al volo, l’ altra atterrò in grembo a Gilda.
Dash aprì la lattina e bevve “quindi Gi, cosa volevi dirmi stamattina?”
“Ah lascia perdere” Gilda aprì la birra “non ha più importanza”
“Avanti” Dash bevve un altro sorso “sfogati!”
“Se proprio insisti” Gilda bevve “volevo dirti, ‘Elemento della Lealtà dei miei coglioni’, che mentre tu te la spassavi qui ottenendo gloria e lodi, io mi facevo un culo grosso così  per mangiare e dovevo fare a botte con qualcuno almeno due volte a settimana per non farmi fregare lo stipendio, che mentre tu inseguivi i tuoi sogni io seppellivo i miei, che ero contenta di sapere che eri una troia narcisista e che non avrei più sprecato il mio tempo con te, che ti auguravo ogni bene e di fotterti!”
Dash bevve un altro sorso “mi trovi d’ accordo sull’ ultima parte” sorrise, mostrando il dente d’ oro “io mi fotterei, mi fotterei con gusto!”
“L’ avevo notato” Gilda ruttò “strano sia finita male con Lightining Dust!”
“Ma va’? l’ hai conosciuta?”
“Principalmente me la sono fatta, ma sì l’ho conosciuta”
“E come sta?”
“Bene, ha detto che sarebbe contenta di rivederti, non prima però di averti spaccato la faccia” Gilda gettò uno sguardo dietro di sé “Quelle due stanno ancora distruggendo tutto?”
“Non lo so” si voltarono.
Twilight e Trixie erano ora entrambe per terra, Trixie stava tirando Twilight per i capelli e Twilight le aveva artigliato una spalla, erano madide di sudore e si erano strappate via ampi pezzi di vestiti nello scontro, i pantaloni di Twilight erano distrutti per metà e tirati giù, lasciandole scoperto metà del fondoschiena, ciò che rimaneva della camicia di Trixie era sbottonato e il suo reggiseno era stato tirato via, lasciandole le tette esposte. Rotolarono avanti e indietro, graffiandosi, mordendosi, tirandosi i capelli e strappandosi ancora di più i vestiti.
Gilda si leccò languidamente le labbra, Dash la guardò. “pensi che dovremmo dividerle?”
Gilda non distolse lo sguardo dal catfight “…ma anche no!”
“Swag” Dash tornò a guardare il catfight.
“Sai, mi hanno detto che quel giorno hai incontrato Fluttershy, e l’ hai fatta piangere…”
“…Si, l’ ho chiamata ‘ochetta’ e le ho urlato contro” rispose Gilda “…mi vuoi morta  per questo?”
“Ma per favore” replicò Dash “per queste due minchiate…”
 


La terra tremò. Una volta. E un’ altra. E un’ altra. Twilight e Trixie continuarono il catfight.
“Ma che ca…” Dash guardò fuori dalla finestra “…oh, NO!”
Le due uscirono dalla casa, la gente per strada correva in giro urlando e parte degli edifici era distrutta. Un ruggito risuonò, Dash e Gilda si voltarono e videro la fonte del disastro. Una cosa colossale e del colore del cielo notturno, punti bianchi luminosi come stelle rilucevano su di essa. Aveva enormi braccia con artigli, una testa con grandi fauci e denti a sciabola, sembrava un orso mostruoso e molto arrabbiato.
Gilda rimase di stucco “…Dash, dimmi che quello NON è un’ Ursa Major!”
Dash diede un pugno al muro “quella stupida di Trixie…”
Il mostro le vide e vide anche l’ Ursa Minor a dieci metri da loro, si mosse nella loro direzione con un ruggito. Gilda sfoderò le Beretta 92FS a canna allungata e caricatore espanso.
Dash la bloccò “lascia perdere, non la feriranno! Scappiamo e lasciamo che quella cosa prenda il suo cucciolo!”
Gilda digrignò i denti e rinfoderò le pistole “mi trovi d’accordo”
Una ragazza asiatica dalla pelle chiara, lunghi capelli viola con messa in piega e grandi occhi azzurri, vestita di un qipao bianco con doppia spaccatura e leggins neri, passò di corsa di fianco a loro, strillando “ogni umano per sé!”
Poi venne afferrata dall’ Ursa Major.
Sentendo le urla della ragazza, Spike uscì di corsa, vedendola nelle grinfie dell’ Ursa Major. L’ aria intorno a lui iniziò a tremolare.
“Ti spellerò e regalerò la tua pelle alla botique!” la sua voice suonò come un ruggito, poi venne avvolto da fiamme verdi. La fiamma si ingrandì fino a diventare una colonna di fuoco colossale, poi si disperse, rivelando un mostro rettiloide ricoperto di scaglie violacee e bianche sul ventre,  con braccia terminanti in artigli, una cresta di spuntoni verdi che correva dalla testa fino alla punta della coda, artigli a falce sui piedi, artigli da baryonyx sulle mani, gorgiere ai lati della testa e fauci piene di denti ricurvi e seghettati.
“…SKRREOOOONNKH” Il drago si gettò all’ attacco ruggendo e colpì l’ Ursa Major con un pugno,  poi strappò la ragazza dalle sue grinfie e calciò a terra l’ orsa stellare, poi adagiò con delicatezza la ragazza sul tetto dell’ ospedale.
“…Oh Spike sei stato grandioso, forse prenderò in considerazione di rivolgerti la parola!” disse lei.
L’ Ursa Major lo afferrò e lo trascinò via, lui rispose con una codata rotante, i due mostri si gettarono poi l’ uno contro l’ altro artigliando e mordendo con ferocia.
“Quello era…abbastanza cool!” commentò Gilda.
“Beh, speriamo che non facciano troppi danni alla proprietà, sennò la Principessa ordinerà un’ altro pogrom” Dash strinse le spalle “torniamo ai drink Gi, tanto peggio di così non può andare…”
Il muro della casa di Twilight esplose di fianco a loro, Gilda e Dash vennero gettate a terra. Mentre si rialzavano stupite, Twilight e Trixie uscirono.
“i nazisti sono tornati dal lato oscuro della Luna in sella ai loro dinosauri?” chiese Twilight.
“no” rispose Dash.
“Che cazzo era quello?” urlò Gilda.
“Beh, la Grande & Potente Trixie e Twilight stavano…”
Gilda balzò in piedi e sollevò Trixie per ciò che rimaneva della sua camicia.
“Piantala di autodefinirti ‘Grande e Potente’, lagna, mi dai sui nervi!” urlò.
Si voltò verso l’ amica “Dash, non ti dispiace se sfogo ingiustamente la mia rabbia su questa lagna, vero?”
Dash sorrise “no no, fai pure!”
“Non solo sei una tavola da surf, sei anche un’ ipocrita!” le gridò Trixie.
Dash si voltò inviperita “ehi!”
Una serie di raggi laser vennero sparati da dentro la casa, incendiando degli edifici adiacenti.
Dash spalancò gli occhi, iniziava a temere il peggio “…Twilight, dimmi che non è quello che penso io!”
“Beh…” Twilight si forzò a sorridere “stavamo combattendo di nuovo, ma un incantesimo simultaneo ha causato un sovraccarico magico…nella stanza sbagliata… ” scrollò le spalle “…l’ abbiamo riattivato”
Gilda si voltò verso di loro “avete riattivato cosa?”
Una salva di missili partì da dentro la casa, facendo saltare in aria due edifici.
“potresti per favore smettere di palpare la Grande & Potente Trixie?” Gilda si accorse che le sue mani premevano sui seni di Trixie, la lasciò andare.
“comunque belle tette!”
Dalle fiamme di un’ ulteriore esplosione emerse una figura magra e rilucente. Si rivelò essere un androide. Fasci idraulici neri  muovevano i suoi arti, placche metalliche corazzavano il suo corpo, erano dello stesso blu della giacca di Dash. Le gambe del robot erano potenziate da pistoni idraulici e sospensioni da fuoristrada, aveva delle turbine da aereo miniaturizzate sulla schiena e sui polpacci; sulle placche del petto, degli avambracci, delle spalle, delle cosce e delle turbine aveva un simbolo, una nuvola con un fulmine multicolore, lo stesso simbolo che Dash aveva tatuato sulle chiappe. Le placche degli avambracci erano aperte, rivelando fucili laser e cannoni particellari miniaturizzati, le placche delle spalle rivelavano dei lanciamissili. La testa del robot era corazzata, il suo volto privo di tutto tranne che di un visore a fascia nero illuminato di luce rossa, e il centro della testa era corazzato da una cresta di otto placche sovrapposte, ognuna di un diverso colore. Il robot avanzò con passo cadenzato e meccanico, guardandosi lentamente intorno in cerca di bersagli.
“ >Schiacciare - >Uccidere - >Distruggere - >Swag … >Schiacciare - >Uccidere - >Distruggere - >Swag … >Schiacciare - >Uccidere - >Distruggere - >Swag …”
A Gila cadde la mandibola.
Dash le diede una pacca sulla spalla “pronta per un po’ di azione Gi?”
Gilda indicò il robot “…dafuq?”
“Ehm…qualche mese fa ho avuto un incidente e tutti credevano fossi morta, siccome però avevano bisogno di me Twilight ha costruito quel robot, tragicamente voleva a tutti i costi provare ad usare la Stasi…”
“La che?” chiese Gilda.
“Energia magica grezza e concentrata” precisò Twilight.
“Grazie Twilight” Dash riprese “…dicevo usarla come carburante, ha funzionato ma anche troppo…e l’ ha fatto andare in modalità Skynet”
“Capisco…chissene, facciamolo a pezzi!” Gilda si mise in posizione.
Dash si mise in posizione a sua volta “ora vorrei tanto un aiutino da Pinkie”
“Che genere di aiutino, infastidire Kiryu a morte con degli stupidi scherzi?”
Dash la guardò storto “no, solo un fucile anticarro modificato, lo chiama ‘Party Cannon Cobra Special’ o qualcosa di simile…a riguardo, hai visto Pinkie di recente? È da un po’ che è sparita”
Il RazorDroid-110 attivò le turbine e volò verso di loro, armi pronte al fuoco.
“ > Baciate il mio fondoschiena metallico! ”
 
[Qualche settimana prima]
Gilda attraversò con calma il corridoio tappezzato di cadaveri, le pistole ancora fumanti.
“...I have a big gun
I took it from my Lord
Sick with Justice
I just wanna feel you
I'm your angel
Only a ring away...”
Arrivò fino ad una porta, la aprì con un calcio. Nella stanza c’era un tavolo. Avvicinatasi al tavolo, tirò fuori i caricatori dalle sue pistole, estrasse i proiettili, dei 9x19 Parabellum con anima di tungsteno, dalle tasche e iniziò ad analizzarli uno per uno prima di inserirli nei caricatori, assicurandosi che fossero tutti in buono stato.
Sorrise soddisfatta “è ora di vivere per sempre, Lesbow Da…”
Uno scoppio dietro di lei la fece voltare di scatto, i caricatori le caddero di mano.
Uno scoppio dietro di lei la fece voltare di scatto, le caddero i caricatori di mano.
La porta andò giù, entrò qualcuno. Era una ragazza chiara di pelle, non molto alta, con grosse tette, fianchi larghi e un filo di pancia. Aveva la faccia tondeggiante e le lentiggini, grandi occhi azzurri spalancati, una bocca larga distorta in un sorriso folle e capelli fucsia lunghi che le ricadevano lisci su parte del volto. Indossava un top a strisce bianche e rosa, un gilet rosso con contorni bianchi, una minigonna fucsia, leggins neri, scaldamuscoli a strisce bianche e azzurre sulle gambe e a strisce bianche e gialle, un paio di Superga fucsia, una con lacci gialli e una con lacci blu. aveva inoltre una cintura con uno strano congegno e due katana in spalla.
“No, tutto ma non te…”
“Vedo che hai intenzione di tornare!” esordì la nuova arrivata “la tua cattiveria mi da’ proprio sui nervi!” si avvicinò “Sai già chi sono, il mio nome è Pinkamena Diane Pie, sono la fedele custode dell’ Elemento della Risata! Questo è un incontro voluto dal destino, e ora pagherai col sangue per la tua imperdonabile perfidia, STILE PINKIE PIE!”
Con fare teatrale, Pinkamena estrasse a quanto sembrava dal nulla un fucile anticarro alto quanto lei.
“Questa è l’ arma di cui vado fiera quasi quanto di Gummy! Io la chiamo Party Cannon Cobra Special! Ha la base di un Lahti L-39 ma con intelaiatura rinforzata al titanio, ha un caricatore espanso da 20 colpi e un sistema di espulsione del bossolo potenziato che assicura una maggiore cadenza di fuoco,  un dispersore di fiamma migliorato, un’ impugnatura modificata per una presa più solida, un grilletto da mitragliatrice tarato 1,2 kg, e un sistema a Gel di riassorbimento del rinculo, è stata aggiunta un’ ottica di precisione da un fucile da cecchinaggio e dispone di visuale notturna e termica, supporta tutti i calibri di munizioni anti-materiale fino a 20.0 mm e può sparare 6 tipi diversi di proiettili, tra cui incendiari, all’ uranio impoverito  e con cuore perforante in titanio, con le sue cartucce modificate alla nitrocellulosa non è solo riduttivo definirla arma antiuomo ma persino antimateriali! L’ unica persona in grado di usare questa tremenda arma in virtù di personale distorsione della realtà sono Io!”
Pinkamena era in estasi, Gilda non sembrava minimamente impressionata.
“Hai paura, lo so che hai paura! Non è possibile che tu non ne abbia!” Pinkamena puntò il fucile “E ora preparati perchè ti ridurrò in cupca…”
Gilda, che aveva con calma ricaricato durante il discorso, sparò a Pinkamena due colpi nello stomaco e uno in un polmone a bruciapelo.
“E tappati quella boccaccia, quanto cazzo parli? Dì un po’, quando non monopolizzi l’ attenzione fai la commessa in una pasticcieria?”
Pinkamena giaceva a terra, la sua t-shirt già imbevuta di sangue, un filo di sangue le colava dalle labbra.
Cercò di alzarsi “Nnngh…fottuta mangiapasser…”
Gilda si chinò sopra Pinkamena, bloccandola a terra “Ora tocca a me parlare, reginetta delle lagne” le piazzò la pistola in mezzo agli occhi “permettimi di spiegarti una regola semplice e fondamentale: con queste devi fare solo due cose, puntare e premere il grilletto!”
Gilda sorrise, assaporando la rabbia e la paura sul volto di Pinkamena “…e ora mi spiace, Puzzi Pie, la festa è finita!”
BANG!
 
“…No, non l’ ho vista” Gilda sorrise, un sorriso feroce da un orecchio all’ altro. Poi lei e Dash balzarono in simultanea, colpendo insieme il robot in faccia con un pugno.

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Angolo dell' Autore: sulle prime questa doveva essere una Trollfic che sbeffeggiava i fan psicopatici e doveva essere molto più violenta, poi però ho deciso che non mi soddisfava e che non volevo snaturare troppo il materiale di partenza, così ho diminuito la satira e ho aggiunto un po' di development serio (PS. chiedo scusa di avere ucciso Pinkie ma volevo assolutamente fare quella citazione...conoscendola potrebbe non essere morta, riguardo al suo design ho citato un altro personaggio comico che non smette mai di parlare...).

spiegazione di alcune scelte, just in case:
-Gilda: la nuova voce è un richiamo(presente anche nel design) ad un voice actor joke del doppiaggio originale, in cui Gilda è doppiata dalla stessa attrice(Maryke Hendrikse) che ha doppiato Revy di Black Lagoon...non è l' unica doppiatrice che ha lavorato a entrambi gli show(Rarity-Roberta, Spike-Garcia Lovelace, Iron Will-Mr Chang, ad esempio) ma contando che Gilda È Revy in versione kid friendly e leggermente meno sociopatica, va alla grande. è un carrarmato di donna un po' perchè oltre che a Revy mi sono ispirato a Bane di Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, mi piaceva l' idea che Gilda usasse uno stile di lotta come il suo pratico ma brutale(per questo il Muay Thay, il Silat è più 'aggraziato' ma essendo nato come arte marziale militare lo è molto meno rispetto tipo allo Shaolin) un po' perchè, stronzaggine a parte, è chiaramente una virago.
-Rainbow Dash: per personalità e design, ho pensato che da umana Dash sarebbe probabilmente una punkettara. non mi piacciono le umanizzazzioni genericamente sexy di lei, non è proprio il tipo, così le ho dato un look che attirasse l' attenzione(di cui lei si nutre come una succube) e un fisico che esaltasse la sua attitudine(combattente? centometrista? parkour? e perchè non tutti?). sulle prime volevo darle come arte marziale il Wing Chun, ma contando che il Jeet Kune Do(l' arte marziale creata da Bruce Lee) è un misto di Wing Chun cinese, Tae Kwon Do coreano e Pugilato europeo, ho pensato le stesse meglio.
-Twilight: in questa versione umana è di colore, un po' perchè molti bronies tipicamente si inferociscono come bisce di fronte  a umanizzazioni non bianche, un po' perchè come detto nella fic c'è un altro personaggio di colore nerd, senza abilità sociali, la tendenza a combinare guai e poteri immensi(anche se lei usa la magia e lui la tecnologia) che assomiglia a lei.
-Trixie: avevo pensato qualcosa tipo Twilight ma meno modesto e più elegante/sexy, ha senso visto che è una illusionista da palcoscenico e usa anche il proprio corpo per catturare l' attenzione del pubblico.
-Fluttershy: sappiamo tutti che è bipolare(da come rimbalza tra 'terrorizzata dalla sua ombra' e 'pronta a uccidere'), inoltre l' ho fatta mediorientale (pelle scura e hijab, che per capirsi non ha necessariamente un significato religioso essendo che è molto più antico), perchè trovo che sia una idea originale, coerente con la sua caratterizzazione(introversa, modesta e timida, che non ama essere al centro dell' attenzione, lo hijab esprime anche questo) e perchè Fluttershy mediorientale fa inferocire i bronies più psicolabili anche più di Twilight nera.
*Spike: ‘SKRREOOOONNKH’ è un’ onomatopea usata in alcuni fumetti americani per rendere il ruggito di Godzilla(quello giapponese AKA una delle icone immortali del cinema fantastico, non il tarocco mmerigano).
*Rarity: mi andava di non renderla bianca, ma scura di pelle avrebbe rovinato lo schema di colore, così l’ ho resa asiatica, probabilmente giapponese visto che i nippon sono molto chiari(ammetto in questo caso il FAIL di farle indossare un qipao, ma tanto il kimono È un qipao modificato).
*Il RazorDroid-110: sulle prime era direttamente l’ R-Dash 5000, il robot assassino costruito ad immagine & somiglianza di Rainbow Dash (dopo che questa era stata motosegata da Fluttershed) della serie Pony.MOV, una delle parodie dello show più corrosive sul Tubo, poi ho deciso di modificarlo in un personaggio a sé stante(per poter dire di avere citato ed evitare che mi diano del plagiatore). Il nome è una citazione di tre robot: il RazorTime XXIII, il mecha schierato dall’ antagonista Nox nel finale della prima stagione di Wakfu (la ‘Stasi’ è un’ altra citazione diretta alla serie), l’ Afro Droid dalla serie Afro Samurai (un altro doppio robotico del protagonista) e R-110, uno dei personaggi giocabili di Timesplitters: Future Perfect, che è un robot assassino con seri problemi mentali e un cupo senso dell’ umorismo (“sai qual’ è la differenza tra un umano e un mucchio informe di materia organica putrefatta? Più o meno una settimana!”), ed è un alleato del giocatore.
(PS: Timesplitters è una delle serie sparacchine più belle della vecchia generazione e minge in testa tutt’oggi ai Call of Duty vari, se avete ancora una PS2 comprateveli tutti e tre che ne vale la pena)
*Party Cannon Cobra Special: ‘Cobra’ citando il cannone portatile Cobra del film Robocop, ma soprattutto la Eisen Reich Luger Special, la fighissima pistola (non) usata dall’ idiota nazista nell’ episodio 7 di Black Lagoon






   
 
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