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Autore: telesette    11/02/2013    2 recensioni
Il volto di Hermione, dapprima pallido per lo stupore e la sorpresa, si illuminò di un sorriso e questa volta fu lei a cercare con le sue labbra quelle del ragazzo.
Un bacio vero, questa volta.
Intenso.
Desiderato.
Ronald accarezzò dolcemente il volto di lei, quasi temesse di perderlo, e tutto intorno a loro sembrava davvero favola.
Era la loro favola: un giovane mago e la sua principessa, uniti da un bacio, sotto le fronde romantiche di un grande albero protettore...
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grattastinchi, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La Principessa di Hogwarts

immagine di: ~VanishingShmink su deviantART

- Perché? Perché il sentimento dovrebbe dividere anziché unire? Non è giusto, non posso accettare questo da voi, messere...

Grattastinchi drizzò appena le orecchie, semiaddormentato com'era sul ramo di uno degli alberi secolari del giardino, mentre Hermione continuava imperterrita a snocciolare il suo monologo alla pianta ove questi si era acciambellato nella speranza di poter fare il suo riposino in santa pace.
Non molti a Hogwarts conoscevano infatti il piccolo "segreto" della Granger.
Fin da quando era molto piccola, Hermione aveva sempre coltivato una certa passione non solo per i libri di scuola e lo studio... ma anche per i classici di genere romantico e buona parte delle fiabe d'amore inglesi.
A otto anni, quando sua madre l'aveva accompagnata a vedere una rappresentazione teatrale di LYSSA ( una storia popolare non molto conosciuta, avente come protagonista una giovane principessa innamorata di un principe dal quale purtroppo è destinata a separarsi ), Hermione era rimasta rapita ed affascinata dal modo in cui la bionda attrice dell'epoca aveva recitato il suo stupendo monologo. Qualche tempo dopo, frugando tra i vestiti da ragazza di sua madre, aveva riesumato uno splendido costume che sembrava uscito direttamente da quella stessa favola. Da allora Hermione, per ingannare alcuni momenti di solitudine particolarmente lunghi e noiosi, era solita indossare quel costume e declamare il suo adorato monologo ove nessuno poteva vederla né ascoltarla.
Era il suo segreto.
L'unico divertimento che la giovane maga preferiva tenere per sé, temendo altresì d'essere presa in giro dagli altri se si fosse saputo.
Fortunatamente quell'angolo del giardino, subito in prossimità della Foresta Proibita, era il luogo meno frequentato di tutta Hogwarts.
Una volta finite le lezioni, Hermione indossava il suo costume da principessa e, nascondendolo sotto l'ampio mantello dell'uniforme, si recava laggiù coi libri sottobraccio assieme a Grattastinchi. Appena arrivata, posava i libri e il mantello ai piedi di un grosso albero ombroso e volava col pensiero alle vicende della bella e sfortunata Lyssa...

- Mi state facendo un grave torto, andandovene così di soppiatto - proseguì dunque Hermione, sempre più immersa e concentrata nella composta sofferenza di quel bellissimo personaggio. - Sapete quello che provo per voi, perché è ciò che anche voi sentite per me, e ciononostante non avete neppure il coraggio di dare voce al vostro cuore né di ascoltare il mio! Come potete essere così freddo e insensibile? Credevo di conoscervi, ma devo essermi sbagliata, perché l'uomo che conoscevo non sarebbe mai fuggito come un ladro nel cuore della notte...

In quella Grattastinchi emise un sonoro sbadiglio annoiato.

- Grattastinchi - sibilò Hermione irritata. - Ti sembra il modo?

Il gatto spalancò appena un occhio e, sfregandosi l'orecchio con la zampa anteriore, si limitò a rivolgerle il paffuto fondoschiena.

- E questo cosa vorrebbe dire? - fece Hermione, aggrottando il sopracciglio. - Non ti piace il mio modo di recitare, forse?
- MEOW - rispose il gatto, drizzando la coda a punto esclamativo.
- Questa poi...

Offesa e arrabbiata come non mai, Hermione incrociò le braccia stizzìta e si sforzò di controllarsi.
Un gatto "critico teatrale"...
Davvero un buon modo per ottenere l'atmosfera.
Dopo una simile interruzione, la giovane maga non poteva certo dirsi nello stato d'animo necessario.

- D'accordo, ho capito - mormorò Hermione in tono piatto. - Non sia mai che il mio monologo turbi il sonno di Sua Eccellenza... Ma ti conviene dormire bene perché, con quell'alzata di coda, ti sei appena giocato la cena!

Ignorando del tutto le parole della padroncina, Grattastinchi si limitò a russare sonoramente.
Hermione si sedette furibonda accanto alle radici, raccogliendo uno dei suoi libri e sfogliandolo nervosamente, nel tentativo inutile di calmarsi un po'. Per colpa di quel maleducato d'un gatto, le era passata persino la voglia di leggere. Va bene, neppure lei si definiva all'altezza di recitare nei grandi teatri inglesi... ma non c'era certo bisogno di rinfacciarglielo, che diamine!
In fin dei conti la sua era solo un'illusione: una dolce momentanea illusione, dove realtà e fantasia si mescolavano assieme per un istante.
Anche lei, proprio come Lyssa, aveva a che fare con un amore impossibile.
Un giovane troppo scafato e troppo ottuso, per potersi accorgere di lei.
Evidentemente era destino che, come nel caso della sfortunata principessa, anche il sogno di Hermione fosse una favola destinata a finire male.
Per quanto si sforzasse di non pensarci, la tristezza tornava sempre prepotentemente a farsi sentire.
Hermione si rialzò in piedi, sfregandosi le piccole lacrime ribelli col dorso della mano, e in silenzio prese ad imprecare qualcosa contro un certo maghetto dai capelli rossi e col volto pieno di lentiggini.

- Merlino Onnipotente !!!

Sorpresa al suono di quella voce, Hermione si voltò di scatto.
Ron era proprio lì, davanti a lei, sbucato fuori da chissà dove.
Subito la ragazza si ricordò di avere indosso il costume con le lunghe maniche trasparenti, anziché la solita uniforme scolastica, e da qui dunque il motivo dell'esclamazione di Ron ( il quale non ricordava assolutamente di averla mai vista più bella di così, se non dalla sera dell'ormai lontano Ballo del Ceppo ).
Rossa dalla vergogna, Hermione si nascose alla vista del giovane, usando il tronco dell'albero come scudo. Ovviamente Ron provò a spiccicare qualcosa ma, a parte qualche altra parola sconnessa e disarticolata, non riuscì a mettere assieme alcuna frase di senso compiuto.

- Si può sapere che ci fai qui - scattò Hermione, schiacciandosi il più possibile contro l'albero.
- Sta... Stavo per domandarlo io a te - replicò l'altro, sbarrando gli occhi. - Ero venuto a cercarti, perché volevo chiederti se mi potevi aiutare con Aritmanzìa, ma non immaginavo certo di trovarti... così, ecco!

Silenzio.
Hermione si sentiva terribilmente ridicola, per non dire imbarazzata a morte, tuttavia oramai la frittata era fatta.
Se non si affrettava a pregarlo, Ron era capace di spifferare tutto ai quattro venti.
Traendo dunque un profondo respiro, si fece coraggio e si parò lentamente dinanzi a Ron, evitando di guardarlo direttamente negli occhi.
Il ragazzo deglutì.
Se non aveva mai negato quanto fosse carina al naturale, con addosso quel vestito, adesso le sembrava addirittura uscita da un libro di favole. Qualunque cosa lei indossasse, Hermione riusciva sempre a sorprenderlo: era come uno scacco matto improvviso, o un effetto imprevedibile della sua vecchia bacchetta difettosa; ogni giorno pareva scoprire di lei sempre qualcosa di nuovo, delle sorprese inimmaginabili, e ogni volta si ritrovava del tutto inerme ed impacciato.

- Ti prego, non mi guardare così - mormorò Hermione, nascondendo il volto con la mano.
- Scu... Scusa, io non... non...
- Se mi vuoi prendere in giro, va bene - lo interruppe poi lei, mettendo subito le cose in chiaro. - Solo evita di raccontarlo, se non ti dispiace, te lo chiedo come favore personale!
- M... Ma certo, io... io non dirò niente, tranquilla! Solo che... Sì, insomma, il fatto è che sei... sei...
- Stupida?
- No...
- Ridicola?
- No, assolutamente! E' che non trovo le parole, non so come... Potresti spiegarmi, per favore?

Hermione fece in fretta a vuotare il sacco.
Per quanto ottuso fosse, anche Ronald poteva facilmente arrivare a comprendere una cosa come quella. Dunque Hermione non era solo una insopportabile secchiona saccente. Anche lei era capace di sognare e di divertirsi ogni tanto, facendo anche qualcosa di un po' frivolo e insensato, proprio come chiunque altro.

- Ho capito - fece Ron grattandosi piano la nuca. - Beh, mi sembra una cosa divertente, non ci vedo nulla di male!
- Era il mio gioco preferito, da bambina - ammise Hermione, con una punta di nostalgia nella voce. - Anche le principesse soffrono, pure se non lo ammettono, e questo perché nella realtà le storie d'amore non finiscono mai come si vorrebbero...
- Perché dici questo?

Per poco Hermione non si lasciò sfuggire quella parolina di troppo.
Non era il caso di specificare come e quanto si sentisse "simile" a Lyssa, innamorata di qualcuno che neanche sembrava rendersene conto, e men che meno sbilanciarsi con dichiarazioni pericolose.
Evidentemente Ron non capiva.
Non voleva o non poteva capire.
Dopo quattro anni, non aveva più alcun senso sperare che finalmente quello zuccone potesse accorgersi di lei e dei suoi sentimenti.
Era una favola, una bella favola ma niente di più, ed Hermione era diventata un po' troppo grande per credere ancora alle favole.

- Lascia perdere - mormorò lei, raccogliendo le sue cose per andarsene in fretta e furia. - Fai finta che non ti abbia detto niente!
- Ma no, perché? Aspetta...

Sia Ron che Hermione ammutolirono.
Il ragazzo non ci aveva neppure riflettuto, semplicemente si era lasciato guidare dall'istinto, e nell'afferrarle il polso voleva solo impedire che se ne andasse.
Entrambi si guardarono negli occhi, senza sapere cosa dire.
Era una sensazione del tutto nuova per loro, elementare eppure sconvolgente allo stesso tempo, e la spiegazione di tutto era in una frase che sia lui che lei sentivano di volersi dire da tempo... ma non avevano il coraggio di passare oltre il comprensibile imbarazzo reciproco.

- Scu... scusami - fece Ron, lasciandole subito il polso. - Per favore, non andartene, non voglio che te ne vada!
- E'... E' tardi - provò a dire Hermione, cercando chiaramente una scusa. - Devo ancora aggiornare la mia ricerca di Trasfigurazione, finire il compito di Erbologia, e poi...

Senza neanche ascoltarla, lasciandosi guidare solamente dall'istinto, Ron chiuse gli occhi e le sfiorò le labbra con le proprie.
Un bacio semplice e modesto.
Non proprio il genere di bacio che serve a coronare il cosiddetto "momento magico", eppure sufficiente a sciogliere quella specie di ghiaccio che entrambi avevano messo tra loro per pudore.
Per quanto breve, era riuscito a darglielo.
Per quanto fugace, era stato lui a fare la prima mossa.
Ron non poteva sapere quale reazione avrebbe avuto lei, specie dopo una cosa del genere, tuttavia non poteva più ignorare ciò che realmente sentiva nei suoi confronti.
Era bellissima.
Veramente bellissima, proprio come una principessa, e non per il vestito o per chissà cosa... ma per il semplice fatto che era lei.
Hermione esitò.
Temendo già il suo rifiuto, Ron si sciolse dal suo timido approccio e la guardò con muta speranza.
Il volto di Hermione, dapprima pallido per lo stupore e la sorpresa, si illuminò di un sorriso e questa volta fu lei a cercare con le sue labbra quelle del ragazzo.
Un bacio vero, questa volta.
Intenso.
Desiderato.
Ronald accarezzò dolcemente il volto di lei, quasi temesse di perderlo, e tutto intorno a loro sembrava davvero favola.
Era la loro favola: un giovane mago e la sua principessa, uniti da un bacio, sotto le fronde romantiche di un grande albero protettore...

- MEOW - fece Grattastinchi, quasi volesse commentare la scena sotto di lui.

Tuttavia i due giovani non lo sentirono nemmeno.

FINE

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO:

La "FONDAZIONE AIUTIAMOLI A VIVERE", organizzando uno dei suoi programmi di raccolta-fondi, invita chiunque sia interessato ad acquistare presso la loro associazione delle ottime Uova di Pasqua ( al latte o fondente ) al costo di 6 euro cadauna.
Poiché è necessaria la prenotazione, per ulteriori informazioni, potete visitare il sito dell'associazione http://www.aiutiamoliavivere.it/index.php e contribuire con modica spesa ad un progetto di solidarietà, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza. 

   
 
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