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Autore: Ca7    11/02/2013    0 recensioni
<< Non so a quanti di voi sia capitato di incontrare una persona e sentire sin da subito una certa sintonia. Beh, a me è accaduto con Jennifer. Quando l’ho conosciuta, ho come avuto la sensazione che avremmo legato facilmente, non so spiegarvelo bene. La nostra amicizia è cresciuta con il passare del tempo, è diventata un’amicizia importante, ma la cosa che mi ha stupito è stata quella di realizzare quanto lei fosse diventata una presenza fondamentale nella mia vita. E quando tieni tanto a una persona, speri che abbia solo il meglio. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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A volte un attimo può cambiare il corso degli eventi. A volte una notte può stravolgere completamente la vita di qualcuno.
Era luglio inoltrato in New York City quando Caroline e Micky organizzarono l’addio al nubilato di Jennifer, nel terrazzo del palazzo in cui abitava Micky. Oltre a loro e Dustin, c’erano alcune ex colleghe d’università di Jennifer. La festa era trascorsa nel migliore dei modi tra una chiacchiera e l’altra, aneddoti e risate. Jennifer era entusiasta e anche un po’ brilla. Un fattorino aveva consegnato un enorme pacco regalo indirizzato a lei.
<< Questa è opera tua, vero?>>, chiese Caroline a Micky.
<< Guarda!>>, rispose sorridendo.
Dall'enorme scatola uscì una danzatrice del ventre. A prima vista Jennifer scoppiò a ridere ma quando la ragazza iniziò a ballare con le sue movenze, ancheggiando i fianchi, il suo volto divenne un mix di colori: viola, fucsia, rosso.
<< E’ proprio brava. Cavolo!>> disse Micky estasiata, mandando giù l’ultimo sorso di Margarita.
<< E questa bravura la stai notando fissandole il sedere?>>, Caroline la colpì a un braccio.
<< Non le sto guardando il sedere! Solo ammirando con attenzione questo tipo di arte.>>
<< Sei tremenda!>>
<< Ed anche egoista.>>, s’intromise Dustin, << Avresti dovuto pensare anche al tuo caro amico e al resto delle donne etero qui presenti, invece che rifarvi gli occhi soltanto tu e Jenny.>>
<< Ben detto Dustin!>>, rispose Caroline dandogli il cinque.
<< Beh, mi farò perdonare quando organizzerò il tuo addio al celibato, Dustin. E poiché siamo in argomento “pretese”, per il mio compleanno voglio una sorpresa simile. Che siano tre ballerine, però: una svedese, una russa e una brasiliana.>>, Micky mostrò un ampio sorriso.
<< Tutte e tre assieme?>>, Caroline la guardava disgustata.
<< Certo!>>
<< Fai schifo!>>
<< Grazie!>>
<< Prego! A te l’alcol non fa bene.>>
Alla fine, nessuno dei tre riuscì a trattenersi dal ridere.
<< Comunque, scendo un attimo giù in bagno. Micky, tieni d’occhio la futura sposa, non vorrei facesse qualcosa d’insensato a due giorni dal matrimonio.>>
<< Tranquilla, ci penso io.>>
La festa terminò quando ormai era già sera. Jennifer era rimasta per dare una mano a Micky a rimettere ordine, nonostante si sentisse stordita dall'effetto dei troppi drink bevuti.
<< Micky, mi sembra di stare su di una giostra. Per favore dammi qualcosa.>>, disse sedendosi sul divano.
<< Vuoi che ti accompagni direttamente agli alcolisti anonimi?>>
<< Idiota, non sfottere. Ho la testa che mi scoppia.>>, Jennifer fece una smorfia.
<< Avevo già pensato al rimedio: una tazza di caffè bollente e tornerai come nuova.>>, Micky si sedette di fianco a lei porgendole la tazza. Prese la borsa della donna e tirò fuori il suo cellulare.
<< Che fai?>>
<< Avverto Madison. Resti a dormire qui, perché in questo stato non vai da nessuna parte.>>, precisò guardandola.
<< Non esagerare. Posso guidare benissimo.>>, Jennifer cercò di alzarsi, ma barcollò all'istante. << Okay, va bene. Hai ragione.>>, sbuffò.
<< Dai vieni, ti porto in camera.>>, Micky aiutò la ragazza ad alzarsi, sorreggendola.
<< Aspetta! Devo dire a Madison che non torno a casa.>>
<< L’ho fatto io un minuto fa J.J. . Soffri anche di Alzheimer precoce? Andiamo bene.>>, disse Micky alzando gli occhi al cielo.
<< La smetti di prenderti gioco di me? Non è leale. In questo momento non capisco nulla.>>, Jennifer la picchiò sul braccio.
Entrata in camera, Micky la adagiò sul letto e la ragazza per vendicarsi fece presa sul suo collo in modo da farle perdere l’equilibrio e cadere su di sé. Poi avvinghiò le gambe alla sua schiena, bloccandola.
<< J.J. che cavolo fai?>>
<< Sei in trappola.>>, Jennifer rise di gusto.
<< Okay, ti sei vendicata. Lasciami andare adesso.>>
<< No, non ancora.>>
<< Dai J.J. lasciami andare.>>
<< No, no.>>, continuava a ridere.
<< J.J.?>>, il tono in cui Micky pronunciò il nome suonava come un rimprovero.
<< Perché? Mi sto divertendo. Non fare la guastafeste.>>
Valutando che l’amica non l’avrebbe lasciata andare tanto facilmente, Micky provò a liberarsi, ma Jennifer stringeva con tutta la sua forza. Socchiuse gli occhi, perché in quella posizione, a due centimetri dalle sue labbra, col desiderio di baciarla più vivo di quanto non era mai stato, guardarla era un suicidio. Accadde qualcosa d’inaspettato, proprio quando Micky pensava che non avrebbe resistito un minuto di più. A lasciare il freno della libidine fu Jennifer che d’istinto premette le sue labbra contro quelle dell’amica. Il bacio fu intenso e l’atmosfera iniziò a scaldarsi. Micky portò entrambe le mani sotto la maglia della ragazza, salì lentamente fino a sfiorare il reggiseno. Da sotto il tessuto dell’indumento, le strinse i seni, in maniera così decisa da farla eccitare. Rapidamente, una mano andò giù fin sotto la gonna e le mutandine. Quanto accadde sotto le lenzuola di quel letto, nel bene e nel male, avrebbe segnato profondamente la vita di entrambe.

Il mattino dopo, Jennifer si svegliò nuda e con un forte mal di testa. Vide i suoi abiti sparsi per terra e cercò di ricordare cosa fosse successo dopo che la festa finì. Erano solo piccoli flashback quelli che in quel momento riuscì a visualizzare e l’ultimo si fermava a quando Micky la condusse in camera. Pensò che durante la notte per via del caldo torrido si fosse spogliata togliendosi persino gli indumenti intimi. Rise pensando a ciò, sembrava davvero assurdo. Voleva capire, ma in quel momento desiderava solo metter fine all'incensante rumore del martello pneumatico che si ritrovava in testa. Così si alzò, si rivestì e uscì dalla camera in cerca di Micky. Quest’ultima stava in cucina, sorseggiava del caffè, pensierosa e preoccupata di quello che sarebbe successo non appena si fosse trovata di fronte Jennifer.
<< Buongiorno!>>
Micky la salutò con un cenno del capo.
<< Ci sono delle aspirine sul tavolo. Nel caso ne avessi bisogno.>>
<< Grazie! Mi hai salvata.>>, Jennifer si avvicinò al tavolo, prese una pillola e la mandò giù con dell’acqua, << Senti Micky, è abbastanza imbarazzante, ma… ecco, insomma mi sono svegliata completamente nuda e so di aver bevuto un po’ troppo ieri, ma sono sicura di non aver improvvisato spogliarelli o roba simile. Che cosa è successo?>>, arrossì.
<< Non ricordi nulla?>>
<< Solo fino al momento in cui mi hai accompagnata in camera tua.>>, disse versandosi del succo di frutta in un bicchiere.
<< Nient’altro?>>
Jennifer fece di no con la testa e questo non aiutò per niente Micky che si trovò ancor di più in difficoltà nell'affrontare l’argomento.
<< Wow!>>, rise nervosamente.
<< Oddio Micky! Che cosa ho fatto ieri sera?>>
<< No, che hai fatto, ma che abbiamo fatto.>>, Micky divenne seria, << Abbiamo fatto sesso.>>, confessò guardandola dritto negli occhi.
<< Dai, non scherzare.>>
<< Oh, beh, vorrei tanto che si trattasse di uno scherzo, ma non lo è.>>
Jennifer capì che Micky parlava seriamente e senza rendersene conto rovesciò il succo di frutta sul tavolo, assieme al bicchiere.
<< Oh mio dio! No, non è possibile.>>, indietreggiò.
<< E’ successo tutto così in fretta. Ti sono caduta addosso e poi mi hai baciata e… spiazzato.>>, era visibilmente dispiaciuta.
<< Micky, ero ubriaca!>>
<< Tecnicamente eri brilla!>>
<< Non cambia nulla. Non sapevo cosa stessi facendo … ho agito senza pensare e tu … Oddio! Che cosa ho fatto?>>, disse sconvolta.
<< J.J. ascolta …>>, si avvicinò a lei.
<< Devo andarmene.>>, velocemente prese la sua borsa dal divano e se ne andò sbattendo la porta d’ingresso.

Una volta arrivata nell'appartamento in cui viveva insieme a Madison, Jennifer si recò in bagno, si tolse i vestiti ed entrò nella doccia. Scoppiò a piangere mentre l’acqua scendeva sul suo corpo: prese la spugna e la sfregò con tutta se stessa sulla pelle. Si sentiva sporca per aver tradito Madison e per averlo fatto proprio con la sua migliore amica. Passava e ripassava la spugna su ogni parte del suo corpo, sperando che tale gesto potesse cancellare lo sbaglio commesso. Però niente lo avrebbe fatto. Prima ancora di ricordare per filo e per segno ogni cosa, prima ancora di chiarire la situazione con Micky, doveva decidere se dire la verità a Madison o farla diventare un segreto e tenerlo nascosto. Era certa che scegliendo la prima ipotesi, le conseguenze sarebbero state enormi.  

Più tardi, Micky arrivò presso “Bloomingdales”, una delle più importanti catene di grandi magazzini di New York, dove ogni newyorkese che si rispetti ha fatto acquisti almeno una volta nella vita. Accanto ad esso, vi si trovava la Boutique di abiti da sposa di Jennifer.
<< Ciao Caroline, J.J. è qui?>>
<< Ohi, ciao. E’ sul retro.>>
Caroline era anche socia in affari di Jennifer: gestiva la parte finanziaria dell’attività e di tanto in tanto dava una mano in negozio. Negozio che comprendeva anche l’abbigliamento maschile per cerimonie, del quale si occupava Dustin.
Il retro era suddiviso in due stanze: una grande, una sorta di magazzino, dove era depositata la merce e i manichini. L’altra un po’ più piccola, era lo studio in cui Jennifer e Dustin disegnavano e creavano i loro modelli.
<< J.J. dobbiamo parlare.>>, esordì Micky.
<< Lo so. Chiudi la porta, per piacere.>>
Micky lo fece e avanzò di qualche passo.
<< Ricordo com'è andata, ma prima di parlare di questo, voglio sapere se c’è dell'altro che devi dirmi.>>
<< Che cosa intendi?>>
<< Micky, tu non mi hai fermato, anzi hai assecondato quello che stavo facendo e un motivo ci sarà.>>
<< J.J. non rendere tutto più difficile, ti prego.>>
<< Perché pensi che la situazione possa peggiorare? Sto cercando di metabolizzare la cosa e più ci penso e più sento che è stato diverso e non solo perché è successo con la mia migliore amica. Quindi, perché non mi hai fermato?>>, scandì attentamente ogni singola parola di quest’ultima frase.
<< Okay, vuoi che sia onesta fino in fondo? Perché ti amo J.J. . Lo so che non doveva accadere, ma è così e non posso farci nulla. Per tutto questo tempo ti ho amato in silenzio e non ricordo neanche quando ho iniziato a farlo.>>, confessò guardandola negli occhi.
<< Perché non mi hai mai detto nulla?>>
<< Perché non volevo che le cose tra noi due cambiassero.>>
<< E stanotte come me la spieghi?>>
<< J.J., hai detto che ricordi e capisco che ne sei sconvolta, ma se giustificare le tue azioni dicendo che eri ubriaca, ti fa sentire meglio… allora fa pure. Ma non raccontarmi cazzate, perché mi offenderebbero.>>
<< Micky, cosa stai insinuando?>>
<< Sto dicendo che tu ieri sera hai voluto fare sesso con me. L’aver bevuto, è relativo. Eri lucida mentre mi tenevi avvinghiata con quella strana mossa ed eri altrettanto lucida quando mi hai afferrato per baciarmi. Quindi, non sono l’unica a dover essere onesta.>>, Micky la inchiodò con lo sguardo.
<< Micky, andiamo … siamo amiche, non ti ho mai considerato sotto quell'aspetto. E’ una discussione ridicola.>>
<< Beh, a quanto pare hai fatto un’eccezione.>>, c’era parecchia tensione tra le due, << Senti, J.J., non voglio rovinare il tuo rapporto con Madison, a breve vi sposerete … quindi me ne starò al mio posto, nessun problema.>>
Jennifer si avvicinò e le mise una mano sul viso.
<< Non cambierà nulla tra noi?>>
Si sentì un rumore provenire dalla stanza accanto: dalla porta uscì prima la sagoma di un manichino e dopo Dustin.
<< Ops! Ciao! Non stavo origliando, giuro … ero di là e ….>>, disse abbastanza imbarazzato.
<< Bene! Ci mancava solo questo.>>, Jennifer alzò la voce esasperata.
<< Ragazze, che sta succedendo qui dentro?>>, disse Caroline entrando.
<< Ho bisogno di stare da sola. Scusate.>>, giusto il tempo di terminare la frase e Jennifer andò via.
<< Dannazione J.J., non scappare di nuovo.>>, Micky fece un gesto di stizza.
<< Mi sono persa qualcosa?>>, Caroline guardò contemporaneamente Micky e Dustin.
<< Sono andate a letto insieme!>>, disse Dustin tutto d’un fiato come se non riuscisse a trattenersi nel rivelare ciò che aveva, involontariamente, ascoltato.
<< Cosa?>>, Caroline spalancò gli occhi meravigliata.
<< Cazzo Dustin, ma non riesci mai a tenere chiusa quella bocca?>>, fulminò l’amico con un’occhiataccia.
<< E’ stato questo il tuo modo di tenerla d’occhio per evitarle di fare cose insensate?>>
<< Non ora, Caroline.>>, Micky uscì dalla stanza e dal negozio. Correndo raggiunse l’auto di Jennifer: non voleva lasciare la questione in sospeso e aveva solo un giorno a disposizione per chiarire tutto. Con il palmo della mano diede un colpo sul finestrino facendo trasalire Jennifer mentre cercava di infilare le chiavi nella serratura per avviare il motore. Quest’ultima non la degnò nemmeno di uno sguardo, allora Micky tentò di aprire la portiera ma il suo tentativo fu invano: Jennifer partì in fretta per andare chissà dove, a riflettere.
Anche Micky doveva schiarirsi le idee, più che altro, doveva trovare la forza di accettare che l’amicizia tra lei e Jennifer sarebbe cambiata e che niente sarebbe stato più come prima. Allora prese la sua auto e si recò a Central Park: una passeggiata, forse l’avrebbe aiutata, ma più camminava più non desiderava altro che avere a portata di mano una macchina del tempo, tornare indietro di qualche ora ed evitare di andare a letto con Jennifer, nonostante ammettesse nel suo io più profondo che fare l’amore con lei era stato qualcosa di unico e fantastico e non un errore. Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e iniziò a scrivere un sms: “Non ho idea, dove ci porterà tutto questo, ma non lascerò che il peso di quello che è stato, ricada sulla nostra amicizia. Abbiamo sbagliato. Dimentica tutto, io farò lo stesso e andiamo avanti con le nostre vite.”, lo rilesse una volta soltanto e poi lo inviò a Jennifer.
Sentì una strana pesantezza addosso. Tornata nel suo appartamento si stese sul divano e si addormentò per qualche ora. Quando riaprì gli occhi, l’orologio accanto alla libreria segnava le 18:30 e proprio in quel momento suonò il campanello. Si alzò e andò ad aprire.
<< Il mio motto è: mai andare a letto con l’amica sbagliata.>>, disse Quinn entrando.
<< Lo sai anche tu!>>, rispose Micky per niente contenta.
<< E Milo, tua madre e probabilmente anche Greg.>>
<< Non mi resta che salire in terrazzo e urlarlo a tutta New York City, allora.>>
<< Tranquilla, resterà tra di noi.>>, Quinn le fece l’occhiolino.
<< Ah, beh … grazie!>>
<< Lo sai vero che se fossi venuta a letto con me, non si sarebbe scatenato tutto questo dramma?>>
Quinn si avvicinò e mise le braccia intorno al collo dell’amica.
  
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