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Autore: _Ve    11/02/2013    8 recensioni
Storia di una ragazza diversa dalle altre. Elisabetta Lensy, 17 anni, una vita che non le piaceva e un pessimismo comune a pochi. Le cose cambieranno quando incontrerà delle persona capaci di farla sorridere? Dal primo capitolo:
"Quel ragazzo sorrideva sempre, ero colpita. No, non colpita in quel senso, io avevo chiuso da parecchio coi ragazzi. La mia ultima storia non si era conclusa nel migliore dei modi. D'altronde, diciamolo, i ragazzi sono dei coglioni. Ne trovano una con due tette soddisfacenti, la riempono di complimenti, se la portano a letto e poi la scaricano. È così che funziona."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E io, ero in compagnia del mio amico invisibile. 
 

L'autobus era, per l'ennesima volta, in ritardo. Non che la cosa mi toccasse particolarmente; sinceramente preferivo stare lì, al freddo delle 7.20 del mattino, piuttosto che entrare in quella sottospecie di veicolo. Quando arrivò, passai la mia tessera del pullman. L'ondata di gente presente mi spinse a destra e a sinistra, finché due fermate dopo non uscii da quel casino.

La cosa sarebbe stata confortante, se non avessi saputo che stavo per entrare a scuola.

Avevano appena aperto le porte e, già annoiata, mi trascinai fino all'ingresso. Ero pronta per un'altra schifosa, noiosa e altri brutti aggettivi che finiscono io "iosa" giornata.

"Ciao Betta!" ecco uno dei miei 18 simpaticissimi compagni. Eravamo 18 maschi e tre femmine, voi penserete "che bello!". Bello un cazzo, c'era da spararsi.

"Ciao"

"Hai studiato per il compito di scienze?" Ma pensava davvero che me ne fregasse qualcosa di quel fottutissimo compito?!

"Sì, poi sono andata a dolcilandia e ha comprato caramelle a mio fratello", risposi.

"Lensy, sei sempre così dolce" Ecco la mia migliore amica, Giada. Le volevo un bene dell'anima. Forse era l'unica persona a cui tenevo realmente.

"Ciao stronza" Sapeva che scherzavo. Il nostro era un rapporto piuttosto strano. Non eravamo quel tipo di amiche che passano il tempo a spiattellarsi gossip, a chiamarsi "tesoro" e a farsi foto, noi eravamo amiche e basta. Ci raccontavamo i nostri problemi, facevamo le coglione, cose così. Eravamo piuttosto diverse: lei abbastanza solare e simpatica, io sfacciata e acida. Mi dicevano tutti che quello che mi rovinava era il carattere: effettivamente fisicamente non ero così male. Abbastanza magra, alta, una faccia passabile. Certo, avevo una misera seconda e il mio culo era insignificante, ma mi andava bene così.

E poi, c'era una cosa in me inspiegabile: amavo la matematica, era la mia materia preferita. La capivo al volo. E mi distraeva da quella merda che era la mia vita.

Tornata a casa, per pranzo mangiai dei panini, come sempre. Mia mamma era all'ospedale, da mio papà che è ricoverato da due mesi. Mio fratello, di tre anni in più di me, era da un suo amico. E io, ero in compagnia del mio amico invisibile.

Nel caso non l'aveste capito: avevo 17 anni, una vita che mi faceva schifo e un pessimismo che nessun altro aveva.

Quel pomeriggio, uscii; dovevo andare a comprare un regalo a Giada. Tra pochi giorni ci sarebbe stata la sua festa di compleanno, a casa sua. Giada aveva la fortuna di avere quasi sempre la casa libera, così dava spesso delle feste. Camminando nel centro di Londra, la mia città, vidi un negozio che non avevo mai notato prima. Il mio ingresso fu annunciato dal campanellino sopra alla porta, che emise uno rumore abbastanza fastidioso. Guardandomi attorno, scoprii che si trattava di un negozio di musica.

"Posso esserti utile?" Il commesso, un ragazzo sui 21 anni, mi sorrise.

"Sto cercando un regalo per la mia migliore amica. Ama un certo Ed Sheeran e so che desidera molto l'album Plus."

"Oh, certo, sono appena arrivati. Vado subito a prendertene uno." Era molto gentile, aveva i capelli castani e gli occhi chiari.

Tornò due minuti dopo con il cd in mano. Mentre me lo porgeva, si sistemò il cartellino sul quale c'era scritto "Louis Tomlinson".

"Grazie." Presi il cd, pagai e me ne andai. Quel ragazzo sorrideva sempre, ero colpita. No, non colpita in quel senso, io avevo chiuso da parecchio coi ragazzi. La mia ultima storia non si era conclusa nel migliore dei modi. D'altronde, diciamolo, i ragazzi sono dei coglioni. Ne trovano una con due tette soddisfacenti, la riempono di complimenti, se la portano a letto e poi la scaricano. È così che funziona.

Quella sera, quando entrai in casa, mamma era triste. Da quando papà era entrato in coma, dopo l'incidente, passava tutto il suo tempo in ospedale. Oramai noi (io e mio fratello) non esistavamo più.

Mio fratello si chiamava Edoardo, aveva tre anni in più di me e devo dire che andavamo d'accordo. Cioè, lui era un idiota, ma mi voleva bene e io ne volevo a lui. Aveva però un grande difetto: era fidanzato con un'oca insopportabile che mi stava davvero sulle ovaie. Cioè, era una di quelle "so' figa so' bella so' fotomodella", capelli biondi platino, occhi azzurri e gambe aper... gambe lunghe e affusolate. Ecco, una di quel tipo.

Io, Elisabetta Lensy, potevo sembrare un'adolescente paturniosa e che si fa seghe mentali su quanto la vita sia ingiusta. Solo che nessuno sapeva quello che avevo passato, quindi nessuno poteva giudicarmi.

 

Hello everybody!

Se avete avuto la pazienza di arrivare fin qua, grazie. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se questa storia fa schifo :D

Grazie quindi a tuuuuutti quelli che hanno cagato minimamente questa storia. La protagonista è una tipa molto yeah, potrebbe sembrare depressa ma le cose cambieranno :') Qui entra già in scena Louis, che però non sarà uno dei personaggi principali.

Riuscirò Elisabetta a diventare più allegra?

Tutto nella prossima puntata (?).

Mi eclisso.

Ve.

  
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