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Autore: hazzaslips    12/02/2013    8 recensioni
Occhi verdi per i quali moriresti, ricci ribelli che gli cadevano sul viso e un sorriso da paura.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Oh my prince! ”
CAPITOLO UNO


Quando Kate si impuntava su qualcosa nessuno riusciva a smuoverla e quella sera aveva deciso che non avrei lasciato casa sua fino a quando non avessimo visto per l’ennesima volta “Romeo and Juliet”.
Ecco perché ora, a mezzanotte passata, mi ritrovavo a girare per le strade deserte di Londra, diretta verso casa. Ormai conoscevo quelle strade forse meglio di me stessa, così non prestai molta attenzione a dove mettevo i piedi, provando a distrarmi da quella situazione canticchiando “Skyscraper” sottovoce. Venni bruscamente interrotta da delle grida provenienti da una strada sulla mia destra. Sapevo che avrei dovuto correre, scappare di lì perché ero sola, ma la curiosità ebbe la meglio su di me. Mi avvicinai lentamente all’angolo vicino e sporsi un po’ in avanti il viso, il giusto per vedere cosa stesse accadendo. Un ragazzo adagiava per terra, avvolto da una pozza di sangue. Era solo, non lo conoscevo, ma dovevo aiutarlo.
Lanciai delle occhiate intorno, per accertarmi che non ci fosse nessun’altro oltre noi due e sfrecciai – letteralmente – in direzione del ragazzo.
« Ehi, stai bene? » Mi avvicinai allo sconosciuto e posai delicatamente una mano sulla sua guancia, segnata da un taglio abbastanza profondo. Al mio tocco lui sussultò e alzò immediatamente lo sguardo su di me. Forse capì che non volevo fargli del male, perché si rilassò immediatamente.
« Ti sembra che io stia bene? » Rispose lui poi, tossendo rumorosamente.
« Senti, non mi interessa sapere cosa ti è successo e neanche perché. Non sono fatti miei e meno ne so, meglio è; ma io solo non ti lascio. » Delle volte odiavo il mio eccessivo senso di altruismo, ma che potevo farci?
« Nessuno ti ha chiesto niente, vai via. È meglio per entrambi. »
« Niente storie. Ce la fai ad alzarti? » Non avevo intenzione di continuare oltre, così presi un suo braccio e lo poggiai sulle mie spalle, aiutandolo a stare in piedi. Sembrava aver rinunciato a prendermi a parole e si lasciò aiutare. Con infinita lentezza iniziai a camminare, con lui al mio fianco, indirizzandomi nuovamente verso casa.
« Posso almeno sapere dove mi stai portando? » Chiese lui d’un tratto.
« A casa mia, mi sembra abbastanza ovvio. L’ospedale è troppo lontano da qui e tu sei in condizioni pessime. » Alzai gli occhi al cielo e continuai a fissare la strada, per fortuna non mancava molto e infatti in roba di minuti arrivai a destinazione. Con la mano libera presi le chiavi dalla tasca del giubbotto e prima di infilarla nella serratura mi voltai verso il ragazzo al mio fianco.
« Prova a dire o fare qualcosa e giuro che ti riduco peggio di come sei ora. C’è mio padre dentro e se vede che mi sono portata un ragazzo a casa mi fa fuori. Quindi, tappati la bocca. » Alzai un sopracciglio e lui annuì, con un  sorrisino strafottente sul viso.
Roteai gli occhi al cielo e aprii piano la porta. Silenzio. Bene, mio padre e mia nonna erano andati a letto e per una volta mi ero evitata una paranoia.
Chiusi la porta e mi diressi in punta di piedi verso il piano di sopra, portandomi appresso il tipo di cui ancora non sapevo il nome. Mi chiusi a chiave e lo aiutai a sedersi sul letto.
« Ok, fammi vedere cos’hai. » Gli alzai il viso con una mano e per la prima volta da quando l’avevo incontrato lo guardai per bene. Era bellissimo, cazzo. Nonostante il labbro superiore gonfio e rotto, il taglio su una guancia e il livido sull’altra, era bellissimo. Occhi verdi per i quali moriresti, ricci ribelli che gli cadevano sul viso e un sorriso da paura. Perché mi stava sorridendo poi non lo capivo. Ampliò ancora di più il suo sorriso, mostrandomi dei denti bianchi e perfetti.
« Sono bello, eh? » Disse lui, chiaramente convinto di quello che diceva.
« Hai lividi o tagli altrove? » Gli chiesi, provando a cambiare argomento. Era riuscito a farmi imbarazzare, dannazione.
« Ho un livido qui. » Prese la mia mano e se la portò a livello della vita, un po’ più sotto delle costole, nella parte sinistra del torace. « Per il resto tutto apposto. » Puntò i suoi occhi nei miei, serio e io distolsi immediatamente il mio sguardo, mentre sentivo il sangue affluire alle guance. Se non la finiva l’avrei menato.
Tolsi la mano dal suo corpo e mi diressi nel bagno della mia camera, prendendo il poco materiale che mi serviva per medicarlo.
Misi una giusta quantità di disinfettante su un fazzoletto di carta e iniziai a tamponare leggermente la sua guancia. Lui si ritrasse istintivamente e per tutta risposta io gli bloccai il mento con l’altra mano.
« Non comportarti come un bambino e stai fermo. » Lo rimproverai, prima di continuare. Lasciai dopo un po’ la sua guancia destra per passare al labbro. Ripetei lo stesso procedimento e poi lasciai il fazzoletto sul letto. Presi la pomata che avevo lasciato ai piedi del letto e iniziai a spalmarne un po’ sulla guancia con il livido. Quando terminai anche con quella mi morsi il labbro e mi portai una ciocca bionda dietro l’orecchio, nuovamente in imbarazzo.
« Ehm.. Dovrei medicarti la vita, potresti toglierti la maglietta? » Ero certa che in quel momento il mio viso era dello stesso colore della mia maglia: rosso vivo.
Lui si lasciò scappare una risata e senza farselo ripetere due volte si tolse la maglia, poggiandosi con le mani sul letto, per mantenersi.
E vabbè fanculo, aveva anche un bel fisico. Scosse leggermente la testa e si concentrò sul livido, spalmando anche lì un po’ di pomata.
« Puoi rivestirti, ho finito. » Mi allontanai da lui e tornai in bagno per rimettere tutto apposto, al mio ritorno per fortuna era di nuovo tutto coperto.
« Harry. » Disse, alzando lo sguardo.
« Eh? »
« Il mio nome. Mi chiamo Harry. »
« Ah! Amy, piacere. »


HARRY’s POV

« Ah! Amy, piacere. »  
Annuii e fissai per l’ennesima volta quella ragazza. Era proprio bella, aveva una bellezza particolare e le si leggeva l’innocenza negli occhi. Aveva qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre ragazze che avevo incontrato fino a quel momento, ma non riuscivo a capire cosa fosse. Mi imposi di spostare lo sguardo dal fisico della ragazza e portai distrattamente una mano tra i capelli.
« Dovrei andare. » Dissi, spezzando il silenzio che si era creato. In effetti era tardi e Amy viveva ancora con suo padre, non poteva passare la notte da lei.
« Si, dovresti. Vieni, ti faccio uscire dalla porta sul retro. » Immediatamente mi prese la mano e attenta a non fare rumore fece scattare la serratura della porta, aprendola. Mi fece segno con l’altra mano di non fiatare e io annuii. Scendemmo velocemente le scale e mi portò nella direzione opposta dalla quale eravamo saliti, fino ad arrivare a una porta di legno, non molto grande.
« Fai attenzione Harry, è tardi. E per favore, evita di metterti nuovamente nei guai, tutto questo sarebbe lavoro sprecato. » E con una mano indicò i miei tagli sul viso.
« Oh, i cerotti! » Aggiunse poi e dalla tasca dei jeans prese due cerotti. Si affrettò ad aprirli e li mise delicatamente sulle mie ferite. Le sue mani fredde sulla mia pelle mi fecero sussultare, ma provai a mantenere la calma.
« Puoi andare, stammi bene. »
« Ci provo, ciao Amy. » La salutai con una mano e lei fece lo stesso, dopodiché mi girai e con le mani nelle tasche dei pantaloni mi diressi verso il mio appartamento.



Buongiorno/Buonasera/Buonanotte.. buona qualcosa, yeh! c:
non me ne esco con storie della serie "se non mettere quattordici mila recensioni non continuo" perchè mi danno un pochetto all'acido (niente di personale per chi lo scrive, peace and love, sono la prima che continua a leggere nonostante le minacce lol ) maaaa, torniamo al punto: spero che questa FF vi piaccia almeno un pò, e che recensiate, ci tengo molto. Accetto consigli e critiche, don't worry pipol c:
vabbè cià, regalo unicorni ♥
ah, quella sopra è Amy, che bona c':

( se volete seguirmi sono @ehimrgrey su twittah, ricambio bellezze )
  
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