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Autore: allison742    11/02/2013    4 recensioni
Non sei più vivo quando la notte non riesci a dormire, perché nella tua testa risuona un addio che non riesci a spiegarti.
Quando hai gli occhi lucidi ma non piangi.
Non sei vivo.
Sei distrutto.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se non uccide, fortifica.
 
“Sto bene, non preoccuparti. Sono solo un po' stanca.”
Ecco la frase che continuo a ripetere a chi chiede.
Seguo un copione perfetto: la solita scusa seguita da un sorriso troppo finto per essere credibile.
Ma d'altronde, che altro posso fare? Raccontare la verità? Esternare i miei sentimenti?
E cosa dovrei dire? Non c'è una storia. Quello che è successo non ha alcun senso.
Non c'è nulla da raccontare, nulla da far sapere.
O forse la verità è che ti amo talmente tanto che non voglio che la gente ti ricordi come un uomo senza valori.
Non voglio rovinare la tua immagine, e mento.
Ma la cosa più strana è che non me l'hai chiesto tu di farlo, sono io.
Io che non ho ancora perso la speranza, io che tutte le sere mi siedo davanti alla finestra e aspetto di vederti arrivare, io che ti amo nonostante tutto.
E mentre cerco il tuo sguardo negli occhi di sconosciuti, con la mente torno a quel giorno, quel maledetto giorno.
 
- Kate, sei in casa? - mi sento chiamare mentre la porta si chiude.
- Ciao.... Com'è andata la cena di lavoro?
- Mmm... È andata... Mancavi tu.
- Io non sono una scrittrice, sarei stata fuori luogo. - rispondo avvicinandomi; ti tolgo la giacca mentre ti accarezzo una guancia.
- Tu saresti perfetta in ogni caso... Tu sei straordinaria.
Avvicini il volto e mi baci, piano, dolcemente.
Tutto ciò di cui ho bisogno.
- Questo significa che mi hai perdonata? - chiedo con un filo di voce, temendo la risposta.
Ti stacchi da me e punti gli occhi nei miei.
Mi sento un criminale che aspetta il verdetto decisivo.
- Si, certo... Non saranno questo genere di battibecchi che faranno finire la nostra storia.
Sorrido, felice.
- Mi dispiace Rick, non avrei dovuto esprimermi in quel modo. Il fatto è che il discorso di Meredith mi ha fatto pensare al nostro rapporto. E io ho bisogno di sapere, ho bisogno che ti confidi con me... - spiego, prendendoti le mani.
Nel tuo sguardo scopro comprensione e amore.
- Lo faro Kate, te lo prometto... Solo non ora.
Non era quello che volevo sentire; probabilmente sarò egoista, ma mi aspettavo che dopo la discussione ti saresti aperto con me.
Espongo un finto sorriso e annuisco.
- Sai Kate, mi rendo conto che se non fosse amore, non saremmo mai arrivati al punto di tenerci così stretti ogni volta che abbiamo cercato di andarcene.
Ti stringo forte a me e ti lascio un bacio sulla guancia.
- Ti amo, conta solo questo.
Mi baci di nuovo mentre suona il telefono.
È Lanie.
- Rispondi pure, io intanto vado a cambiarmi e preparo il letto.
Ti sorrido e ti lascio andare.
Mi siedo sul divano e mi sfogo con la mia migliore amica. Le racconto tutta la storia e tutti i miei pensieri al riguardo.
Le dico che mi sarei aspettata una confessione da parte tua, che avrei voluto sentire tutta la tua storia.
Le dico che non saprei come vivere senza di te, ma allo stesso tempo non riesco a convivere con i tuoi segreti.
Le dico tutto ciò che non ti direi mai in faccia, per non ferirti e per non rovinare quello che siamo.
Le dico questo con la convinzione che tu sia in bagno a metterti il pigiama, mentre l'unica spiegazione che mi sembra possibile dare a ciò che accadrà, è proprio il fatto che tu eri dietro alla stipite della porta.
Perchè se così non fosse, o sono pazza io, o lo sei tu.
Dopo aver chiuso la telefonata e aver bevuto un the, arrivo in camera e ti trovo a leggere.
Sembri diverso... Distaccato.
- Ti senti bene? - chiedo nel momento in cui appoggio la testa sul tuo braccio e tu non reagisci come al solito.
- Ti porterò sempre nel cuore.
- Come scusa? - chiedo stranita.
- Ti porterò sempre nel cuore Kate, non dimenticarlo.
Io annuisco, senza capire.
Sembra tanto un addio, ma tu sei qui in parte a me, non te ne stai andando.
Con tanti dubbi e nessuna risposta chiudo gli occhi.
Se fossi in grado di prevedere il futuro, avrei preferito non aprirli mai più.
La mattina dopo non ti trovo accanto a me.
Mi alzo e ti cerco in cucina. Non ci sei.
Sarai uscito a prendere i caffè, penso.
Mi siedo sullo sgabello per aspettarti. Sto ripensando al tuo comportamento di ieri sera, ma non riesco a trovare spiegazione.
È in quel momento che vedo un biglietto sul bancone.
Non l'ho scritto io, dunque, a rigor di logica l'hai scritto tu. Per me.
 

“Sai, ho paura che ti porterò davvero per sempre nel cuore.
Ho paura che non ci sarà spazio per nessun' altra.
Ho paura che ogni volta che penserò all'amore, penserò a te.”

 
Corro in camera terrorizzata, apro la porta della cabina armadio e trovo il tuo lato completamente vuoto.
Mi siedo sulla poltrona e piango.
Un pianto di rabbia, tristezza, dolore e disperazione.
Un pianto che non avrei mai dovuto provare.
 
Ecco come sono andate le cose realmente, ecco perchè non ne parlo con nessuno.
Te ne sei andato senza salutare, senza abbracciarmi, senza spiegare.
Ma soprattutto, te ne sei andato senza un vero motivo.
Mi hai lasciato con il dubbio che fosse colpa mia, che io avessi sbagliato, che a causa mia te ne fossi andato.
Ma ormai, dopo tre anni senza tue notizie, sono arrivata alla conclusione che sei tu quello che hai sbagliato, tu quello con il comportamento infantile che mi ha abbandonata; e quel dubbio che mi lancinava fino alla disperazione, ora non è nient'altro che una sensazione.
Una sensazione che, però, rimarrà impressa nel mio cuore per sempre.
Se non uccide fortifica, dicono.
E se uccide? Se non ne esci vivo?
Perché a volte fa male da morire, da morire per davvero. Perché a volte cammini, bevi, respiri e mangi, ma non sei vivo.
Non sei vivo perché il cuore batte ma allo stesso tempo s'è fermato.
Sono le morti peggiori, quelle invisibili.
Sono quelle morti che nessuno riesce a vedere, che nascondi dietro a un sorriso e speri di riuscire a mentire "sto bene, non è niente!".
Non sei più vivo quando la notte non riesci a dormire, perché nella tua testa risuona un addio che non riesci a spiegarti.
Non sei vivo.
Quando hai gli occhi lucidi ma non piangi.
Non sei vivo.
Quando ascolti canzoni tristi per non sentirti solo.
Non sei vivo.
Sei distrutto.
Tutto questo fortifica?
Davvero?
Davvero ne usciremo più forti?



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Note dell'autrice
Ultimamente riesco solo a scrivere cose tristi,
ma prometto che prima o poi mi rifarò con una bellissima Caskett!
Ok, ci state?
Alla prossima allora!
Un bacio, Giuli.

   
 
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