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Autore: Mara Mara    11/02/2013    1 recensioni
Helen deve affrontare la dura realtà: dovrà combattere contro il male, difendere la sua famiglia e continuare la sua vita da teenager il più normalmente possibile affinché possa mantenere il suo segreto. In un miscuglio di dolore e passione, incasserà duri colpi, da un grave incidente a una spiacevole rivelazione. Il futuro è nelle sue mani, sta a voi scoprire perché.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Correvo. Il vento passava tra le mie ciocche rosse. Il terreno era instabile e sembrava crollare da un momento all’altro. Scorsi la fine, un dirupo altro qualche chilometro. In fondo c’era un fiume impetuoso. Non guardai dietro per vedere se c’era ancora e saltai. Ora sorvolavo  la boscaglia, con le mie ali forti potevo raggiungere qualsiasi altezza, qualsiasi velocità. Ma ad un tratto, gli alberi si avvicinavano. Qualcosa non andava. Stavo precipitando.
 
Mi svegliai di colpo, sudavo e avevo le orecchie bollenti. Così mi alzai a prendere un sorso d’acqua. In cucina c’era Matias, probabilmente per il mio stesso motivo. Aveva un viso paonazzo.
- incubi?
- parecchi in questi giorni
- io ho sognato di precipitare, è stato orribile
- già, io ho sognato la stessa cosa ma…
- ma, cosa?
- era Violet a cadere, la vedevo avvicinarsi al suolo senza poter fare nulla; è stata la prima volta che mi sono sentito impotente.
- mi dispiace. Non so cosa voglia dire, ma non promette niente di buono. Penso siano degli avvertimenti. Meglio avvisare papà e mamma appena si svegliano.
- si giusto – si alzò in direzione della porta.
- dove vai?
- da Violet
Non dissi nulla. Lo capivo. Provai a dormire ma niente, i miei occhi erano ancora lucidi dallo spavento. Presi il portatile e andai sul mio blog. Un nuovo messaggio. Quando vidi la sua foto, soffocai un grido di gioia. Mi aveva scritto e stentavo a crederci. Mi piaceva da qualche mese, e Arianna mi aveva convinto a scrivergli.
Aveva mandato il messaggio alle nove di sera e dubitavo fosse ancora in linea così rimandai la risposta per il pomeriggio.
Andai in bagno, mi feci una doccia e mi lisciai i capelli; io li avevo mossi ma ultimamente, non mi piacevano affatto. Tornai di là, e riordinai la camera, preparai la cartella e iniziai la ricerca del mio cellulare. Non lo trovavo dalla sera precedente ed ero preoccupata di averlo dimenticato in giro. Dopo dieci minuti mi ero addormentata sulla poltrona. Mi svegliai di mattina, così scesi per far colazione, ma soprattutto per parlare con i miei. Quando entrai in cucina c’era mia madre che piangeva e mio padre che la teneva per le spalle. Sophia, la mia sorellina, mi corse in contro e si gettò tra le mie braccia. Mio padre con enorme fatica, riuscì a aprire bocca.
- Vicky… t-tuo fratello…
- dov’è Matias? Papà che è successo?
- la polizia ci ha chiamato un’ora fa, l’hanno trovato in mezzo alla strada, privo di sensi
- ora dov’è?
- è all’ospedale, in coma.
- c-cosa? Com’è successo?   
- no si sa, ma lo scopriranno – mi avvicinai a loro e abbraccia mia mamma. Poi uscii per andare a scuola, era martedì.
- sei sicura di voler andare?
- sì, non vi preoccupate – appena chiusi la porta dietro di me, le lacrime mi annebbiarono la vista e mi accasciai a terra. Non avevo mai provato una sensazione simile, faceva male.
   
 
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