«Sembro uno spaventapasseri».
«Non è vero».
«Chi le ha chiesto niente? Perché non pensa al suo, di matrimonio?».
«Immagino che l’opzione Fleur voleva soltanto essere gentile non sia contemplabile».
«Pfffff. Per favooooore! Se avesse voluto essere gentile, mi avrebbe lasciato indossare gli anfibi. Insomma, Remus, guardami e dimmi se non ho ragione!».
Dora si alzò dalla panchina, traballante sui tacchi delle scarpette, e girò su se stessa: i capelli rosa shocking che danzavano intorno al suo viso, la fede che scintillava al dito, la gonna del vestitino che si gonfiava, svelando due ginocchia dinoccolate.
«Sei…».
Nel bel mezzo della giravolta, Dora inciampò su un sasso e gli cadde tra le braccia.
«…perfetta».