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Autore: GiadaGrangerCullen    14/02/2013    1 recensioni
Carnevale, corsa, amore... una storia priva di senso forse, o forse no.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alle mie nonne,
anche se non leggeranno. Vi voglio bene!





Il mattino ha l'oro in bocca, diceva un antico proverbio. “Niente di più vero” avrebbe detto Mattia fino al giorno prima, ma in quel Martedì Grasso alle quattro di mattina, niente l'attirava più del suo letto caldo e comodo. Invece, come ogni santissimo giorno, ignorando la sua stanchezza, era uscito all'alba per allenarsi. In fondo che importanza aveva se aveva dormito solo due ore? Se non vinceva la gara della settimana successiva era totalmente fuori gioco. Doveva presentarsi alle Olimpiadi, doveva vincere per poter avere quella possibilità.

Tutto imbacuccato per il freddo, correva seguendo il suo solito percorso, un veloce passaggio per il centro, poi attraverso le viuzze strette della città sul monte, in mezzo ai suoi adorati alberi. Il vento gelido lo svegliò e sentì nuovamente l'euforia della corsa. Si concentrava sul suo ritmo cardiaco, sulla respirazione e si rendeva conto di quanto efficiente fosse il suo corpo. Riusciva pure a notare il mondo circostante, le strade che in quel momento, coperte di coriandoli e stelle filanti variopinti, davano un'aria allegra alla grigia città con i loro colori accesi. Forse sarebbe stato opportuno che qualcuno pulisse, ma il Carnevale sarebbe continuato quel giorno e si sa che gli italiani sono pigri e, in fondo, un po' d'allegria formato piccoli-pezzettini-di-carta-colorata non uccideva nessuno. Il rumore dei suoi passi su quel manto multicolore lo portò indietro nel tempo.

 

Urla eccitate, coriandoli che volavano ovunque e che si infiltravano sotto i vestiti, fra i capelli. Poi c'era lei, Miranda. Erano mesi che la osservava da lontano, lei, il suo sogno proibito. Era così bella, vestita da infermiera con quel vestitino aderente che faceva immaginare ogni sua forma. Raggiante come il sole di quel Marzo, che ospitava un Carnevale in ritardo, egli l'amava, ma lei era irraggiungibile, troppo bella per i suoi standard, troppo intelligente per notare anche solo minimamente un ragazzo come lui, vestito da pirata, ma senza equipaggio. Un ragazzo dimenticato da tutti...

 

Cominciava a sentire caldo, era meglio togliersi degli strati di vestiti ora, prima di cominciare a sudare. Senza rallentare minimamente nella sua corsa, tolse la felpa più pesante e se la legò alla vita, sperando che quella volta non sarebbe caduta a terra come al solito. Non gli importava di doversi fermare e solitamente nemmeno di sporcarla, ma quel giorno sarebbe arrivata sua nonna; voleva mostrarsi al meglio e la felpa imbrattata di fango non l'avrebbe aiutato...

 

La casa di nonna Dele era sempre stato un luogo accogliente, ma nei periodi festivi lo era ancora di più. Mattia aveva cinque anni, era il Lunedì di Carnevale ed era rimasto solo a casa con la nonna. Gli piaceva un sacco il calore che quel luogo sapeva dare, poi c'erano sempre molte cose buone da mangiare e tutte le stanze odoravano di dolce. Nel piccolo cucinino nonna Dele stava impastando le fritole*, il tipico dolce di quel periodo, e Mattia la osservava rapito, mentre addentava l'ennesimo crostolo* ripieno di marmellata. Adorava guardare la nonna mentre cucinava, ormai sapeva a memoria le operazioni che la vecchietta compiva minuziosamente e in quel momento intuiva che mancava pochissimo all'aggiunta dell'ingrediente segreto. Infatti poco dopo la donna si voltò verso l'armadietto e ne estrasse una piccola bottiglia avvolta in un cartoccio. Svitò il tappo e facendo attenzione a non scoprire la bottiglia, riempì due cucchiai di quel liquido trasparente dall'odore pungente e li versò nell'impasto. Poi fece sparire la bottiglia nell'armadietto come se niente fosse. Per anni Mattia aveva tentato invano di scoprire quale fosse l'ingrediente segreto e solo più tardi gli avevano detto che era semplicemente della grappa alla ciliegia.

 

I primi uccellini iniziarono a cantare, tutto era un gioioso cinguettio di sottofondo. La corsa mattutina non gli era mai sembrata così liberatoria, anche se si era svegliato di malumore. Era così, la sua passione, senza non sarebbe stato nulla. Sarebbe rimasto l'emarginato della classe, il ragazzo che nessuno notava. Poi aveva scoperto la sua vocazione, aveva deciso di coltivarla ed ora era quello che era: un famoso corridore apprezzato dalle ragazze e con un'ampia cerchia di amici e amiche. Tutto ciò che aveva sempre desiderato essere. Ora non doveva più elemosinare un po' d'affetto e comprensione, ora era una persona forte e indipendente, oltre che ben voluta. Ovviamente non si poteva cercare il consenso generale... Un altro ricordo s'intrufolò nella sua mente...

 

L'unico bianco Carnevale del secolo, i coriandoli si mescolavano alla neve brillante e la gente mascherata batteva i denti, mentre sfilava per le strade della città con carri festosi. Era una tradizione che nulla avrebbe potuto fermare, nemmeno la neve. Un diciassettenne scapestrato aveva rinunciato a tutti i travestimenti, alla festa, alla compagnia per inseguire il suo sogno. Correva fra gli alberi, sul monte e non aveva intenzione di fermarsi. Poi vide lei... Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo ordinata, un sedere niente male e per di più stava correndo, proprio innanzi a lui. Fece un piccolo scatto e la raggiunse...

 

Era bello ricordare il momento in cui aveva conosciuto Michela, era bello pensare a quanta fortuna avesse avuto quel giorno, visto che ora erano felicemente fidanzati. Coltivavano la stessa passione e l'anno a venire si sarebbero sostenuti a vicenda nelle Olimpiadi, perché è così che si fa. Amore e passione, questo li univa.

Il suo giro era quasi finito, un piccolo scatto ed era di nuovo a casa. Fece un po' si stretching, poi salì velocemente le scale, si fece una rapida doccia e alle otto di mattina era davanti a casa di Michela. Quella giornata non l'avrebbero dimenticata, ne era certo.




*parole in dialetto che indicano dei dolci tipici di Carnevale, che io non so tradurre in italiano. Penso che ogni regione li chiami in modo diverso xD






Lo so, non linciatemi! Non è il massimo, è un po' banale, ma volevo scrivere qualcosa sul carnevale ed in ritardo la posto. xD
A presto!
GGC

   
 
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