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Autore: onelux    12/02/2013    1 recensioni
[Django Unchained]
L'inverno fu proficuo ma proficuo non vuol dire facile.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo pungente penetrava gli spessi abiti.
Stare fermi ad attendere che gli uomini uscissero dalla casa di legno era estenuante ma non potevano fare altro. Dovevano aspettare che fossero tutti fuori per ucciderli.
Se avessero sparato, ed uno solo della banda fosse rimasto dentro l'abitazione, sarebbero stati troppo esposti, e non li avrebbero presi tutti.

Quindi rimasero ancora nascosti tra alberi e cumuli di neve. in attesa.

Era quasi l'imbrunire che la porta d'ingresso si apri e cominciarono ad uscire gli uomini della banda di William Earp.

William Earp era stato un impiegato postale prima di darsi alla razzia ai furti ed agli omicidi. Aveva cominciato rapinando per ripianare dei debiti di gioco e nel tempo aveva raccolto intorno a sé un gruppo di balordi ed ex delinquenti di basso livello, che però, seguendo le direttive di William, che conosceva bene come funzionavano le poste e i trasporti di valori, avevano cominciato ad essere un serio problema.

Molto serio. Molto grave. Molto pericoloso.

E come diceva il suo amico King.

“più sono cattivi, più alta è la ricompensa”

E la ricompensa era pari alla loro reputazione.

Per il capo banda erano addirittura 2500 dollari, 1000 per Robert Cherries ( per la sua riconosciuta spietatezza durante le rapine) e 500 dollari per ognuno degli altri 7 complici. Per un totale di 7000 dollari in un colpo solo! In un colpo solo perchè dopo vari appostamenti, girovagare e offerte di birre nei vari saloon del territorio erano riusciti a scovare dove si nascondeva l'intera banda. Tutti insieme. Forse pronti ad organizzare un nuovo colpo.

 

Mancava poco.

Lui e King si erano appostati davanti alla casa disposti in un angolo di 45°, per poterli colpire meglio.
Sapevano che erano in 9. Si erano quindi accordati che avrebbero sparato quando l'ultimo del gruppo avrebbe chiuso la porta dietro di sé e fosse salito anche lui sul cavallo.
questi era appena uscito e aveva già dato la spinta al proprio corpo dopo aver messo il piede nella staffa quando, di colpo ritornò a terra. Forse si era improvvisamente ricordato di non aver preso qualcosa o, in previsione di un lungo viaggio, improvvisamente riteneva di dover svuotare la vescica non del tutto sgonfia.

Fatto sta che tutto avvenne in fretta. Troppo in fretta per poter chiaramente capire come mai tutto andò a rotoli.

Non ricordavano chi di loro due avesse sparato il primo colpo, forse avevano sparato in contemporanea. Era strano come ormai si intendessero senza parlarsi, avevano trovato una bizzarra sintonia in questo crudele “lavoro”. Ma stavolta questa sintonia, questa capacità di lavorare in squadra, aveva incontrato un imprevisto.

 

L'imprevisto si chiamava John Scott Watson. Era stato velocissimo a lasciare il cavallo e al primo colpo sparato era già sulla soglia della porta. Fu un attimo. Chiuse la porta dietro di sé e velocemente si diresse verso la finestra. Non capiva chi ci fosse la fuori a sparare ma capì subito che per sopravvivere doveva sparare a sua volta, non sapeva a chi al momento, ma doveva sparare.

  
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