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Autore: Edenbehindthewheel    13/02/2013    0 recensioni
Più che una storia, un esperimento. Il mio primo esperimento.
"Si rende conto di essere totalmente, assolutamente sola.
Perchè sta sempre zitta. Ha paura di dire cose fuori luogo, di essere guardata come un alieno.
Ma tanto, che differenza farebbe? Ci è abituata."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 9:37. Tipica ora buca.

La classe è rumorosa. Troppo rumorosa, ma più la supplente chiede silenzio, più il rumore aumenta.

Nei primi due banchi della fila a destra ci sono Liza e Rick. In teoria ripassano per il compito di recupero di psicologia della sesta ora; in pratica ridono, scherzano, si girano e parlano con le ragazze dietro di loro delle cose più disparate.
(vorrei essere lì)
Le due ragazze in questione, Faith e Charlotte, sono molto amiche, il che significa che adorano spettegolare su tutto e su tutti, in qualsiasi momento della giornata, riuscendo ad essere sempre incredibilmente cattive.
(è il loro sport estremo preferito)
Ancora dietro, Martha e Andrea stanno chine su un iPod argentato, ascoltando musica e ridendo.
(ridono tutti)
(vorrei essere lì)
Poi inizia la fila centrale. I primi due banchi sono vuoti: i ragazzi evitano di starci, se possono. Lì non si può messaggiare, non si può parlare, si è per forza costretti a stare attenti, dato che si è così vicini ai professori che questi ultimi riescono a contare i tuoi punti neri.
(Guarda caso, il mio banco è uno di quei due…)
Nei tre posti precedenti: Cecilia, Alexandra, Julia.
Fanno gli esercizi di matematica.
(anche se li ho già fatti, vorrei sedermi con loro)
Nella fila a sinistra, quella contro le finestre, tutte le ragazze sono riunite in un unico grande gruppo nei banchi in fondo.
Mary, Danielle, Alice.
Miriam, Hillary, Jane, Janis e Frances.
Parlano dell’ultima serata in discoteca. Si sono ubriacate, qualcuna è svenuta, altre hanno vomitato. Mary ha pianto perché per un momento aveva perso di vista le altre.
(Okay, lì non vorrei esserci. Sono inadeguata. Però…)
E per ultima, ma (si spera) non meno importante: dietro alle ragazze che fanno matematica, Lilian siede con le cuffie alle orecchie. Scrive su un quadernetto nero che si sente sola. Ogni tanto si guarda intorno, sicura di non essere vista, e osserva i suoi compagni.
Uno ad uno.
Sono totalmente, assolutamente sola.
È perché sto sempre zitta. Ho paura di essere inappropriata, di dire cose fuori luogo. Di essere guardata come si guarderebbe un alieno.
Ma tanto ci sono abituata.
A volte, io mi…”divido” in due: voglio integrarmi, riunirmi e ridere con gli altri; ma dall’altra parte, cosa dovrei fare?! Andare in discoteca? Guardare Jersey Shore per poter commentarlo con Jane? O forse confrontarmi con Frances sulle esperienze sessuali che non ho mai avuto?!
E allora penso: “No, no grazie. Sto bene così.”

Sta bene?
No, per niente.

Semplicemente, Lilian continua a scrivere, lasciando scorrere il tempo.

  
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