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Autore: Halina    12/02/2013    4 recensioni
[Cast Les Miserables]
[Cast Les Miserables 2012; Aaron Tveit & George Blagden] George è l’unico dei Barricade Boys a non avere alle spalle esperienze di musical, eppure non ha problemi ad integrarsi con i ragazzi di West End. E’ solo quando un Broadway Boy dal sorriso smagliante e i modi gentili si aggiunge alla compagnia che George inizia a sentirsi maledettamente fuori luogo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Does Broadway Boy know?'
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Birra & Burger: Broadway Boy
 



[CAST Les Mis 2012; Aaron Tveit & George Blagden]
George è l’unico dei Barricade Boys a non avere alle spalle esperienze di musical, eppure non ha problemi ad integrarsi con i ragazzi di West End. E’ solo quando un Broadway Boy si aggiunge alla compagnia che George inizia seriamente a sentirsi fuori luogo, ed è disposto a tutto per rimediare.  
 
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NdA: Ho amato Les Miserables quando ho scoperto il musical, sono andata in fissa con Les Miserables quando ho visto il film e ho letto il libro. Il danno più grande alla mia sanità mentale è però stato inflitto dal casting. Perché è quasi impossibile non shippare Enjolras/Grantaire, ma quando ti ritrovi su uno schermo Aaron e George tutto diventa più difficile. Quando poi hai la malsana idea di andare a leggerti la pagina twitter1 di George Blagden e scopri che shippa E/R e che fa commenti su Aaron tipo:
 
Q: “Did you spend a lot of time with Aaron to form a bond on set?”
A: “Actually, no, not really. Thought I’d stay away from him and worship him from afar. That boy has got the MOST amazing voice!”2
 
Il tuo neurone fa le valige e scappa alle Bahamas con  I tuoi ormoni. Per cui la ff che segue è il risultato di tutto questo, e del fatto che Aaron Tveit ha rovinato la mia vita >_<
 
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C'era un cartello sulla porta del camerino, un cartello piuttosto buffo.

In origine, non era stato altro che un banale A4 su cui lettere stampate a computer recitavano "LES AMIS D'ABC"; niente di strano fin qui, ma ad un certo punto una mano armata di pennarello blu aveva tirato una riga sulla scritta, sostituendola con "HOT BARRICADE BOYS". Come se non bastasse, qualche tempo dopo una penna rossa aveva aggiunto un "VERY DEAD BUT STILL VERY" davanti alla scritta che ora risultava, rosso e blu su sfondo bianco "VERY DEAD BUT STILL VERY HOT BARRICADE BOYS".

I suddetti boys, che ovviamente altri non erano che i talentuosi autori del cartello, erano quasi al completo all’interno del camerino. Era una stanza lunga e stretta, con una parete specchiata davanti a cui stavano una serie di poltroncine, davanti a ciascuna, sullo specchio, un post-it indicava il nome e il posto di ciascuno, rigorosamente in ordine di citazione nel libro di Hugo. Il nome di Aaron\Enjolras era il primo vicino alla porta e quello di Grantaire\George l'ultimo in fondo, passando per Courfeyrac\Fra, Combeferre\Kilian e tutti gli altri.

C'era un allegro chiacchiericcio quella mattina, mentre il gruppo di ragazzi si apprestava ad iniziare il primo giorno delle sei settimane di prove che avrebbero preceduto l’inizio vero e proprio delle riprese. Erano già tutti lì da una manciata di giorni e iniziavano ad ingranare, solo uno mancava ancora all'appello, atteso a momenti.

Il chiacchiericcio si bloccò all'improvviso all'aprirsi della porta. Era arrivato. Un sorriso da American Idol illuminava il volto perfetto e simmetrico, contornato da corti capelli biondo scuro, gli occhi azzurrissimi appena adombrati dalle occhiaie del jet-lag. Felpa in mano, jeans e t-shirt, un borsone sportivo buttato su una spalla. Aaron Tveit.

Un urlo di benvenuto quasi unanime riempi la stanza, all'insegna di "E’ arrivato il Broadway Boy!"

Aaron si chiuse la porta alle spalle buttando con elegante noncuranza felpa e borsone sul tavolo sotto il suo nome. Si fece avanti con la destra tesa, mentre tutti gli altri si avvicinavano, presentandosi uno a uno.

"Hei, West End Guys!" li apostrofò, lo splendido sorriso che si faceva più largo.

Uno solo non si era unito ai cori di benvenuto. George era rimasto appoggiato al muro in fondo alla stanza, a disagio, guardando il Broadway Boy salutare i West End Guys e chiedendosi, per un attimo, cosa diavolo ci facesse lui lì. Era almeno da un paio di giorni che tutti erano in fibrillazione, aspettando l'arrivo di Aaron dall'America, parlandone con un'aura di rispetto e ammirazione che George non aveva capito finche non era andato a cercarsi qualcosa su Youtube, scoprendo “Next to Normal”, “Catch me if you can”, “Rent” e “Wicked” tutti in una sera.

"Hei! Aaron, piacere."

George sbatté un paio di volte le palpebre. Eccolo lì, in carne ed ossa, quel corpo statuario che muoveva con una disinvoltura disarmante, il sorriso, la mano tesa verso di lui. Deglutì, sbiascicando il suo nome. La mano di Aaron era come ogni altra parte del suo essere. Calda e forte.

Tutti stavano prendendo posto davanti allo specchio, sistemando le loro cose e continuando a chiacchierare; George non riuscì a trattenersi, era più forte di lui, gli occhi continuavano a cadergli sul riflesso di Aaron nello specchio. Si muoveva con grazia e disinvoltura in ogni minimo gesto, con una consapevolezza di ogni parte del corpo che doveva venirgli dagli anni sul palcoscenico, la sua voce era sicura e melodiosa, e non stava neanche cantando, ancora. Per quello non dovette attendere molto.

"Le prove iniziano tra un quarto d'ora. Iniziamo la routine?" chiese Fran, piegando il capo prima su una spalla e poi sull'altra, scrollando la tensione dalle spalle.

"Certo, con quale iniziamo?" rispose tranquillo Aaron.

Kilian sorrise: "A te gli onori di casa, Broadway Boy. Ti seguiamo."

Detto fatto. Aaron aveva intonato il primo esercizio di riscaldamento e gli atri gli erano andati dietro con naturalezza. George deglutì a fatica, sentendosi sempre più come un pesce fuor d'acqua, senza capire il perché. Sì, era vero, era appena diplomato dalla scuola di recitazione e non aveva praticamente mai cantato in pubblico ma hei, era stato scelto per la parte perché evidentemente qualcuno aveva trovato in lui e la sua voce qualcosa di buono. Non si era sentito sminuito dal fatto di non avere esperienze in teatro prima di quel momento, perche l'arrivo di Aaron lo aveva improvvisamente fatto sentire cosi insignificante? Non sapeva rispondersi, l'unica cosa che sapeva era che avrebbe fatto di tutto per fare bella figura con il Broadway Boy.
 
 
Era ormai tardi, lo studio era deserto, l'intero palazzo era ormai probabilmente deserto.

Sapeva che gli altri ragazzi avevano deciso di andare a mangiarsi una pizza e vedersi la partita di rugby in programma quella sera, ma lui era troppo agitato per godersi l’uscita in compagnia. La mattina dopo avrebbero provato ufficialmente "Drink with me" e non poteva permettersi di sgarrare. Aveva perso ormai il conto di quante volte aveva provato l'attacco di quella canzone quel pomeriggio, ma non riusciva a fermarsi, continuava a cantare ancora e ancora, fino ad essere nauseato della sua stessa immagine riflessa nello specchio. Sospirò, togliendosi dalle orecchie l'ipod con la base e raccogliendo da terra la sua bottiglietta di acqua.

"Grantaire! Put the bottle down!" intimò una voce celestiale e squillante alle sue spalle, e George sputò acqua ovunque, sbrodolandosi la t-shirt e inondando la parete specchiata. Era ancora piegato in due, tossendo e sentendosi idiota, quando la mano gentile di Aaron gli colpì la schiena in piccole pacche, il suo onnipresente sorriso riflesso nello specchio. E improvvisamente George si ritrovò a pensare che fosse un peccato che nel film Enjolras non sorridesse mai, era davvero uno spreco. Un attimo dopo si era già sentito un perfetto imbecille per quel pensiero e si era raddrizzato, rosso in volto.

"Scusa." gli sorrise Aaron posando la mano sul fianco "Non avevo intenzioni omicide, ho solo visto le luci accese e ho sbirciato dentro. Niente pizza e partita con i ragazzi?"

"No.. non ero dell'umore giusto" rispose bofonchiando George, spostando il peso da un piede all’altro.

"Nervoso?" chiese Aaron, gentile.
 
George sospirò. Maledetto Broadway Boy, non aveva davvero nessun difetto? Corpo adonico, grazia da vendere, volto angelico, una voce per cui uccidere e una bontà d'animo spaventosa.

"Già…" rispose piano "E solo che.. " si interruppe di colpo, scuotendo il capo. Cosa poteva dirgli? Voi l’avete fatto milioni di volte e io non mi sento all’altezza? "Non è niente.” Si affrettò ad aggiungere, cambiano discorso. “E tu? Non ti unisci agli altri?"

"Naaaa, il rugby non é proprio il mio sport” rispose Aaron “Sono più un tipo da baseball."

George dovette trattenersi ed evitare di rispondergli "Lo so". Ammettere di essersi visto tutte le foto in cui Aaron giocava a baseball sarebbe stato seriamente troppo imbarazzante.

"Broadway Boy fino in fondo, eh?" commentò invece.

Aaron rise, e le ginocchia di George minacciarono di cedere.

"Immagino di sì." Rispose l’americano scuotendo la testa. Un attimo dopo era di nuovo serio in volto, una mano posata sulla spalla di George.

Il ragazzo sentì la bocca farsi asciutta, gli occhi blu di Aaron erano concentrati, gentili e un po’ troppo vicini. "Non importa quanti spettacoli abbiamo alle spalle George.

La paura di sbagliare, che ti manchi la voce, che non ti ricordi una parte del testo.. non se ne va mai. Sono solo prove, e nessuno è qui per giudicare nessuno. Sai qual è l’unico trucco? Rilassarsi e cercare di divertirsi facendo quello che si fa."

Quindi lo lasciò andare, voltandogli le spalle e attraversando la stanza. George era allibito, gli occhi puntati sulla sua schiena che si allontanava, senza sapere bene cosa pensare.

Arrivato alla porta Aaron si fermò, ruotando il capo sulla spalla per guardarlo, strizzandogli un occhio.

"Cosa ne dici di Birra e Burger con un Broadway Boy?"

George sorrise, sentendosi improvvisamente leggero. Maledetto Broadway Boy.
 
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1) Trovate tutto ciò che la vostra piccola mente malata Aaron/George può volere, direttamente dalla fonte primaria,  qui: https://twitter.com/gblagden
 
2) Domanda: Hai passato un sacco di tempo con Aaron per creare un legame sul set?
   Risposta: No, in verità no. Mi tenevo per lo più a distanza venerandolo da lontano. Quel ragazzo ha la più  incredibile voce!
 
 
  
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