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Autore: White Gundam    31/08/2007    4 recensioni
Poesia dedicata ad Aiolia in Episode G, al suo modo di vedere le battaglie ed allo strano rapporto col fratello (quando ancora non sa se odiarlo perchè "colpevole" o amarlo in quanto suo fratello). NO YAOI
Genere: Malinconico, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leo Aiolia, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, forse qualcuno si ricorderà di una poesia che ho scritto dedicata al Cavaliere del Sagittario, ecco questa in parte ne è complementare, ma può essere letta anche da sola.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto (e in particolar modo coloro che hanno recensito) la mia altra poesia, e ringrazio coloro che leggeranno (e in particolar modo coloro che recensiranno (nel bene o nel male)) questa fanfiction.
(Per chi invece stà ancora aspettando il continuo della mia fanfic lunga è invece una specie di siparietto d'attesa sperando vi piaccia, scusate ma stò cercando per l'altra di fare un capitolo che mi è molto difficile)
Beh adesso ho rotto abbastanza, vi lascio alla poesia:



AIOLIA IN BATTAGLIA
Fendono i pugni il cielo della notte
mentre la mia vita comincia a seguire false rotte…

E’ così da quando mio fratello è morto,
dopo il suo più grande torto,
lei, la Dea Athena, l’ha uccisa
ed era una neonata,
e da lui doveva essere la persona più amata.
Ma è fuggito portandola appresso
e lasciandomi il pesante fardello
di essere di un traditore il fratello.

Vorrei combattere, per dimenticare,
vorrei dagli altri Cavalieri farmi perdonare.

Quattordici i suoi anni quando è diventato reietto
quattordici gli anni che ho io adesso.
Nei suoi occhi a quel tempo il mio stesso ardore,
gli stessi capelli, dello stesso colore.
Io mi rispecchio in lui, se guardo quella foto,
in quel bimbo,
che lui teneva in braccio e che ero io mi ci vedo ben poco.

I miei capelli però sono adesso rossi come il fuoco
del colore amaro del sangue, e della guerra il gioco.

Si tinge di sangue la terra
mentre contro il mio nemico il pugno si serra.
Le grida sue di dolore,
sono quelle che da sempre affliggono il mio cuore.

Vorrei perdere l’udito per non ascoltare
e la vista pur di poter smettere di guardare.
Sangue e dolore,
mai un po’ di amicizia oppure di amore…

Questo io penso quando combatto
e contro il nemico si scaglia il mio attacco.

E il leone che nel mio corpo alberga,
tutto d’un tratto si risveglia,
ma solo se persone a me care sono attaccate
allora il mio combattimento
ha finalmente un senso.

Combattere non per attaccare
ma per proteggere le persone a me care.

Ruggisci leone,
fammi dimenticare tutto ciò a cui non voglio pensare.
Fammi difendere chi voglio salvare,
ma non uccidere,
non ci pensare!

E fende il pugno,
ma non per far male,
adesso fende il cielo, mentre i miei occhi piangono lacrime amare:

Perché in una guerra bisogna sempre ammazzare?

Me l’ha detto,
ripetuto, insegnato,
una persona di cui adesso non voglio neanche sentir parlare,
anche se queste sue parole di lui mi sono ancora care:

Aiolia: l’uomo non è fatto per uccidere, è fatto per amare!
   
 
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