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Autore: aniasolary    11/02/2013    4 recensioni
Non poteva guardarlo per tanto tempo: dicevano che guardare una luce troppo a lungo te la fa vedere anche quando non c’è più. Ti rimane dentro la cornea, una lucciola intrappolata per sempre nei tuoi occhi. Klaus non faceva niente di diverso. Le restava intrappolato negli occhi, una macchia nera invece che chiara a distorcerle tutte le cose che incontrava. Dopo un po’ la macchia sembrava svanire, ma Caroline lo sapeva.
Le scivolava nel cuore.

Spoiler 4x13
Klaroline 
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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klaus

 

Allucinazioni.

 

“Ti è mai mancato essere umano?”

“Una volta. Durante un lungo cammino sulle Ande. Un colibrì è volato verso di me e ha continuato a fissarmi volandomi attorno. Il suo piccolo cuore picchettava come se fosse una mitragliatrice. E ho pensato a come dovesse essere, sai, dover lavorare duramente ogni giorno per restare vivo. Essere costantemente in punto di morte, e quanto dovesse essere soddisfacente ogni giorno che si è sopravissuti.”

Settima puntata della quarta stagione.

Klaus e Caroline.

 

Chiuse gli occhi per un secondo e si perse, un po’ dentro di sé, un po’ in quel sorriso che le faceva stringere gli occhi come se stesse guardando diritto verso il sole. Prese un respiro profondo e li riaprì di nuovo. Vicina ad una macchina, ne approfittò per guardarsi il trucco in uno degli specchietti laterali.

Sei perfetta, mia cara.

Cominciò a camminare verso di loro. «Elena? » Si mise a correre, i tacchi alti che picchiettavano sull’asfalto con quel rumore di perline e ciondoli che le sfioravano le caviglie. «Elena!» le disse, e sentì la nausea salirle lo stomaco. «Abbiamo passato praticamente ore per creare quella tonalità al tuo lucidalabbra. Video su you tube ed e-mail a stylist di tutta l’America, per favore…»

«… Potresti smettere di baciare Damon davanti a me?» continuò Elena con la sua voce chiara. Si passò una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio, e sorrise mentre Damon l’abbracciava da dietro.

Damon sorrideva a quel modo che gli creava la fossetta alla guancia destra, un angolo della bocca più alzato rispetto all’altro, gli occhi color ghiaccio a schernirla. «Non sa resistermi. E non mi dispiace per niente, Caroline.»

Caroline lo ignorò. «Non capisci proprio niente, Elena.» Scosse la testa, guardandosi le unghie smaltate con quell’adorabile color confetto della Kiko che le dava un’aria fresca, sbarazzina e al tempo stesso raffinata– era scritto tutto nel catalogo dei cosmetici. «Puoi baciarlo quanto vuoi, quell’idiota.» Si sistemò i riccioli e si costrinse a calmarsi, poi continuò a camminare, c’era Hayley, lì, vicino ai cespugli.

Che cosa ti ha fatto innamorare, eh, Elena?  Immersa nelle coperte della sua stanza, durante un pigiama party per fingere la normalità, Caroline aveva guardato Elena storcendo le labbra.

Lui, aveva risposto lei. Ogni parte di lui.

«Buongiorno, raggio di sole.»

Caroline si fermò, all’improvviso, e sentì un brivido lungo la schiena. La sua voce continuava a risuonarle nelle orecchie con quella tonalità bassa e sabbiosa.

Lui era sempre stato l’ombra. Una porta che si apriva e la sua linea scura sul pavimento, a oscurare tutto quello che incontrava.

«Klaus.»

Ombra.

Caroline sbuffò, ma non riuscì a muoversi. Cercò di sorridere ma sentiva dolore allo stomaco, come se avesse appena bevuto dell’acqua gelida.

«È un complimento, suppongo…» disse ancora.

Lui fece qualche passo e si fece illuminare dallo spiraglio di luce che si librava dalle nuvole, i capelli biondi a splendere, gli occhi azzurri dalle sfumature più chiare intorno alla pupilla.

L’oscurità sotto il sole.

«Non potrebbe essere diverso, mia cara.»

Il verde scuro della sua giacca faceva sembrare i suoi occhi più scuri, ma sempre più luminosi.

«I raggi del sole fanno morire i vampiri bruciati.»

«Fuoco e amore stanno sempre insieme, Caroline. E dove c’è l’amore, c’è anche la morte.»

Caroline misurò il peso sui tacchi, mosse leggermente le braccia e inclinò il viso. E poi distolse lo sguardo.

Non poteva guardarlo per tanto tempo: dicevano che guardare una luce troppo a lungo te la fa vedere anche quando non c’è più. Ti rimane dentro la cornea, una lucciola intrappolata per sempre nei tuoi occhi. Klaus non faceva niente di diverso. Le restava intrappolato negli occhi, una macchia nera invece che chiara a distorcerle tutte le cose che incontrava. Dopo un po’ la macchia sembrava svanire, ma Caroline lo sapeva.

Le scivolava nel cuore.

Klaus si avvicinò ancora di più, un filo di barba dorata sul mento, la fossetta sulla guancia mentre le sorrideva. «L’organizzazione del ricevimento per la promozione di tua madre come sindaco e… la morte di Silas per chi sa, tra l’altro è stata…»

«Perfettamente organizzata sotto ogni punto di vista,» finì lei. Voleva scappare. Restare. Lui era orribile. Perfetto. Scosse la testa. «Che cos’altro ti puoi aspettare, da una come me?»

«Mi piace molto questa tua sicurezza, a parte il fatto che da te posso aspettarmi di tutto, Caroline.» Klaus smise di sorridere e la luce scomparve. Gli rimase solo intorno, come una nuvola. Un aureola intorno ad un diavolo. «A che cosa pensi?»

«A cosa pensi tu, invece. Credi di conoscermi?»

«Credo di sapere che sei molto di più di quello che pensi di essere.»

«Credere fa parte dell’essere umano.» Caroline si mise le mani sui fianchi e cercò di trattenere, con un respiro profondo, il tremolio nella voce. «Salve, Vampiro Vintage, vuoi unirti al nostro club?»

«Caroline, » Klaus pronunciò il suo nome piano, strascicò le lettere come se le stessa assaporando una ad una sulla lingua.

«Perché sei venuto? Hayley deve averti visto e sai che Damon…»

«Mi sembrava giusto presentarmi qui in pace e tranquillità. Per i miei amici.»

«Amici?» La voce di Caroline si fece più alta. «Pensi solo ai tuoi interessi! Pace e tranquillità… stai rispettando il patto di non ucciderci ma chi ci dice che tu non stia pensando a qualcun altro dei tuoi malefici piani? Se ascolti, prendi sempre e solo le cose che ti interessano. Come… come quelle canzoni stupide che fanno alla radio, quelle che finiscono sempre per “Baby” o “Darling” e quando le canti a una ragazza per fare colpo non sai che dire ma sai solo quelle due parole. Oh, darei la mia collezione di orecchini per pagare delle guardie del corpo a quegli imbecilli… spero che non diventino mai vampiri dei cantanti del genere… sai che significa sorbirseli con nuove e identiche canzoni per l’eternità? E… oddio, perché sto parlando di canzoni?»

Klaus le sfiorò il mento con la mano e ci passò sotto il pollice. «Perché sei un vulcano di energia, Caroline.» Klaus inclinò la testa e Caroline sentì il suo profumo di cuoio, menta e liquore al limone. Si sentì stordire, mentre lui si leccava le labbra e le sfiorava il collo.

«Non qui.» Caroline sentì le sue mani sulla vita che stringevano il vestito.

«Dovresti vendicarti Elena e Damon, mia cara.» Klaus le leccò il lobo dell’orecchio e Caroline rabbrividì.

«Non cominciare.» Continua. Sentì la bocca di Klaus che le scendeva sul collo e Caroline cominciò a pizzicargli il braccio, quella camicia bianca che così si sarebbe guastata. «Smettila, Klaus… smettila… altrimenti…»

«Altrimenti assolutamente nulla, Caroline.»

«Signori!» Caroline alzò la voce e cercò di staccarsi da Klaus. «Mi sta importunando! Questo energumeno… »

«Ti ho raccontato tante volte la mia storia e dovresti sapere che non ho nulla a che fare con l’età della pietra,»le disse lui a bassa voce, vicino all’orecchio. «Ma forse l’assenza di vestiti ti distraeva.»

Caroline cercò di cancellare quelle parole dalla sua mente ma quelle diventarono sempre più ingombranti, mostrandole proprio Klaus in piedi, vicino alla finestra, i polpacci illuminati dalla luce della luna, il bagliore che scendeva sul addome scolpito, la pelle chiara.

«Mi sta importunando!»

Klaus che si chinava su di lei e la accarezzava e…

«Io so benissimo a cosa stai pensando. »

Klaus la prese per il braccio e lei si lasciò guidare fra folla di tutte quelle persone, cuori ansanti che battevano, sorrisi che nascevano sui visi per la serenità di essere, in quella rarissima volta, felici senza avere paura. Fuori dal Grill, il chiasso era soltanto un ammasso di suoni che veniva da lontano, mentre Klaus, ad una velocità sconosciuta, la trascinava dentro il locale. Klaus le lasciò il braccio, poi trascinò un tavolo davanti alla vetrata per non far entrare nessuno. Il locale era deserto, Matt e Jeremy erano fuori a festeggiare. Quando Klaus ebbe finito, sembrava essere appena venuto fuori da un film d’epoca… lui era la bruciatura sulla pellicola.

Caroline si stese sul divano, mentre lui si avvicinava e faceva saltare la cintura dei pantaloni. Caroline lo guardò. Era tutto sbagliato, tutto tremendamente sbagliato, eppure non riusciva a evitarlo. Non riusciva a evitare di guardargli il petto quando lui fece cadere la camicia, non riusciva a smettere di guardarlo negli occhi brucianti di un calore incandescente. Klaus si sedette sul divano e la toccò. Caroline fremette, mentre lui le baciava le gambe fino ad arrivare all’orlo del vestito. Caroline sentì la sua mano lì, a spingere e lei chiuse gli occhi e perse il respiro.

«Apri gli occhi Caroline.» Lui era veloce, sempre più veloce, sempre di più.

«Apri gli occhi, Caroline.»

Lui si fermò e lei incontrò i suoi occhi, lucidi e chiari, che aspettavano. E allora gli carezzò i capelli e la guancia e finì sulle labbra, e lasciò che lui diventasse parte di lei.

Ma lui non si muoveva.

«Klaus.»

«Adesso.»

Caroline non capì. Sapeva solo che il cuore le batteva forte e che avrebbe potuto ucciderla. Sapeva solo che avrebbe voluto non averlo, quell’organo stretto fra le costole come in una gabbia, ma lei lo aveva desiderato così tanto che ora tutto, dall’ affanno della corsa alla nausea del sangue, le sembrava un miracolo. Klaus le tolse il vestito da sopra la testa e spinse, spinse forte. Caroline si aggrappò alle sue spalle e sentì la bocca sul suo seno, sul petto, la pancia; le sue mani ovunque, fra i capelli, sul viso, sulle braccia. Non sapeva più dove respirare e cosa respirare, se non l’odore di lui, quel fiato così caldo. Mandò indietro la testa e lui rallentò, e lei spinse le unghie nella sua schiena. Era l’unico momento in cui poteva trovarlo debole, lì, con il petto sudato, le labbra dischiuse e morbide. Caroline le baciò, si lasciò cadere, e lo sentì in ogni istante passato, ogni sguardo su di lei, ogni ballo, ogni sorriso, ogni pianto, ogni pensiero. Si morse le labbra e l’urlo le morì in gola. Si sentiva le guance bruciare, e non sapeva più se era per quello che era successo o per quello sguardo che non la lasciava mai.

Klaus.

L’ombra.

Caroline aveva sempre avuto paura del buio.

Adesso, invece, il buio era il suo rifugio.

«Una volta mi hai chiesto se c’era mai stata una volta in cui mi sarebbe mancato essere umano, » Klaus parlava così, la voce che scendeva a granelli, sussurrava al suo orecchio. Caroline alzò gli occhi verso di lui e Klaus le sfiorò il naso con il suo, un soffio lontano dalle sue labbra, la barba a solleticarle la guancia. «Adesso, Caroline.»

Caroline gli accarezzò il viso. Aveva preso la cura senza esitazione: sentire la vita tornare a scorrerle dentro di sé era stata la magia più bella che potesse accadere nella sua vita. Poteva tornare ad essere normale, e a lei era sempre mancato quello. Essere una frivola studentessa di diciassette anni. Klaus no, nessuno aveva abbastanza forza per obbligarlo e lui aveva rifiutato. Caroline sapeva perché, l’aveva letto nei suoi occhi: l’immortalità era l’unica cosa che aveva.

«Klaus,» disse lei, e scosse la testa. Lui, splendido nella sua eternità, continuava ad amarla nonostante il sangue, l’odio, il potere. E Caroline sapeva che non sarebbe rimasto a lungo, ma di una cosa era sicura. «Non devi desiderare di essere umano.» Fece una pausa e sentì il cuore riempirsi di una gioia che non aveva mai umanamente conosciuto. E adesso, lì davanti a lei, riusciva a vederlo per tutto quello che era. «Tu lo sei.»

***

Caroline sente il buio farsi strada dentro se stessa. Con gli occhi socchiusi, riesce a vederlo, appoggiato allo stipite della porta, le labbra socchiuse a respirare un aria che non gli serve più.

«Come puoi fare questo a lui, a me…» La voce di Caroline è un sussurro. Il dolore le parte dalla spalla dove lui l’ha morsa e si concentra lì, nel petto, come se il cuore potesse ancora battere. Klaus la guarda, e lei lo vede sfumato, accennato come in un quadro impressionista. Fra le poche cose che aveva studiato a scuola, quell’argomento le era rimasto più impresso. Klaus. Pennellate di luce e oscurità nella stessa persona.

«Mille anni di vita. Sai, la noia,» risponde lui, come se stesse parlando del perché preferire il rosso al giallo, il sangue al vino, la notte al giorno.

«Non ti credo,» biascica.

«Allora forse è perché sono malvagio.» Klaus si passa una mano fra i capelli e non distoglie lo sguardo. La guarda e Caroline vede due piccole luci azzurre che si fanno sempre più sbiadite.

«No.» Caroline si sente la gola graffiare, qualcosa di appuntito le affonda all’interno fino a perforarle le ossa. «Sei ferito.» Parla piano, sente dolore. «E questo dimostra che una parte di te è umana.»

«Come puoi pensare questo?» La sua voce di Klaus è affilata come i canina con cui l’ha morsa. Gli stessi canini che la stanno facendo morire.

«Perché l’ho visto. Ho visto me stessa sperare fortemente di non dimenticare di dimenticare tutte le orribili cose che hai fatto.»

La madre di Tyler. Tutti quegli ibridi. Persone innocenti.

«Ma non puoi… non è così? »

Caroline sente l’incertezza, nella sua voce. Quando è morta, soffocata da un cuscino in quel letto di ospedale, il freddo era stata la prima sensazione a farle credere che tutto stava volgendo al suo termine. Finiva la vita di una ragazzina che non riusciva mai a farsi amare abbastanza, troppo piccola e troppo ingenua per capire la vita.

È lo stesso freddo che sente adesso.

«So che sei innamorato di me,» gli sussurra. Il dolore le brucia ogni parte di lei. «E chiunque sia capace di amare può essere salvato.»

«Hai le allucinazioni,» dice lui, brusco.

Caroline sorride.

«Credo che non lo saprò mai.»

Le sfumature si fanno sempre più chiare, acqua su colori a tempera che Caroline non vede più, Caroline non vedrà mai più.

Caroline. Qualcuno la sta chiamando. E lei sente che forse doveva andare così.

Forse doveva morire, per crescere.

Doveva morire, per conoscere davvero suo padre. Doveva morire, per accorgersi di volere davvero bene a sua madre. Doveva morire, per riconoscere di essere bella abbastanza e doveva morire, per rendersi conto di essere la persona migliore di cui parlava nelle bozze delle lettere di ammissione ai college. Doveva morire, per accorgersi che il male è una conchiglia che, se messa vicino all’orecchio, fa sentire un eco di bontà.  La bontà di un anima che ancora puzza di fumo per il dolore, ma che può ancora amare.

La luce in fondo al tunnel è tenue, non la acceca. Caroline non ha mai creduto davvero in Dio, non ha mai creduto che un’entità superiore e buona la potesse portare a stare così male, a vivere e a rinascere, a restare sulla terra senza un cuore che potesse sentire il dolore. Ma forse si è sbagliata. Forse Dio la perdonerà per aver invidiato Elena, Bonnie, una ragazza per un bel vestito o per l’amore del suo fidanzato. La perdonerà per essere un vampiro e per tutti i suoi errori.

Il dolore non brucia più, il fuoco lascia una carezza amata, un bacio leggero che dice svegliati, piccola, ora sei a casa.

Apre gli occhi e lo vede, gli occhi azzurri imperlati di lacrime, la bocca sporca del suo stesso sangue, il fiato che viene fuori senza nemmeno una parola perché non c’è niente da dire, adesso.

Caroline riesce a sentire. Riesce a vedere.

La parte umana di Klaus è lì davanti a lei, le appartiene.

E l’ha salvata.

*

*

*

*

Quando Klaus chiama bisogna rispondere. E poi bisogna assolutamente writtahhhhhhh (Grazie, Noemi e Angel, per fangirlare con me <3 <3 <3 )

Come credo abbiate capito, la prima parte potrebbe essere un futuro, mentre l'ultima scena è presa dalla puntata 13 della quarta stagione di TVD <3 Spero che vi sia piaciuta e che mi vorrete lasciare un parere :)

Grazie per aver letto

Un bacio

Ania <3
p.s se volete leggere ancora di Klaus passate da queste storie, non potete perderle:
Rosa Nera, I Fiori del male, Prigioniero di una menzogna <3

   
 
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