Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _xharrysdimples    11/02/2013    4 recensioni
Chiuse gli occhi. Il sorriso di Louis era l'unica cosa che riusciva a vedere, per quanto lontano cercasse di guardare.
Si alzò in piedi, ma le gambe gli cedettero e cadde in ginocchio sul freddo pavimento. Poteva la solitudine prendere il posto di Louis?
L'aveva già fatto. Le ombre di una felicità ormai spenta ora erano l'unica compagnia di Harry.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic


 

A E. che non sa e
non saprà mai, quanto
importante sia per me.

 

 

Harry se ne stava seduto sul bordo del letto, in quella camera che era fin troppo impregnata di ricordi. Dall'azzurro acceso delle pareti, fino al tappeto morbido color rosso sangue.
Ma ora persino quell'azzurro sembrava sbiadito, il tappeto aver perso colore.
Sembrava quasi che i colori se ne fossero andati con Louis, l'ultima volta che aveva lasciato quella stanza.
Teneva l'orlo delle coperte stretto tra le dita con tutta la forza che aveva, fino a far diventare le nocche bianche; lo sguardo fisso davanti a sé, che guardava oltre quel muro azzurro e freddo. Freddo quasi quanto il cuore che ora gli batteva in petto, freddo quasi quanto Louis quando gli aveva comunicato che doveva andarsene.
La pioggia ticchettava sul vetro della finestra, dando un ritmo e scandendo quei secondi interminabili, senza inizio né fine. Harry di tanto in tanto spostava lo sguardo sulla finestra, osservando stancamente le gocce di pioggia che vi scorrevano veloci sulla superficie, rincorrendosi, per poi unirsi. E pensava a come anche lui e Louis una volta si ricorrevano felici in quella stanza, tra i baci e le carezze, immersi nel segreto che quell'amore comportava.
Solo silenzio. Lo stesso silenzio che era stato lui stesso ad offrire a Louis, dopo il suo annuncio.
La rabbia, la paura, la confusione. E tanti ricordi, che tornavano violenti a premere dentro di lui, eclissando la sua forza di volontà, rendendola nulla, e rendendo lui stanco; inerme e terribilmente stanco. Così il ragazzo lasciava inevitabilmente che i ricordi avessero la meglio su di lui, giustificandosi con tutti i mezzi possibili, per la sua debolezza.
E quelle immagini erano sempre lì, pronte a ripiombare con violenza davanti ai suoi occhi, distruggendolo in ogni fibra del suo essere, ogni qualvolta fosse stato troppo debole per respingerle. Ovvero sempre.


«Sono Louis, e tu come ti chiami?» due occhi vispi e allegri, un sorriso fresco e incredibilmente solare.
«Io sono Harry.» rispose tendendogli la mano, dopo essersi sfilato il guanto nero, che dopotutto non teneva così caldo. Harry aveva il naso rosso e un berretto di lana grigio calato sul capo; nuvolette impalpabili lasciarono le sue labbra al pronunciare di quelle parole.
Louis gli afferrò la mano la mano con un sorriso, e fu la prima volta che Harry notò l'azzurro incredibile dei suoi occhi, nulla in confronto a tutto che contenevano.
«La tua mano è davvero congelata. Hai freddo?» domandò Louis, realmente preoccupato.
«Beh sì, un po'...». Rispose Harry, sorpreso dall'interesse del ragazzo.
Louis si sfilò la sciarpa bianca che teneva al collo, e gliela porse.
«Metti questa, io sto bene.»
«Ma non serve...» cercò di rassicurarlo Harry, ma il ragazzo lo mise a tacere con un segno del capo.
«Me la restituirai la prossima volta che ci vedremo.»
«E quando?» chiese Harry.
Louis sorrise ammiccante.
«Cos'hai da fare oggi pomeriggio?»

Tic tac, tic tac. Le ore passavano, come avevano sempre fatto. Il tempo non si ferma ad aspettare nessuno, e Harry lo sapeva. E avrebbe dato tutto quello che aveva, per poter rivivere tutti gli attimi che ora erano andati, persi per sempre.
Se si sforzava poteva perfino sentire Louis, con la sua voce cristallina, che lo sfotteva.
«Che stai aspettando, Harry?»

Aspetto una ragione per ricominciare a vivere.

Era più che mai deciso a fuggire dalla sua vita, a fuggire da se stesso. Ma non ne era capace.
Il dolore era troppo reale, e impregnava ogni centimetro di quel luogo.

Harry gli accarezzò leggermente il volto con la mano, un leggero accenno di barba gli solleticava i polpastrelli. Chiusi in quella stessa stanza, avrebbero dovuto studiare assieme. Ma non riuscivano più a fingere e a evitare i tocchi e gli sguardi; ne avevano sempre più bisogno.
«Harry, ci conosciamo solo da due mesi...»
«Si, ma sono stati i due mesi più belli della mia vita.»
«Anche per me.» ammise Louis, fremendo.
Harry gli sorrise, poi, senza staccare lo sguardo dai suoi occhi, si avvicinò lentamente a lui, poggiando per la prima volta le sue labbra su
quelle morbide di Louis.


Fu come se Harry avesse rievocato quella sensazione, fu quasi come se quelle labbra lo avessero sfiorato davvero. Ma non era così, perché quelle labbra ora erano lontane da lui, chissà dove.
Si chiese ancora una volta perché avesse deciso di partire. Perché avesse deciso di lasciarlo.
La ragione la sapeva, ma non voleva ancora crederci. Voleva continuare a pensare che quella che gli aveva detto Louis era una grande bugia, che il motivo della sua partenza fosse stato un altro, ma che non aveva voluto dirglielo. Ma alla fine non ci credeva nemmeno lui.
La ragione che gli aveva dato Louis era vera. Vera e terribilmente reale.


«No, non andartene, per favore.»
«Haz, vado solo una settimana al mare con la mia famiglia.» disse ridendo, mentre lo abbracciava.
«Si, ma mi mancherai...»
«Sarà per poco. E poi non ti devi preoccupare.»
«Perché non dovrei?»
«Perché sai che tornerò sempre da te.»

Ed era vero, quella volta Louis tornò, e anche le successive.
Così, Harry non riusciva a credere che ora l'aveva lasciato davvero.
Chiuse gli occhi. Il sorriso di Louis era l'unica cosa che riusciva a vedere, per quanto lontano cercasse di guardare.
Si alzò in piedi, ma le gambe gli cedettero e cadde in ginocchio sul freddo pavimento. Poteva la solitudine prendere il posto di Louis?
L'aveva già fatto. Le ombre di una felicità ormai spenta ora erano l'unica compagnia di Harry.

«Me ne devo andare.»
«Si, ma poi tornerai, giusto?» chiese il riccio incredulo, ricordando quello che Louis gli aveva detto tanto tempo prima.
«No, stavolta no.» quelle parole furono come un pugno dritto nel cuore.
Forse, pensò, era uno dei suoi soliti scherzi.
«Perché te ne vai?» Louis guardò a terra, imbarazzato, ma con la consapevolezza di dover dire la verità. Con la consapevolezza che fingere
non lo avrebbe portato a nulla.

«Vedi, io...» iniziò, ma un attimo di esitazione bastò a Harry per capire.
«Non dirlo, ti prego...no...» sussurrò Harry, con una voce che il ragazzo non gli aveva mai sentito, leggendo la verità negli occhi di Louis ancora prima che lui avesse il tempo di sbattergliela in faccia.
«Io mi sono innamorato di un altro, e...» Harry iniziò a indietreggiare, scuotendo la testa incredulo, mentre gli occhi gli diventavano lucidi.
«No...no...non è vero.» gracchiò sconvolto, incespicando sui suoi piedi, e lasciandosi cadere sul letto, mentre nemmeno le lacrime trovavano la forza per scendere.
«Scusa Harry. Perdonami.»
Non riuscì a dire altro. Era dispiaciuto, lo era davvero, ma se se ne fosse andato ora, sarebbe stata la cosa migliore per entrambi.
Louis fissò i suoi occhi azzurri in quelli verdi del ragazzo per l'ultima volta, poi si voltò, e con un ultimo triste sorriso uscì da quella stessa stanza in cui si trovava Harry ora.
E quella fu l'ultima volta che Harry lo vide.

Mentre era ginocchioni al suolo, dopo un mese dalla partenza di quella che era stata la persona più importante della sua vita, fu travolto da quella terrificante consapevolezza che aveva cercato di reprimere con scarsi risultati fino a quel momento.
Louis non sarebbe davvero tornato mai più. D'altronde aveva sempre mantenuto le sue promesse.
Tranne quando aveva promesso che lo avrebbe amato per sempre.
Si alzò in piedi, d'un tratto reso folle dalla rabbia. Raggiunse il cassettone, dove erano disposte tutte le sue foto scattate con Louis, e che non aveva voluto togliere, perché significava ammettere a sé stesso che era tutto finito.
Le guardò mentre la rabbia gli montava dentro, poi con una manata le buttò a terra tutte, mandando i vetri e le cornici in frantumi. Si accasciò, incurante dei pezzi di vetro che gli stavano tagliando i palmi delle mani; incurante del suo stesso sangue che sgorgava sporcando le foto a cui tanto aveva tenuto. Lasciò che fossero i ricordi più belli a ferirlo, si esteriormente che interiormente.
E in ogni caso il dolore fisico era nulla in confronto a quello che Louis gli aveva fatto.
Prese in mano le foto e le strappò una ad una, mentre le lacrime gli lasciavano le guance, andando a mischiarsi al sangue sul pavimento.
Ma una foto non fu in grado di strapparla; la prima che avevano scattato assieme. La raccolse, si avvicinò al letto e la adagiò sotto al cuscino. Poi si distese, rannicchiandosi, raggomitolandosi su se stesso, come un bambino infreddolito e spaventato, che aveva perso la mamma.
Sporcò anche le lenzuola, quelle stesse lenzuola sulle quali lui e Louis avevano fatto l'amore per la prima volta, giurandosi amore eterno. Ma non se ne curò affatto, nulla aveva più importanza ormai.
Strinse a sé il cuscino, e senza volerlo si ritrovò ad immaginare che fosse il suo Louis. Suo.
No, non era più suo, e non lo sarebbe stato mai più. Respirò profondamente, domandandosi perché ci fosse ancora aria nei suoi polmoni.Ma anche volendo, non riusciva a cacciare il dolore. 
Anche volendo, non fermava le lacrime, perché piangere era l'unica cosa che aveva ancora la forza di fare.
Anche volendo, non riusciva a smettere di amare Louis.
Nonostante, pensò, lui avesse smesso da un pezzo.
Strinse il cuscino tra le dita con tutta la forza che gli era rimasta, quella che Louis non era ancora riuscito a portarsi via. Aveva preso a calci il suo cuore, e non era sembrato nemmeno così dispiaciuto di averlo fatto.
Louis aveva dimenticato tutto quello che avevano avuto; Harry non l'avrebbe fatto mai.
Ecco la differenza tra loro due, uno ci aveva tenuto troppo, l'altro troppo poco.
Uno ci aveva creduto per tutto quel tempo, l'altro aveva smesso di crederci.
Uno se n'era andato, l'altro era ancora lì, a soffrire, lacerato dal dolore di una vita senza la persona che amava.
Il ragazzo dagli occhi azzurri così meravigliosi, lo aveva trattato in modo orribile, come nessuno avrebbe mai meritato. Ma la cosa peggiore, di gran lunga, era il fatto che Harry, nonostante quello che gli aveva fatto, non avrebbe smesso di amarlo mai.

Harry non sapeva smettere di amare.

 


-------

Spazio autrice.
Salve a tutti, grazie mille a voi che avete letto la mia storia e siete arrivati fino alla fine senza vomitare (?)
Ahaha, comunque sarei molto felice di sentira la vostra opinione, positiva o negativa che sia, quindi non esitate a recensire, vi prego *occhi dolci*. Credo di essermi già abbastanza messa in ridicolo lol, quindi grazie ancora, aspetto di sapere se vi è piaciuta sdflkdakkjs.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _xharrysdimples