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Autore: telesette    13/02/2013    3 recensioni
Ai drizzò il capo.
Possibile che Shinichi fosse sincero?
Possibile che, in un mondo freddo e spietato come quello, ci fosse ancora qualcuno in grado di mostrarle un po' di calore?
Il professor Agasa, Ayumi, Genta, Mitsuhiko... e lui.
Era un pensiero troppo bello, perché la mente razionale di Ai potesse crederci, e tuttavia sufficiente a farla sorridere.
Come si chinò a baciarlo sulla guancia, Conan sussultò e arrossì vistosamente. Lei si limitò a stringergli la mano e, poggiando la testa contro la sua spalla, gli mormorò qualcosa all'orecchio...
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Galeotto il Caminetto

immagine di: ~ninja-wolf14 su deviantART

Se solo l'automobile del professor Agasa non si fosse guastata.
Se solo non si fosse messo a nevicare così tanto.
E soprattutto se a qualcuno NON fosse venuta in mente l'idea di quella stupida gita...
Per colmo di sfortuna, il motore dell'auto si era guastato proprio in una zona dove non c'era segnale ed era impossibile chiamare soccorso col cellulare. Purtroppo il guasto sembrava qualcosa di serio: per quanto geniale fosse, il professore non era certo un meccanico; le parti logore e fuori uso del motore fumante necessitavano di un meccanico e, ad almeno 500 km. dalla città dove lui e i ragazzi si erano bloccati, di officine non ve n'era nemmeno l'ombra.
Fortuna che Mitsuhiko aveva notato di sfuggita un casolare, circa un paio di minuti prima che la macchina del professore andasse in panne.
Non vedendo altra possibile soluzione, se non quella di trascorrere la notte nell'auto durante una nevicata, i cinque ragazzi e il buon vecchio Agasa si dissero d'accordo di lasciare lì la macchina e chiedere aiuto e ospitalità presso il casolare vicino.
Dei Giovani Detective, Ai era l'unica a non essersi portata altro che un cappotto leggero. Le sue mani erano intirizzite dal freddo, tanto che provò inutilmente a scaldarle tenendole in tasca; e nel vedere la sua espressione sofferente, Shinichi non poté fare a meno di comportarsi da gentiluomo.

- Eh ?!?

Ai sembrò sorpresa, come vide il ragazzo offrirle i propri guanti con un sorriso, tuttavia li accettò con gratitudine e non senza un lieve accenno di imbarazzo. Anche gli altri, non volendo essere da meno del compagno, offrirono gentilmente qualcosa ad Ai per permetterle di coprirsi un po' meglio.

- Tieni, Ai - disse Genta, sciogliendosi la grossa sciarpa dal collo.
- Prendilo pure - fece eco Mitsuhiko, porgendole il berretto di lana.
- Con questi, sentirai meno il freddo - aggiunse Ayumi, offrendole i suoi paraorecchi imbottiti.

La gentilezza e generosità di quei bambini riusciva sempre a stupire Ai, spesso in modo tale da lasciarla addirittura senza parole. Del resto la vita di Shiho Miyano non era certo stata all'insegna della bontà umana, con tutta la solitudine e il disprezzo che la giovane scienziata aveva sofferto in passato, per questo certe manifestazioni di affetto e amicizia la lasciavano alquanto goffa e impacciata.
Secondo quanto le aveva detto Shinichi una volta, un giorno anche lei avrebbe imparato a riscoprire ed apprezzare certe piccole gioie dell'infanzia: la semplicità, la fiducia reciproca e la gioia di stare insieme e aiutarsi l'un l'altro...
Molte di queste cose tendono a scomparire con la crescita, rendendo le persone più chiuse e dure di carattere allo scopo di proteggersi, ma alcuni riescono a far sì che esse non spariscano del tutto facendole vivere sempre in un angolino del proprio cuore.
Poco dopo, una volta raggiunto il casolare, il gruppetto fu accolto da un gentile boscaiolo. Costui informò Agasa che, a causa della nevicata, si era reso necessario chiedere dei soccorsi dalla città. Sfortunatamente però, le autorità non avrebbero potuto muoversi prima dell'indomani.

- Purtroppo non dispongo di camere da letto - si scusò il boscaiolo. - Il salotto è la stanza più calda di cui dispongo e, se vi adattate per stanotte, posso darvi delle coperte!

Stanchi com'erano, i ragazzi accettarono subito.
Il professore si sistemò sul divano, in quanto la sua schiena non gli avrebbe certo permesso di accoccolarsi sul pavimento, mentre i ragazzi si radunarono proprio davanti al caminetto acceso. Nella stanza aleggiava un magnifico tepore, l'ideale per conciliare il sonno, e Genta anzi fu il primo ad addormentarsi russando sonoramente. Ayumi e Mitsuhiko, infastiditi dal rumore prodotto dal compagno, si affrettarono a rimodellare dei tappi per le orecchie con la cera di una candela e ne distribuirono un paio anche ad Ai e Conan. L'unico a non avere problemi sembrava proprio Agasa, il quale riusciva addirittura a russare peggio di Genta, ma a parte questo non sembravano esserci altri inconvenienti.
Tuttavia Conan non riuscì a prendere sonno.
Fuori infatti la neve aveva preso a cadere molto più fitta e, attraverso i vetri delle finestre, era possibile vedere che si stava scatenando una vera e propria tormenta. In passato per lui, notti così avevano rappresentato solo misteri da svelare e casi da risolvere. Sembrava quasi insolito che, nonostante fosse da poco trascorsa la mezzanotte, non era ancora successo nulla che necessitasse mettere alla prova le sue facoltà o il suo ingegno da detective.

- Accidenti, che roba - mormorò il ragazzo tra sé. - Per una volta che posso dormire tranquillo, e non ho per niente sonno...
- Per forza - osservò Ai, anche lei sveglia e pimpante nonostante l'ora tarda. - Tappi o no, con l'odore di umido che filtra dalle pareti, non c'è soluzione che tenga!

Conan annusò l'aria, tappandosi le narici con una smorfia di disgusto.
Ai aveva ragione.
E dire che lui non si era ancora accorto di niente.
L'unico angolo della casa senza quel tanfo insopportabile era proprio a ridosso del caminetto, dove il fuoco ardeva scoppiettante. Sia Ai che Conan, stringendosi le coperte sulle spalle, si sedettero davanti alla cappa fatta di mattoni rossicci. Per un po' rimasero in silenzio, gli occhi fissi su quelle lingue guizzanti gialle e rosse, ad un tratto però Conan si accorse dell'insolito velo di tristezza sul volto di lei.

- C'è qualcosa che non va, Ai ? - domandò.

Silenzio.
L'espressione di Ai era quella di una bambina ma, dal suo sguardo, era possibile percepire chiaramente tutta la sofferenza e il peso carico d'angoscia di un adulto. Conan aspettò un po', prima di ripetere quella domanda, ma per qualche motivo fu lei a scegliere di rispondere.

- Quando erano ancora vivi i nostri genitori, Akemi e io ci raccontavamo delle storie davanti al camino - mormorò. - Non ho molti ricordi di quel periodo, e quei pochi ho preferito dimenticarli, ma questo era... diverso!
- Ai...

Da che la conosceva, era raro che Shinichi la vedesse piangere. Gli occhi di Ai erano nascosti dalla spessa frangia e tuttavia, alla tenue luce del caminetto, era possibile distinguere il filo luccicante delle sue lacrime.
Per quanto fosse una persona abituata a tenersi tutto dentro, per non mostrarsi debole e vulnerabile con nessuno, Ai non era fatta di ferro come voleva far credere.
Era triste.
Aveva paura.
Sua sorella maggiore era morta, così come il resto della sua famiglia, e non c'era nessuna persona davvero importante a preoccuparsi ancora per lei. L'Organizzazione la stava cercando, probabilmente avrebbero anche finito per trovarla, e la sua vita non avrebbe avuto più valore di quel pezzo di legno secco che si andava consumando davanti ai suoi occhi.
L'unico in grado di comprenderla davvero era Shinichi.
L'unico a condividere la stessa situazione, con tutto ciò che comportava, anche se con esperienze diverse dalle sue.
Sia Shinichi che Conan avevano tutto ciò che lei aveva perso o non aveva mai avuto: degli amici sinceri su cui contare, persone importanti da proteggere e una famiglia da cui tornare...
Lei invece non aveva nessuno.
Che fosse riuscita a sopravvivere o meno, nessuno avrebbe avuto a cuore i pensieri o i sentimenti di Shiho Miyano.
Nessuno!

- Non piangere - fece Conan, carezzandole dolcemente la spalla.

Ai drizzò il capo.
Possibile che Shinichi fosse sincero?
Possibile che, in un mondo freddo e spietato come quello, ci fosse ancora qualcuno in grado di mostrarle un po' di calore?
Il professor Agasa, Ayumi, Genta, Mitsuhiko... e lui.
Era un pensiero troppo bello, perché la mente razionale di Ai potesse crederci, e tuttavia sufficiente a farla sorridere.
Come si chinò a baciarlo sulla guancia, Conan sussultò e arrossì vistosamente. Lei si limitò a stringergli la mano e, poggiando la testa contro la sua spalla, gli mormorò qualcosa all'orecchio.

- Grazie!

Foto

FINE 

   
 
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