Premesse:
questa è in assoluto la prima fanfic che scrivo e
quindi considerate che non sono molto esperta in materia, ma mi sarebbe
piaciuto, per una volta, pubblicare qualcosa di mio. La coppia protagonista è
la Draco/Hermione, quindi, se non vi piacciono
assieme potete anche evitare di leggere. Terza cosuccia, io cercherò di
aggiornare più o meno una volta alla settimana, una ogni 15 gg, spero
che quando ricomincerò la scuola i tempi non si debbano dilatare. A questo
punto spero che la storia vi piaccia e che mi lascerete un commentino… Grazie e buona lettura!
Nyssa
Le Relazioni Pericolose
Per
Draco Malfoy quell’anno si prospettava decisamente
orribile e tutto perché era cominciato in maniera ancora peggiore, ovvero: Pansy Parkinson si era
innamorata.
La
cosa aveva dell’incredibile, visto e considerato che difficilmente le Serpi
s’innamorano e lei che era la più… diciamo, convinta sostenitrice dello scambio
di compagnie, era proprio l’ultima persona che credeva potesse fare una cosa
del genere. Ovviamente all’inizio nessuno aveva preso la cosa sul serio, ma
quando lei aveva cominciato a disdegnare le “buone abitudini”, beh, la
situazione era diventata preoccupante.
Anno
di schifo, dunque, perché l’abilità di Pansy sotto
certi aspetti, soprattutto le lenzuola, era innegabile e lui adesso si
ritrovava senza la sua compagna di letto preferita. Non che la cosa si notasse in giro, un Malfoy non deve mai comportarsi come se
gli avessero tolto qualcosa che gli spettava per diritto, ma doveva
semplicemente lasciar cadere la cosa come se gli avessero fatto il più grande
favore del mondo a liberargliene. E non si poteva certo dire che, sotto un
piccolo punto di vista, la cosa non fosse anche vera… negli ultimi anni Pansy era diventata veramente ossessiva nei suoi confronti,
soprattutto per quanto riguardava l’inesistente rapporto che li legava, ma che
lei considerava lampante, gli stava attaccata come una scimmia ammaestrata e
allontanava tutte le altre come ipotetiche rivali. A Draco
questo, ovviamente, non piaceva, ma adesso, con tutto il bel lavoro di Pansy, si ritrovava con la guarnigione sguarnita.
Trovarsi
una nuova e assidua compagna di letto era, per quell’anno, la priorità assoluta
perché se fosse rimasto senza una donna compiacente troppo a lungo, le cose
sarebbero peggiorate notevolmente, soprattutto a cominciare da quel suo
carattere che si portava dietro.
Blaise era l’unico che gli leggeva la frustrazione nello sguardo e
quel mattino, quando l’altero Principe di Serpeverde
scese nella sala comune, si guardò attorno con occhio clinico alla ricerca
della sua futura prescelta.
Decisamente
no, pensò la mente del biondo erede Malfoy osservando la fauna femminile che si
aggirava tra i divanetti di velluto e i tavolini di mogano, le nuove Serpi non
si potevano definire all’altezza, anche se, bene o male, tutte avevano passato
almeno una notte con lui. L’unica che si salava era Daphne Greengrass,
ma la splendida bionda aveva una pessima filosofia di vita ed era più che mai
convinta di voler arrivare vergine al matrimonio; la cosa, come tutte le serpi
pensavano, era strana, ma trattando se stessa al pari di una merce di scambio,
esattamente come facevano i suoi genitori con lei, pensava di poter valere
qualcosa di più con la sua virtù intatta; dopotutto, la famiglia di purosangue
che senz’altro l’avrebbe accolta, sarebbe rimasta colpita dal fatto di avere
una ragazza Slytherin, carina e per di più vergine
come sposa per il loro rampollo, quelle tre caratteristiche
infatti, erano le più rare da trovare tutte assieme in un Serpeverde.
Comunque
Daphne se ne stava tranquilla a leggere una rivista su un divanetto senza
considerare minimamente il problema che la sua idea folle stava creando a
Malfoy. Le matricole non andavano assolutamente bene, oltre ad essere bruttine
ed inesperte, dopo un po’ diventavano delle vere rompiballe e Draco Malfoy non poteva certo perdere la sua sanità mentale
dietro ad una ragazzetta immatura che credeva che stare nel suo letto
equivalesse ad essere la sua ragazza… decisamente NO.
Si
massaggiò con forza le tempie, era dalle nove di quella domenica mattina che cercava
un modo per risolvere quel problema e
Balise lo guardò altrettanto preoccupato mentre
scendeva i gradini ed entrava nella stanza più incasinata di Hogwarts.
-
Dove cazzo sono Tiger e Goyle? – domandò quasi gridando il Caposcuola delle serpi,
aveva proprio voglia di sfogarsi e magari avrebbero potuto fare una retata ai Grifondoro…
Tiger sbucò da una porta con in mano panini
e dolcetti, masticando a bocca aperta e accorrendo al richiamo del suo
“signore”.
Un
sopracciglio biondo si alzò interrogativamente mentre
solo una delle due grasse figure entrava nel suo campo visivo
-
E
l’altro? – chiese la sua voce altera
Tiger mugugnò qualcosa a bocca piena mentre
tutta la Casa verde-argento si schifava di vedere il cibo che roteava nella sua
bocca mentre parlava
-
Con
calma, Tiger, una cosa per volta – lo canzonò il
Caposcuola – prima mangia e poi parla
Il
Serpeverde masticò più in fretta che poté e quasi si strozzo con il pane che stava mangiando, quel tono, lui lo
sapeva, non prometteva niente di buono e Draco stava
davvero per perdere la poca pazienza di cui disponeva ad aspettare che
quell’imbecille finisse il suo spuntino.
-
Goyle è
stato pescato dalla McGranitt mentre metteva dei petardi incendiari nella borsa di un Corvonero – si giustificò come un
bambino il grasso Tiger badando bene a tenere lo
sguardo basso; sì certo, a quel punto la pazienza di Draco
Malfoy era andava a farsi benedire come quella giornata di merda.
-
E si
può sapere cosa ci faceva Goyle a mettere petardi tra
i corvi? – domandò Malfoy cercando di apparire il più tranquillo possibile,
cosa che non gli riuscì
Tiger non rispose e il biondo stava per inveire per l’ennesima volta
contro la stupidità dei suoi compagni di casa quando Goyle fece il suo ingresso nella sala comune, le labbra si
Malfoy si distesero fino ad assumere un sorrisetto sadico e Blaise,
che gli era affianco, dovette voltarsi dall’altra parte a sghignazzare, non
vedeva Draco così inferocito dai tempi della
punizione del primo anno assieme al trio di Grifondoro.
-
Ma
bene, Goyle – iniziò il Principe Slytherin
– ho saputo che sei andato a fare una visitina alla McGranitt – Goyle abbassò
rispettoso lo sguardo e si tormentò le mani, ben sapendo che Draco non era di buon umore e che, probabilmente, per quel
giorno si sarebbe sfogato su di lui per qualcosa che nessuno sapeva
-
Ho
pensato che sarebbe potuta essere una cosa divertente – si giustificò l’altro
cercando con lo sguardo Tiger che si affretto a
lasciare la stanza
-
E da
quando in qua i mammut come te “pensano”? – dichiarò alzando il tono il biondo;
doveva essere una cosa veramente grossa quella che lo rodeva, rifletté lo
studente incriminato, era assai raro vedere Malfoy così agitato e in genere era
a causa di Potter e compagnia, solo che questa volta non aveva avuto notizie di
pestaggi e retate varie da parte dei grifoni – no! – lo prevenne ancora la
serpe – non dire una parola e, soprattutto, NON PENSARE
Goyle annuì sottomesso mentre una vena
pulsava sulla tempia del Caposcuola e Blaise cercava di
calmarlo senza evidenti risultati, poi il grasso Serpeverde
si ricordò improvvisamente e tornò di fronte a Malfoy che lo guardò, più che
mai certo che lo avrebbe ammazzato a suon si schiantesimi
-
La McGranitt ha detto che voleva parlarti – sussurrò appena
cercando di scappare il più veloce possibile, non era certo il genere di
notizia che Malfoy avrebbe approvato per farsi perdonare di essere stato
beccato.
Draco strinse i pugni mentre Blaise si allontanava di qualche passo da lui, chiuse gli
occhi e in quel momento tutti gli oggetti di vetro della stanza andarono in
frantumi, compresi i tre calici di vino rosso posati sul tavolino vicino al
divano, quando la rabbia sbollì un poco, la stanza era silenziosa e neppure le
mosche volavano, troppo impaurite, mentre tutti gli studenti se ne stavano
immobili ad osservarlo, più che mai convinti che, al minimo movimento, il loro
Caposcuola li avrebbe schiantati con una maledizione senza perdono.
Malfoy
si diresse in tre falcate all’uscita seguito dal
fedele Blaise e sbattè la
porta dietro di sé, beccandosi poi gli insulti di metà dei dipinti alle pareti
che stavano chiacchierando in santa pace.
Decisamente
quella non era la sua giornata, riflettè, prima Pansy e le sue cretinate da ragazza innamorata, poi Tiger e Goyle che si mettevano
perfino a “pensare” e, come se non bastasse, anche una
convocazione della McGranitt che di sicuro gli
avrebbe fatto una di quelle paternali da spedirlo in infermeria con un mal di
testa allucinante. Goyle difficilmente sarebbe
arrivato integro al termine della giornata.
Con
un incedere tutt’altro che aggraziato, il Principe
delle Serpi percorse i corridoi fino allo studio della prof, gli altri studenti
che si trovavano sulla sua strada al momento si scansarono velocemente,
schiacciandosi verso le pareti, vedendo la pessima aria che tirava, esplicitata
da una nuvoletta nera con fulmini che accompagnava l’erede dei Malfoy.
Quando
arrivò alla porta prese un grosso respiro, più che
altro per non insultare la McGranitt al primo mese di
scuola, Blaise gli prese compassionevole la mano e ci
fece pat-pat sopra come ad un cucciolo, gesto che gli
procurò un’occhiataccia dal suo migliore amico, dopodiché si allontanò di un
paio di passi e lasciò che entrasse nello studio.
Stava
giusto per girare il pomello della porta quando questa
si aprì all’improvviso, andando a sbattergli direttamente sul naso e facendolo
barcollare all’indietro, la testa bruna e accigliata della Granger spuntò
dall’interno e osservò Malfoy tenersi il volto dolorante dopo la botta presa,
consolata del fatto che non era nessuno di cui preoccuparsi, la ragazza uscì e
si richiuse la porta alle spalle, la prof non avrebbe certo approvato il “fine
linguaggio” con cui certo lui l’avrebbe esortata a fare più attenzione e
infatti la melodica voce del biondo riempì le sue orecchie e fece ballare le
suppellettili del corridoio per circa cento metri
-
Che cazzo credevi di fare, idiota? – la investì lui, lei se ne
rimase calma
-
Aprire
la porta, magari… - lo aiutò lei con aria innocente
-
E
dovevi proprio spaccarmi il naso? – domandò ancora lui, ovviamente non era una domanda
-
Speravo
di spaccarti la testa, ma evidentemente non ci sono riuscita – ribattè angelicamente lei
Malfoy
la guardò truce
-
Beh,
che fai, scusati! – le disse poco cavallerescamente il biondo
mentre lei se ne stava lì accanto alla porta ad aspettare
-
Non
sono io che mi devo scusare – chiarì la mora alterandosi un poco – sei tu che
non devi stare dietro una porta quando c’è qualcuno
dentro!
-
E come cazzo faccio a sapere che c’è qualcuno dentro? – disse
Malfoy che in quel momento l’avrebbe ammazzata
-
Problemi
tuoi Malferret – se ne disinteressò lei
-
Scusati!
– la investì lui, una giornata decisamente pessima continuava a dire il suo cervello
-
NO!
-
Una
mezzosangue come te deve sempre scusarsi! – continuò
lui – anche solo per stare al mondo!
Hermione
non si fece colpire troppo da quell’insulto, dopo sei anni che li sentiva ormai
ci era abituata…
-
Sai
maledetto furetto, anche un purosangue come te
dovrebbe scusarsi con il mondo per il semplice fatto che la tua presenza crea
più danni di un’invasione di cavallette!
E
così dicendo
Blaise se la rideva sotto i baffi poco distante,
ma grazie al cielo Draco non lo notò mentre
stoicamente apriva la porta.
-
Prego
signor Malfoy, si accomodi – esordì la responsabile dei grifoni indicandogli
una sedia dall’aria molto scomoda quale effettivamente era.
Draco si sedette e attese che il sedile duro gli provocasse
i consueti dolori alla schiena, detestava proprio quel genere d’incontri.
-
Dunque,
l’ho chiamata qui oggi per discutere del suo andamento scolastico
Perfetto,
si disse il biondo che in quel momento voleva solo andare a fumarsi qualcosa di
forte e poi uccidere Tiger, Goyle,
Nott, quella svitata della Parkinson
e tutti i suoi compagni bastardi, tutti tranne Blaise,
di lui aveva bisogno, soprattutto per avere qualcosa che lo tirasse un po’ su
dopo una giornata come quella.
-
Stando a
quello che mi riferiscono gli altri professori, il suo andamento è sempre stato
molto buono – decretò la vicepreside cercando di non mettere troppo acido nella
voce – tuttavia, ultimamente in diverse materie è stato riscontrato un calo
improvviso, Trasfigurazione compresa.
Mordersi
la lingua non era sufficiente per impedirgli di pronunciare una parolaccia a
fior di labbra mentre quella continuava a dirgli di
quanto era importante quell’ultimo anno a Hogwarts,
di quanto Trasfigurazione e Incantesimi fossero materie essenziali e di quanto
suo padre ci tenesse che lui uscisse con un buon voto.
Ecco,
quella era la goccia che faceva traboccare il vaso e anche l’unico motivo per cui non aveva voglia di impegnarsi nello studio, suo
padre era fissato con questa storia, ma a lui non gliene fregava niente, né di
uscire con un voto accettabile, né di abbracciare la sua stupidissima causa del
male supremo e tutte le altre idiozie, soprattutto adesso che il suo amato Voldemort aveva malamente tirato le cuoia, ma quelli non si
arrendevano, oh no! E certo il caro Lucius non gli
avrebbe reso la vita facile se a Natale, quando sarebbe tornato a casa, la sua
media non fosse di un Oltre Ogni Previsione in tutte
le materie.
La
McGranitt continuava a parlare come se si fosse incantata
e Draco trovò che gli
conciliasse il sonno, esattamente come durante le sue ore di lezioni
-
… per
questo, - terminò alla professoressa – il collego
docenti ha pensato di affiancarle
All’udire
quelle parole, tutto il sonno che aveva perso quella notte a riflettere sulla
stupidità di Pansy e sulla possibile prescelta quale
sua sostituta si dissipò, no, doveva essere un incubo, un incubo terribile,
quella giornata doveva essere stata maledetta, qualcuno gli aveva fatto il
malocchio! Non bastavano tutto il nervoso e il sangue marcio che si era fatto
quella mattina e che sarebbe efficacemente bastato per tutto il resto
dell’anno, ci mancava anche gli mettessero la
mezzosangue alle calcagna a fargli da balia! Questo era troppo!
-
Mi
rifiuto! – disse improvvisamente il biondo cercando di frenare l’emergente tsunami di panico che l’aveva travolto. – la prof
tossicchiò teatralmente
-
Forse
lei non ha capito la situazione – ripeté fermamente la McGranitt
sfoderando tutto il suo cipiglio incazzoso, - questa
non è una proposta né un’iniziativa, è un ordine che il collegio le dà, signor
Malfoy e pretendiamo che venga eseguito, la
possibilità di rifiuto non spetta a lei, né alla signorina Granger.
Decisamente
una giornata di merda. Gli negavano perfino il diritto di fare quello che
voleva del suo futuro, cioè, se uno decideva di mandare a puttane la scuola non
poteva neppure! Ma era assurdo! Peggio di così cosa poteva succede?
-
Adesso
devo pregarla di andare a chiamare la Caposcuola dei Grifondoro,
in modo che venga a sua volta informata della cosa. – ecco, appunto: il peggio
che non aveva preso in considerazione.
Quando
si alzò dalla poltroncina rigida, Draco sentì le
gambe tremargli, non aveva il coraggio di pensare ancora cosa potesse essere
peggiore, non riusciva ad immaginare niente che potesse superare quella
schifosissima giornata e non se lo domandò per scaramanzia.
Oltre
Gli
ci volle quasi un quarto d’ora prima di arrivare al dormitorio dei grifoni e ci
si doveva arrampicare su per un milione di scale che giravano continuamente e
lo depistavano. Quando finalmente giunse di fronte al ritratto della Signora
Grassa, la donna gli domandò la parola d’ordine che lui ovviamente non sapeva e
così si mise a bussare rudemente alla porta.
Un
accigliato Potter con alle spalle Weasel
appena sceso dal letto, fece la comparsa nel vano della porta
-
Che cazzo hai da fare casino, Malfoy? – domandò la finezza in
persona
-
La
vecchia bisbetica vuole
Ginny, ancora un po’ spettinata, si avvicinò per sbirciare e Harry
la mandò a chiamare Hermione che scese con mille punti interrogativi che le
ronzavano nella testa
-
Malfoy…
- disse con un sorrisetto, come se vederlo lì fosse una grande conquista
-
Levati
quel sorriso dalla faccia Granger, la McGranitt ti
vuole nel suo ufficio e ti assicuro che dopo riderai
ancora meno.
Se
non altro aveva la possibilità di tenerla sulle spine
-
Perché
Hermione deve andare dalla prof? – domandò Harry che gli pareva già di sentire
puzza di scherzo
-
Non
sono cazzi tuoi, Potty – lo
zittì il biondo – e adesso vediamo di muoverci, non vedo l’ora che questa
giornata di merda sia finita.
Alzando
le spalle, la Caposcuola sorpassò i suoi compagni con noncuranza, seguendo
l’altezzoso Malfoy giù dalla prima rampa di scale, il sorriso si era un po’
diluito, ma a vederlo spaesato in mezzo a tutto quelle scale
che si facevano i fatti loro quasi si sentì di sganasciarsi dal ridere, era
davvero buffo… ovviamente la faccia arrabbiata della serpe la dissuase subito
da quell’intento, così lo sorpassò mentre quello si teneva al corrimano e la
quarta scala si faceva un altro giretto
-
Seguimi,
per di qua si fa prima – indicò la grifoncina
imboccando una porta nella parete e poi un corridoio
-
Mezzosangue,
dove stiamo passando? Questo posto è disgustoso
In
realtà, pensò Hermione, era solo un corridoio un po’ umido, ma a giudicare
dalla faccia circospetta con cui lui si guardava attorno non doveva pensarla
come lei
-
Stiamo
passando sotto la Torre di Corvonero – specificò lei
– e adesso cammina, non ho voglia di farti da guida turistica
Malfoy
trattenne a stento un insulto e la seguì, al termine del corridoio si sbucava
direttamente di fronte all’ufficio della McGranitt,
Hermione guardò preoccupata la porta, aspettandosi qualche lamentela, il
rimprovero per un festino organizzato il sabato prima
dai suoi compagni, il casino che era stato fatto nel corridoio del secondo
piano quando Finnigan e Nott
erano arrivati alle mani e un’imminente comunicazione da portare al consiglio
studentesco. E allora, cosa ci faceva Malfoy con lei? Si voltò a scrutarlo in
viso e nei cinque minuti che avevano camminato sotto Corvonero
lo Slytherin parve aver riacquistato tutta la sua
compostezza, mentre la guardava con aria di sfida, aspettando che entrasse.
Oh
cielo, cosa non aveva preso in considerazione nella sua lista delle
possibilità? Perché doveva essere sicuramente qualcos’altro, sennò Malfoy non
avrebbe mai ghignato come stava facendo.
A
dire la verità, Draco si stava riprendendo dallo shock
personale che aveva ricevuto e, mentre camminava con lei, aveva pensato ai
mille modi con cui avrebbe potuto farla uscire di testa in tutte le occasioni
che avrebbero dovuto studiare: se la sua mentore stava
impazzendo i prof certo non potevano aspettarsi che gli desse ripetizioni,
eppoi provava un gusto perverso a farla incavolare e ad azzuffarsi con lei, non
arrivare alle mani come faceva con Potter e la Donnola, semplicemente una bella
litigata verbale. E adesso, mentre aspettava di fronte all’ufficio della McGranitt, era decisamente meno sicura ed orgogliosa,
probabilmente, pensò lui, si stava domandando cosa ci fosse di così urgente o
preoccupante da farle chiamare, visto e considerato che aveva lasciato
l’ufficio della sua prof di Trasfigurazione da non più di mezz’ora.
-
Che fai
Granger, ti muovi o facciamo notte? – domandò il biondo provocandola
Hermione
prese un respiro ed entrò. Minerva McGranitt
l’accolse con un sorriso a metà tra il rassegnato e l’orgoglioso del tutto
diverso da quello che invece aveva rivolto a Malfoy quando
aveva varcato quella soglia, la pregò di accomodarsi e Draco
studiò come la mezzosangue si fosse seduta sul bordo della seggiola, pronta a
scattare a molla al primo segnale di pericolo.
-
Signorina
Granger – esordì l’insegnante – mi rendo conto di averla lasciata andare da non
molto tempo, ma la questione necessitava di essere discussa prima con il signor
Malfoy.
Draco la guardò, se di discutere si poteva
parlare, rifletté, quelle poche cose che aveva cercato di dire erano al limite
della dittatura, tra un po’ Silente sarebbe diventato peggio di Voldemort.
-
La
questione – continuò l’insegnante – riguarda l’andamento scolastico del
Caposcuola di Serpeverde.
Hermione
sollevò le sopracciglia brune e scrutò il compagno seduto poco compostamente
sulla sedia, per una volta Draco Malfoy non stava
ghignando.
-
Visto
il recente calo scolastico, il consiglio ha deciso di affiancare un tutor al signor Malfoy e lei è stata scelta per questo
ruolo visto il suo brillante risultato scolastico.
-
Ma,
professoressa – cercò di intervenire – non sono sicura di essere la persona
adatta… - si giustificò – come lei sa, io seguo due corsi in più rispetto agli
altri studenti – era così, al quarto anno, anche senza utilizzare la Giratempo che le era stata data,
aveva seguito due corsi in più, lasciando le lezioni della Cooman,
ma ritrovandosi comunque con più lavoro del normale.
-
Siamo
coscienti di questo – scandì la professoressa – per questo abbiamo deciso che,
quale ricompensa per il lavoro che svolgerà, lei verrà
esentata dal consegnare i compiti delle materie per le quali darà ripetizioni
al signor Malfoy
A
questo punto anche il ragazzo allibì, quella era una vera ingiustizia!
-
Questo
perché – continuò ancora la vecchia strega – aiutando il signor Malfoy lei
svolgerà comunque i compiti assegnati
-
Ma… io…
- Hermione Granger, per una volta, non sapeva che cosa dire e quella era una
vera rarità
-
Falla
breve Granger – l’apostrofò Draco – vorrei tornarmene
al dormitorio e terminare questa mattinata
-
Ma non
si potrebbe… - cercò ancora lei che di dare ripetizioni a quel bastardo non ne
aveva proprio voglia
-
No, non
si può – scattò lui – credi forse che me ne starei qua a sentire tutte queste
stupidate se potessi scegliere?
Hermione
lo guardò, Draco Malfoy doveva avere tanta voglia
quanta lei di passare il suo tempo a studiare materie a suo dire inutili come Babbanologia e Trasfigurazione, per non parlare di Rune
Antiche!
La
gifoncina chinò il capo e annuì alla professoressa e
le rivolse un sorriso conciliante
-
Le
materie di cui dovrà occuparsi sono Babbanologia,
Rune Antiche, Trasfigurazione e Incantesimi, anche se tra queste è sicuramente
quella in cui il signor Malfoy ha i risultati migliori. Dato che questo
scombinerebbe i gruppi di lavoro, abbiamo deciso che voi due farete coppia
anche per le altre materie, in modo da non creare confusione né a voi né agli
altri professori.
E
detto questo consegnò il foglio con materie e programmi alla Caposcuola che lo
scorse brevemente con l’occhio, non c’era traccia di Pozioni, il biondastro era
sempre andato bene in quella materia, anche se non sapeva dire se era perché Piton gli regalava i voti o perché era davvero bravo.
Sospirò
tristemente, era davvero una favola trascorrere il tempo libero dell’ultimo
anno ad Hogwarts a dare
ripetizioni a Malfoy anziché ripassare e studiare per i M.A.G.O.
di fine anno.
Mentre
pensava questo si diresse verso la porta e uscì con il Serpeverde
sempre alle costole, usciti, però, si fermò a chiarire qualche punto.
-
Sappi
che la cosa non mi piace per niente, Malfoy – disse candidamente lei, lui alzò
le spalle e si accese una sigaretta, incurante del fatto che non si potesse
fumare, lei tossicchiò e si sventolò una mano davanti alla faccia per
allontanare il fumo pestilenziale
-
Non
dirlo a me, mezzosangue, non aspettavo altro…
Ovviamente
la situazione era una palla al piede per entrambi.
-
Molto
bene, nonostante questo gradirei avere la tua collaborazione in questo, sì,
chiamiamolo “progetto”
Malfoy
ghignò
-
Puoi scordartela,
non ho voglia di studiare e non intendo cominciare solo perché ai prof non va
bene come rendo
-
Ma così
se la prenderanno con me! – s’infuriò lei
-
Problemi
tuoi – si disinteressò lui soffiandole altro fumo in faccia e facendole quasi
venire un eccesso di tosse
-
Saranno
problemi anche tuoi! – continuò lei per niente amichevole – vedi di non farmi
abbassare la media o giuro che diventerò il tuo peggiore incubo – e si mise le
mani sui fianchi sporgendosi in avanti con le sopracciglia corrugate e gli occhi
cupi
-
Senti,
ne riparliamo un’altra volta – non che lei lo spaventasse, sia chiaro, ma
mentre si sporgeva con le mani sui fianchi aveva intravisto sotto la camicia il
pizzo del reggiseno e… la mezzosangue avrebbe anche potuto…
Assolutamente
no! Si ribellò la sua testa a quel pensiero, le chiacchiere della McGranitt dovevano averlo stordito più del previsto per
andare a formulare certi pensieri proprio sulla verginella Granger. Però,
magari…
Ovviamente
Hermione non aveva smesso un attimo di dire che la cosa era meglio risolverla
tutta adesso e che…
Ma
sì, si disse Malfoy, che gli desse pure quelle stupide ripetizioni, se poi era
desiderabile o meno, quello l’avrebbe scoperto quando
fossero rimasti soli a studiare… tantopiù che, se si
fosse sbattuto la Granger, avrebbe avuto un’altra arma per ridicolizzarla e far
infuriare Potter e Lenticchia.
-
Voglio
il tuo orario delle lezioni – specificò lei mentre lui
stava ancora riflettendo per i fatti suoi
Prontamente
la ragazza tirò fuori un quadratino di carta con sopra segnato l’orario delle
lezioni che seguiva, Malfoy la guardò come se fosse scesa da Marte.
-
Non ti
aspetterai che io giri con l’orario! – sbraitò lui che, dopo aver visto quell’ultima
cosa si diede dieci volte dello stupido
Tra
un battibecco e l’altro si decise di incontrarsi tre pomeriggi a settimana
terminate Astronomia per lei e due ore della Cooman
per lui, in modo che fossero entrambi rilassati e riposati (Draco
si domandò come lei potesse essere rilassata dopo due ore di Astronomia, ma si
guardò bene dal fare commenti), avrebbero fatto i compiti per altre due ore e
poi lui sarebbe andato agli allenamenti di quidditch.
Soddisfatta
di se stessa per aver pianificato alla perfezione la cosa, Hermione Jane Granger salutò il suo nuovo allievo e se ne tornò al
dormitorio.
Draco Lucius Malfoy le rivolse uno
svogliato, dopotutto lei gli avrebbe salvato il culo
con quella storia perché a quel punto non avrebbe mai permesso di fargli
prendere un’insufficienza, ne sarebbe andato del suo orgoglio Gryffindor.
Sì,
la giornata prendeva leggermente una piega migliore.