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Autore: Minari OppaRi    11/02/2013    3 recensioni
[Dark!ChosenShipping - Accenni OldrivalShipping]
Se il suo animo era già stato ucciso allora non restava altro che uccidere anche il cuore, già fin troppo dilaniato.
Non aveva mai pensato al suicidio, pensava di riuscire a sopportare in eterno.
Sperava ancora che un giorno la ragazza gli avrebbe porto la mano e l’avrebbe salvato di nuovo da quelle tenebre in cui era caduto una seconda volta.
Stolto colui che sperò di reclamare il possesso di qualcosa che mai era stato suo.
Chiuse gli occhi, lasciando che quel freddo cappio venisse a contatto con la sua pelle.
Lo strinse, facendolo aderire per bene contro la gola.
Suadente era il richiamo della morte.
Il suo ultimo pensiero andò a Blue, quel gesto pazzo in fondo era per renderla felice.
Lasciò che un ultimo sorriso si formasse sul suo viso, prima di morire poteva pur permetterselo.
Calciò via la sedia, precipitando verso l’orribile fine.
In quel luogo regnò solo il silenzio, un muto requiem in onore di un ragazzo che non aveva smesso di amare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga
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Si, non scrivo mai una fanfiction in cui la Chosen sia dolce e con un lieto fine ma prometto che presto lo farò. Non odio Silver, anzi lo adoro perchè lo considero molto simile a me. Deciso quando vuole, sempre intenzionato ad accrescere il legame con una persona cara, sofferente per il passato. Questa, come adoro chiamarla io, Dark!ChosenShipping è nata più come sfogo personale che come scritto dal punto di vista di Silver. Tematiche delicate perchè il suicidio è un argomento molto delicato. Che altro dire? Non consideratemi pazza o insensibile nel scrivere queste cose orribili. Spero che a qualcuno questa fic possa piacere, ringrazio chi recensirà o avrà anche solo la voglia di leggere.   Darkdan.




Silver si era sempre considerato una persona forte, un ragazzo che nessuno sarebbe mai riuscito ad abbattere, eppure quando si trattava di Blue diventava debole, era tremendamente fragile, sentiva crollare ogni sua difesa.
Non conosceva l’amore, nessuno gliel’aveva mai insegnato.
Però quando stava con la ragazza un sentimento dolce e caldo gli compariva nel petto, scaldandolo e dandogli davvero la sensazione di essere vivo.
Bene e male sono facce della stessa medaglia, entrambe portano ad unico e solo destino.
La follia eterna.
Chi troppo a lungo cerca la felicità finisce solo per cadere nella disperazione, Silver ne era l’esempio vivente.
Aveva sempre bramato quel sorriso.
Così puro ed innocente da rasserenare un animo dannato.
Quelle labbra.
Così suadenti e succulenti da riuscire a far perdere la ragione.
Quegli occhi.
Così brillanti e ardenti da riuscire a donare pace al cuore più ferito.
Quel corpo.
Così attraente e perfetto da condurre alla follia dopo un solo sguardo.
Lui tutto questo non poteva averlo, era già stato donato a qualcun altro.
Green.
Insopportabile era udire questo nome pronunciato dalla melodiosa voce della ragazza, struggente era vedere il suo viso risplendere di felicità ogni volta che vedeva il ragazzo.
Silver, in quel mondo creato da Blue e Green, non esisteva.
“Non è forse come essere già morto?”
Era vivo ma era anche come se non lo fosse.
Se la Dex Holder non gli era accanto a lui cosa rimaneva se non il vuoto più totale?
Non si era mai lamentato, non avrebbe mai potuto privare la sua amata sorella di quella libertà e di quell’amore che aveva sempre desiderato.
La voleva, la desiderava davvero ma non fino al punto di strapparle le ali e costringerla a restare al suo fianco.
Se lei era un angelo allora Silver era un demone, condannato per l’eternità a soffrire in modo terribile.
“Sil, abbi più cura di te stesso.”
 Lo rimproverava spesso per quelle sue profonde occhiaie, il Dex Holder non le diceva mai che era proprio lei la causa.
“Da un momento all’altro arriverà Green. Sii gentile con lui.”
Il cuore gli si spezzava in mille pezzi ma sul suo viso non traspariva nulla.
Si limitava ad odiare in silenzio quel sorriso che amava, quel sorriso che non gli era mai stato rivolto.
Chiudeva gli occhi, soffocava a stento i gemiti di disgusto, nascondeva le lacrime ogni volta che li vedeva baciarsi o accarezzarsi.
Erano gesti che mai gli sarebbero stati rivolti.
Voleva scappare ma non poteva, pensava prima ai sentimenti di quella ragazza a cui voleva terribilmente bene, che amava più di chiunque altra.
Ogni secondo che trascorreva lo uccideva.
Forse era davvero meglio farla finita.
Silver la prese per il polso, staccandola da quelle odiose effusioni amorose con Green.
“Te la riporto subito.”
Sul suo viso non si mostrava nessuna emozione, non era altro che un guscio vuoto dilaniato dal tempo.
La trascinò fuori di casa, quella casa che fino a quel momento era stata un luogo solo per loro due.
“Sil, che ti prende? Non vorrai mica fare il fratellino geloso?”
Quelle parole colpirono il suo cuore come un macigno, distruggendo totalmente quei pochi frammenti di esso che erano rimasti.
La bloccò contro il muro, stringendo appena i suoi polsi mentre il suo sguardo s’incastonava con quello della ragazza.
Grigio nel blu.
Blu nel grigio.
Un tempo bastava loro una semplice occhiata per capirsi, in quel momento non si poteva percepire niente.
Il filo che li univa era stato tagliato.
La baciò con forza, spingendo con forza le sue in un moto possessivo e disperato.
Non era in quel modo che voleva baciarla.
Blue piangeva, aveva paura e cercava in tutti i modi di staccarsi da quel contatto improvviso.
Chiedere amore era forse osare troppo?
Lo spinse lontano da sé, schiaffeggiandogli con violenza la guancia destra.
Amare portava sempre e solo all’oblio?
Corse via, avrebbe trovato un riparo sicuro tra le forti braccia del moro.
Non era meglio scegliere fin dall’inizio la follia invece che soffrire?
“Mi dispiace, Blue…”
Il ragazzo si voltò, lasciando che delle ultime lacrime amare gli rigassero il viso.
Le ultime in quella sua infelice vita.
 

Se abbracci la morte non puoi più tornare indietro, lo sapevi Silver?

 
Liberò il suo Sneasel e accarezzandolo lentamente sulla testa gli regalò un silenzioso addio.
Almeno il suo Pokemon aveva il diritto di essere felice, no?
Entrò in una casetta abbandonata abbastanza lontana dalla dimora di Blue, non voleva farsi trovare, non da lei.
Arrivò in soggiorno, alzando lo sguardo verso il soffitto e verso lo strumento che presto l’avrebbe reso libero.
Un corda munita di cappio.
Forse in cuor suo l’aveva deciso, forse aveva sperato che non sarebbe mai dovuto arrivare il momento di usarla ma in quel momento restava l’unica soluzione.
Si guardò indietro.
No, nessuno sarebbe mai venuto a salvarlo.
Lei non sarebbe mai venuta.
Sentirsi soli faceva davvero male.
Salì sulla sedia che aveva già preparato in precedenza, portando le mani a toccare la ruvida superficie della corda.
Vivere soffrendo era come essere già morti, no?
Se il suo animo era già stato ucciso allora non restava altro che uccidere anche il cuore, già fin troppo dilaniato.
Non aveva mai pensato al suicidio, pensava di riuscire a sopportare in eterno.
Sperava ancora che un giorno la ragazza gli avrebbe porto la mano e l’avrebbe salvato di nuovo da quelle tenebre in cui era caduto una seconda volta.
Stolto colui che sperò di reclamare il possesso di qualcosa che mai era stato suo.
Chiuse gli occhi, lasciando che quel freddo cappio venisse a contatto con la sua pelle.
Lo strinse, facendolo aderire per bene contro la gola.
Suadente era il richiamo della morte.
Il suo ultimo pensiero andò a Blue, quel gesto pazzo in fondo era per renderla felice.
Lasciò che un ultimo sorriso si formasse sul suo viso, prima di morire poteva pur permetterselo.
Calciò via la sedia, precipitando verso l’orribile fine.
In quel luogo regnò solo il silenzio, un muto requiem in onore di un ragazzo che non aveva smesso di amare.

Silver era morto, era stato spinto alla follia da un amore irraggiungibile. 

  
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