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Autore: pandasauro    12/02/2013    2 recensioni
Prendendo un vecchio album di fotografie, alla mia mente tornano vecchi ricordi...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre ascolto canzoni dallo stereo ho avuto la bella idea di prendere i vecchi quaderni, quelli delle elementari, per guardarli e capire i piccoli passi che facevo.
Vorrei che ci fosse qualcuno qui con me. Condividere questo momento con qualcuno è la mia più grande esigenza, ora.
Scrivevo male, disegnavo e coloravo di fretta. Quei compiti fatti da sola, senza nessuno.
Danno a vedere l’innocenza e la purezza che una bambina di otto anni può avere e che sicuramente possiede.
Alcuni fogli scivolano fuori dal quaderno. Li raccolgo con poca attenzione, quasi non mi importasse. Leggo parole inglesi, notando gli errori sciocchi fatti da me in precedenza. La voglia di tornare al passato non è così forte. Non tornerei mai indietro, in quei tempi troppo spensierati e allo stesso tempo difficili.
Tra i cubi colorati leggo “KEITH KIMBERLIN”. Lo prendo, sapendo in fondo che cosa conteneva. Racchiudeva foto della mia infanzia. Io, mio padre, mio fratello, mia madre. Quando ancora nessuno aveva colpa. Quando i problemi erano “Che cosa mi metto oggi?” oppure “Chissà che cosa facciamo oggi con la maestra!”.
E scorrono fotografie.
Sorrisi, pianti, compleanni, gite, feste, matrimoni, vacanze, mare, montagna, parenti, cugini, zii, amici, abbracci, solitudine, natura, cartoni animati, occhi azzurri, caschetto, foto di gruppo, sorrisi senza denti, teste troppo giovani per avere capelli, baci, gattoni, bagni nella vasca, divani, onde del mare, recite scolastiche, regali troppo grandi per essere sostenuti da due mani, torte con candeline troppo lontane per essere spente.
E ancora dipinti, gioie, dolori, cibo, ciambelle, colazione, tazze, piangere e sorridere e piangere ancora..
Ecco, cosa contiene questo album.
Poi mi fermo. Una donna con la pelle molto chiara sta immobile davanti ad una porta di legno con un bebè in mano. Filippo è il suo nome. La donna guarda speranzosa all’orizzonte. Sguardi troppo sinceri ed innocenti per essere trascinati via.
Le foto scorrono come un film troppo confusionario. Visi, volti che non riconosco si specchiano dentro i miei occhi. Si specchiano nella mia anima. Le ossa rabbrividiscono.
Rimango colpita: legami troppo forti, mani dolci che accarezzano l’innocenza. Nessuno vuole pensare male, nessuno avverte una minaccia. Qualcuno abbandonerà, qualcuno trascinerà via tutto. Come una gomma su un disegno.
Occhi pieni di amore e di curiosità. Nell’album manca qualche foto. E mi viene da pensare “Un’altra foto buttata nel dimenticatoio.”. Siamo stati immortalati circa un migliaio di volte e l’emozione che abbiamo provato in quel preciso istante nessuno la cancellerà mai. La felicità, il dolore non si cancellano dalle foto.
C’è qualcuno che brucia le foto, le strappa, le butta via. Strappare quella foto o stracciarla non cambierà il momento del passato a cui era collegata.
Stelle filanti, candeline accese, fiati sprecati, altalene che dondolano, case vecchie, appartamenti vissuti e abbandonati e purtroppo mai ritrovati.
Viso preoccupato: il mio.
Maschera da sub. La voglia è tanta ma la paura non vuole abbandonarmi. Sguardo rassegnato ad una sgridata troppo forte. Nascondiglio perfetto per piangere.
Braccioli gialli per il piccolo che non sa nuotare. Preferisce costruire un castello di sabbia.
Idee disposte in confusione, le foto scorrono, non posso fermarle.
Facce buffe.
Dal mare alla montagna, dal caldo al freddo, dall’amore all’odio. Cieli limpidi, cime innevate, snowboard e sci troppo grandi per me.
Un costume di Pluto per Filippo.
Mare e di nuovo mare.
L’album scorre.
L’ultima pagina.
L’album si chiude.
Non voglio riaprirlo, non posso tornare indietro. Magari un altro giorno, quando sarò pronta di nuovo, lo riaprirò.




Lo stereo si spegne.
La biro smetterà di scrivere.
Il cuore tornerà a battere come prima: senza ansia e senza tristezza.
Il cuore tornerà come prima: un vaso di fiori in una giornata di primavera.
  
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