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Autore: jawaad_babi    13/02/2013    2 recensioni
Guardo fuori dalla finestra, le luci di questa città fanno capolinea nei miei occhi. Voglio fuggire andarmene. Scappare, sono stanca di essere rinchiusa qui, in queste parole.
«hai paura?» mi dice zayn guardandomi.
«c'è l'avrei avuta di solita,ma adesso no, non ora, non qui»
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Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stropiccio il foglio, lo accartoccio e lo infilo in borsa.

Alzo gli occhi, e le macchine si fanno strada in quel rettilinio di cemento, suonando il clacson.

Ormai è buio, e pure le stelle fanno da lampade a questa immensa città.

Prendo la chitarra e la metto dentro la custodia;mi rialzo dai gradini, di uno dei teatri di Los Angeles.

Grande città eh? Eh si California.

Prendo la borsa della chitarra e la mia bottiglietta d'acqua.

Cammino per le strade di L.A, con un'altro giorno passato a guadagnare solo 5 dollari. Ho speranza che domani, o dopo domani, io riesca a prendere di più, ma la speranza muore minuto per minuto.

In questa città, si può spiccare il volo, farsi notare, ma non io, non sono quel tipo di ragazze che si nota per strada. Non la si vede .

Invisibile. Ancora una volta percepisco la grandezza del mondo, e la piccolezza di me stessa.

Cammino per un'altro isolato con i pensieri che mi vaccillano in testa.

Arrivo al condominio dove abito. Prendo la borsa e cerco le chiavi della porta del pianerottolo.

Cerco cerco, non le trovo. Sbuffo.

Tocco un pochetto di gomme americane, niente non le trovo. Poi sento delle chiavi. Le tiro su, guardo e sono le chiavi della macchina. Ri-sbuffo. V

Cerco ancora, spero di trovarle o se nò sfondo la porta.

Le trovo, le tiro su verso la luce fioca della lampadina sopra la porta; si sono loro.

Apro la porta, e la richiudo sbattendola.

Salgo le scale.

Un ascensore no eh? Dovrò dirlo a quel pirla del proprietario, lui l'ha fa facile, tanto vive in una mega villa, davanti alla spiaggia.

Arrivo al secondo piano, esausta.

Porta 3/a, giro le chiavi nella toppa. E apro la porta grigia, appoggio la chitarra dentro in salotto, e delicatamente chiudo la porta.

Lascio la chitarra e la borsa in mezzo al salotto, stanca, appoggio la chiave nella ciottola sopra il tavolo in cucina.

L'unica luce che entra è quella dalla finestra, una luce rossastra e violeta, quella che arriva dalla discoteca qui accanto.

Cerco il piccolo interrutore della luce sulla parete della cucina, e lo trovo. Si sente un “click” ma niente, non si accende.

Devo controllare il calendario, non è che oggi è il 17 o il 13?

Vado verso il frigo, e lo apro, una pasta lasciata là fredda, due litri di latte, e qualche birra.

Prendo una birra, e la apro. Un sorso.

“aha” faccio dopo aver bevuto.

Vado verso il telefono, e ci clicco sopra per vedere se ci sono messaggi telefonici.

Si sente un “tiii” prima che inizia il primo messaggio.

 

ehi, sono Isabel , ci vediamo domani a lezione, oggi non riesco proprio a venire , ciao sav baci”

 

Aspetto ancora un po' e c'è un'altro messaggio.

 

Buona sera, lei è la signora Savhanna Sheeran? Volevo informarle che suo fratello, è in ospedale..”

 

Prima che finisse la frase, prendo il cellullare di corsa.

 

«Buona sera, s-si sono io Savhanna Sheeran»

«Ah buona sera, signora, volevo informarle che»

Sento il cuore in gola

«s-si ho capito»

dico velocemente, presa dall'ansia.

 

«che ospedale è?»

«St Vincent Medical Center»

«okay, grazie arrivederci»

e chiudo la chiamata.

 

Cammino per il corridoio dell'ospedale, cercando di trovare la camera 24.

Ma zero di zero, mi sembra di girare intorno al nulla. Una povera deficente.

Poi la trovo, con il cuore in gola entro.

Chiudo la porta alle mie spalle.

Vado vicino il letto, immobile, disteso in quella coperte azzurrine, i capelli rossastri sono appoggiate delicatamente, se adesso si svegliasse si renderebbe conto che l'arancione dei suoi capelli con quell'azzurino fa proprio schifo.

Lì, in coma farmatologico. Ma io mi chiedo, che cosa avevo in mente, quando mi sono trasferita qua? Dio santo.

Vaffanculo.

Tutta colpa di ed,e i suoi sogni strappalacrime .

la mia musica è buona, farà successo”

 

Si e guardati adesso.

Tutta colpa sua. Non c'è una volta che non mi pentisca di essere venuta qua, con lui. Mannaggia a mia mamma che doveva sposare suo padre.

Non le bastavano i due ex mariti ? Ma no, figurarsi.

Voleva sposare anche il Sig. Sheeran, aveva un nome bello, si.

 

Che poi potrei andarmene io, tanto è solo il mio fratellastro, è sua la vita, se le voluta rovinare lui.

 

Sento un odore di fumo, mi giro verso la finestra.

E sul buio, dove c'è la poltrona, intravedo dei pantaloni, e una maglietta bianca, un ciuffo, e due occhi color nocciola scrutarmi.

 

Faccio un salto indietro.

 

«c'è ne hai messo di tempo per capire che ero qua»

dice il tipo.

Accendo la luce dietro di me.

«e-e tu chi sei?»

chiedo balbettando, impaurita.

 

«chiunque vuoi che io sia»

sbuffo.

«adesso copi pure le frase dei film?»

ride.

 

«beh...posso dire di essere un gran figo»

dice alzandosi della sedia venendomi incontro, lentamente.

Si sente il suo profumo evadere la stanza, freschezza, libertà, un profumo buono mischiato a delle marlboro, neanche prada riesce a fare una fraganza cosi buona.

Mi si avvicina di più.

 

«mi chiamo zayn malik»

dice con una voce da arrogante,allungando la mano.

«piacere, Savhanna»

dico con uno sguardo freddo, congelando il suo sguardo che ricade nella mano.

Lo sorpasso, andando verso la finestra, guardo fuori, le luci piccole e soffuse di Los Angeles, creano uno di quei paesaggi dannatamente belli per essere reali.

 

«allora chi sei ?»

richiedo, guardando qualche macchina viaggiare veloce nell'asfalto.

«te l'ho detto, mi chiamo Zayn »

«l'avevo capito, m-ma tu come fai a far parte della vita di ed?»

 

Non dice nulla, sospira.

Giro la testa per vedere che sta facendo ed è immobile, con lo sguardo basso.

«sono il suo...»

«il suo cosa?» dico frenetica

 

Sospira.

«il suo spacciatore»

mi blocco.

Ed che si drogava ? No non era da lui, ma l'ho sospettatto cosi tante volte, che adesso fa cosi male sentirselo dire. Perchè da un certo senso me lo ripetevo a me stessa ma mi convincevo che non era cosi, ma adesso, ora come ora, che una persona mi ha dato la prova di quello che pensavo era vero,cosa sono?

Vuol dire che m'inganno di parole che non sono vere?

Sto estorcendo la menzogna per coprire la verità.

 

«savhanna?» mi chiede Zayn.

Mi cade una lacrima.

 

Mi giro verso di lui.

«t-tu s-sei .. quello che l'ha ridotto c-cosi?» dico indicando ed.

Balbetto, inciampo in quelle parole.

Non risponde.

«rispondi cazzo!»dico urlando isterica.

 

«c'è, è lui che, ha voluto la roba..»

Gli vado incontro correndo.

«s-sei un bastardo» dico iniziando a picchiare contro le sue braccia.

Le lacrime fuoriescono dai miei occhi senza spiegazione.

 

«calmatii.»urla zayn cercando di fermarmi

«sei un fottuto pezzo di merda» dico con rabbia.

Mi prende i polsi.

 

«sta ferma »

Mi dileguo dalle sue grandi mani.

«vaffanculo, sei uno stronzo»

 

Mi prende i polsi e mi sbatte al muro, bloccandomi.

«ti ho detto di smetterla deficiente»

mi fermo.

E lo guardo negli occhi.

 

«togli le tue luride mani da me»

Toglie la stretta al polso, con gli occhi fissi su di me.

 

ZAYN'S POV,

La tipa era davvero arrabbiata, aveva uno sguardo che ti uccideva dentro, prendeva la tua anima e la calceva fino a ridurla una poltiglia.

Era incazzata come una bestia solo perchè ero lo spacciatore di un suo famigliare, o fidanzato, non so chi fosse sta tipa.

 

«tu chi sei per lui?»

dico distolcendo il silenzio.

 

«sua sorella»

La guardo.

«ed doveva dirmi che aveva una sorella cosi fuocosa»

dico ridacchiando.

Un secondo dopo sento cinque dita sul mio viso, un dolore fortissimo alla guancia.

Rigiro lo sguardo verso di lei.

Ma cosa pensa di fare questa tipa?

La sbatto al muro, e le fermo i polsi.

A centimetri di distanza, decido di parlare.

 

«ma chi pensi di essere puttanella» dico sputtando quelle parole.

Il suo sguardo diventa impaurito.

«allora chi pensi di essere, eh me lo spieghi?»dico con un tono più aspro.

Non risponde.

 

«lo so che tu hai paura di me, te lo si legge negli occhi, quindi troia abbassa le ali»

dico andandole ancora più vicino.
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HOLA! Ciao a tutte, per prima cosa ho messo questa FF in arancione, anche se sarebbe
stata rossa, perchè so che molte ragazze non hanno un account EFP e quindi non riuscirebbero
a  leggere la storia,....poi allora il primo capitolo fa cagare c.c lo so, lo so.
Sul secondo capitolo ci sarà un po piu di azione (?) spero continuate  a leggere .
 xo

  
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