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Autore: Sciapy    10/07/2003    2 recensioni
Crash! Qualcosa si spezza... Boom! Una nuova esplosione... Bang! And the pain stays the same... [NOTA: questa storia molto probabilmente non verrà mai conclusa.]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CRASH! BOOM! BANG!
- capitolo 1 -

di Sciapy

Prima o poi quegli stupidi si sarebbero accorti di quanto fosse stupida la loro stupida iniziativa.

Le sembrava che la cooperativa degli stolti si fosse organizzata per farla unire a loro, come l'invasione degli ultracorpi o qualcosa di simile; o che qualche scienziato perverso volesse studiare quanto una persona può sbadigliare prima di slogarsi una mascella.

Lei, che aveva incastrato gang apparse incensurate… lei, che aveva condotto indagini sullo spionaggio industriale in ditte che detenevano il monopolio nel loro ambito… lei, che alla acerba età di ventitre anni si era guadagnata il rispetto di tutto il Consiglio, tanto che il sovrintendente la chiamava per nome anche davanti agli altri agenti e la definiva "la figlia che non ho mai avuto"...

… infiltrata in una UNIVERSITÀ!!!

Inconcepibile.

E per cosa poi? Segnalare piccoli teppisti venditori di polvere degli angeli, crack o Bennies: missione che poteva essere compiuta da qualsiasi novellino con le mani ancora sporche dell'inchiostro di quei libri tanto indigesti, quanto inutili.

- Mi dispiace, Buffy, ma ciò che hai fatto è grave agli occhi delle alte sfere e benché io ne comprenda le motivazioni… - e bla bla bla… anche il signor Giles, "il padre che non aveva mai avuto", sembrava essersi alleato contro di lei.

Ok, aveva sbagliato.

Ok, non poteva rimanere impunita.

Ok, si era comportata come un'ochetta stupida imbevuta di storie da romanzetti rosa, preda della sindrome di Lyala.

Ma errare è umano, perdonare è divino e dato che le "alte sfere" si comportavano come divinità scese in terra, avrebbero potuto chiudere un occhio… o anche due… o almeno chiudere quella divina e fetente bocca e preservarle il ruolo di punta di diamante dell'organizzazione.

Mentre perseverare è diabolico. E certo lei non aveva intenzione di scivolare un'altra volta su quella buccia di banana chiamata "amore".

Ne era più che convinta. Aveva chiuso con le relazioni romantico-sentimentali. Stop, fine, punto.

Non si sarebbe più lasciata imbambolare, per quanto lui potesse essere bello… e dolce… e coinvolgerla in un vortice così energico da toglierle ogni volontà… e farla sentire finalmente un essere femminile e non una macchina da guerra, una donna e non un burattino pronto ad eseguire gli ordini… e trascinarla via dalla tinta cinerea della sua vita, donandole tutti i colori dell'iride su un vassoio aureo…

Oh, al diavolo!

D'altra parte, non era certo colpa sua se innamorarsi le aveva ridotto i neuroni sull'orlo di una crisi isterica, al punto che giocavano a ping-pong invece di fare il loro lavoro e infine avevano deciso di sollazzarsi ripetutamente con la roulette russa.

Che poi una si dice: - Va bè, ho sbagliato, accetterò le punizioni, rimedierò…

Ma per Dio… in mezzo ai pivelli!!! L'avessero crocifissa nuda al centro della mensa, con una grande scritta a lettere rosse "Sono una sfigata" sulle tette, l'avrebbe accettato con più accondiscendenza!

Già nella sua testa si affollavano immagini di ragazze brufolose, bulletti allupati o infighettati, pronti a vendere la propria madre per una buona media…

- Non devi credere che sia un compito denigrante: infondo le sostanze stupefacenti girano molto tra i giovani studenti e il tuo incarico è dunque di rilevanza come i precedenti. In un certo senso, salverai comunque delle vite…

Inconcepibile.

Infondo non le sembrava di chiedere la luna, avrebbe accolto il lavoro con più condiscendenza se l'avessero inviata a Harvard, Yale, Princeton o persino alla Toronto University!

Macché, non si meritava neanche un luogo vagamente prestigioso.

Università di Sunnydale.

Eh? Che? Cosa?

Praticamente un buco scavato in una cittadina sconosciuta in un luogo imprecisato della California, dimenticata forse non da Dio, ma sicuramente dalle cartine geografiche, al punto che la sua sensuale bocca, rossa come una ciliegia nel subdolo tentativo di sedurre incestuosamente "papà Giles", si era spalancata a guisa di un pesce, quando le aveva detto che esisteva un'Università di Sunnydale.

Una ridente località, che nulla aveva di cui ridere, dato che vi proliferavano chiese e cimiteri, come batteri nel formaggio ammuffito, e il pub più famoso misurava un terzo del locale che amava frequentare nella sua splendida e caotica Los Angeles.

In pratica, l'avevano mandata all'Inferno, senza metafore.

Una punizione per cui avrebbe voluto piangere e battere i piedi e mostrare che lei era ancora Buffy Anne Summers, la ragazza minuta ma di acciaio, la biondina con una forza insospettabile, l'agente che si era meritata il soprannome di "Cacciatrice", per il modo rigoroso e impeccabile con cui sgominava complotti e macchinazioni.

Si sentiva nata per quel lavoro. Il signor Giles la istruiva e addestrava per entrare nel Consiglio fin da quando era una bambina, fin da quando negava che quello fosse il suo destino… una quattordicenne con occhi ingenui di bimba e cuore di un adulto cinico, che troppo presto aveva imparato a mentire gelidamente alla madre.

E ora non potevano toglierle l'unica cosa che le restava, dopo aver perso colui che tutto poteva sul suo animo e che le aveva mostrato qualcosa di più, una vita al di là della lotta e della sopravvivenza... e poi l'aveva abbandonata, lasciandole un vuoto da colmare. E con cosa colmarlo, se non con la lotta e la sopravvivenza?

- Ma almeno potrò dare qualche cazzotto agli spacciatori?

- Non fare dell'umorismo spicciolo, sai benissimo come ti devi comportare.

- Uff…

- ……

- Leggergli i diritti?

- Buffy… sarai una studentessa. E sarebbe meglio che ti calassi nel tuo nuovo ruolo sin da ora. Metodo Stanislavskij, ricordi?

………………

………………

Una studentessa…

Lezioni interminabili e compagni scemi.

Professori noiosi e ragazzine snob.

Un grande abisso che minacciava di ingoiarla e lei, sola, distrutta, spenta come un girasole senza il suo astro, non avrebbe potuto fuggirne…

Inaccettabile.


N.d.A.: dopo il primo capitolo, qualcuno potrebbe chiedersi perchè diamine quella scema dell'autrice ha classificato questa fanfiction come R. ^_^ Non indovinerete mai :P! ... Perchè lo diventerà in seguito e trovo corretto 'avvertire' i lettori già agli inizi. ^_^

  
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