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Autore: Lillian44    12/02/2013    2 recensioni
1. Non so in che categoria mettere questa storia.
2. È inventata, ed è ispirata a storie, vite, personaggi che ho letto in taaaanti libri. Lumen è una ragazza che ha difficoltà a rapportasi e questa è la sua 'condanna'.
3. Boh volevo mettere un punto 3.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cambiare scuola, città, casa è una davvero dura.
È davvero dura se sei legata a qualcosa o qualcuno nella città che stai lasciando, ma io per fortuna non sono legata a nulla.
Sono indifferente a tutti i sentimenti, le amicizie e ricordi. E in questo momento tutto questo torna a mio favore, per la prima volta nella mia vita.
Nessuno è infelice che io me ne vada, nessuno è triste, nessuno mi ha abbracciata, nessuno mi ha detto di farmi sentire. Questo ha alimentato il mio modo di vedere gli altri, anzi di non vederli. Tutti sono trasparenti, inutili e stupidi. Io sono superiore, ma forse mi sento così perchè non ho ancora incontrato qualcuno realmente superiore.

Butto a terra la mia valigia, con la mia solita finezza che mi contraddistingue ormai da anni, e osservo la stanza completamente vuota. Ogni movimento rimbomba tra i muri bianchi.
Non troverò giovamento in questo nuovo luogo, non troverò amici non troverò amore. Me lo sento nelle viscere, nella testa in ogni parte del mio corpo: -Questo posto è una merda.- e le mie parole rimbombano, le onde sonore sbattono violentemente tra un muro e l'altro.
-Lumen, cosa fai ancora lassù?! Lascia la roba li, preparati che devi andare a scuola.-
Mi misi le mani nei capelli.
La scuola mi impone di avere rapporti con gli altri, verso persone che non conosco che odio a prescindere. Inoltre il mio carattere, il mio aspetto esteriore non fanno altro che contribuire a questo auto-isolamento che mi impongo, in un certo senso, ogni giorno.
Do una sistemata ai miei capelli corti e biondi, proprio per non fare brutta figura già il primo giorno di scuola. Ma che dico? Non devo fare bella figura. Così indosso la maglietta e la bella faccia di Robert Smith si piazza in prima linea sul mio petto.

-Tieni! C'è scritto come arrivare alla scuola e la tua classe. Mi raccomando parla e non fare la scortese!-. Un bacio sulla fronte chiara e liscia e il mio silenzio.
Vedo il mio riflesso nello specchio nell'ingresso. “Beh, per fortuna ho dei buoni gusti musicali” mi dico.
Le cuffie, il sole e una piccolissima dose di autostima, i componenti principali per dare il via ad una giornata di merda. Just like the heaven, parte nelle mie orecchie e mi chiedo come i Cure riescano a spazzare il grigiore e l'inquinamento della città con una semplice melodia.

 

Frugo nelle tasche alla ricerca del bigliettino e per la centesima volta lo ricontrollo.
Resto impalata difronte alla parta marrone. 4 F. Già sento i loro occhi sulla mia pelle, le loro bocche giudicatrici che si muovono, le loro menti che già fantasticavano sulla mia vita decidendo se darmi l'etichetta di 'suicida', 'malata mentale', 'maschiaccio', 'alternativa' o 'sfigata'.
Odio le persone di quel genere, così dannatamente superficiali, persone che però incontravo ogni giorno nella realtà. Persone opposte a quelle descritte nelle mie canzoni preferite oppure a quelle che disegno continuamente nel mio blocco ormai straripante di tratti a matita che conosco troppo bene.
-Che fa, non entra lei signorina?-
Mi siedo in un banco qualunque, vicino a una persona qualunque. Tanto è indifferente, non ci avrei mai parlato femmina, maschio, carina o brutto che sia.
-Piacere sono Rick! Ma tu... sei nuova? Aspetta, sei un maschio o una femmina?- ed ecco una delle mie occhiate assassine. -Mi chiamo Lumen e sono nuova.- accentuo la a così magari lo stupido Rick capisce anche il mio sesso.


Le presentazioni, che cosa odiosa. Il momento in cui tutti mentono e tutti non sanno cosa dire. Perchè i professori continuavano a farle fare? Non avevano ancora capito che tanto le cose che venivano dette erano false e non servivano a nulla?
Poi una persona come me cosa potrebbe mai dire di così interessante ad una banda di idioti? “Ehy ciao sono Lumen! Mi sono appena trasferita in questa merdosa città. Se sarò fortunata ci rimarrò un anno, se no anche di meno. I miei hobby sono vedere mia madre che tradisce mio padre, non riferire nulla a quest'ultimo e disegnare cose che mai nessuno capirà. Grazie ora potete pure isolarmi e evitarmi. State lontano da me vi conviene” sarebbe un'ottima presentazione. O almeno una delle poche presentazioni vere e schiette che gli studenti abbiano mai fatto.
Ma oggi non mi sembra proprio il giorno giusto per fare la paladina della verità.
-Ciao sono Lumen e mi piace disegnare.- il mio dovere l'ho fatto.
E tutti che mi fissano e non si staccano, okay che Robert Smith è un po' strano però... non penso che mi fissino per la maglietta. Ma infondo ci sono abituata il mio aspetto esteriore è un po' troppo fuori dagli schemi per 'la banda di idioti'.

Quanto è bello uscire da un luogo che ti opprime, come per esempio la scuola.
Finalmente il sole tocca la tua pelle e i suoi raggi non sono costretti a passare attraverso i vetri, dove il tuo vicino di banco non è obbligato a parlarti solo perchè sei vicina a lui. Dove chi ti vuole ti cerca in mezzo alle vie e nei parchi. Dove sei libera e puoi scappare.
Riprendo il mio cammino verso casa, pronta per essere accompagnata dalle melodie.
Ed ecco i miei libri cadere a terra, grazie ad uno spintone di nonsochi. Classica scena da tv, dove la sfigata appena arrivata nella scuola viene umiliata da tutti fuori da scuola. “Okay calma Lumen, nessuno si è accorto di nulla. Adesso raccogli i libri e riprendi il cammino senza guardare nessuno.”
Una mano chiara raccoglie i miei libri accompagnata da una voce che continua a ripetere senza sosta una parola ad una velocità assurda. -Scusami, scusami, scusami, scusami! Davvero io... io, scusami, stavo cercando le... cuffie nella borsa. E scusami, non guardavo dove.. stavo andando scusami.- ringrazio umilmente le pause a casaccio messe dalla ragazza. Grazie davvero, se no non avrei capito un tubo vista la sua velocità nel parlare.
-Nulla!- riprendo avidamente i miei libri. Sospiro riprendo il cammino, mi infilo la cuffia. Ma la ragazza non demorde e mi rincorre continuando a scusarsi alla velocità della luce.
-No davvero scusami, non volevo fare quel pasticcio-. Mi giro di scatto e ora posso osservarla meglio. Ha dei capelli rossi lunghi, e degli occhi color nocciola profondi chilometri un sorriso enorme che quasi mi sta scaldando il cuore. -Non è successo N-U-L-L-A.- il mio tono freddo si fa sentire. -...Di grave.- cerco di riparare al mio modo di fare scontroso verso una creatura che di fatto non mi stava facendo nulla di male. Ogni persone che ha a che fare con me, per un motivo o per l'altro si allontanerà da me, perchè non accelerare il processo allora?
Riprendo il cammino e noto che non si è mossa si un millimetro dopo la mia frase scontrosa.
Brava Lumen, non riesci ad avere una relazione per più di un paio di nanosecondi.
Beh forse io e 'la rossa' qualcosa in comune abbiamo: la velocità, io la velocità di distruggere le cose e persone e lei la velocità nel parlare. Già qualche luogo comune, dai.
Mi infilo lo cuffie e i miei passi vengono accompagnati dall'unica relazione d'amicizia duratura che possiedo: quella con Robert Smith.

   
 
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