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Autore: Kick_ass    12/02/2013    15 recensioni
E solo allora Harry Styles, studente del terzo anno, amante della letteratura inglese e soprattutto del suo professore, si accorge di Louis. Sembra stanco e lui non può fare a meno di preoccuparsi. Non é sano prendersi una cotta per il proprio professore. Soprattutto se il professore in questione si definisce estremamente etero e assolutamente non interessato ai ragazzini come lui. Non é sano nemmeno perdersi negli occhi azzurri del proprio professore mentre spiega, non é sano beccarsi dei richiami solo perché si é stati troppo concentrati a fissargli le labbra rosa. Ma Harry Styles non é amante delle cose sane.
[Larry bitches]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ship and compass. Non so voi ma io in questo periodo sono piena di Larry feels. Potrei scoppiare giuro! Comunque vi lascio questa Larry perché io sono una shipper dunque devo scrivere cose del genere. Io la amo. E sono molto soddisfatta anche. Spero che piaccia anche a voi. Soooo, vi saluto vi bacio e vi abbraccio forte. Love.
Fede.


Coerenza.


Louis Tomlinson non é un ragazzo molto coerente. Non é gay, ma va a letto con i ragazzi. Lui odia la scuola, ma si é laureato in letteratura inglese con il massimo dei voti. Odia alzarsi presto al mattino, ma adora guardare l'alba sulla sua Londra. Odia le grandi metropoli ma vive a Londra da ormai due anni. Odia lavorare eppure insegna letteratura in una scuola superiore. Odia gli animali, ma ha un cane. Odia gli arabi, ma il suo migliore amico é pakistano. Odia la sua pancetta da alcolizzato ma non rinuncerebbe mai ad una birra. Ma, soprattutto, é innamorato dell'amore eppure non ci crede.
La coerenza non é il suo forte insomma.
Quella mattina non é diversa dalle altre, si alza all'alba imprecando per l'orario, si dirige, rigorosamente in mutande, in cucina. Apre il frigorifero e prende una bottiglia ghiacciata di birra. Guarda l'alba dal suo balcone con la birra tra le dita. 
Arriva a scuola come ogni mattina. La tracolla di pelle gli pesa su una spalla e la camicia gli sta troppo stretta sul collo, se la slaccia sbuffando e gudagnandosi un paio di occhiatine da parte di qualche ragazza.
Impreca mentalmente quando arriva nell'aula professori, prende un paio di libri dal proprio armadietto e, riservando occhiatacce a tutti, s'immerge nella calca dei corridoi. I ragazzi, spingono, ridacchiano, chiacchierano, tutto quello non fa altro che dargli fastidio. Louis sgomita per arrivare nella classe di quella sua prima ora.
Posa la tracolla per terra, sbiascica un 'buon giorno' tirato e si siede sulla sedia imbottita evitando lo sguardo dei suoi studenti.

E solo allora Harry Styles, studente del terzo anno, amante della letteratura inglese e soprattutto del suo professore, si accorge di Louis. Sembra stanco e lui non può fare a meno di preoccuparsi. Non é sano prendersi una cotta per il proprio professore. Soprattutto se il professore in questione si definisce estremamente etero e assolutamente non interessato ai ragazzini come lui. Non é sano nemmeno perdersi negli occhi azzurri del proprio professore mentre spiega, non é sano beccarsi dei richiami solo perché si é stati troppo concentrati a fissargli le labbra rosa. Ma Harry Styles non é amante delle cose sane.
Louis quella mattina non é in vena di spiegare, vorrebbe solo fumarsi quella maledettissima canna che gli brucia nella tasca destra dei jeans. Ma, al contrario, si spinge gli occhiali su per il naso e sospira. 
Harry Styles lo fissa attraverso le lenti poco spesse e pensa che quella montatura lo faccia sembrare ancora più intelligente e soprattutto attraente.
Poi, il riccio, abbassa lo sguardo sul quaderno scribacchiato malamente e si morde un labbro con i denti piccoli e bianchi.

Louis allora, recuperato il libro giusto, si alza in piedi, si spinge di nuovo gli occhiali sul naso e va verso la lavagna appesa al muro. Ci scrive quattro tracce corte e coincise poi: "Sceglietene una, avete due ore." dice alzando lo sguardo sulla classe per la prima volta quella mattina.
Harry lo guarda, ha seguito i suoi movimenti con il gesso sulla lavagna, senza mai distogliere lo sguardo. Il fatto é che proprio non riesce a levarsi quel professore dalla testa. 
Harry perde un quarto d'ora delle due ore che ha a disposizione a ripensare al modo in cui Louis scriveva sulla tavola nera della lavagna, e quando si decide finalmente a leggere le tracce, si accorge di non saperne sviluppare nemmeno una. Si prende i ricci tra le dita, ci gioca senza pensa davvero al fatto che sta per prendere un'altra insufficienza in inglese. 
Harry adora la letteratura inglese, e adora anche il suo professore, e forse é per questo che va così male nella sua materia.
Così, facendosi coraggio e tentando di tenere sotto controllo il respiro, Harry alza la mano e tossicchia leggermente. Louis alza il viso verso di lui, i suoi occhi vibrano e, senza nemmeno pensarci, posa il libro che sta leggendo, si alza dalla sedia e zigzaga tra i banchi arrivando finalmente a quello del riccio.
E Louis é troppo vicino a lui, troppo.
"Secondo lei, 'Paradise Lost' si potrebbe collegare alla traccia 2?" Chiede timido Harry. 
Louis gli posa la mano sul braccio destro piegato sul banco e stringe, cerca un contatto sempre più intimo. Harry sta sudando.
"Styles. Non hai studiato vero?" Domanda Louis, con quel sorrisetto compiaciuto che a Harry fa perdere un battito.
Ad Harry allora, forse per quel 'Styles' sibilato tra i denti o per quel sorriso tirato, accelera involontariamente il respiro. E forse il professore se ne accorge dato tenta di nascondere una piccola risatina dietro uno sbuffo deluso.
"D'accordo. Sono disposto a darti delle ripetizioni gratuite, dato che sei messo male ma non troppo. Direi di vederci in biblioteca questo pomeriggio. Va bene?" Asserisce ad un tratto Louis, ergendosi di nuovo nel suo metro e settantacinque scarso.
Harry allora non pensa a nulla. Annuisce solo con il capo cercando di trattenere l'entusiasmo e la paura che lo assalgono in quel momento.

Harry Styles é un ragazzo ingenuo, ma non per questo significa che non é intelligente. Il suo problema é che ci mette sempre troppo tempo a capire le cose. 
Harry lo sta aspettando con ansia da due minuti, é seduto sulla sedia di legno sbiadito della biblioteca, ad un tavolo lunghissimo e vuoto. Un po' ringrazia Louis per averlo voluto incontrare in un luogo pubblico, almeno così si sarebbe potuto controllare di più.
Louis arriva dopo altri due minuti. Le scarpe lucide, il ciuffo alto e i jeans strettissimi. Posa la tracolla di pelle su una sedia e si siede di fianco al riccio.
Louis apre la tracolla, ci ficca dentro il naso e ne estrae un libro di letteratura sgualcito. 
"Allora, mi sembra che il tuo problema sia la concentrazione. Quante ore riesci a studiare al giorno?" Chiede Louis, sfogliando le pagine di quel libro troppo rovinato per appartenere ad un professore così giovane.
Harry ci sta pensando, toglie le ore in cui rimane immobile nel letto a pensare a Louis, toglie quelle in cui va a giocare calcio, quelle in cui esce con Niall e quelle in cui, disgraziatamente, ricomincia a pensare a Louis.
"Uhm, due." Mente infine.
"Okay. Cominciamo dai." Dice Louis poco convinto.

E Harry non si spiega come sia arrivato a capire Shakespeare in un pomeriggio, non si spiega nemmeno il motivo per il quale Louis gli stia così vicino. Non che lui voglia lamentarsi, ma vedendoli da fuori non sarebbero mai sembrati professore e alunno. Harry sente la voce di Louis direttamente nell'orecchio, Louis tiene il viso sulla sua spalla sinistra e il petto a contatto con la sua schiena.
Harry non é un ragazzo ingenuo, ci ha solo messo molto tempo a capire che il suo professore di letteratura inglese ci sta provando con lui.
Louis si blocca, smette di parlare e respira lentamente. 
"Hai capito adesso?" Chiede lascivo, sussurrando nell'orecchio pallido dell'altro.
Harry annuisce piano, si scosta un ciuffo di ricci dalla fronte e deglutisce.
Louis allora, forse accorgendosi della vicinanza con il riccio, si allontana e si fruga nelle tasche, estrae un iPhone bianco lucido e: "Ti do il mio numero, così ci mettiamo d'accordo per la prossima volta." sorride.
 E a Harry che un professore dia il numero ad un proprio alunno non sembra normale, ma d'altronde aveva smesso di considerare Louis come suo professore molto tempo prima. Ed ora era come se il ragazzo per cui aveva una cotta stratosferica si stesse accorgendo di lui per la prima volta.
Si scambiano i numeri quasi imbarazzati. Harry non può credere di stare maneggiando il telefono di Louis.
"Ciao Harry, ci vediamo in classe." E Louis l'ha chiamato Harry, e Louis gli ha sorriso. E Harry non aveva mai visto Louis sorridere in quel modo.

Harry sta fissando lo schermo del proprio telefono da ore. Non é un ragazzo ingenuo, ci mette solo del tempo per capire le cose. Cose di cui non é nemmeno sicuro alla fine. Non era sicuro che Louis avesse davvero un interesse per lui, insomma, alla fine gli aveva solo spiegato Shakespeare.
Ma il fatto che Harry avesse una cotta per lui, non cambiava.
Il numero di Louis é salvato sul suo telefono e lui non ci può credere. 
Così, si fa coraggio e gli invia un messaggio.

Oggi pomeriggio lei sarebbe libero per un ripasso sulla lezione dell'ultima volta? H. 

Scrive solo dopo aver cancellato dieci messaggi prima di quello. 
Aspetta trepidante una risposta, sente le mani sudare e il tempo scivola lento. Il telefono vibra dopo non appena tre minuti. E Harry s'illude che forse, Louis, stava aspettando un suo messaggio.

Si certo, ma la biblioteca é chiusa. Vieni da me se vuoi. L.

Dice il messaggio. E Harry sta inevitabilmente pensando a Louis, nel calore del proprio appartamento, con un pigiama largo addosso e una tazza di tè tra le dita. E, inevitabilmente, lo trova sexy anche così.
Harry allora sorride e digita velocemente sullo schermo del suo cellulare.

Ok. Mi da l'indirizzo? H.

Scrive solo per non sembrare troppo impaziente. Ed é strano dargli ancora del 'lei' nonostante i messaggini e tutti i pensieri sporchi che sta facendo Harry su di lui.

Harry é un ragazzo ingenuo, ma ha perso la sua innocenza molto tempo fa. É un ragazzo giovane, crede nell'amore ma crede anche nel sesso. Anzi, crede soprattutto nel sesso. É un ragazzo ingenuo, ma di larghe vedute, non c'é nulla che lui non abbia fatto se si parla di sesso.
É un ragazzo ingenuo che sta percorrendo il vialetto del condominio di Louis Tomlinson, il suo professore di letteratura inglese, immaginandoselo in trepidante attesa, magari nudo, magari con quella scintilla di malizia negli occhi azzurrissimi.

Louis Tomlinson gli apre la porta come se fossero vecchi conoscenti. Harry sente odore di fumo e muschio bianco, si guarda intorno. É un piccolo appartamento di periferia, le pareti sono troppo bianche, il divano troppo nero e il tappeto troppo rosso.
"Dammi del 'tu' per favore Harry." Dice Louis quasi leggendogli nel pensiero.
Harry, quando Louis lo chiama per nome, giura di sentire i brividi montargli su per la spina dorsale.
Louis non é un ragazzo coerente, affatto. Ecco perché é nel club della castità della sua parrocchia ma non smette di fare sesso, ecco perché odia i ragazzini eppure ne ha uno proprio in casa sua. Louis non é un ragazzo coerente e forse é per questo assurdo motivo che trova quel ragazzino riccio estremamente sexy.

Louis si sporge su di lui, esattamente come aveva fatto in biblioteca. Cerca un contatto sempre più intimo. Harry sente la leggera barbetta morbida e per niente ispida di Louis sfiorargli la guancia sinistra, segno che, forse, sono un po' troppo vicini.

Harry é un ragazzo ingenuo, ma non per questo si fa mettere volentieri i piedi in testa. Ma in quel momento non può farne a meno.
"Forse sarebbe meglio che tu vada." Gli dice Louis guardandolo dall'alto in basso. Hanno finito di studiare da un po' di tempo, ed erano stati minuti a guardarsi. In silenzio e immobili. Harry, seduto sul letto di Louis, si guarda i piedi mentre il suo professore lo incita a lasciare il suo appartamento.
Harry ha sentito quella frase solo nei film, quando la situazione diventava insistenibile per qualsiasi tipo di motivo, uno dei due diceva sempre: 'Forse sarebbe megli che tu vada.' Ma Harry non l'aveva mai sentita dal vivo.
Louis non é un ragazzo molto coerente, infatti chiede ad Harry si andarsene ma non si muove dalla sua posizione ferma e stabile davanti al riccio. Louis non é un ragazzo molto coerente, infatti non vuole che Harry se ne vada.

"Si, dovrei." Risponde Harry in un sibilo. Le palpebre serrate e lo stomaco attorcigliato. Harry non si muove. Dice di voler andarsene eppure rimane seduto sul letto, con le caviglie incrociate e lo sguardo sui propri piedi.
Finché Louis, da ragazzo molto incoerente qual'é, si china e lo bacia sulle labbra. 
Harry non é un ragazzo ingenuo, infatti lui sapeva che il suo professore di letteratura inglese ci stava spudoratamente provando con lui. Ma ora, con le  labbra rosa di Louis pressate sulle proprie, Harry ha ricevuto la conferma che é un ragazzo ingenuo ma non stupido.
Louis porta le mani a cingere il collo bianco del ricciolino che stringe la maglietta sformata dell'altro tra le dita. 
Louis non é gay, ma sta baciando un suo alunno e non solo. Lo sta spingendo lentamente sul letto, gli si sta posizionando sopra il bacino e gli sta stringendo le ginocchia attorno alle gambe magre.
Harry gli prende il viso tra le mani grandi, enormi, gli lecca il palato con la lingua ruvida. E ansima nel bacio perché, ovviamente da ragazzo incoerente qual'é Louis, il professore sta strusciando la sua nascente erezione sul suo bacino. Allora Harry geme piano quando le dita fredde e lunghe di Louis gli scostano la maglietta di cotone per andare a posarsi sul ventre piatto, fino a scendere sull'ombelico e sulla linea dei suoi boxer, che oltrepassano senza fatica.

Inutile dire che quella notte deve restare un segreto tra loro. Louis perderebbe il lavoro e probabilmente si beccherebbe anche una denuncia dato che Harry é minorenne ancora.
Harry si sveglia tra le coperte sfatte di quel letto a una piazza e mezza. Sbatte le palpebre più volte e si scuote i ricci schiacciati per la dormita. É nudo. Si scosta le coperte dal petto, la sua pelle é ricoperta di segni.
Harry si passa le dita sul petto, ricordandosi lentamente di quello che ha fatto la sera precedente.
Il morso sulla clavicola che gli ha fatto Louis mentre gli diceva che era meraviglioso, il succhiotto vicino al fianco, quando Louis, preparandolo lentamente, gli aveva più volta ripetuto che gli sarebbe piaciuto, che avrebbe fatto piano, che sarebbe stato gentile. Come se fosse la prima volta per il riccio. E questo gli aveva in qualche modo fatto piacere alla fine.
Harry si ricorda delle parole sussurrate nelle orecchie, dei gemiti sommessi del maggiore, delle sue vigorose spinte ben assestate. Del forte orgasmo e del senso di rilassamento e appagamento che ha provato subito dopo aver fatto sesso con Louis, il suo professore di letteratura inglese.
Si sfora le labbra con le dita, sono gonfie e Harry s'immagina siano anche rosse, per i troppi baci scambiati tra le coperte, tra le spinte e tra i gemiti e le urla di piacere.
Harry si volta, Louis dorme accanto a lui, anzi, si sta svegliando accanto lui. 
Harry si siede tra i cuscini e rimane immobile a fissare Louis. Il ragazzo si passa le mani sul viso e si stiracchia sbadigliando e facendo dei versetti che fanno irrimediabilmente ridere e arrossire il riccio.
Louis apre gli occhi e ride assieme ad Harry. I due si guardando un po' in imbarazzo, Louis si tira la coperta fin sopra gli occhi e mugola qualcosa che all'inizio Harry fa fatica a capire.
"Non guardarmi così!" Sta dicendo Louis, la voce soffocata dalla coperta e le gote in fiamme. Harry allora gli scosta la coperta dal viso e si abbassa a baciarlo dolcemente.
Louis ricambia un po' stranito, non se l'aspettava.
"Vuoi uscire con me?" Chiede Harry ritrovando la propria sicurezza. Louis in effetti si stava giusto interrogando su quello che avrebbero fatto dopo, quando avrebbero affrontato le conseguenze di tutti i loro gesti. In effetti Louis si stava proprio chiedendo cosa fossero. 
"Sono single ora, quindi si." Annuisce Louis sorridendo. 

Louis non é un ragazzo coerente, ecco perché si lascia baciare languidamente te da Harry Styles, ancora suo studente, nello sgabuzzino delle scope del secondo piano. Le mani enormi del riccio vagano sul suo corpo abbronzato e lo lasciano scottato e ansante. Si lascia baciare perché quel ragazzino gli piace, anche se lui non sopporta i ragazzini. Ma Louis non é un ragazzo molto coerente in effetti.

Harry é un ragazzo ingenuo.
"Styles, interrogato." Lo chiama Louis, scorrendo con la penna il registro e senza nemmeno guardarlo in faccia. Allora Harry senza paura si alza dal posto e si siede alla cattedra.
"Shakespeare." Dice solo Louis.
Harry é un ragazzo ingenuo, ecco perché flirta con Louis davanti a tutta la classe mentre gli ripete perfettamente Shakespeare.

Louis alla fine ha capito che Harry non é un ragazzo ingenuo, e alla fine lui se ne fotte della coerenza e bacia Harry ogni volta che può. Perché sa che non può farlo in pubblico e perché alla fine quel ragazzino gli piace troppo per pensare alla coerenza.


   
 
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