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Autore: Genesis_Candeor_Diamond    14/02/2013    1 recensioni
14 febbraio.
Questa per me è una data funesta.
Questo mese lo odio. Lo odio follemente. Di un odio puro ed estremamente profondo.
San Valentino. La festa degli innamorati. [...]
Questo è l’unico giorno in cui mi fermo a riflettere che forse quando dico a mia madre che non mi interessa avere il ragazzo, forse e dico forse sto sparando una grande cavolata.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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UN BUON NON SAN VALENTINO A ME.

14 febbraio.
Questa per me è una data funesta.
Questo mese lo odio. Lo odio follemente. Di un odio puro ed estremamente profondo.
San Valentino. La festa degli innamorati.
Mia madre mi ripete sempre che dovrei fare qualcosa per il mio caratterino e cercare di avere un po’ più impegni per fare nuove amicizie e poter così creare l’opportunità di un incontro “galante”. Si, certo! Come se oggi come oggi si possano fare incontri con ragazzi galanti. A volte dubito che esistano ancora signore che possano essere chiamate così.
Questa data è come il rintocco di un orologio che mi ricorda sempre che il tempo passa. Infatti se penso che il mese dopo sarà il mio compleanno, il ventesimo per l’esattezza, mi sento male.
Questo è l’unico giorno in cui mi fermo a riflettere che forse quando dico a mia madre che non mi interessa avere il ragazzo, forse e dico forse sto sparando una grande cavolata.
Di certo non ringiovanisco con il tempo, ma non riesco a capire cosa dovrei cambiare.
Perché dovrei cambiare per una cosa sciocca come avere il ragazzo?
Solo il 14 febbraio mi do una risposta. Ovvero: Per non restare sola.
Vedo i miei genitori che si scambiano effusioni tutti i giorni, ma stranamente in questo giorno in particolare, mi sento più sola che mai.
Questo capita perché appena vorrei chiedere asilo ad amici, mi blocco. Il motivo? Sempre lo stesso.
14 febbraio.
Anche loro, come tutti, fanno parte delle coppiette che festeggiano questo mio funesto giorno.
E solo per questo giorno anche gli amici diventano miei nemici.
Non fraintendetemi non odio l’amore ne le coppiette, ma capitemi, non è bello aver sbattuto in faccia la tua solitudine.
Comunque questi pensieri sono superflui e soprattutto una distrazione.
Mi risollevo dalla posizione in cui mi ero imbambolata, comincio ad analizzare la stanza dove sono presenti tre persone precise. I classici nerd del fumetto marvel, che sfogliano non curanti le riviste per poi riposizionarle ovviamente non al loro posto.
Che rabbia! Tanto c’è la filippina che poi li sistema, vero?
Quando si creano queste situazioni quasi odio lavorare in una fumetteria, ma è un pensiero breve.
Io amo il mio lavoro. Sono una nerd appassionata di manga da quasi sei anni. Ma la passione per il Giappone c’è da sempre.
Non è certo una fumetteria come la yamato shop di Milano, abito pur sempre in una cittadina popolata da poco più di 74.000 anime, ma chi si accontenta gode, no?
No. Decisamente no.
Di turno in questo momento ci sono solo io, gli altri sono a pranzo. Che gentleman, vero? È normale andare a mangiare prima di una ragazza e per di più lasciarla a fare il turno da sola. Dio che fame! Almeno potrebbero avere la grazia di rispettare l’orario. Figuriamoci!
Do un’occhiata all’orologio. 14.00.
E che strazio sto numero mi perseguita.
Accascio esasperata la testa sulla mano, aspettando che uno dei tre si sbrighi a scegliere, paghi e se ne vada. Se se ne vanno posso quanto meno disegnare un po’ per farmi passare il tempo e anche la fame perché a quanto pare per ritardare così avranno ricevuto la chiamata per il rifornimento. Che quest’’oggi avremmo dovuto andare a prendere noi per uno sciopero dei trasporti. Quando si dice cul… emmm fortuna.  
Ma io dico un colpo di telefono, no vero? No è peccato.
Dopo altri dieci minuti buoni i tre amici decidono che … nulla è di loro gusto e se ne vanno senza prendere niente.
Ok, dopo questo se rimettono piede in negozio e io li riconosco li butto fuori a calci.
Una volta costatato che non ci sono clienti, prendo tutto il mio materiale e mi metto a disegnare.
Mi perdo fra le stesse linee che creo, quando sento quelle stupide campanelle appese alla porta che mi annuncia che un nuovo cliente è arrivato. Non lo calcolo. Non ho visto nemmeno che aspetto abbia. Sinceramente non mi importa. Tanto per essere qui a quest’ ora cioè le 15.02 sarà uno dei ragazzini della scuola media qui vicino che vuole un pacco di carte di magic o che so io. In quell’ambito sono poco se non per niente ferrata. Comunque finchè non si avvicina al bancone non ho problemi, oggi non ho proprio voglia di fare la commessa dolce e gentile.
Con la coda degli occhi lo vedo prendere un fumetto e sedersi in uno dei tavoli davanti a me. Ancora non ho costatato se sia veramente un alunno delle medie o altro,  ma sono molto più concentrato sul mio lavoro.
Dopo un po’ però mi rendo conto che non potrebbe leggere i fumetti senza prima acquistarlo. Non siamo mica una biblioteca!
Poso il mio lavoro sul tavolo e parlo alzando la testa per prestare finalmente attenzione all’individuo.
- Scusi, i volumi non si pos … -
Alzata la testa mi ritrovo davanti il tizio in questione. Posso confermare che non è minimamente uno delle medie forse e un po’ più grande di me ed è un bonazzo assurdo. Okay che figura di schifo.
Il ragazzo è alto 1.80 m, i capelli sono neri e lisci, gli occhi sono scurissimi e profondi, i lineamenti marcati ma non rozzi. Le labbra hanno una piega morbida verso su, in un classico lieve sorriso meraviglioso, ma mi dispiace amico ho capito che è di circostanza.
Mi schiarisco la voce per togliermi dalla testa qualunque pensiero in puro sul ragazzo e posso giurare che in mezzo secondo ne ho fatti tanti e riprendo a parlare.
- Desidera qualcosa? – contrariamente a lui non userò stupidi sorrisini di circostanza, di certo non sarò sgarbata, ma chiedermi di fingermi allegra quando un bono tale mi sta davanti e sono sicura che sta aspettando solo di andare dalla sua ragazza a festeggiare mi salgono i nervi alle stelle.
- Non ti pesa lavorare a San Valentino? – sento il bonazzo pronunciare questa frase con una voce profonda ma con un leggera sfumatura di curiosità.
Ma io dico questo i cazz.. emm cavoli suoi no, eh?
- Perché dovrebbe pesarmi, scusi? – rimanere cordiale è una sfida immane.
- be non ti piacerebbe festeggiare con il tuo fidanzato? –
Okay lo ammazzo. Pure il dito nella piaga infila. Ok cancello tutti pensieri carini su questo essere. Bello si ma anche stronzo.
-  No. Oltre questo ha bisogn … - vengo interrotta.
- Come mai? –
Ora lo uccido per davvero.
- Forse perché non ho il ragazzo, ora ha bisogno di … - di nuovo prende parola.
- Vi siete lasciati? –
No rettifico questo non è stronzo solo e stronzo forte.
- Non ce l’avevo. Ora mi vuole dire cosa le serve? – dico ogni parola a denti stretti, sto per esplodere e quando accadrà è meglio che lo stronzo non sia sulla traiettoria del mio pugno.
- come non avevi il fidanzato e il tizio con cui venivi sempre qui con cui sembravi molto affiatata? –
Ma di che sta parlando?
- Scusa ma di che parli? Quale ragazzo? Vediamo con chi venivo? Solo con Stefano e Luca, quindi chi dovrebbe essere sto fidanzato?! Ma, aspetta un attimo, tu mi conosci per caso? –
Sinceramente qua la cosa si sta facendo strana.
- Come non ti ricordi di me? –
Allora se avessi conosciuto un bonazzo così me ne ricorderei sicuramente, quindi …
- no – secca forse avrei dovuto avere più tatto, pazienza cose che capitano.
- Capisco – lo vedo raddrizzarsi e fissarmi indeciso sul da farsi, forse l’ho fatto arrabbiare. Mi sa che è proprio questo il modo di fare che mia madre dice di cambiare. Faccio scappare gli uomini.
Stiamo in silenzio per un po’ poi il mio stomaco si rifà vivo più scontroso che mai, brontolando prepotentemente ricordandomi che non ho ancora mangiato nulla.
Alzo gli occhi imbarazzata sul tizio non sconosciuto ma che non ricordo, dannata la mia memoria a breve termine e la mia pessima fisionomia, per notare che il moro ha alzato un sopracciglio guardandomi stranito.
Io ricambio lo sguardo indifferente.
Che ci posso fare io se non ho potuto lasciare la postazione.
Dopo un secondo si gira ed esce dalla porta, andandosene.
Io assisto scioccata a ciò.
Bonazzo si, ma anche stronzo e pure maleducato. No, dico, non ha nemmeno salutato.
Mi fermo a riflette sull’accaduto. Chissà perché mi ha fatto tutte quelle domande? Ma soprattutto chissà chi era? Non mi ha detto nemmeno il suo nome.
Vediamo allora secondo lui ci siamo già conosciuti, ma io non me lo ricordo. Uffa! Odio dimenticare le cose e le persone.
Ci penso un altro po’ ma l’unica cosa a cui penso è … nulla.
Certo però mi dispiace, forse sono stata io quella maleducata.
Mamma ha proprio ragione devo migliorare il mio caratteraccio … e memoria.
Mi dispiace anche perché infondo mi piaceva.
Scuoto la testa con vigore. Cosa vado a pensare? Mi piaceva? Ma stiamo scherzando? Neanche lo conosco!
Però … infondo è vero che mi ha attratta subito, ed è difficile che accada.
Mi schiaffo una mano in faccia maledicendomi il secondo dopo, ahio mi sono fatta male.
- È inutile pensarci! Ormai il danno è fatto. E comunque sarà già fra le braccia della sua bella fidanzata. –
Affermo con fermezza e una punta di tristezza, che mi fa pure arrabbiare.
- Con chi parli? –
No dico ma questo sa fare solo domande?!
Poi mi blocco e alzo lo sguardo sconvolta.
- Cosa ci fai qui? - parlo piano tanto che credo che non mi abbia nemmeno sentita.
Davanti a me il ragazzo moro mi fissa tra il titubante e il divertito e in mano ha un sacchetto del super mercato qui vicino.
- Sono andato solo a prenderti qualcosa da mangiare visto il terremoto provocato dal tuo stomaco – mi sorride scherzosamente, prendendomi bonariamente in giro. Il sorriso che vedo ora non è come il primo questo era vero e stupendo.
Le guance mi si imporporano come se stessi andando a fuoco, non riesco a parlare, il cuore batte come impazzito, mi sto per sentire davvero male, forse è solo la fame.
No, è sicuramente la fame.
- Ehi stai bene? Senti ti ho preso un panino prosciutto e provola, sai non sapendo i tuoi gusti sono voluto andare sul sicuro, anche potresti essere allergica ai latticini allora la provola è dannosa, forse non ti piace il prosciutto, dannazione avrei dovuto chiedere e basta prima di fare di testa mia. Scusa, se non ti piace ti vado a prendere qualcos’altro senza problemi. –
Cosa? Era andato a prendermi qualcosa da mangiare? Ma che carino!
- No tranquillo mi piace, ti ringrazio molto. Purtroppo i miei colleghi sono andati a pranzo e poi subito a ritirare un carico, non mi sono potuta smuovere. Quanto ti devo? – stavolta anche io gli sorrido, mi devo fare perdonare per il modo brusco e soprattutto il fatto che non me lo ricordo.
- Ma quale? Non ti devi preoccupare l’ho fatto con piacere. –
- insisto! Non è giusto. E poi soprattutto dopo che mi sono pure dimenticata di te. Dio, ancora mi vergogno per questo. –
- Non preoccuparti, infondo non è che abbiamo mai parlato. Anche se mi sarebbe piaciuto, ma non stavi mai da sola e allora … -
Il suo imbarazzo cercava di coprirlo distogliendo lo sguardo e cercando parole non compromettenti, ma non capivo perché per parlarmi sarei dovuta stare sola?
- Scusa perché con i miei amici non potevi parlarmi? –
Oddio che ho detto? Mi fissa come fossi ottusa o cosa. Lo vedo sospirare e abbassarmi in modo da potermi porgere il panino.
- Tieni! Mangia altrimenti mi svieni! – poi gira il bancone e si siede accanto a me.
- Ti dispiace se sto qui con te? – io faccio no e lui mi sorride ampiamente.
Dopo aver finito d mangiare, mi faccio coraggio e parlo di nuovo.
- Comunque io sono Andrea, tu come ti chiami? – dico porgendogli la mano.
Lo vedo riflettere sul da farsi poi mi afferra la mano e dice:
- io sono Ian ed è un piacere poterti parlare, finalmente. –
Addirittura.
- Allora cosa non potevi dirmi di così segreto da non potermi parlare davanti ad altri? – gli chiedo scherzosamente.
Lui però non sembra in vena di scherzi infatti …
- Volevo chiederti di uscire con me. –
Questa mazzata non me la dimenticherò mai. Va bene scherzare, ma su queste cose no. Questo va oltre lo scherzo, è essere proprio cattivi.
Prima che la ragione mi faccia frenare la bocca ecco che sparo a raffica frasi che una ragazza da sola con un ragazzo appena incontrato non dovrebbe mai dire.
- Bene, ora che hai finito di prendermi in giro che ne dici di andare a quel paese?! Non ci credo per portare a termine questo scherzo pure il pranzo mi hai comprato. Guarda visto che mi sono divertita pure io ah ah ah ti ridò pure i soldi. Tieni 5€ dovrebbero bastare. Ciao e a mai più rivederci, simpaticone. –
Non faccio nemmeno in tempo a darli la banconota che ni sento afferrare il braccio con violenza e strattonare vicino al suo viso.
Oddio ora mi picchia.
- Ma che diavolo vai dicendo? Io non stavo scherzando. Io voglio veramente avere un appuntamento con te. –
- Ma perché? – chiedo confusa.
- Perché mi hai attratto subito e pensavo di averti attratto pure io visto che venivo praticamente tutti i giorni solo per incontrarti. Ma a quanto pare non ti sei mai accorta di me. –
- emm no mi dispiace, è un mio vizio. Non presto molta attenzione alle persone che non conosco. –
- Bene visto che ora ci siamo conosciuti che ne diresti di uscire appena smonti dal turno? –
- vuoi passare il san Valentino con me? – chiedo al quanto dubbiosa.
- No – ecco appunto – mi piacerebbe passare con te non solo san Valentino, ma anche altri giorni con te, mi permetti di farti la corte Andrea? –
Che dire dopo quella volta abbiamo preso a frequentarci. Non come fidanzati ma come amici, almeno per me poi dopo poco ho capito che mi ero innamorata di lui e ci siamo messi insieme.
Stiamo insieme da un po’. Oggi è il 14 febbraio.
Oggi è la festa degli innamorati , il giorno in cui le coppiette vanno a festeggiare.
Questo è il mese di febbraio e il prossimo mese farò ventuno anni ma ormai non mi faccio più problemi del tempo che scorre, né gli amici che diventano nemici.
Perché con me c’è qualcuno che mi sta accanto tutti i giorni.
Oggi è il 14 febbraio. Per me oggi è un giorno come gli altri, perché mi sento amata esattamente come ieri e come lo sarò domani.
 Per cui un buon non San Valentino a me  e a voi.
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Questa è una storia senza pretese spero vi piaccia. Ciao a tutti ;D  
   
 
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