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Autore: thebloodflows    14/02/2013    2 recensioni
La salvezza esiste, bisogna solo aspettare che la persona giusta arrivi per curarci e rimettere insieme i pezzi in cui siamo caduti.
[ZIAM]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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In questa storia sono presenti scene di autolesionismo non descitte
nei particolari, nulla di scioccante, però io avverto u.u

 
A Jessica, ti voglio un mondo di bene.



Liam Payne era sempre stato pronto a farsi in quattro per le persone a lui care, non importava che ora, giorno o stagione fosse, se tu avevi un problema lui correva da te per aiutarti. Aveva sempre avuto un cuore gigantesco, sempre pronto a dispensare amore a tutti, non gli importava se eri bianco, nero, giallo o addirittura viola, lui donava affetto a chiunque ne avesse bisogno. Potete chiedere, ad esempio, a Niall Horan il biondino irlandese. Una notte, precisamente alle 4.35, aveva chiamato disperato Liam dicendogli che stava malissimo e che da lì a poco sarebbe morto, il castano aveva perso dieci anni di vita a sentire quelle parole, ma li aveva riacquistati velocemente dopo che l'irlandese aveva aggiunto un 'Lee davvero morirò se non mangio subito'. Qualsiasi persona normale avrebbe mandato Niall a quel paese, ovviamente dopo averlo insultato in tutte le lingue del mondo, invece Liam dopo aver sorriso e scosso la testa in segno di rassegnazione, si era vestito velocemente ed era andato a prendere il biondino per poi girare mezza Londra in cerca di un locale ancora aperto a quell'ora per sfamare il suo migliore amico. Inutile dire che non avevano trovato nulla, se non poi alle sei del mattino un bar che apriva nello stesso momento in cui loro attraversavano la strada, Liam aveva comprato quattro brioche diverse e due cappuccini super zuccherati al biondo e un caffè forte per lui. Era consapevole che due ore dopo sarebbero dovuti essere a scuola e lui avrebbe avuto un' interrogazione, era consapevole, anche,  che avrebbe dovuto strozzare Horan, però vederlo ancora sporco di zucchero a velo -della brioche con le labbra distese nel più bel sorriso che ci fosse, mentre saltellando come un bambino lo abbracciava stretto sussurrandogli un ' Oh Liam io ti amo, sei il miglior amico che ci sia!'; gli aveva fatto passare qualsiasi mezza idea di avercela con lui. Liam Payne era fatto così; sempre pronto a dare l’anima per i suoi amici, ma c'era una persona in particolare per la quale avrebbe fatto di tutto: Zayn Malik
 
Quel pakistano gli aveva completamente fottuto la testa. Liam era sempre stato sicuro della sua eterosessualità, questo, prima di incontrare quei pozzi neri che il moro aveva come occhi. Insomma gli era sempre piaciuti i fianchi formosi delle donne, i seni piccolini e sodi, non i fianchi stretti e i pettorali degli uomini. Per di più era anche fidanzato e ,Danielle così si chiamava la sua amata, era davvero una bomba sexy e Liam si sentiva terribilmente in colpa quando si ritrovava a pensare a Zayn durante tutti i minuti della giornata, per sino quando faceva l'amore con la ballerina. Ma lui, comunque, non era una persona che guardava molto il fisico, anzi, la prima cosa che notava degli altri erano gli occhi e quelli di Zayn lo avevano quasi spaventato, ma allo stesso tempo affascinato mandandogli in tilt il cervello. Erano totalmente spenti, vuoti, come se il suo animo fosse totalmente grigio e spento. Era rimasto spiazzato davanti a quelle palle di un marrone scuro bellissimo, non si capacitava come fosse possibile una cosa simile ed era sicuro che se il moro fosse stato un po' più felice quegli occhi avrebbero brillato di luce propria; per questo aveva promesso a sé stesso che avrebbe provato a rendere felice quel ragazzo dal sorriso inesistente. A scuola non si sapeva molto di Zayn, stava sempre per i fatti suoi. Alcuni dicevano che spacciasse, altri che avesse ucciso un uomo o chi addirittura diceva che avesse fatto fuori tutta la sua famiglia, cosa al quanto improbabile visto che i suoi genitori erano più che vivi e vegeti. Il pakistano un momento lo vedevi  in mezzo alla folla per i corridoi, un momento dopo era scomparso, stava lontano da chiunque ed evitava qualsiasi conversazione. Era un fantasma tra i banchi di quella scuola fatiscente.
 
Erano diverse settimane che Liam tentava in tutti i modi di parlare a Zayn, ma non c'era niente da fare, questo, o non rispondeva proprio o cambiava direttamente posto, sedendosi il più lontano possibile da Payne. E il castano ci rimaneva a dir poco male, ogni volta che il pakistano lo ignorava, ma non demordeva; era deciso a conoscere il ragazzo che lo aveva fatto innamorare perdutamente. "Liam ma lascia perdere, non hai speranze, a quello manca qualche rotella." un Niall Horan impegnato a mangiare le sue patatine durante 'intervallo, cercava di far ragionare l'amico -appoggiato da Harry- ,di dissuaderlo dal suo intento, ma quello non rinunciava. "Niall tu non capisci, quel ragazzo è...è....oh al diavolo non lo so neanche io cos'è! Però c'è qualcosa che mi dice di non lasciarlo solo, che ha bisogno di qualcuno." il castano era visibilmente frustato, non sapeva più che pesci prendere per avvicinarsi al moro e i suoi amici non erano per niente di aiuto. Un urlo decisamente poco femminile fece alzare lo sguardo del giovane Payne che se ne stava seduto sul muretto con la testa fra le mani, la prima cosa che vide fu Harry correre incontro ad un Louis Tomlinson sorridente per poi saltargli in braccio: quei due erano l'amore e la felicità allo stato puro. Stavano insieme da quasi due anni e non si vergognavano più di scambiarsi effusioni in pubblico, non  gli importava che la gente li guardasse con disgusto, loro si amavano del resto non si preoccupavano. E anche Liam avrebbe voluto essere  come loro, poter stingere il moro contro il suo petto e baciarlo sempre, a tutte le ore del giorno, desiderava poterlo veder sorridere, vedere quelle labbra carnose distese in un sorriso tutto denti e zucchero, il che era praticamente impossibile. "Allora di che parlavate?" un Louis intento a stringere quell'ammasso di ricci che era Harry Styles, lo aveva riportato alla realtà. "Liam cerca ancora di parlare a quel Malik, ma senza alcun risultato." l'affermazione del biondo aveva fatto scoppiare a ridere Tomlinson che con le lacrime agli occhi gli aveva domandato "Ancora? Leeyum è meglio lasciarlo perdere quello. Da quant'è che ci provi e lui non ti degna di uno sguardo? Dai goditi Danielle e vedrai che questa fase di confusione sulla tua sessualità passerà!" Certo per Loius era tutto uno scherzo, una stupida cosa su cui ridere tutti insieme a ricreazione, ma non capiva che la sua non era una fase, che lui Danielle non l'amava più e che l'unica persona che voleva davvero era Zayn, per lui era solo una stronzata. Così più incazzato e frustato di prima Liam se ne andò sibilando un 'fanculo' a denti stretti facendo calare il silenzio tra i suoi amici. Avrebbe finito di mangiare in bagno, in modo tale che nessuno lo disturbasse, ma quando varcò la porta dei gabinetti la scena che gli si presentò davanti lo sconvolse totalmente.
 
Zayn Malik era in uno dei tanti cubicoli, accasciato contro il water con le braccia ricoperte di tagli e due ferite fresche dalla quali il sangue usciva a fiotti. Liam era rimasto paralizzato davanti a quella scena, una delle persone che più amava al mondo, ora stavo sanguinando spaventosamente e lui non sapeva che fare. Non era da lui, insomma aveva sempre la soluzione a tutto, ma quella volta non sapeva come comportarsi ed era terrorizzato, le lacrime premevano per uscire, ma sapeva che non era quello il momento per piangere e che avrebbe dovuto fare qualcosa. Fu distolto dai suoi pensieri quando il moro, con la testa china sul water, aveva iniziato a vomitare,  in quel momento aveva dimenticato tutte le sue paura ed era scattato a sorreggere quel ragazzo praticamente in fin di vita. Dopo aver ripulito la bocca del moro lo aveva schiaffeggiato sulle guancie e un "Non azzardarti a chiudere gli occhi Malik perché ti ammazzo sul serio!Resta sveglio!" era uscito dalle sue labbra, per poi chiamare un'ambulanza e stringere la sua felpa intorno ai polsi del pakistano in modo tale da frenare almeno un poco il fuoriuscita del sangue. Aveva ragione, quel ragazzo aveva bisogno di qualcuno e quel gesto ne era stato la prova; non potendo più fare nulla era scivolato contro la parete, in attesa dell'arrivo dei paramedici, ed aveva stretto Zayn a sé tenendolo sveglio in tutti i modi; NON POTEVA MORIRE. In quel momento non gli importava che si stesse macchiando la maglietta di sangue e che probabilmente lavandola non sarebbe più tornata bianca, voleva solamente che quel ragazzo che lui tanto amava, non lo lasciasse; avrebbe anche smesso di provare a parlargli in tutti i modi, ma aveva bisogno che vivesse.
 
Quando i medici avevano spalancato la porta del bagno, seguiti da alcune professoresse sconvolte, Liam aveva tirato un sospiro di sollievo, sapeva che il moro non era ancora in salvo, ma presto lo sarebbe stato e aiutando un giovane infermiere a caricare Zayn sulla barella si era messo a correre per i corridoi con il resto dei medici verso l'ambulanza; non lo avrebbe lasciato solo. Gli occhi increduli degli studenti presenti nel corridoio passavano dalla barella su cui era disteso il moro a Liam che con tutta la voce che aveva urlava di far spazio. Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Payne gridare sconvolto, ma soprattutto nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere Zayn Malik su una barella privo di sensi. Quel ragazzo a gli occhi degli altri appariva indistruttibile, come se nulla potesse scalfirlo e vederlo con gli occhi chiusi, avvolto da una coperta, mentre lo portavano via di corsa, lasciando scie di sangue al passaggio di quella specie di lettino faceva un certo effetto. Liam aveva protestato quando non volevano farlo salire sull'ambulanza, ma fregandosene degli ordini delle sue insegnanti era montato sul veicolo sedendosi accanto a Zayn e stringendogli una mano. Il tragitto per arrivare all'ospedale lo avevano fatto a sirene spiegate andando a tutta velocità e Payne aveva pensato di morire quando il cuore di Malik, tutto d’un tratto, aveva smesso di battere. Prontamente un infermiere era salito a cavalcioni sul pakistano per poi praticare il massaggio cardiaco, mentre un'altro aveva cominciato ad intubarlo. Liam stava letteralmente uscendo di testa, la paura lo aveva praticamente immobilizzato 'Non puoi andartene, no Zayn non puoi.' questo continuava a ripetersi in testa, lui non poteva morire, doveva viversi a pieno tutta la sua vita di adolescente spensierato, doveva ancora sapere che lui lo amava.
 
Erano entrati al pronto soccorso, correndo a per di fiato, con l'infermiere ancora a cavalcioni su Zayn, e quando giunti ad una porta verde Liam era stato fermato da un medico che il più gentilmente possibile gli aveva detto che lì non sarebbe potuto entrare,abbattuto Payne si era lasciato andare contro la parete al suo fianco, sedendosi a terra e sperando con tutto il cuore che il pakistano ce la facesse. La paura ,che non lo aveva praticamente mollato per un attimo,in quel momento lo stava divorando così tanto che non si era accorto della sua professoressa di psicologia che lo scuoteva. "Liam! Liam, forza ragazzo alzati!" ma quella voce gli arrivava ovattata e non aveva nessuna forza per alzarsi, così la Signorina Brown si era inginocchiata davanti a quel ragazzo palesemente sconvolto e gli aveva stretto dolcemente le spalle. "Vedrai che si riprenderà, non preoccuparti è un ragazzo forte ce la può fare! Adesso i dottori lo medicheranno, credo, e poi sarà come nuovo!" c'era una nota di incertezza nella voce di quella donna, ma Liam non sembrava nemmeno accorgersene, anche lei aveva paura e guidando verso l’ospedale più volte aveva rischiato di andare a sbattere perché le mani le tremavano talmente tanto da non riuscir nemmeno a tener ben saldo il volante. Capendo che Liam non si sarebbe ripreso molto presto, aveva fatto un respiro profondo si era rimessa in piedi ed aveva tirato fuori il cellulare per chiamare i genitori di Zayn, anche se prima avrebbe dovuto contattare la scuola per farsi lasciare i numeri. Anche la Brown era sconvolta e una domanda continuava a girarle per la testa: cosa diavolo aveva spinto quel ragazzo ad un gesto  tanto folle?
 
“Ha tentato il suicidio” queste erano le esatte parole che Liam aveva pronunciato al telefono a Niall prima di riattaccare. Erano quasi tre ore che erano in quel dannatissimo ospedale, i genitori di Zayn erano arrivati e Payne; finalmente, dopo 37 chiamate da parte del suo migliore amico era riuscito a prendere il cellulare dalla tasca, digitare il numero del biondo, aspettare che rispondesse e pronunciare quelle parole che facevano un male cane per poi riattaccare. Non riusciva a capacitarsi di tutto ciò che era successo, non accettava che il moro avesse tentato di togliersi la vita e più di tutto non accettava che i medici non uscissero per dire come stesse . La mamma di Zayn non aveva smesso un attimo di piangere, mentre il marito tentava di calmarla, ma anche questo era parecchio scosso. Quando avevano ricevuto la chiamata da parte della professoressa, Trisha era quasi svenuta e una volta in pronto soccorso e parlato con la signorina Brown aveva buttato le braccia intorno al collo di Liam ringraziandolo di averlo salvato , perché era consapevole del fatto che se il castano non fosse entrato in quel bagno per suo figlio non ci sarebbe stata nemmeno speranza. E Liam non aveva potuto far altro che stringere quella donna e infonderle un po’ di forza, che però nemmeno lui aveva. Non aveva salvato nessuno perché non sapeva ancora se Zayn ce l’avesse fatta o meno e questo lo stava facendo impazzire, quindi Trisha non doveva ringraziarlo, almeno non finché Zayn non fosse stato fuori pericolo. E fu proprio l’infermiere che Liam aveva aiutato  nel bagno ad uscire dalla porta verde e dirigersi verso di loro. “Siete qui per Zayn Malik, giusto?” la professoressa Brown e i genitori del pakistano avevano annuito per poi fissare quel giovane medico. “Ok. Il ragazzo per ora è stabile, ma non del tutto fuori pericolo, ha perso molto sangue e abbiamo dovuto fargli una trasfusione. Su entrambe le braccia erano presenti molteplici tagli e gli ultimi due che si è procurato, questa volta verticalmente, ci siamo visti costretti a cucirli e rimarranno delle cicatrici, come del resto per le altre ferite. Ora sta dormendo ed è sotto calmanti, per oggi non sarà possibile vederlo e necessita di essere seguito da uno psicologo o psichiatra. Quando potrete fargli visita sarebbe bene che entrasse una persona che non gli arrechi troppo stress, poiché non sappiamo come possa reagire. Inoltre, Signori Malik, voi eravate a conoscenza del grave disturbo  alimentare di vostro figlio? Zayn è veramente sottopeso.” quel flusso di parole colpirono Liam come un pugno in faccia. Stava bene, ma non del tutto. Era, ormai, chiaro che Zayn avesse un problema di autolesionismo e gravi problemi di alimentazione, e questa cruda verità aveva ridotto la madre del moro nuovamente in lacrime e portato Liam ad uno stato di shock completo. La parola suicidio continuava a ronzargli in testa e si sentiva maledettamente inutile, avrebbe dovuto capirlo prima che quel ragazzo  aveva bisogno di aiuto. Si lasciò, finalmente, andare ad un pianto trattenuto per troppo quando Niall arrivò in ospedale e lo abbracciò.
 
Zayn era sveglio da un ‘oretta circa, le braccia gli facevano particolarmente male ed era terrorizzato al pensiero che Liam Payne sapesse uno dei suoi più grandi segreti. Lo aveva evitato in tutti i modi per settimane e poi si era ritrovato in un sudicio bagno stretto dal castano che lo teneva sveglio parlando delle cose più assurde che esistessero. Sapeva di dovergli delle spiegazioni, ma da una parte lo odiava profondamente; aveva intralciato i suoi piani salvandolo, lui altro non voleva che morire e quando aveva sentito il cuore smettere di battergli si era sentito finalmente in pace, ma ovviamente un fottutissimo medico aveva ben pensato di rianimarlo. Perché doveva continuare a vivere? Perché doveva continuare a farsi mangiare dai sensi di colpa che ormai lo accompagnavano da un quasi un anno? Voleva solamente togliersi un peso. I medici lo nutrivano con una flebo, poiché si rifiutava di mangiare  e gli avevano ripetuto almeno cento volte che ormai erano passati quattro giorni da quando era in ospedale e che doveva vedere qualcuno. Lui si era categoricamente rifiutato di incontrare i genitori perché non avrebbe retto lo sguardo di sua madre e il silenzio di suo padre, così si era ritrovato a parlare con Liam Payne.
 
“Bene giovanotto puoi entrare.” e Liam quasi era caduto dalla sedia per quella frase, non si aspettava che Zayn tra tutte le persone che c’erano voleva vedere proprio lui. In quei giorni non aveva lasciato l’ospedale nemmeno una volta e si era fatto una doccia nel bagno degli infermieri piuttosto che tornare a casa e lasciare il moro da solo. Quando finalmente aveva trovato la forza di alzarsi dalla sedia aveva guardato i genitori di Zayn non sapendo cosa fare, non trovava giusto che ad entrare fosse lui, ma un ‘vai’ da parte di Trisha lo aveva convinto ad abbassare la maniglia della porta che lo divideva dal pakistano. Quando era entrato il moro era rannicchiato su sé stesso con lo sguardo perso nel vuoto, a Liam li si strinse il cuore davanti a quella visione; era così indifeso. Si era fatto coraggio e si era avvicinato al letto per poi sedersi accanto al moro che nemmeno lo aveva guardato. “Ciao Zayn” era stato praticamente un sussurro quello del castano, ma Zayn lo aveva sentito bene, però non gli aveva risposto. Liam non voleva far trapelare nemmeno una minima parte dell’ insicurezza che in quel momento lo dominava e così non volendo mostrarsi stupido e impaurito decise che a Zayn avrebbe mostrato un po’ della sua rabbia. Sì, perché era terribilmente arrabbiato con quel ragazzo,non poteva tentare il suicidio a  diociotto anni, quella cosa lo mandava in bestia, perché era giusto che il moro la vita se la godesse e non tentasse di stroncarla. “Sei una testa di cazzo e mi devi una maglietta.” Zayn era rimasto sorpreso di quelle parole, si aspettava che Liam entrasse guardandolo con compassione, mentre questo gli aveva appena detto che era un coglione e che doveva comprargli una maglietta; e chi se lo aspettava! Ma Liam non si fermò a quella frase, ormai era incazzato e avrebbe detto tutto ciò che pensava. “Trovo che tu sia stato stupido, prima di ridurti a questo” ed aveva indicato le braccia del moro “ sono convinto che tu avresti potuto chiedere aiuto, perché non sei solo come credi. Non conosco il motivo di questa tua azione e non ti sto chiedendo di dirmelo, ma ti sto dicendo che ci sono persone intorno a te che ti vogliono e ti amano e che mi hai fatto praticamente morire di infarto. Zayn…” un sospiro “ per favore non respingermi ancora, perché io ci sto provando in tutti i modi a starti accanto, ma non so come fare se tu non mi permetti nemmeno di parlarti. Ci tengo a te.” Un ultimo sospiro. Si era liberato e anche se non aveva proprio detto che era innamorato di lui, gli aveva fatto capire che ci teneva.
Zayn era rimasto sconvolto dalle parole di Liam; perché quel ragazzo che lui aveva tanto respinto, ora, gli era accanto con l’intenzione di non mollarlo? Per la prima dopo tanto tempo si sentì importante per qualcuno e senza che nemmeno se ne accorgesse si fece sfuggire una lacrima che fu seguita da tante altre. E in quel momento Liam fece una cosa che mai si sarebbe aspettato, salì sul lettino con lui e lo abbracciò stretto quasi soffocandolo e lui si lasciò andare ad un pianto liberatorio. “Li ho uccisi Liam, capisci? Sono stato io, la colpa è tutta mia.” Il pakistano non seppe perché disse quella frase, voleva solo confessare a qualcuno quel dolore e quel senso di colpa che aveva. Il castano, dal canto suo, non capì cosa Zayn stesse dicendo, ma lo strinse ancora di più facendogli capire che lui c’era e il moro riprese a parlare. “Quella sera sarei dovuto morire io, non loro.” un singhiozzo soffocato contro il petto possente di Liam “ Non mi sarei dovuto mettere a scherzare anche io, avrei dovuto guardare la strada, ma mia sorella continuava a fare battute stupide, Brian gli dava corda e in più mi davano i pizzicotti sul collo…” un altro singhiozzo “ e io continuavo a ridere. E’ stato un attimo, mi sono girato per guardare male Brian che mi aveva messo una mano sul cavallo dei pantaloni per farmi innervosire e non mi sono accorto del camion che ci veniva addosso. Dio ho ucciso mia sorella e il mio ragazzo, sono un mostro.” Zayn si nascose il volto tra le mani e cominciò a piangere ancora più forte, non riusciva a perdonarsi per cosa aveva fatto e Liam non sapeva come fargli capire che non era colpa sua, probabilmente quel camion gli avrebbe presi comunque e non contava che per un momento avesse distolto lo sguardo dall’asfalto. Gli faceva male sapere che il pakistano si disprezzasse a tal punto da tagliarsi, che avesse perso due persone che amava e che si portasse dietro quei sensi di colpa. Gli baciò la testa e sussurro un ‘non è colpa tua’, che però non fece calmare il moro che piangendo prese a parlare nuovamente. “ Si che lo è, avrei dovuto essere più attento. Da  quando non ci sono più mi taglio, mi devo punire per ciò che ho fatto; me lo merito, non mangio, non ci riesco. Liam mi stanno distruggendo i sensi di colpa e ti odio perché avresti dovuto lasciarmi morire!” “Non potevo lasciarti morire,mi piaci troppo per permetterti di toglierti la vita!” Liam si era portato una mano alla bocca dopo quella frase, non l’aveva davvero detto, o almeno ci sperava. Però Zayn l’aveva sentita ed era rimasto spiazzato: perché Liam amava un mostro come lui? Avrebbe dovuto amare una persona con un cuore, non un essere spregevole che aveva ucciso sua sorella e il suo fidanzato.
 
“Zayn lascia che porti via il tuo dolore. So di non essere Brian, so che tu lo ami ancora, ma tu meriti di vivere e non è colpa tua; perciò lascia che io ti ami. Lascia che io ti salvi e curi le tue ferite, non prometto di farle sparire ma di alleviare il loro dolore. Ti prego, scegli di la vita non la morte perché così faresti morire anche me.” ora era davvero libero, aveva confessato tutto e voleva veramente che il pakistano si lasciasse aiutare  e gli permettesse di portarlo lontano da tutto quel dolore che lo divorava fino al midollo. E Zayn, dopo aver posato un leggero bacio sulla guancia di Liam ed essersi sistemato meglio tra quelle braccia muscolose, aveva deciso di vivere; perché lui cercava un modo per alleviare tutto quel dolore e quel senso di colpa, e sentiva che con Liam ci sarebbe riuscito, sentiva che quel castano lo avrebbe amato per sempre. Così consapevole che non sarebbe stato semplice, che Brian avrebbe sempre occupato una parte del suo cuore, che sua sorella sarebbe sempre rimasta viva nei suoi ricordi e che il disprezzo che provava per sé stesso non sarebbe mai davvero andato via, Zayn sussurro un semplice ‘salvami’. E Liam lo avrebbe fatto.
 
Si addormentarono l’uno stretto all’altro in una stanza d’ospedale con nel cuore la consapevolezza che tutti  possono essere salvati, perché tutti meritiamo che qualcuno ci stringa la mano e ci porti verso la salvezza e anche Zayn lo meritava. La salvezza esiste, bisogna solo aspettare che la persona giusta arrivi per curarci e rimettere insieme i pezzi in cui siamo caduti.




angolo autrice.


quasi non ci credo che ho scritto una ziam, non è da me, io shippo
ziall AHAHAHAHA.
questa è tutta per la mia fantastica Jessi a cui voglio un mondo di bene
e quindi mi sono impegnata a scrivere sta cagata solo per lei.
scusa my love, so che non è come la volevi e probabilmente sarai
delusa; ero partita con un'idea ben precisa ed ero stra indecisa se far
morire qualcuno o no e alla fine sono finita con sta cosa D:
accontentati, non sono brava a scrivere.
mi scuso per eventuali errori ma ,purtroppo, anche se rileggo qualcosa mi sfugge sempre.
fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi una recensione, un 
segnale di fumo o qualsiasi altra cosa. 
come sempre, sentitevi liberi di insultarmi :3
grazie mille a chi ha letto fino alla fine!!

-milla.
  
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