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Autore: Lemma    14/02/2013    1 recensioni
Eddie e Annette si sono sposati, la loro sembrava essere una coppia perfetta, ma la popolarità di lui potrebbe causare qualche problema fra i due.
Ann riuscirà a sopportare l'assenza di Eddie e i suoi sbagli?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ormai erano otto mesi che non vedevo Eddie, il bambino stava per nascere e non avevo alcun rapporto ne di amore ne di amicizia con nessuno. Inconsciamente ero rimasta legata alla mia vita con Eddie, Olive, Alex e gli altri.
 Il 1996 fu l'anno in cui nacque Rufus, il nostro secondo genito. Era nato biondissimo e con gli occhi azzurri, ma nonostante questo assomigliava molto a Eddie.
Il giorno che il piccolo venne al mondo Olive si precipitò a Pasadena senza dire niente a nessuno. Amy era contenta di avere un fratellino e mi aveva aiutata a scegliere il nome.
Qualche mese dopo dovetti riprendere a lavorare, Amy spesso faceva da babysitter e si divertiva molto.
Era agosto quando ricevetti la raccomandata che aspettavo da tempo, Eddie aveva deciso dopo praticamente un anno di firmare il divorzio. La verità è che fu un brutto momento, ero consapevole di averlo chiesto io e che probabilmente lui si era già rifatto una vita, ma quella firma su quel pezzo di carta era la certezza che era finita veramente!
Quella sera chiamai mia madre, presto io, Amy e Rufus saremmo andati a Parigi, i miei erano ansiosi di vedere i loro nipotini e pensavano mi avrebbe fatto bene cambiar aria per un po’.
A dicembre partimmo destinazione Parigi, avremmo passato le festa nella capitale francese. Sembrava una favola invernale, quando arrivammo in città iniziò a nevischiare rendendo l'atmosfera ancora più magica. I miei stavano in centro così non fu difficile raggiungerli anche se Amy si fermava davanti a qualsiasi vetrina o' ad ammirare qualche scorcio di quella che dicevano essere una delle città più romantiche al mondo.
Faceva freddo, ero avvolta in un cappottino rosso e tenevo stretto a me Rufus per evitare che prendesse troppo freddo. Quando suonai al campanello la porta si apri e una folata di invitante aria calda ci avvolse. Mia madre stritolò in un abbraccio Amy per poi portare la sua attenzione sul nuovo arrivato che prese in braccio permettendomi di gestire con più facilità i bagagli che mio padre mi aiutò a portare in quelle che sarebbero state le nostre camere.
Quei giorni furono un sollievo anche perché i miei tenevamo i figli e potevo uscire a comprare i regali in tranquillità.
Un pomeriggio mi scontrai per sbaglio con un uomo biondo, sui quaranta, con uno strano fascino e una luce negli occhi quasi famigliare.
"Scusami, non volevo"
 subito si chinò a raccogliere il sacchetto che mi era scivolato di mano e me lo porse gentilmente
"Scusami tu, avevo la testa da un'altra parte"
 era vero, ultimamente ero ancora più svampita
 "Tu non sei di qui, vero?"
 ecco ora passavo per l'americana, ormai avevo preso l'accento di Los Angeles
"In realtà sono di qui, ma vivo a Los Angeles da tanti anni"
 il biondo sorrise imbarazzato per la gaffe, ma sembrò anche ricordare qualcosa
"Io sono Luc, ti va un caffè?"
"Io sono Annette, con molto piacere"
ci sedemmo al tavolino di un bar e iniziammo a parlare. Era strano, mi sembrava così famigliare e mi sentivo libera di parlare come se lo conoscessi da tanto, ma allo stesso tempo qualcosa dentro di me sembrava volermi avvertire che qualcosa non andava.
"Allora Annette, sei sposata? Sicuramente una bella dona come te"
 alzai velocemente la mano per mostrargli che non portavo la fede, sorrisi amaramente dicendo
"Divorziata e tu?"
sorrise compiaciuto e alzò la mano appoggiandola sulla mia
"Anche io"
 iniziò così quella simpatia particolare che ci legò.
Il Natale passò in allegria e anche le altre feste volarono via. Continuai a vedermi con Luc e la nostra amicizia iniziò a trasformarsi fino alla sera in cui mi invitò a casa sua. Quella notte ci rifacemmo del tempo passato da soli amici e alla fine non prenotai il volo per tornare a Pasadena.
Presi un appartamento in centro a Parigi vicino a casa dei miei e ci fermammo lì. Eravamo tutti contenti, Amy amava Parigi, i miei avevano Rufus da coccolare tutti i giorni e io stavo bene.
Mia figlia accettò presto la situazione, ormai Luc era il mio compagno a tutti gli effetti. Lavorava molto e il tempo che non passava al lavoro stava a casa nostra. Forse mi innamorai e il tempo iniziò a passare velocemente. Per ben tre anni le cose andarono così, ma come avevo imparato le bugie avevano le gambe coste e Luc ne era la prova.
Un giorno aveva dimenticato le delle cose a casa così lo seguii per portargliele siccome diceva che gli servivano. Quando lo trovai era a casa di una, mi vide e si fermò sullo zerbino con il mazzo di chiavi a mezz'aria. Intanto una mora alta e snella aveva aperto la porta e l'aveva salutato baciandolo e chiamandolo amore
"Luc che significa?"
 ero in lacrime, ma rimanevo lì perché volevo una spiegazione
"Questa è mia moglie, tu che vuoi da me?"
 disse qualcosa alla presunta moglie che rientrò in casa e lui mi si avvicinò
"Allora Anny, che effetto fa?"
 una strana luce di follia gli illuminò gli occhi, c’era qualcosa di molto famigliare, ma non osavo neanche pensarci
"Luc non capisco, spiegami!"
 il biondo mi prese i polsi, un flashback mi colse all'improvviso. Si trattava di quello che mi era successo ai tempi dell'università.
"Sai Anny - continuò a sottolineare il nome Anny anche se non mi aveva mai chiamata così- non pensavo che non mi avresti riconosciuto così quel giorno al bar ho dovuto inventare tutto al momento"
avevo capito, come avevo fatto ad essere così stupida? Dovevo fidarmi del mio istinto che mi metteva in guardia di qualcosa. Era lui, Lucas, quello che dopo aver scoperto che ero incinta aveva abusato di me. Lui era la causa della perdita del mio primo figlio!
 Continuai a piangere e balbettando chiesi quello di cui avevo paura, la verità
"Lu-Lucas? Tu ti sei approfittato di me per tre anni solo perché io amavo un altro?”
 "Ti piace fare la sgualdrina adesso?"
 stava stringendo troppo la presa e mi faceva male, lo implorai di lasciarmi andare, ma niente
 "Sei uno stronzo, non ti voglio più vedere!"
 riuscii finalmente a reagire e appena fui libera dalla stretta corsi a casa.
La sera stessa andai dai mie a cui raccontai tutto e il giorno dopo tornammo a Pasadena.
Rufus aveva quattro anni, ma sapeva che il suo papà non era Lucas nonostante vivesse con noi, così non stette male per quella fuga improvvisa. Amy ormai era grande e capì la situazione e io, be io ero ferita da tutto questo!
Quando succedono cose del genere stare da soli con un bambino piccolo e una figlia di 18 anni non è il massimo!
Appena tornammo decisi che sarei andata a trovare Olive, era tanto che non la vedevo e avevo bisogno di un'amica in quel momento.

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Sono un caso disperato, ho passato un momento da dimenticare e così non ho più condiviso niente! Sinceramente ho finito di scrivere sta storia da talmente tanto che non so nemmeno di che parla il capitolo :D
Alla prossima (e sta volta si spera presto!)


   
 
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