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Autore: LovingHimWasRed    14/02/2013    1 recensioni
Mi svegliai con una parola lampeggiane nella testa: Daniele.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 Ciao;)
Questa storia mi è venuta in mente ascoltando Goodbye di Miley Cyrus..
Lasciate una recensione se vi va:)
Buona lettura!



Mi svegliai con una parola lampeggiante nella testa: Daniele.
Chiusi e riaprii gli occhi scuotendo la testa (tipo i cani quando escono dall’acqua), per cercare di scacciare via quell’inopportuno pensiero dalla mia testa.
Mi alzai e andai in bagno e mi sciacquai la faccia.
Guardandomi allo specchio, notai le pronunciate occhiaie che mi ricordarono cos’era successo la sera prima. Ero uscita con alcuni amici, avevamo bevuto un po’ ed eravamo stati in giro. Ero tornata a casa tardissimo, verso le tre.
Ma infondo avevo diciassette anni ed era domenica mattina, due buoni motivi per cui potevo permettermi di fare cose del genere.
 “La mia principessa si è svegliata..?”
Oddio. Quando mio padre avrebbe capito che non avevo più otto anni, sarebbe stato sempre troppo tardi.
“Ciao papà” biascicai.
“Dormito bene?” mi chiese, accostandosi e schioccandomi in bacio a tradimento sulla guancia.
Mi scansai infastidita “Papà!”
Ridacchiò, e tornò in cucina urlando “La colazione ti aspetta!”
Perfetto. Ci mancava solo che si mettesse a cantare ‘good morning, good morning!’ sbattendo il cucchiaino sulla tazza, come in quella orribile pubblicità del Nesquick.
 Arrivai barcollando in cucina, mi sedetti e cominciai a sorseggiare il latte.
“Programmi oggi?” mi chiese mio padre, sorridendo.
“No, devo studiare.” Risposi,secca.
“Io ho quel pranzo con i colleghi, ti ricordi?”
Ah,già, è vero.
Non che mi desse fastidio,figurarsi! Passare il pranzo con lui che mi fa domande impertinenti sulla mia vita non è certo una cosa per cui pagherei; ma nemmeno pranzare da sola davanti a fox anche la domenica era la proposta più allegra del mondo.
“Ah,sì. Ok.” Risposi, tagliando la parte più succosa dei miei pensieri.
 Affondai la mano nel pacco dei biscotti, ne afferrai uno e lo tirai fuori piano piano, sperando che fosse il biscotto zebrato. Ovviamente non lo era. Secondo me non esistono proprio le gocciole zebrate! E se anche esistessero,saranno pochissime! E una volta che la trovi, che ci fai? La impacchetti e la porti al quartier generale delle Gocciole? Sicuramente, se avessi comprato il pacco fortunato, il biscotto zebrato sarebbe stato preso da mio padre, che ovviamente l’avrebbe mangiato senza accorgersene davanti ai miei impotenti occhi.
 “Hai capito, Eli?”
Scossi la testa. “Come scusa?”
Mio padre sbuffò. “Ma a che pensi? Ho detto, che prima vado a fare un giro con zio Carlo, va bene?”
Annuii.
“Bene.” Si alzò, mi diede un bacio sulla fronte, ed uscì dalla cucina.
 Rimasi lì, seduta a mangiare biscotti ultracalorici e a pormi interessantissimi quesiti sul biscotto zebrato, con il mio pigiama rosa con il coniglio che scia, e sostanzialmente pensando a una sola cosa: Daniele.
 
 
 Driiiin. Driiiiiiiin. Driiiiiin.
Il telefono continuava imperterrito a suonare, sempre più forte, sempre più insistente, come si stesse arrabbiando.
 “Pronto?!” risposi infine,scocciata.
“Hey,ciao!”
“Ciao!” mi spuntò un sorriso sulle labbra, a sentire la voce di Giulia, la mia migliore amica.
“Come stai?” chiese allegra addentando qualcosa.
 Giulia mangiava continuamente, ma aveva una forma fisica invidiabile.
“Tutto bene… un po’ assonnata.. ieri sono uscita con i ragazzi e siam..”
“Ah..” commentò con un tono intriso di disapprovazione. “Sei uscita con Davide e la sua combriccola? Ancora?”
“Sì.. guarda che non sono malvagi! Se non dai loro una chance..”
Giulia sbuffò. È inutile cercare di persuaderla, è la persona più testarda e ottusa che conosca.
“Si, vabbè..” tagliò corto lei, “che fai oggi?”
“Studio.. ci vogliamo vedere più tardi?”
Seguì un silenzio alternato a qualche suo rantolo imbarazzato.
“Ehm.. ah.. io..” finalmente, sembrò trovare le parole e disse “Dopo esco con Luca.”
Già,Luca. Mi ero dimenticata di non essere più la prima della lista.
“Ah,ok.. va bene, dai.. dove andate?” chiesi, cercando di ostentare allegria.
“Al parco.”
“Bene,divertiti! Io ti saluto che stavo per mettermi a studiare..”
Giulia rise. “Tu? Che studi? Alle dieci di domenica mattina?” rise ancora. “Non ci crederò mai!”
Soffocai un risolino “E invece credici!”
Forse sorpresa dalla mia risposta poco simpatica, Giulia si arrese.
“Vabè, allora ciao.”
“Ciao!”
Attaccai.
Sola che più sola non si può.

  
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